Loading

È il caso ad esempio del Monte Nuovo, un vulcano dalla forma pressoché circolare che fa parte dei Campi Flegrei e che si trova a poca distanza di Pozzuoli, in prossimità del Lago di Lucrino. La formazione del rilievo è iniziata il 29 settembre del 1538 e, tra tutte le eruzioni della caldera Flegrea, questa è una tra le più documentate ,  dal momento che è anche l’unica ad essere stata descritta da testimoni diretti.

Bisogna comunque dire che ad onor del vero che l’origine al Monte Nuovo non fu esattamente “un fulmine a ciel sereno”: le testimonianze dell’epoca raccontano di come, già a partire dal 1470, fosse presente un’attività sismica più intesa del solito, combinata ad un aumento delle emissioni gassose della Solfatara, a causa delle quali la vegetazione venne  danneggiata.

Nei decenni successivi il sollevamento del suolo causato dal bradisismo fu talmente importante da far emergere dal mare alcune porzioni del fondale,  creando nuove terre che i sovrani dell’epoca ( i vicerè ) si affrettarono a reclamare come proprie con due editti ( 1503 e n 1511) per estendere su di esso  le attività antropiche della comunità di Pozzuoli.

N.B.Nei due anni precedenti l’eruzione del 1538 l’attività sismica cominciò  ad essere sempre più intensa, giungendo alla vigilia dell’eruzione al fatto che moltissimi edifici della città erano gravemente danneggiati e tutti gli abitanti avevano da tempo abbandonato le loro case, ( circostanza che in seguito evitò vittime o ferimenti di persone).

L’attività sismica divenne comunque maggiormente evidente nei 10 giorni precedenti la formazione del Monte Nuovo. Quei terremoti furono avvertiti fino a Napoli, dove testimoni raccontano di aver avvertito anche 5-10 scosse al giorno.

Circa 30 ore prima dell’eruzione si sollevò un tratto del fondale marino in un’area compresa tra Averno e il Monte Barbaro, in quello che gli osservatori dell’epoca definirono come “disseccamento” del mare. A questo fenomeno furono associate intense scosse sismiche.

La deformazione del suolo lasciò all’asciutto, su fondale emerso, una grande quantità di pesci, che alcuni abitanti di Pozzuoli andarono a vendere nei mercati di Napoli.

N.B. Le cause esatte di questa moria di pesci non sono note. Si può ipotizzare che la rapidità del sollevamento abbia intrappolato i pesci fuori dall’acqua; oppure che la morte sia stata dovuta alla presenza di gas vulcanici che, filtrando attraverso il fondo del mare, potrebbero aver alterato le condizioni dell’acqua.

I puteolani visto il gran numero di pesci che aveva portato il mare nel ritirasi per più di 350 metri , erano tutti in festa . Essi consideravano l’evento come una “manna dal cielo” e solo  all’indomani, il 29 settembre, gli abitanti dell’area flegrea compresero perché, invece, ciò che era accaduto stava per portare spiacevolissime conseguenze.

Nelle ore successive, l’area dove sarebbe poi sorto il Monte Nuovo subisce uno sprofondamento stimato in circa 4 metri, alla base del quale si forma una sorgente d’acqua. Tre ore dopo, il suolo torna a sollevarsi e nel corso di più di 7 ore forma un esteso rigonfiamento, al culmine del quale si aprirà la bocca eruttiva.

L’eruzione vera e propria prese il via il 29 settembre alle 1538 attorno alle 19:30 circa. Dopo un violento terremoto si aprì una bocca eruttiva sul fondale marino, a circa 3 km da Pozzuoli, creando “un’esplosione di vapori” . Questa fu probabilmente un’eruzione fissurale, seguita dall’eruzione vera e propria della bocca principale, posta sul rilievo emerso dalle acque poche ore prima.
Da questa bocca eruttiva principale iniziarono ad essere espulse grandi quantità di materiali incandescenti come pomici (lanciate addirittura a 8 km di distanza) e ceneri (che riuscirono a coprire un’area di circa 10 mila km2),tanto che in mare le imbarcazioni avanzano su una vasta superficie di pomici galleggianti. Una vischiosa cenere bagnata e pesante, simile per consistenza al fango, cade fino a Napoli, mentre ceneri asciutte e progressivamente più sottili vanno a ricoprire  una vasta area di circa 10.000 chilometri quadrati.

L’eruzione continuò in modo intermittente per diversi giorni, si formò un cratere minore accanto al lago di Averno e lentamente la sua intensità iniziò a diminuire. Questa apparente fine dell’eruzione “ingannò” gli abitanti del luogo che credettero di essere al sicuro: 24 persone salirono fino al cratere, rimanendo presto vittime di un’improvvisa e inaspettata espulsione di materiale vulcanico.

N.B. Queste  furono le prime e uniche vittime di questa eruzione ma questo non deve, però, far pensare a un’eruzione di lieve entità in quanto l’evento  modificò l’intera morfologia costiera, al punto che le superfici del lago di Lucrino e del lago d’Averno si ridussero notevolmente, interrompendo la comunicazione tra essi. Pozzuoli fu distrutta, le case che resistettero furono pochissime, metà Duomo crollò e la città era completamente ricoperta di cenere, mentre l’antico villaggio di Tripergole fu raso al suolo e inglobato nei prodotti eruttivi.

L’ultima eruzione dei Campi Flegrei, pertanto, diede vita ad un nuovo cono piroclastico chiamato Monte Nuovo e che attualmente è alto circa 134 metri. In realtà, all’inizio della sua storia, il Monte Nuovo fu denominato “Mons Ceneris”, per ovvi motivi e, successivamente, con la rinascita della flora, assunse un nuovo accattivante aspetto, al punto che molti viaggiatori stranieri iniziarono a visitarlo, diventando anche tappa del Grand Tour.

Da quel momento e per lungo tempo, il luogo e tutti i campi flegrei con la sua  attività vulcanica , divenne infatti per lunghi anni meta obbligata del Grand Tour , il viaggio di istruzione che gli uomini di cultura erano soliti fare e la nascita di una nuova montagna che sconvolse l’intera zona del Lago d’Averno  e del vicino Lago di Lucrino era un qualcosa che andava studiato

Parascandolo, il noto studioso dei campi flegrei così ci racconta dell’eruzione.

Era il 28 settembre del 1538 . Alle ore 18 ….si seccò il mare per 200 piedi e dal lido uscì acqua fredda e calda. Moltissimi pesci furono lasciati in secco …….6 ottobre : Le ceneri arrivarono sino al Vesuvio , molte persone ascesero al monte , ma a due terzi del pendio …..alle ore 22 furono sorprese da forti esplosioni e da cadute di pietra e da eruzioni di gas ; sicche molte di esse furono asfissiate e non si trovarono più i corpi ne vivi ne morti .

Si trattava dell’ultima eruzione  dei Campi Flegrei, che si era annunciata nei giorni precedenti con un periodo di bradisismo ascendente. L’eruzione durò fino al 6 ottobre dello stesso anno, distrusse il villaggio medievale di Tripergole, trasformando profondamente l’aspetto dell’area flegrea. Al termine dell’eruzione, si formò una nuova altura, che ovviamente fu   chiamato Monte Nuovo.

CURIOSITA’: Il toponimo “Tripergole” potrebbe derivare sia dalle “tre stanze” utilizzate nei complessi termali (frigidariumtepidarium calidarium), sia dalla possibile presenza di tre osterie.

Da quel momento e per lungo tempo, il luogo e tutti i campi flegrei con la sua  attività vulcanica , divenne per lunghi anni meta obbligata del Grand Tour , il viaggio di istruzione che gli uomini di cultura erano soliti fare e la nascita di una nuova montagna che sconvolse l’intera zona del Lago d’Averno  e del vicino Lago di Lucrino era un qualcosa che andava studiato

L’improvvisa eruzione di un vulcano alto 140 metri e di 1250 metri di base sulla sponda orientale del lago di Lucrino  che fini col sconvolgere completamente l’assetto urbanistico della zona distruggendo per sempre le ultime opere a noi tramandate greche e romane, era qulcoso di estremamente affascinante.

Attualmente, il Monte Nuovo è un’area protetta di grande valore ambientale, ricoperta da una densa vegetazione tipicamente mediterranea. Nel 1996 è stato ufficialmente riconosciuto come Oasi naturalistica, ed è per questo che oggi ti invito a celebrarne l’anniversario visitandolo. Dall’alto si gode di un panorama mozzafiato che abbraccia Capo Posillipo, Nisida, Pozzuoli e Capo Miseno; nelle giornate più limpide, lo sguardo arriva fino alla Penisola Sorrentina.

L’aspetto sicuramente più particolare di questo evento è che, nel giro di poche ore, gli abitanti della zona videro crescere davanti ai loro occhi un nuovo rilievo, il Monte Nuovo, che almeno in parte era sorto sul fondale marino ed è tutt’ora presente nell’area. Si trattò sicuramente di un fenomeno al quale nessuno era preparato, tanto che si ritiene che questa possa essere la prima volta in cui effettivamente gli abitanti del luogo presero consapevolezza del rischio vulcanico dell’area.

Fig2_1538_DelliFalconi

Commenti via Facebook
  • 17
  • 0