Si! Lo ammetto … mi manca .

Questo è il periodo che particolarmente sento la nostalgia legata alla sua assenza,

Federico Salvatore oggi più che prima con la sua satira a sfondo  comico-satirico. era quello che più di chiunque altro poteva essere utile questa città per dipingere gli assursi risvolti quotidiani in cui  si ambienta il  mondo napoletano,

Ve lo immaginate un testo scritto da Federico per raccontare a tutti noi de lPulcinella di Gaetano Pesce stilizzato in maniera fallica costato  al nostro comune una somma di 157.763,04 euro oppure della Venere degli Stracci di Pistoletto costata ai napoletani oltre 290 mila euro ?

Lui si che adesso con la sua satira bonaria e scherzosa si sarebbe divertito.

Quale migliore occasione per un tono di denuncia e critica alle nostre autorita che al nostro bravo Federico non è mai mancata ?

Lui non si è mai tirato indietro nel parlare di  tematiche che raccontano  il  bene e il male di questa città.

 

Leggete questo capolavoro … e capirete … ma sopratutto se potete … ascoltatelo su You Tube .

 

Se io fossi san Gennaro non sarei così leggero

Con i miei napoletani io m’incazzerei davvero

Come l’oste fa i conti dopo tanto fallimento

Senza troppi complimenti sarei cinico e violento

Vorrei dire al costruttore del centro direzionale

Che ci può solo pisciare perché ha fatto un orinale

Grattacieli di dolore un infarto nella storia

Forse è solo un costruttore che ha perduto la memoria

Nei meandri dei quartieri di madonne e di sirene

Paraboliche ed antenne sono aghi nelle vene

E nei vicoli dei chiostri di pastori e vecchi santi

Le finestre anodizzate sono schiaffi ai monumenti

È come sputare in faccia ai D’angiò, agli Aragona

Cancellare via le tracce di una Napoli padrona

È lo sforzo di cagare dell’ignobile pappone

Sulle perle date ai porci da Don Carlo di Borbone

È perciò che mi accaloro coi politici nascosti

Perché solamente loro sono i veri camorristi

A cui Napoli da sempre ha pagato la tangente

E qualcuno l’ha incassata con il sangue della gente

E per certi culi grossi il traguardo è la poltrona

E per noi poveri fessi basta solo un Maradona

E il miracolo richiesto di quel sangue rosso chiaro

Lo sa solo Gesù Cristo che quel sangue è sangue amaro

Lo sa il Cristo ch’è velato di vergogna e di mistero

Da quel nobile alchimista principe di Sansevero

E con lui lo sa Virgilio il sincero Sannazzaro

Giambattista della Porta che il colpevole è il denaro

E nessuno dice basta per il culto della festa

E di Napoli che resta sotto gli occhi del turista

Via i vecchi marciapiedi che hanno raccontato molto

Pietre laviche e lastroni seppelliamoli d’asfalto

L’appalto

Ma non posso piu’ accettare l’etichetta provinciale

E una Napoli che ruba in ogni telegiornale

Di una Napoli che puzza di ragù, di malavita

Di spaghetti cocaina e di pizza margherita

Di una Napoli abusiva paradiso artificiale

Con il sogno ricorrente di fuggire e di emigrare“.

Avete letto ?
Alcune parti di questa canzone, scritta tanti anni fa,, sono più attuali che mai. Purtroppo. Un pezzo così non è stato capito da tutti, non è mai stato un attacco ma un urlo di orgoglio, un urlo di dolore per ciò che a Napoli non va e che vede intelligentemente e con coraggio, andare contro tutto e tutti.
Il buon Federico è stato colui che con le sue canzoni ci faceva ridere e per chi purtroppo come me va in overthinking, riflettere.
Il suo AZZ era culto, presente in molte delle canzoni nelle quali raccontava la differenza tra una Napoli snob ed una delle volte “normale” ed altre volte più terra terra, diciamo così. Alimentava gli stereotipi? Secondo me no, li portava agli estremi con immensa intelligenza, provando a far pensare (ecco, di nuovo) e far capire le varie realtà che a  Napoli, volente o nolente, esistono.
Brani come “Incidente al Vomero” ed “Incidente in Paradisosono due semplici esempi.
Sono,brani umoristici e rapidi che propongono buffi episodi e battibecchi, nei quali l’autore contrappone Federico, personaggio ricco e blasonato ma arrogante e snob, a Salvatore, povero popolano, ignorante e un po’ rozzo, in una serie di divertenti dualismi.
Federico nacque  a Napoli , nelle vicinanze della storica Via Santa Teresa degli Scalzi, una delle strade vicina al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ed è stato uno  dei cantautori e cabrettisti napoletani più bravi e forse più sottovalutato degli ultimi decenni nella nostra città.

Con gran dispiacere dei genitori che volevano per lui una carriera da avvocato , Federico, lasciò solo dopo due anni, gli studi di giurisprudenza, per dedicarsi alla carriera di cantautore.

Fece le sue prime apparizioni in teatro, dove si esibì riadattando testi divertenti su musica di canzoni famose.La notorietà per lui  arrivò nel 1994 con la vittoria al concorso “Bravo Grazie “,  che  gli permise di partecipare come ospite fisso  alla trasmissione televisiva del “Maurizio  Costanzo Show” durante il quale  ottenne momenti di  straordinaria popolarità .

 

N.B. Il  cantante era amato dal grande pubblico anche perché, grazie alla sua verve comica, aveva riadattato in chiave divertente testi di canzoni famose..

L’anno successivo vendette 700mila copie ,conquistando due dischi di platino,con il brano ” Azz ” .

Sempre nel 1995 Federico Salvatore partecipò al Festivalbar   come ospite fisso, mentre  nel 1996 fu in gara al  Festival di Sanremo  dove si classificò tredicesimo con il pezzo Sulla porta, che trattava il difficile rapporto tra un ragazzo omosessuale e la madre.

La canzone sanremese fu inserita nell’album  “Il mago di Azz “che vendette circa 500 mila copie mentre nel 1997 fu il turno di  Coite interrotto , dove si trovava anche un brano dedicato ad uno dei suoi idoli, Totò.

Nel 2002 l’uscita dell’album ” L’osceno del villaggio “segnò un’ulteriore svolta nella sua carriera, e il cantante cabarettista lasciò definitivamente il posto al cantautore di denuncia, ad esempio in brani come Se io fossi San Gennaro, in cui elencava tutto ciò che, secondo lui, ha rovinato la sua Napoli negli ultimi anni, e le cause per così dire “endogene”, ovvero le colpe dei Napoletani stessi.

Del 2004 è invece l’album ” Dove’è l’individuo ” con il quale egli continuò nel solco tracciato dal lavoro precedente.

La decisione di spostarsi verso la musica impegnata lo mise un po’ ai margini di quel mondo dello spettacolo in cui era esploso negli anni precedenti, che non rinnegò ma a cui guardava con distacco e senza rimpianti, come spiegò nel brano Homo Sapiens (sempre dall’album L’osceno del villaggio):

«…se non frequento Roma le notti più mondane e non vado a Cortina per due o tre settimane, se non m’importa di fare la firma sulla foto, se non voglio pagare il prezzo d’esser noto (…) ma io me ne sto fuori da questa strana guerra, fra me e gli spettatori c’è solo una chitarra (…) e cercherò di fare quello che ho fatto sempre, girare per cantare le mie canzoni strambe…»

Dopo il malore che lo aveva colpito nel 2021  Salvatore aveva intrapreso un lungo periodo di riabilitazione e da subito la notizia dell’ emorragia celebrale di cui era stato vittima aveva suscitato allarme. Poco prima del suo ricovero presso l’Ospedale del Mare era stata annunciata l’uscita del suo nuovo disco satirico, “Azz… 25 anni dopo”, ma successivamente era comparsa sui social la notizia del rinvio.

Nel 2007, per la prima volta dopo anni, fece la sua ricomparsa in televisione come ospite in tre puntate del programma del sabato sera di RAI Uno Apocalypse Show  condotto da  Gianfranco Funari .

Nel 2008 partecipò in qualità di voce recitante nei brani Robot d’acciaio e Folata in conclusione contenuti nel disco Frequento il vento del cantautore Zorama.

Nel 2009 uscì, dopo una gestazione di tre anni, il lavoro discografico 2 Fare il napoletano stanca ” , contenente 13 brani tra cui una nuova versione di Se io fossi San Gennaro. Nel 2011 vide la luce il DVD Se io fossi San Gennaro – LIVE, compendio degli ultimi anni di attività dal vivo, con in vendita in allegato, esclusivamente nella versione per librerie, il libro dal titolo Il dramma dell’anagramma.

Federico Salvatore fu purtroppo  colpito da emorragia cerebrale emorragia cerebrale il 13 ottobre 2021  .Poco dopo il malore fu subito ricoverato all’ospedale del Mare a Napoli, per poi  intraprendere  un percorso di riabilitazione,purtroppo  interrotto dalla  sua morte, avvenuta il 19 aprile 2023 all’età di appena 63 anni.

Il funerale venne  celebrato il giorno dopo presso la Basilica di San Ciro a Portici .  Riposa nel locale cimitero.

CURIOSITA’: Poco prima del suo ricovero presso l’Ospedale del Mare era stata annunciata l’uscita del suo nuovo disco satirico, “Azz… 25 anni dopo”, ma successivamente era comparsa sui social la notizia del rinvio.

Mi manchi  caro Salvatore … Mi manca quella tua capacità di attacare le autorità,  attaccare la camorra,  attaccare  quello che nessuno oggi ha il coraggio di attaccare ..

Mi manca quel pizzico di follia che nessun uomo di cultura di questa città oggi vuole avere.

Mi mancano quegli intellettuali tutti stanno optando  per la fuga sociale dalla vita quotidianana di questa città lasciando che la narrativa di questa di Napoli sia affidata ad uomini ignoranti .

Mi manca quella cultura e quel pizzico di follia che contraddistingueva  Federico Salvatore. Dare voce, motivandola senza offendere, spiegando le proprie idee che siano popolari o meno. Lui questo lo sapeva fare , 

Dove sono finiti gli uomini intellettuali di questa città ?

Che fine hanno fatto ?

Dove si nascondono ?

Essi feriti dal degrado e dall’impoverimento culturale che regna su piattaforme come Tok Tok si sta rifugiando  in un mondo tutto loro, chiudendosi in sé stessi nel loro mondo .Negano una realtà non sopportabile come la mercificazione della città  vissuta come imposizione e sacrificio e per non soffrire e poi cadere in uno stato di malinconia si mostrano di fronte a tanta ignoranza che imperversa in città ,  completamente indifferente alla verità per poi  vivere passivamente, senza iniziative utili o sbagliate arrivando addirittura ad autoconvincendosi che tutto quello che avviene non li riguarda.

I nostri intellettuali hanno perso la voglia e la forza di parlare di fronte all’attuale“imbarbarimento” della nostra città.

Ci manchi Salvatore …  ci manchi come artista ma sopratutto come intellettuale capace con la sua arte prendendomi tutte le responsabilità , di  rivolgersi  direttamente a chi ha il vero potere tra le mani, a chi ha la possibilità di cambiare le cose.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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