Virgilio , nato nei pressi di Mantova nel 70 a. c., si trasferi’ prima a Roma , dove studio’ retorica , poi a Napoli , attratto dall’atmosfera di pace dettato dalla filosofia epicurea che vi regnava.
Virgilio trascorse a Napoli buona parte del suo tempo. Il suo atteggiamento schivo ed appartato preferiva la dolce e quieta collina di Posillipo ai fasti della Roma dei cesari.
Qui venne accolto dalla popolazione locale come un mago piu’ che come poeta, anche se la sua timidezza , l’aspetto gentile , il suo timore per le donne e l’amore per i giovinetti gli fecero guadagnare il soprannome di Parthenias , ovvero il verginello.

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A Napoli egli trascorse molti anni e fu un prestigioso esponente della scuola epicurea , allievo di Sirone, che dimorava e teneva scuola secondo alcuni proprio in prossimita’ della attuale tomba di Virgilio . Dopo la morte di Sirone, Virgilio fu proprietario del suo podere , (non si sa se erede o acquirente) , e vi trascorse lietamente gli ultimi anni.
La sua presunta tomba è dietro la chiesa di Piedigrotta, dove sono stati collocati anche i resti di Giacomo Leopardi.

Egli benefico’ la citta’, eletta a sua dimora preferita ; secondo i suoi biografi medioevali fu lui a consigliare l’imperatore Augusto di costruire l’acquedotto del Serino , di dotare Napoli di una serie di pozzi e fontane e Baia e Pozzuoli di un complesso di cloache e complessi termali , e ancora di scavare la grotta di Posillipo , nota per il passato col nome di grotta di Virgilio .
Virgilio ebbe nei secoli fama di sapiente, che si trasformo’ nella tradizione popolare in quella di mago sopratutto in epoca medioevale . Virgilio era noto, oltre che per le sue capacità artistiche, sopratutto per i suoi poteri magici che utilizzava per proteggere la sua amata Partenope che lo aveva adottato. Egli dopo la vergine Partenope divenne con il tempo per i napoletani il patrone protettore della citta’ , tanto che ai suoi resti fu attribuito il potere di proteggere la citta’ .

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A lui sono legate molte leggende a cominciare da quella di Castel dell’Ovo. Ma tutta Napoli è intrisa del suo spirito magico: L’origine del nome di Castel dell’Ovo è legato ad una delle più fantasiose leggende napoletane, di origine medioevale, secondo la quale Virgilio, vi avrebbe nascosto all’interno di una gabbia un uovo incantato. Questo sarebbe stato sistemato, dal poeta “mago”, in una caraffa di vetro piena d’acqua protetta da una gabbia di ferro ed appesa ad una pesante trave di quercia e sistemata in una camera situata nei sotterranei del castello.

Finora ancora nessuno ha trovato l’uovo…. Infatti il luogo dove era conservato fu tenuto segreto poiché da “quell’ovo pendevano tutti li facti e la fortuna del Castel Marino” (com’era chiamato il castello).

Il magico uovo alchemico divenne quindi sacro per la città . Si cominciò a credere che finché l’uovo non si fosse rotto, la città e il castello sarebbero stati protetti da ogni tipo di calamità, ma se fosse accaduto qualcosa all’uovo, ci sarebbero stati guai per Napoli e per i napoletani.

 

Il magico  uovo non doveva essere toccato da nessuno, altrimenti si sarebbe frantumato provocando ineluttabilmente la distruzione e lo sprofondamento negli abissi marini del Castello e della città tutta .

E  qualcosa a questo propostito accadde …

A dare corpo a questa leggenda , Il 26 luglio 1370, un vento spaventoso di libeccio entrò con molta forza nel golfo e le onde del mare si spinsero fino a sopra i bastioni  , finendo per entrare addirittura nelle segretedel castello. Si trattava di una tempesta di lebeccio molto forte e terribile che si abbattè  violenta sulle pareti occidentali di Megaride e sullo stesso castello facendone  addirittura crollare una parte .

All’epoca nelle prigioni del castello era prigioniero  il condottiero longobardo Ambrogio Visconti ,che approfittando della tormenta re della situazione propizia venutasi a creare con il crollo di una parte delle mura ,riuscì ad evadere ma combinando purtroppo un grosso guaio . Egli infatti , in piena penombra ed in tutta fretta ,nella fretta di scappare ,  attraversando di corsa l’antro in cui era custodito il magico uomo , urtò la gabbia che pendeva dal soffitto e la fece cadere , provocando la rottura dell’uovo .

Tragedia immane … a chi importava  della fuga del Visconti … a nessuno … ma l’uovo si era rotto ed il popolo impaurito temeva che l’intera città era in pericolo .

Dovette , per calmare le acque , intervenire la stessa regina Giovanna in persona . Giovanna I d’Angiò  per placare l’ira funesta della maledizione appena avviata e di fatto tranquillizzare il popolo  decise di aggiustare e ricostruire l’uovo conservandolo in un vaso più robusto;

Ella , a furor di popolo , fece edificare dai resti dello stesso uovo andato distrutto, un nuovo uovo, molto  più bello  del primo ,che fece conservare in un vaso migliore .

La povera regina non eveva altra scelta ,ella a furor di popolo , dovette far edificare dai resti dello stesso uovo andato distrutto, un nuovo uovo, molto  più bello  del primo ,che fece conservare in un vaso migliore .

Tra le altre leggende legate a Virgilio si diceva che egli avesse disinfestato la citta’ da un’ invasione di mosche fastidiose oltre che pericolose ; che ne avesse prosciugato le paludi ; che avesse ucciso un serpente che terrorizzava il quartiere PENDINO ; che avesse fatto fondere ed erigere  un fiero e bellissimo cavallo di bronzo che aveva il potere di guarire i cavalli da un grave brutta epidemia equina che allora   li affliggeva . Per guarire dal morbo l’animale dovevano solo effettuarvi   tre semplici giri intorno ad esso .

CURIOSITA’: Virgilio era considerato in città un mago buono . Egli infatti non usò mai  la sua magia a scopo malvagio, ma solo e  sempre a vantaggio della città di Napoli e dell’uomo.

Venne quindi accolto con grande calore dai napoletani che lo elessero a “mago” protettore della città.Virgil Codex

I vari scritti a noi giunti . ci raccontano  di un Virgilio timido in amore, gentile, buono e sapiente…tanto da consigliare l’imperatore Augusto di costruire l’acquedotto del Serino, di attrezzare Napoli con pozzi, fontane, cloache e complessi termali ed infine  incoraggiare  anche lo scavo per la grotta di Posillipo stessa. Una grotta , lunga 711 metri che si dice essere stata scavata nel tufo da Virgilio stesso…in una sola notte, grazie ai suoi forti poteri magici.

Virgilio nato , a Mantova nel 70 a.C. si trasferì a Napoli, passando per Roma, vivendovi molti anni fino alla fine dei suoi giorni nel 19 a.C.

Il poeta , mago pare infatti che mori nella sua famosa villa di Posillipo dove egli teneva una  “Scuola di Magia ” e dove si riteneva che egli vi praticasse arti magiche.

 

Palazzo degli Spiriti a Marechiaro

L’edificio  romano (semi sommerso) chiamato «La Scuola di Virgilio» era secondo molti il luogo  durante il Medioevo, dove Virgilio si era stabilìto  per praticare le sue arti magiche che  insegnando agli adepti.

Nei secoli come vedete , la villa  si è, ovviamente, trasformato in rovine, fatiscenti  ma si dice che sia ancora abitato da spiriti e fantasmi antichi. Ne sono testimoni i vecchi pescatori e marinai di Marechiaro che hanno alimentato l’aurea spettrale nell’antico rudere. Si pensa che queste misteriose apparizioni appartengono al poeta Virgilio che tanto amò Napoli e in particolar modo la serena e silenziosa Posillipo.

Secondo le loro testimonianze, proprio di notte si svolge un’attività particolare proprio attorno alla Villa e c’è chi riferisce di un dolce lamento provenire da una figura luminosa che suona la cetra. Accostandosi nelle vicinanze, i barcaioli giurano di aver udito invocare poesie da questa figura e che l’abbiano riportate nei versi latini, pur ignorando la lingua e i poemi.

Da  secoli si ritiene che questa punta di costa, sia  impregnata da energie occulte, scelto come luogo di forze per studi esoterici.

Secondo una leggenda pare  che le acque cristalline, del luogo dove   egli aveva la  sua villa  siano oggi ancora  infestatee maledette  a causa delle  sua pozioni magiche e degli “intrugli” che il sommo poeta Virgilio dalla villa gettava notte tempo in mare per tenere lontano i curiosi sguardidi chi voleva assistere alle sue arti magiche .

M sono molte sono le leggende che in cittaà coinvolgono il nosto Virgilio .

Egli per esempio pare che avesse eretto nella nostra città   la statua di un arciere con l’arco teso verso il Vesuvio per controllarne le eruzioni e proteggere Napoli.Purtroppo un contadino sbadato urtò la freccia che, andando a conficcarsi nel Vesuvio, fece riprendere l’attività vulcanica… Non  solo …la  vasta sapienza del poeta, lo racconta capace di conservare la carne macellata addirittura per sei settimane; cosa molto utile allora per conservare il cibo .

Venne un periodo in cui la città era infestata  da una grande quantità di mosche, mosche che si moltiplicavano in grande numero e davano tanto fastidio, da farne fuggire i tranquilli e felici abitatori. Virgilio, per rimediare a così grave sconcio, fece fare una mosca d’oro, che subito dopo  insufflò, con parole magiche : questa volando per il territorio uccise tutte le mosche nemiche  fino a contrastare del tutto il problema.

Dopo questo episodio Virgilio  osservò e notò  che nelle zone paludose, vi era una concentrazione maggiore di malattie e odori terribili. Con i suoi poteri magici, il popolo napoletano si vide allora  bonificare le paludi che vennero trasformate in giardini salubri.

Si racconta addirittura che ci  volle un sortilegio di Virgilio per fermare e uccidere un serpente che terrorizzando la popolazione , vagava per Napoli mordendo e strozzando bambini e giovani ragazzine.

Riguardo ai cavalli , sembra invece che venne un periodo in cui i cavalli in città fossero tutti quanti affetti da uno strano morbo.  Virgilio , su richiesta della popolazione fece allora  fondere un grande cavallo di bronzo, gli trasfuse il suo magico potere e ogni cavallo condotto a fare tre giri, intorno a quello di bronzo, veniva  immancabilmente guarito .

Per guarire dal morbo i cavalli ammalati  dovevano solo effettuare  tre semplici passeggiate  intorno al cavallo di bronzo da lui forgiato .

Egli era famoso in città perchè come vi abbiamo accennato le sue magie erano tutte tese al benessere del popolo e a tal proposito pare avesse  trasformato  una spiaggia priva di pesci in una pescosissima .

e sempre per aiutare i pescatori in un momento di forte scarsità di pescato, avesse addirittura scolpìto un pesciolino portafortuna  su una grossa pietra facendovi un incantesimo di pesca fortunata. ( da quel giorno la pesca non fu mai più un problema).

Accade infatti  che certi pescatori della spiaggia napoletana e propriamente quelli che dimoravano sulla strada, chiamata in seguito Porta di Massa, andarono da Virgilio, lagnandosi della scarsa pesca che vi facevano e chiedendo a lui un miracolo. Virgilio li volle contentare e al fine aiutare i pescatori in quel momento di forte scarsità di pescato,  fece scolpire in una grossa pietra  un piccolo pesce  portafortuna  a cui infuse la sua magia con un incantesimo  di pesca fortunata. Indicò poi ai pescatori un punto in cui piantare la pietra . Il risultato fu che il mare in poco tempo si riempì di innumerevoli  pesci e da quel giorno la pesca non fu mai più un problema.

Virgilio fece inoltre mettere sulle porte di Parthenope, verso le vie della Campania, due teste augurali ed incantate, una che rideva e l’altra che piangeva: onde colui che capitava a passare sotto la porta dove la testa rideva, ne traeva buon augurio per i suoi affari che sempre riuscivano a bene ed il contrario, a colui che passava sotto la testa piangente

Fu Virgilio che in poche notti fece eseguire da esseri sovrannaturali la grotta di Pozzuoli, per facilitare il viaggio agli abitanti di quei villaggi che venivano in città; (…) fu Virgilio che, di notte incantò le acque sorgive della spiaggia Platamonia e della spiaggia di Pozzuoli, dando loro singolare potenza per guarire ogni specie di malattia (…). La cronaca soggiunge che Virgilio Mago fu amato, rispettato, idolatrato quasi come un Dio, poiché giammai rivolse la sua magia a scopo malvagio, sibbene sempre a vantaggio della città e dell’uomo.

Virgilio avrebbe inoltre corredato le “sue” terme di Pozzuoli con epigrafi in marmo che indicavano le qualità terapeutiche di ciascuna fonte e quali malattie vi si potevano curare, ma queste sarebbero state sfregiate dai medici salernitani timorosi di perdere i loro guadagni

Fu inoltre come tutti sappiamo era anche un grande scrittore che  gia’ molto giovane comincio’ ad occuparsi di letteratura .

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Il carattere pignolo e perfezionista gli fece portare a termine le Bucoliche in tre anni , le Georgiche in sette e l’Eneide in undici .
Le Bucoliche riscossero talmente tanto successo che vennero musicate e rappresentate sulla scena secondo la moda alessandrina del tempo . Al successo seguirono immediatamente la protezione , la familiarita’ e l’amicizia di Mecenate , ministro di Ottaviano che cercava di attirare nell’orbita della politica augustea i piu’grandi artisti del tempo. La stima e l’ammirazione di Augusto nei confronti di Virgilio furono tali che mentre l’Imperatore soggiornava ad Atella per guarire da un mal di gola , chiese al poeta di recitargli le Georgiche , cosa che lo scrittore fece per quattro giorni di seguito sostituito nelle pause dovute alla stanchezza dallo stesso Mecenate. La voce soave , la dizione perfetta , incantavano tutti i presenti e la fama di Virgilio , divenne tale che , mentre l’Eneide era ancora in stato embrionale , i suoi contemporanei gia’ ne parlavano come di un capolavoro .
All’eta’ di 52 anni , mentre visitava l’isola di Megara fu colto da malore che ando’ sempre piu’ accentuandosi nei successivi giorni di navigazione e , una volta sbarcato a Brindisi , mori’ nella piccola cittadina poco dopo.
Sentendo il male aggravarsi e comprendendo che la fine era vicina , piu’ volte chiese gli scrigni dove era custodita l’Eneide per poterla bruciare poiche’ non aveva avuto il tempo di revisionarla come voleva. Poiche’ nessuno se la sentiva di accondiscendere a questo desiderio , dispose nel suo testamento che tutta l’opera fosse bruciata in quanto opera non corretta ed incompiuta (ma Augusto mai avrebbe permesso una cosa del genere )
Egli dispose inoltre nel suo testamento che il corpo fosse portato a Napoli e detto’ egli stesso l’epitaffio per il proprio sepolcro :
Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua rura duces .
“Mi ha generato Mantova, il Salento mi ha strappato alla vita, ora Napoli conserva i miei resti; ho cantato pascoli, campi, eroi”.

I suoi resti , secondo una leggenda furono ritrovati in una grotta oscura e impenetrabile , nel centro dellla montagna , dove attualmente secodo molti si trova la sua tomba.
La tomba di Virgilio , secondo la volonta’ del poeta , e’ a Napoli , lungo la via che porta verso Pozzuoli alle spalle della chiesa di Santa Maria di Piedigrotta , accanto all’antica grotta di Pozzuoli . Si tratta di un monumento di eta’ Augustale sulla sommita’ di un piccolo monte .
Dove ora troneggia un’enorme quercia vi era una volta un albero d’alloro che si diceva. , attingesse la sua forza vitale dalle ceneri stesse del mago .
L’antica leggenda popolare dell’albero trova conferma anche nella lapide posta accanto al sepolcro : la venerazione per la tomba virgiliana ha sfidato l’oblio dei secoli ed e’ giunta fino ai nostri giorni . Agli inizi del secolo , le foglie dell’albero del poeta ( anche se sostituite da una piu’ volgare quercia ) erano richieste persino dagli italiani d’America.
Nessuno piu’ o quasi , ricorda oggi il potere di questa tomba, ma nei racconti popolari e’ ancora viva la storia dei libri magici ritrovati accanto al corpo dello scrittore da un misterioso straniero e portati via tra una folla popolare urlante e furiosa .
Sembra che Virgilio, da giovane,entro ‘ in possesso dei libri quando entrando in una grotta incantata del monte Barbaro, posta nella zona flegrea, per scoprire le cause della natura magica di quel luogo , trovò il mago Creonte che poggiava la testa su di un libro pieno di sapere soprannaturale: Virgilio se ne impadronì e da allora cominciò la sua fortunata carriera di mago.

Sempre a proposito dei libri , si narra che all’ epoca di Ruggero il normanno un misterioso medico inglese si presento’ al re chiedendogli il permesso di aprire il sepolcro  che custodiva le spoglie di Virgilio e di poter prendere per studi scientifici tutto quello che vi era li’ custodito . Il re che poco tollerava il culto Napoletano di Virgilio , accondiscese . Cosi’ qualche giorno dopo diede l’ordine alle guardie preposte alla sorveglianza del luogo di aprire il sepolcro e di consegnare al medico il contenuto della tomba .
Virgilio era considerato il protettore della citta’ e questa operazione appariva agli occhi del popolo sacrilega , la profanazione del sepolcro mise in agitazione tutta la popolazione e sparsa la voce l’ inquietudine comincio’ a circolare tra la gente.
Una volta aperto il sepolcro e trovato lo scrigno , il medico forzo’ lo stesso e trovato i libri con le formule magiche fuggi’ con i preziosi manoscritti che pare fossero  chiusi  con  ben sette sigilli che dovevano essere aperti in modo progressivo.

La notizia si sparse per la citta’ ed una folla inferocita si riuni’ e circondo’ il luogo con aria minacciosa, preoccupata che venissero trafugate anche le ossa di Virgilio .

Le ossa del poeta , vennero quidi subito raccolte in un sacco , e  portate dalla stessa popolazione nel vecchio Castel dell’Ovo . Qui una volta arrivate per rassicurare l ‘intera cittadinanza furono esposte dietro una grata a quanti volessero vederle e successivamente per ordine dello stesso re, vennero murate .

N.B.  Le ossa di Virgilio per quache tempo erano quindi ben visibili attraverso una grata di ferro , simile a quella gabbietta in cui era custodito l’uovo  magico e nello stesso castello erano quindi ben visibili sia l’uovo  che le ossa del suo artefice .

Dei libri magici e del misterioso straniero non si seppe piu’ nulla.
Numerose furono le voci sulla sorte dei manoscritti : c’e chi diceva che erano finiti nelle mani del papa a Roma che , spaventato dal contenuto aveva deciso di distruggerli ; chi invece narrava di incredibili prodigi che erano scaturiti da quelle formule . Persino il cardinale di Napoli affermo ‘ di aver potuto constatere personalmente la potenza di quelle formule magiche .
La città rimase per molto tempo sconvolta dall ‘evento . Virgilio era conosciuto come il protettore dei napoletani e la profanazione della sua tomba sembrava presagio di grande sventura. Quella stessa sventura , forse , che sembrera’ accanirsi attraverso i secoli contro Napoli ed i napoletani .
Una diceria vuole che Virgilio , circa 40 anni prima della nascita di Cristo avesse trovato il modo di assoggettare i demoni alla sua volontà e li avrebbe quindi poi usati come muratori per costruire una grotta in una sola notte. Si racconta infatti che egli abbia evocato dal nulla un gruppo di demoni infuocati affinché potessero scavargli una grotta lunga un chilometro ai piedi di una collina. Un’apertura a mò di acquedotto che avrebbe rifornito le città e i paesi circostanti.
Il lavoro si sarebbe completato in una sola notte, se non fosse passato di lì un cittadino che, gridando impaurito verso i lampi di luce e il frastuono del lavorìo, mise in fuga gli spiriti infernali che si volatilizzarono nel nulla. Questi lasciarono il lavoro quasi ultimato, poiché soltanto per altri 100 metri il tunnel sarebbe stato costruito.
E’ così che nacque la Crypta Neapolitana, sita tra la tomba commemorativa di Leopardi e il colombario che conteneva le ossa di Virgilio.

 

    

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