Il Palazzo Ruffo della Scaletta è un bellissimo edificio storico della nostra città che un tempo appartenuto al cardinale Diomede Carafa di Belvedere , passò poi nel Seicento a Tiberio Carafa principe di Bisignano.
Quest’ultimo diede un’impronta del tutto particolare alla struttura visto che, come scrive lo storico Carlo Celano, aveva trasformato il giardino in un piccolo zoo, inserendovi anche tigri e leoni.
N.B. Si narra che in quegli spazi venissero anche organizzate battute di caccia
Nel 1830 il palazzo viene acquistato dal principe Ruffo della Scaletta che, tra il 1832 e il 1835, ne commissiona un ampio restaurato all’ingegnere Francesco Saverio Ferrari e a Guglielmo Bechi. Il primo si preoccupò di rifare la facciata, mentre il secondo si dedicò al giardino, alla romantica scala interna e agli appartamenti del secondo piano.
Il palazzo che rappresenta uno dei più importanti monumenti della nostra città’ si trova alla Riviera di Chiaia, ed ha un affaccio principale sulla Riviera e affacci laterali su Via Ascensione e sul giardino dell’adiacente Villa Pignatelli,
L’edificio come avrete modo di vedere , si compone di quattro piani fuori terra, tre ammezzati e un piano attico.
L’edificio dall’elevato valore storico artisticoè servito da due corpi scala principali e due di servizio; delle scale principali, la più importante e rappresentativa da un punto di vista decorativo è lo scalone, con la sua forma ottagonale e la cupola decorata da stucchi neoclassici, arricchita da statue marmoree.
Essa è certamente quella più prestigioso dell’intero edificio e si sviluppa su pianta ottagonale, con doppi rampanti su volte a sbalzo, copertura a cupola e pregevoli decorazioni in stucco. La stessa serve gli appartamenti del primo, secondo e terzo livello.
L’altra scala, a sviluppo elicoidale a pianta circolare, realizzata in muratura con gradini a sbalzo rivestiti in pietra, serve direttamente un appartamento al piano nobile e conduce ad una delle due scale di servizio che danno accesso al piano ammezzato. La copertura dell’edificio è in parte a terrazza praticabile per il piano attico e in parte a volta per il piano terzo
L’atrio, sostenuto da colonne e pilastri,è coperta da una volta a botte, immette nel cortile dal quale si accede alla scala ottagonale, attraverso un ambiente tripartito da colonne.
La copertura dell’edificio è in parte a terrazza praticabile per il piano attico e in parte a volta per il piano terzo.
N.B. Questo palazzo di notevole interesse storico, ha anche ospitato le attività culturali del Goethe Institut fino al 2012 e recentemente è stato acquistato dall’Associazione Costruttori Edili della Provincia di Napoli.