Quando levandomi dal tavolino , mi affaccio al balcone della mia stanza da studio , l’occhio scorre sulle vetuste fabbriche che l’una incontro all’altra sorgono all’incrocio della via Trinita’ Maggiore con quelle di San Sebastiano e Santa Chiara . Mi grandeggia innanzi a destra , e quasi mi pare di poterlo toccare con la mano, il campanile di travertino , fasciato delle iscrizioni dedicatorie in lettera gotica di re Roberto d’Angio’e della regina Sancia di Maiorca , innalza i suoi tre piani dai decorosi finestroni istile romanzo , dorico e ionico ; dall’ultimo dei quali si sprigionano le volte d’accordo , a distesa e a rintocco delle cinque ben sonanti campane ,fuse nel seicento. Di la’ dal campanile , mi si profila come in fuga il muro merlato dell’ immenso monastero che la vita moderna ha assediato finora indarno delle sue cupide brame , e dove persistono ancora alcune poche suore vecchissime , dai nomi aristocratici , ultime rappresentazioni delle trecento della piu’ altera nobilta’ napoletana, che soleva accogliere ai tempi del suo massimo splendore …….
……… E’ dolce sentirsi chiusi nel grembo di queste vecchie fabbriche , vigilati e tutelati dai loro sembianti familiari ; quasi come il ritrovarsi nella casa dove vivemmo la nostra infanzia , e venirvi riconoscendo gli oggetti che primi svegliarono la nostra infanzia e ci mossero a fanciullesche immaginazioni, e rimirarvi i severi ritratti dei morti, che c’ incussero un tempo rispetto e paura .
Questo il il sentimento che provava Benedetto Croce chiuso nel suo studio al primo piano del palazzo Filomarino .
Storico , scrittore, , politico ,critico letterario e certamente il più grande filosofo del XX secolo.
Fu un grande uomo , amante e studioso della Napoli antica che difese strenuamente da tutto e tutti .
Egli dedicò grande passione ed energie per conoscere e far conoscere Napoli dedicandosi a straordinarie ricerche al fine di evidenziare i tanti tesori della città difendendoli dal degrado e chiamando spesso alle proprie responsabilità le ripetute amministrazioni .
Il suo grande amore e la sua passione per la città di Napoli lo portarono ad accettare la proposta di Salvatore Di Giacomo di dar vita alla rivista ” Napoli Nobilissima ”
Grande appassionato della Napoli antica , frequentò costantemene i librai antiquari e le bancarelle di via Costantinopoli , Port’ Alba ,via Foria , e via trinità maggiore, percorrendo ogni giorno gli stessi luoghi alla ricerca di libri .
E’ stato un grande scrittore di storia e cultura napoletana , ha lasciato nei suoi scritti e nella sua biblioteca un patrimonio fondamentale per la riscoperta della cultura del regno di Napoli .
Nacque a Pescasseroli, in Abruzzo, il 25 febbraio 1866.
A diciassette anni perse i genitori, Pasquale e Luisa Sipari, e la sorella Maria di 13 anni , nel terremoto di Casamicciola, ( luglio 1883 ) nell’isola di Ischia, dove Croce si trovava in vacanza con la famiglia. Un terremoto disastroso durato 90 secondi , dove lo stesso Benedetto rimase «sepolto per parecchie ore sotto le macerie riportando la frattura del femore e del braccio destro
Un terremoto di grandissima intensità che fece 1784 morti e 448 feriti , rimasto come esempio terribile di distruzione nel modo di dire dei napoletani ( è succiess o terremot e casamicciola ) quando si vuole intendere un episodio negativo o una disgrazia.
Fu l’ esperienza più angosciante della sua vita, quella che lo segnerà per sempre come ha poi raccontato nelle sue pagine autobiografiche, lasciando in lui un profondo velo di tristezza e malinconia .
Fra i primi ad accorrere in suo aiuto fu il cugino Paolo Petroni, la famiglia del quale lo assisté affettuosamente nei mesi seguenti nella loro residenza di campagna a San Cipriano Picentino poco distante da Salerno. In seguito a questo tragico episodio fu affidato, assieme al fratello superstite Alfonso alla tutela dello zio Silvio Spaventa, fratello del filosofo Bertrando Spaventa, che lo accolse nella casa romana dove Benedetto visse fino all’età di vent’anni.
Nel circolo culturale nella casa dello zio Silvio, Croce ebbe modo di frequentare importanti uomini politici ed intellettuali tra cui Labriola che lo inizierà al marxismo. Pur essendo iscritto alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Napoli Croce frequentò le lezioni di filosofia morale a Roma tenute dal Labriola. Non terminò mai i suoi studi universitari, ma si appassionò a studi eruditi e filosofici .
Lasciata la Roma troppo accesa di passioni politiche, Croce nel 1886 tornò a Napoli, dove acquistò, per abitarvi, la casa dove aveva trascorso la sua vita Giambattista Vico, il filosofo napoletano amato da Croce per la concezione filosofica anticipatrice, per certi aspetti, della sua.
Il contatto con il filosofo Antonio Labriola lo introduce al socialismo italiano di fine secolo e al marxismo che lo portera’ a scrivere il volume sull’ estetica , uno dei suoi volumi più noti . Fonda poi la rivista la ” critica ” ed e’ già il filosofo più importante d ‘ Italia .Pur non essendo laureato e non avendo mai avuto una cattedra universitaria , anzi combattendo contro la filosofia accademica di allora ( dominata dal positivismo ) Nel 1893 incontrò Angelina Zampelli , la donna che sarà la sua compagna per 20 anni ,da lui fortemente amata ,
Nel 1910 viene nominato senatore e nel 1914 , allo scoppio della prima guerra mondiale , si schiera con i neutralisti. Viene poi nominato ministro dell’ istruzione ( il suo progetto di riforma scolastica elaborato con Gentile viene bocciato in parlamento , contrario all ‘ introduzione dell ‘ esame di stato e all ‘ inserimento della religione cattolica nelle scuole elementari )
Con l ‘ avvento del fascismo Croce è fra coloro che ritengono possibile inserire la protesta degli squadristi nell ‘ ambito delle strutture istituzionali del paese.
Tuttavia , dopo l ‘ omicidio di Giacomo Matteotti , capisce la natura violenta e totalitaria del nuovo movimento politico e passa all’ opposizione rompendo i rapporti con Gentile .
Nel maggio del 1925 Croce risponde al manifesto degli intellettuali fascisti , redatto da Gentile ( che intanto a deciso di collaborare con il fascismo ) , con un contro manifesto .
Il regime vince e Croce resta un personaggio isolato a cui i fascisti consentono di studiare ma non certo di diffondere il proprio pensiero.
Diviene il punto di riferimento della cultura antifascista aiutando generazioni di studiosi, ma rimanendo in tal modo emarginato .
A tal proposito vi è da dire che quando nel l’ ottobre del 1926 un gruppo di teppisti fece irruzione in casa di Croce (e a randellate ruppero quanto gli capitava a tiro) non tardarono subito dopo, tramite lettera, le scuse in prima persona dello stesso Mussolini , e a distanza di anni queste persone furono individuate e processate .
Dopo una breve parentesi nel partito liberale , dopo la liberazione , entra nel secondo governo Badoglio come ministro senza portafoglio.
Fonda a Napoli nel 1946 l ‘istituto italiano di studi storici, dove si formeranno molti intellettuali italiani.
Nel 1948 viene eletto Senatore nella prima legislatura repubblicana .
Nel 1949 è colpito da un ictus cerebrale che gli causa una semiparalisi.
Muore sulla poltrona della propria biblioteca il 20 novembre 1952, all’ età di 86 anni, lasciando Napoli priva del suo ultimo paladino a difesa del grande patrimonio artistico di cui spesso è inconsapevole.
frasi famose di Benedetto Croce : ho voluto selezionare quelle che meglio si adattano ai nostri ultimi tempi :
…..“La violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna ma soltanto distruggitrice.”…
…. la ringrazio per il volume che ha voluto inviarmi . Penso tuttavia che sia estremamente complesso, e che in Italia solo due o tre persone siano in grado di apprezzarlo. Io purtroppo non sono tra quelle ….
” Strani questi italiani : sono così pignoli che in ogni problema cercano cercano il pelo nell ‘ uovo. E quando l ‘ hanno trovato , gettano l ‘ uovo e si mangiano il pelo ”
“non abbiamo bisogno di chissa quali grandi cose o chissa quali grandi uomini . abbiamo solo bisogno di più gente onesta !
La critica è un fucile troppo bello : deve sparare raramente!
non è vero , ma ci credo
ci sono molte persone colte persino tra i professori !
ed infine un celebre discorso :
« Abbiamo deciso di dare il voto di fiducia ma, intendiamoci, fiducia condizionata. Nell’ordine del giorno che abbiamo redatto è detto esplicitamente che il Senato si aspetta che il Governo restauri la legalità e la giustizia, come del resto Mussolini ha promesso nel suo discorso. A questo modo noi lo teniamo prigioniero, pronti a negargli la fiducia se non tiene fede alla parola data. Vedete: il fascismo è stato un bene; adesso è divenuto un male, e bisogna che se ne vada. Ma deve andarsene senza scosse, nel momento opportuno, e questo momento potremo sceglierlo noi, giacché la permanenza di Mussolini al potere è condizionata al nostro beneplacito. »

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