Napoli è una città ricca non solo di arte e cultura, ma anche di storie, miti e leggende legate al mondo dell’occulto e di strani racconti. In città spesso tra esoterismo e mistero, si sente parlare di fantasmi : questa città e’ il luogo ideale per loro, qui essi qui vengono tollerati, rispettati, temuti e talvolta addirittura … amati e coccolati.
I nostri genitori ma sopratutto i nostri nonni ci hanno spesso raccontato di portoni che cigolano, lampadine che si spengono e si accendono da sole, usci che sbattono, bisbigli e rumori di passi in una stanza vuota, lampadari che oscillano senza scosse di terremoto, soffi di vento e tintinnio di catene in stanze chiuse da anni.
Napoli e’ una citta’ secondo molti racconti ricca di apparizioni di fantasmi e case infestate da «monacielli» , strane figure come quella della “Bella Mbriana” e luogo ideale per il proliferare di streghe ( «janare» ) e altri fantasmi .
A questo proposito, una leggenda narra che un fantasma benevolo e discreto, giri indisturbato fra le mura della sua dimora e che prediliga la vista panoramica dalla sua stanza preferita.
I residenti del luogo affermano che sia stato avvistato più volte a passeggiare con spirito sereno fra le belle salite che portano alla sua torre.
Secondo questa leggenda si tratterebbe del fantasma di Ferdinando Palasciano che non volendo più abbandonare la sua dimora, si aggirerebbe tra i luoghi della zona del Moiariello per poter continuare ad osservare lo splendido panorama napoletano.
Pare infatti che il dottor Palasciano , un illustre medico dell’epoca , consapevole che dopo la morte avrebbe perduto il suo angolo di paradiso terrestre e della vista spettacolare che godeva dalla sua splendida torre, secondo antichi racconti tramandati pare che abbia deciso di rimanervi anche dopo la sua morte.
La sua bella dimora , si trova nella zona di Capodimonte lungo via Moiariello dove esiste esiste dal 1856 . Si tratta di una splendida villa ottocentesca su due piani con impianto quadrangolare e con uno stile architettonico che unisce caratteri neogotici e rinascimentali, dotata di una torre centrale alta cinque piani di chiara ispirazione fiorentina che ricalca lo storico palazzo della Signoria di Firenze ( Torre Palumbo ). La villa i cui lavori furono affidati all’architetto Antonio Cipolla fu concepita come dimora privata sua e di sua moglie Olga Vavilow, su un fondo agricolo di oltre 28 moggi, acquistato grazie agli eredi del famoso medico Domenico Cutugno. Il fondo comprendeva alcune strutture, come un tempio e due bellissimi giardini con deliziosi rigogliosi frutteti nel cui centro fu collocato un obelisco in piperno grigio, sul quale oggi sono incisi i nomi di illustri personaggi della cultura napoletana. L’ intera villa e’ comunemente chiamata “Torre Palasciano ” poiche’ da molti punti della citta’ e’ sopratutto visibile la sua imponente Torre Palumbo e pare appunto secondo molti che sia infestato dal fantasma del suo vecchio proprietario. Il fantasma di Ferdinando Palasciano pare infatti che non voglia abbandonare il luogo … e sia stato più ‘ volte visto affacciarsi dalla torre …
Ma chi era Ferdinando Palasciano? Egli nativo di Capua era un uomo di grande cultura che riusci’ nella sua vita a conseguire ben tre lauree nel giro di pochi anni: Lettere e Filosofia, Veterinaria e Medicina .
Nella meta’ dell’Ottocento, grazie anche alla sua attività di politico e parlamentare del Regno d’Italia, fu il primo a porre le basi per la nascita della Croce Rossa Internazionale, dove i feriti, in caso di guerra a qualsiasi esercito appartenessero, non dovevano essere considerati nemici e quindi tutti meritevoli di cure e assistenza medica. Convinto di tale spirito con il quale tutti i medici prestano giuramento dinanzi al documento di Ippocrate, egli durante il suo mandato da medico presso la Corte Borbonica, non faceva differenza tra amici e nemici quando si trattava di prestare assistenza a chi ne aveva bisogno e decise di disobbedire agli ordini del generale Carlo Filangieri, che pretendeva di lasciare sul campo i soldati avversari feriti senza prestare loro le cure necessarie, aprendo la strada e ponendo la base della Convenzione di Ginevra del 1864, che diede vita alla Croce Rossa.
La sua disobbedienza per aver prestato assistenza medica ai nemici, fedele al giuramento di Ippocrate, gli costò una condanna ed un anno di carcere.
Nonostante il suo impegno da tutti poi riconosciuto non fu pero’ mai citato in tale convenzione e nemmeno nel documento con cui gli svizzeri si presero tutto il merito di tale affermazione di civiltà. Dimenticato da tutti, nessuno ha mai riconosciuto il suo impegno attivo come medico sul campo di battaglia e come uomo politico per gettare le basi della concezione di solidarietà verso i feriti in guerra e forse secondo molti anche per questo il suo fantasma continua a vagare inquieto per le sale della Torre che porta il suo nome .
Palasciano amava molto questo luogo e questa villa con uno stile a metà fra il Neogotico e il Rinascimentale, e da cui si gode una delle più belle veduta sul Golfo di Napoli .
Amava si dice, talmente tanto questo luogo che pare abbia espresso il desiderio di poterci abitare anche dopo la sua morte. Si narra, infatti, che egli ben conscio del fatto che il Paradiso fosse quello che si poteva ammirare da quelle finestre affacciate sul Golfo, non voglia rassegnarsi a passare a miglior vita. Il suo benevolo fantasma, sempre stando alla tradizione popolare dei vicoli intorno Capodimonte, si aggirerebbe ancora fra quelle stanze e quei corridoi, senza intenzioni maligne, ma solo con la profonda esigenza di ammirare ancora una volta e per l’eternità quello spettacolo che solo il profilo Napoli sa donare.
Solo se vi recate in quel luogo e ammirate il panorama potrete capire perche’ il fantasma del Palasciano non vuole lasciare la splendida villa ed il bellissimo luogo in cui si trova .
Questo luogo, un tempo grazioso borgo popolare che fungeva da collegamento tra la parte bassa della città’ e la collina di Capodimonte, e’ oggi denominato “Salita Moiariello “.
Il luogo era molto frequentato fino a quando nell’ottocento non venne costruito ad opera dei francesi , il ponte della Sanita’.
Da quel momento l’intera area e’ rimasta un posto appartato e poco frequentato e proprio grazie a questo parziale isolamento dal contesto cittadino che intanto continuava a svilupparsi , possiamo oggi dire che il luogo ha oggi ha preservato il suo carattere originale e caratteristico di un tempo .
Possiamo percorrere infatti questo luogo , in una lunga passeggiata , in strette stradine tra vicoli , piccole e basse case ( vasci ) , e scorci di vedute mozzafiato che danno su stupendi panorami. L’intera passeggiata che alterna gradini e pavimento liscio fatto di antico basolato, si snoda tra vecchi orti e antichi giardini che oltre a portare alla Reggia ed al magnifico Parco di Capodimonte, ci porta anche attraverso una piccola deviazione, sulla collina di Miradois, dove è presente l’Osservatorio Astronomico voluto da Gioacchino Murat. Era questo il luogo anche dove finiva la gabella del vino. Dopo il cancello dell’Osservatorio infatti passati altri duecentro metri, sul muro di un palazzo e’ ancora presente una tabella antica di marmo con scritto “confine della gabella del vino della città e di Napoli” , a significare che da questo punto in poi non si era piu’ tenuti a pagava la tassa sul vino.
La Torre Palasciano e’ anche il luogo pare dove Antonio Ranieri avesse portato le spoglie del suo caro amico Giacomo Leopardi e dove successivamente alla morte di Palasciano nel 1905 abitò lo scultore italiano Filippo Cifariello noto in citta’ perché fu accusato di un grave delitto, quello della prima moglie, accoltellata in una pensione di Posillipo.