Emma Lyon, una delle più affascinanti e spregiudicate “arrampicatrici” dell’Ottocento, è passata alla storia come Lady Hamilton (moglie dell’ambasciatore di Gran Bretagna a Napoli, Lord William Hamilton), amante dell’ammiraglio Orazio Nelson, amica “intima” della regina Maria Carolina ed ispiratrice con lei della feroce repressione ordinata da Ferdinando IV di Borbone contro i patrioti napoletani nel 1799
Emma Lyon, nacque a Great Nest, nel Cheshire da genitori poveri (madre cameriera e padre fabbro che mori’ poco dopo la sua nascita’ ) . Da bambina condusse con la madre e la nonna un’esistenza fatta di stenti e di estrema povertà riuscendo a frequentare la scuola solo fino a 12 anni, perchè da bambina dovette subito già lavorare.
Provò inizialmente diversi lavori: commessa in un negozio di alimentari, fruttivendola, cameriera in un bar ed infine a soli 16 anni divenne cameriera e ballerina in una taverna al porto dove ne divenne l’attrazione principale come prostituta.
A 17 anni, capendo che nel suo paesello poteva servire solo da trastullo sessuale per qualche anziano possidente decide di cambiare città per recarsi a Londra dove riesce a trovare lavoro come domestica nella casa del compositore Thomas Linley.
Londra fu per Emma un mondo assolutamente nuovo e gratificante alla quale lei nonostante le sue origine mostrò, certamente favorita dalla sua straordinaria bellezza, di adattarsi molto bene ed in tempi molto rapidi.
Lasciata la casa del noto compositore ben presto divenne infatti l’attrazione principale di un famoso bordello di Londra gestito da una tale Madame Kelly, ad Arlington Street.
La sua bellezza non passò ovviamente inosservata in questo bordello e ben presto una volta abbandonato il locale finì per essere mantenuta da importanti personaggi dell’altà società inglese.
Mentre infatti lavorava in questa ” taverna ” incontrò un luogotenente di nome John Willet Payne, divenendone la sua amante.
Sfortunatamente Payne ebbe gravi problemi economici. Il suo giovane amico aristocratico Sir Harry Fetherstonhaugh invaghitosi della bella Emma pagò i suoi debiti, ma volle in cambio la sua donna per farne la sua amante e intrattenere i suoi amici .
Featherstonehauh, quindi porto’ con se Emma nella sua tenuta del Sussex dove ella visse per qualche tempo nel meraviglioso castello di Up-Park, di proprieta’ del nobile aristocratico .Durante questo periodo conobbe famosi pittori : Romney, Thomas Lawrence e Charles Greville. Incontrò in questo luogo anche lo zio di Greville, William Hamilton, ambasciatore inglese a Napoli e importante collezionista d’arte.
Un po’ di tempo dopo, Featherstonehaugh persa la sua fortuna, e scoperto che lei era incinta non esito’ ad abbandonarla al suo destino .
Alla bimba fu dato il nome di Emma Carew che, data in adozione alla nascita dalla mamma, venne cresciuta ed educata da sua nonna nel Galles .
Emma non si perse d’animo e ritornò a Londra in cerca di lavoro che trovo’ presso un medico ciarlatano (il dottor Graham) che faceva esperimenti con la corrente elettrica. Graham usava Emma per intrattenere le persone abbigliandola come la dea Hygea.
Molti gentiluomini, attratti più dalle grazie della bella Emma che dagli esperimenti del dottore, frequentarono lo studio. Lei nella sua splendida bellezza posava completamente nuda come “dea della salute”.
Ben presto divenne cosi’ la mantenuta di molti uomini dell’alta società inglese e accompagnata da nobili aristocratici, incominciò a frequentare i salotti dell’alta società londinese.
Salotti eleganti, circoli di prestigio, uomini dell’alta finanza, artisti, e politici sembravano non essere un problema per la giovane ex cameriera che ben si destreggiava tra nobili dame e ricchi ma anche potenti uomini.
La bella Emma divenne, a Londra, sempre più famosa e sempre più persone erano curiosi di vederla presso lo studio nei panni della Dea della Salute.
Una delle persone che andò da Graham per vedere i suoi famosi esperimenti elettrici fu Charles Greville. Egli conosceva Emma finì dal 1782 e ne era innamorato.
Alla fine Emma lasciò il suo posto dal dottor Graham per andare a convivere con Charles Francis Greville ( figlio di Francis Greville primo conte di Warwick, nonché nipote di sir William Hamilton).
Il nobile e ricco ministro Charles Francis Greville di soli 40 anni , si invaghi’ talmente tanto di lei che la convinse di cambiare vita e lasciare tutto e tutti mettendole a disposizione una villetta con servitù , abiti, gioielli, e viaggi al solo patto di cambiare nome .
Egli era preoccupato infatti che la precedente dubbia reputazione di Emma lo potesse danneggiare ed impose a lei di tagliare ogni ponte con il suo colorito passato compreso il nome .
Divenuta la nuova compagna del ricco Charles Greville , con il nuovo nome di Emma Hart , la ex cameriera aveva finalmente tutto quello che desiderava.
Greville era profondamente innamorato di lei, e la fece posare più volte per un suo amico, il pittore e grande ritrattista George Romney ( Una tela che e’ considerata il suo capolavoro che riproduce il ritratto di Lady Hamilton e’ oggi custodita alla National portrait gallery di Londra ).
La bella Emma fu per lui la sua musa ispiratrice : pose per lui in abiti succinti o completamente svestita, con sembianze della dea Venere, della imperatrice Cleopatra, di una baccante, della cortigiana Frine ed anche di Maria Maddalena.
Queste tele finirono per fare il giro dei salotti londinesi, ed ancora oggi molte sono custodite in importanti musei e collezioni private tranne quelle dei nudi integrali di Emma, che Sir William Hamilton acquistò a carissimo prezzo, quando divenne suo marito, per farli sparire.
Da Greville, Emma ebbe tre figli (mai riconosciuti) e, grazie a questa relazione, ella cominciò a ricevere un’istruzione adeguata e a frequentare l’alta società londinese del tempo.
Charles Greville, profondamente innamorato di lei, era però, afflitto dai debiti e tutto finì quando egli decise di sposarsi. Candidata moglie era una ereditiera non ancora ventenne, la cui famiglia (di antica nobiltà e dalla moralità ineccepibile) poneva una sola condizione: che scomparisse dalla circolazione la Emma Lyon che tutta Londra sapeva essere la sua amante.
Charles Greville, era afflitto dai debiti , e il matrimonio con una ricca donna era una grande occasione da non perdere . Ovviamente egli non ci pensò due volte a scaricare la bella Emma e penso’ bene di affidarla ad un suo illustre zio ministro che si trovava a Napoli come ambasciatore alla corte di Ferdinando IV di Borbone.
Egli era da poco rimasto vedovo ed aveva incontrato Emma a Londra qualche tempo prima ammirandone la bellezza classica; ne aveva persino commissionato alcuni ritratti e certamente l’idea di entrare in possesso dell’originale non gli poteva certo dispiacere.
Charles Greville, aveva a suo tempo presentato Emma allo zio per ottenere il permesso di sposarla ( negato ) e sperava concedendogli la bella signora di ottenere aiuto di danari per pagare i debiti da lui contratti.
Qualcuno malignamente asserisce ancora oggi che il nipote bisognoso di soldi per i debiti contratti fini ‘ addirittura per vendere la sua amante al ricco zio in cambio dei soldi necessari ad estinguere i suoi debiti .
Chiese allo zio di accoglierla come governante , dama di compagnia o qualsiasi altro ruolo “Credimi, zio carissimo, è il dono più bello che ti possa fare”, gli annunziò e sir William Hamilton non si fece pregare due volte: “Mandamela, qualche cosa da farle fare la troveremo”.
Francis , inviando Emme a Napoli dallo zio sperava in cuor suo che ella diventasse l’amante di suo zio, sir William Hamilton, ambasciatore inglese nella capitale borbonica.
Greville era l’ unico erede dello zio e temeva che lo stesso si potesse sposare e di conseguenza lasciare la sua eredita’ ad altri . Sperava cosi’ che lo zio con la bella Emma si distraesse dall’idea di sposarsi e non si mettesse piu’ a cercare moglie.
Era convinto che lo zio lo sollevasse dai debiti, offrendogli una fanciulla così straordinaria, e che, vivendo con lei, non si risposasse lasciandolo solo erede dei suoi beni.
Ma il povero ed illuso nipote sbagliò i conti perché quando l’ambasciatore la vide , perse la testa e si innamoro’ di lei.
Emma era davvero bellissima ed era nel frattempo maturata e diventata una donna più furba. Stufa della sua vita da amante , decide di giocarsi bene le sue carte e se questa volta il suo innamorato di turno ( Sir William Hamilton) voleva qualcosa , doveva prima regolarmente sposarla .
Quando giunse a Napoli , Emma aveva da poco compiuto 25 anni mentre l’ambasciatore ne aveva 68 ed era vedovo da un paio d’anni.
Quando la bella Emma mise piede nella lussuosa residenza dell’ambasciatore sulla collina di Pizzofalcone ( Palazzo Sessa ), Lord Hamilton, ammirato esclamo’ “Lei porta qui dentro una ventata di giovinezza”.
Uomo colto e raffinato, fu subito ammaliato dalla splendida Emma che si rese subito protagonista nelle tante feste tenute presso la sua nuova abitazione di speciali recite per pochi eletti in cui servendosi di pochi scialli , danzando e recitando interpretava con suo corpo strabiliante famosi personaggi storici femminili .
Creò in tal modo quelle che lei chiamava attitudes, cioè delle esibizioni che erano un misto di posa, danza e recitazione, e che ebbero enorme successo in Europa. Usando alcuni scialli, ella posava evocando personaggi femminili dell’antichità come Medea o Cleopatra.
Tali esibizioni affascinarono aristocratici, artisti, scrittori, tra cui il grande Johann Wolfgang von Goethe che ne rimase incantato e persino la famiglia reale napoletana.
Le attitudes, divennero di gran moda , e finirono per lanciare nuove tendenze nella danza in tutta Europa, nonché furono capaci di dar moda ad un abbigliamento drappeggiato in stile greco che divenne diffuso in tutta Europa.
Le sue Attitudes divennero così famose che si ritrovano pure rappresentate su preziosi servizi di finissima porcellana.
Scomparsa Catherine Barlow , prima moglie di Sir William , Lady Emma , divenne così la nuova attrazione di Palazzo Sessa ( sede dell ‘ambasciata inglese a Napoli ) frequentato da letterati ,artisti militari e splendide donne. Lady Emma Lyon si mostrò un impareggiabile padrona di casa e a sua fama e il ruolo di Sir Hamilton alla corte borbonica le consentirono ben presto di conoscere la corte reale ed ad introdursi tra le dame di compagnia della regina .
Fu ben presto ammaliata da Emma anche la regina Maria Carolina d’Austria , moglie di Ferdinando I di Borbone che si innamoro’ di lei facendola divenire la sua piu’ cara amica .
Si incontrarono a Caserta: timida e impacciata, la ex cameriera; molto comprensiva e insolitamente alla mano, la sovrana, di solito fredda e compassata nella sua aureola di altera regalità. Fu feeling al primo incontro, che si concluse addirittura con un invito in terrazza per la ragazza nell’appartamento privato della regina. Da quel giorno furono inseparabili .
A corte tra le dame di compagnia della regina , nessuna riusciva a a spiegarsi quella grande amicizia tra persone di così diversa estrazione sociale e culturale.
Maria Carolina non aveva occhi che per la ex ballerina di taverna Emma, che entrava ed usciva dall’appartamento privato della regina, sia a Caserta che a Napoli, come fosse casa sua, acquistando prestigio ed un potere a corte senza limiti.
La regina Maria Carolina la onoro’ persino con la prestigiosissima croce dell’Ordine di Malta ( una delle poche donne a riceverla) .
Con una certa malizia, qualcuno insinuò addirittura che sotto ci fossero “rapporti di ambigua intimità”, che si consumavano soprattutto nella camera da bagno della regina.
La regina ed Emma erano sempre insieme , non solo a Caserta , ma anche ai party, nei ricevimenti a corte, e nelle manifestazioni ufficiali fuori dalla reggia ella sedeva sempre al fianco della regina.
L’affascinante ex cameriera di Great Nest era diventata ormai una dama sofisticata, e di grande prestigio alla corte del re Ferdinando , sempre molto elegante, ammiratissima, e corteggiata da dignitari, ufficiali dell’esercito.
Lord Hamilton, vedeva sempre piu’ sfuggirgli di mano il bellissimo “dono” che gli era arrivato dal nipote inglese e per non perderla definitivamente penso’ bene di giocarsi la carta del matrimonio per agganciarla a sé.
. “Sono molto anziano, certo, per una ragazza come te, ma ancora in tempo per poterti rendere felice”, le disse una sera ballando teneramente a corte. E la bellissima ospite, da quella sera, non lo mollò più. Si sposarono a Londra, il 6 settembre del 1791: lui 69 anni, 43 più di lei.
Al matrimonio era presente anche il giovane ministro britannico Charles Francis Greville , nipote di Lord Hamilton a festeggiare la coppia al quale l’ambasciatore confido’ “È stato davvero il dono più bello che tu mi abbia potuto fare”, dopodichè decise di donargli finalmente dei soldi per pagare i suoi debiti .
L’ex cameriera-ballerina , figlia di un fabbro e prostituta all’eta di 15 anni divenne così Lady Hamilton, con le congratulazioni personali della regina Maria Carolina che, al ritorno degli sposi a Napoli, tenne una grande festa a corte in loro onore.
Emma nei confronti del marito si mostro’ nei primi anni amorevole e assolutamente irreprensibile. Mostro’ grande devozione e gratitudine a quell’uomo che più che un marito, fu per lei un precettore . Egli provvide a colmare in maniera affettuosa , comprensiva , e premurosa il suo unico neo , che era la mancanza di cultura .
Emma intenta a colmare il suo difetto era in quei teneri anni tutta presa e dalle letture,e dallo studio. Arte, letteratura, musica, danza, poesia, francese e italiano (che Emma impara in un anno) divennero nei successivi due anni le sue grandi passioni nella casa del raffinato ed erudito collezionista marito .
La giovane ricevette cosi’ in poco tempo quell’educazione che le era stata negata dalla miseria in cui era cresciuta da bambina.
Il suo unico errore fu quello di non accontentare la voglia di Sir Hamilton nel volere un figlio , sentendosi non pronta e troppo giovane in quel momento .
Tutto quindi procedeva per il meglio fino a quando non comparve sulla scena l’ ammiraglio della flotta inglese Orazio Nelson.
Era in atto in quel periodo in Europa una guerra tra l’Inghilterra e la Francia, mentre a Napoli , la monarchia era messa in pericolo dagli echi della Rivoluzione francese.
Emma , grazie al benestare del marito , intervenne spesso negli affari politici del regno e sempre in favore del governo inglese e della sua flotta e grazie alla sua intercessione e alla sua influenza sulla regina Lord Nelson ottenne dal governo di Napoli quanto chiedeva per poter trionfare contro le flotte napoleoniche francesi ad Abukir
A presentare l’ammiraglio ad Emma fu proprio il marito che aveva una grande ammirazione per Nelson “Sto per presentarti un ometto non troppo attraente, destinato però a stupire il mondo”, disse l’ambasciatore alla moglie.
Il fisico dell’ammiraglio lasciava certo a desiderare: esile e duro, piuttosto basso. Ma il suo fascino era irresistibile. Aveva 35 anni ed era sposato da sei. La moglie Fanny, 24 anni (2 meno di Emma), era una ragazza serena e dolcissima che viveva nel culto del marito.
Quando incontrò Lady Hamilton, era privo del braccio destro, che gli era stato amputato per una grave ferita riportata in battaglia a Tenerife.
Lady Hamilton , sempre piu’ ambiziosa vide in Nelson un uomo dal prestigio immenso che poteva certamente rafforzare la sua posizione a corte . Abilissima nella gestione dei propri sentimenti come del proprio corpo non manco’ ben presto di far follemente innamorare di se l’ ammiraglio inglese che divenne completamente dipendente dalla bella Emma.
L’ammiraglio tornò a Napoli cinque anni dopo, da eroe, dopo avere sbaragliato ad Aboukir la flotta francese. In battaglia aveva perso l’occhio destro , era privo di un braccio , il volto parzialmente sfregiato da una sciabolata ed in piu’ aveva perso la maggior parte dei suoi denti.
Entro a Napoli accolto come un eroe e con grandi onori . I sovrani con il ministro d’Inghilterra e sua moglie si mossero in prima persona per andare ad onorarlo sulla sua nave ammiraglia della flotta inglese ” Vanguard “: l’ambasciatore Hamilton ringraziandolo da parte dell’Inghilterra e la bellissima Lady mostrandosi per lui persa d’amore .
Il primo ad accogliere e ricevere l’eroe del Nilo fu l’ambasciatore inglese, lord William Hamilton, ma molto più entusiasta fu sua moglie, lady Emma , che, giunta sul ponte, gettò le braccia al collo di Nelson, esclamando : “Oh Dio! E’ possibile?” stringendolo a sé in estatico rapimento
.Emma curò le sue ferite nella casa del marito e organizzò un ricevimento per festeggiare il quarantesimo compleanno di Nelson cui prese parte l’intera nobiltà napoletana, quasi duemila persone, compresi il re e la regina.
La loro reciproca ammirazione presto si trasformo’ ,nonostante le menomazioni di Nelson , in grande passione dando così inizio ad una delle più grandi storie d’amore della storia. La loro relazione, tollerata, da Sir Hamilton che aveva una grande ammirazione per l’eroe di Aboukir , divenne al tempo l’oggetto di interesse e pettegolezzo dei giornali scandalistici di mezzo mondo.
Una ininterrotta serie di ricevimenti, visite ufficiali, passeggiate, gite in carrozza, e crociere alle isole del Golfo testimoniarono sempre di piu’ la loro unione .
Emma , facendo spesso mostra magnifica della sua bellezza non mancava in pubblico di pavoneggiare la sua gloria per aver vinto il vincitore di Aboukir, il quale non nascondeva di essere di lei perdutamente perso e “servo”.
Il duro combattente Nelson, divenuto amante di Emma era completamente nelle mani di Lady Hamilton. Lui , ritiratosi dal servizio militare ottenuto per le ferite ricevute ,visse in Ambasciata inglese e lei non mancava di esibirlo spesso come fosse un suo personale trofeo.
Il povero Lord Hamilton visse il tradimento di Emma e le spudorate esibizioni al braccio dell’amante con profonda amarezza ma anche con grande dignità.
Come se non bastasse doveva continuamente far fronte alle pazzesche spese che lei sosteneva e coprire i buchi delle sue frequenti e rovinose perdite ai tavoli da gioco ( la signora aveva anche il vizio del gioco).
Sir William fu costretto addirittura a vendere all’asta gran parte della sua preziosissima pinacoteca, per far fronte ai debiti di gioco della moglie.
Restò in dignitoso silenzio, l’anziano ambasciatore, anche quando la pancia della trentacinquenne Emma cominciò a ingrossarsi. Partorirà due gemelle, la signora Hamilton, nel 1800: figlie di Orazio Nelson. Una delle due bimbe morì poco dopo la nascita e l’altra, in omaggio al padre, fu chiamata Horatia.
La bellezza di Lady Hamilton, il suo rapporto ambiguo con la regina Maria Carolina, e il suo ruolo di amante ufficiale di Orazio Nelson, contribuirono non poco al corso degli eventi che portarono alla condanna a morte di tanti patrioti repubblicani nel 1799.
La regina si servì della Hamilton per convincere Nelson nella decisione infamante di tradimento degli accordi di capitolazione dei patrioti repubblicani, ma anche in altre occasioni Emma si era già mostrata attiva nel soddisfare i voleri della regina, confidando nella sua bellezza, e nella condivisa lussuria.
La guerra contro la Francia continuava e quando Napoleone arrivo’ a Napoli , ai primi segni della rivolta popolare, fu proprio Emma a convincere l’ammiraglio a trasferire con la propria nave a Palermo la famiglia reale.
Nei giorni poi che seguirono la fine della Repubblica napoletana, lady Hamilton esercitò ancora una volta la sua influenza su Nelson per convincerlo, una volta ripristinata la monarchia a Napoli, ad eseguire la vendetta della regina Carolina che ottenne dal re un decreto di morte per i nobili e gli intellettuali della città che avevano aderito alla Repubblica: ne furono giustiziati 124, altri messi in prigione o esiliati.
La regina Carolina , accecata dall’odio contro i giacobini quando gli arrivo’ notizia a Palermo della capitolazione dei castelli, e letto della promessa fatta dal cardinale Ruffo ,di rendere salva la vita ai rivoluzionari arresi , sentendo svanire così le sue vendette pregò Emma, non da regina, ma da amica, di raggiungere l’ammiraglio, che navigava allontanandosi da Napoli, per consegnare personalmente a lui una lettera sua ed un’ altra del re ma sopratutto di usare tutte le sue forze ammaliatrici per dissuadere Nelson a revocare l’infame trattato, che li svergognava .
Partendo le disse ‘A voi, milady, noi dovremo la dignità della corona; andate sollecita; vi secondino i venti e la fortuna ‘.
Emma giunta sul vascello di Nelson, accolta con gioia per il non atteso arrivo, presentò i fogli dati a lei dalla regina a Nelson : nella lettera della regina era scritto “Manca il tempo a più scrivere; milady, oratrice ed amica, vi esporrà le preghiere, e le quante grazie vi rende la vostra Carolina”.
In quella del re invece contento un decreto che indicava : Essere rei di maestà tutti i seguaci della così detta repubblica, giudicarli una Giunta di Stato per punire i principali con la morte, i minori con la prigionia o l’esilio!
Nelson in un primo momento per istinto di giustizia e di fede, sentì raccapriccio dell’avuto incarico; ma, vinto dalle moine dell’amata donna, l’uomo sino allora onoratissimo, non esito’ a macchiarsi di un gesto tanto vile e vergognoso.
L’ammiraglio fece tornare indietro le navi ed insieme ad Emma che rimase con lui , arrivato nel porto di Napoli , pubblico’ i decreti del re e consumò il tradimento non rispettando le condizioni di resa che garantiva salva la vita a tutti .
Venendo meno all’accordo commise un vero massacro : migliaia di cittadini vennero arrestati e molte centinaia giustiziati. Caddero cosi’ i nomi più illustri della cultura e del patriottismo napoletano ed il primo a pagare fu proprio Caracciolo che pago’ anche per l’odio che Nelson nutriva nei suoi confronti . Fu impiccato ad un pennone della sua nave ed il suo corpo fu gettato in mare.
Il suo corpo, gettato in mare , fu raccolto dai marinai , e sepolto nella chiesa della Madonna della Catena a Santa Lucia .
Il principe Francesco Caracciolo, per anni ammiraglio della flotta reale, era stato sempre in disaccordo con la regina, e la sua amatissima dama di compagnia non aveva esitato a definirlo “un napoletano rozzo, buono a nulla.
Insieme a lui furono condannati a morte molti altri personaggi illustri come , il conte Rufo Ettore Carafa, il principe Colonna, il duca di Cassano, Mario e Ferdinando Pignatelli, Domenico Cirillo, Eleonora de Fonseca Pimental , i vescovi Natale e Serrao, Gennaro Serra di Cassano, Luigia Sanfelice, il giurista Francesco Conforti, il colonnello Gabriele Manthoné, gli scrittori Vincenzo Russo e Mario Pagano, Ignazio Ciaia, Giuseppe Logoteta.
Fù in altri termini falcidiata in brevissimo tempo quella che Benedetto Croce definirà “il fiore dell’intelligenza meridionale
La cosa ancora più infame fu che per onorare Nelson della sua malefatta fu ordinata in Palermo una festa magnifica in una sala della reggia dove l’ammiraglio, incontrato dai reali, venne incoronato di alloro .
Quando nel 1803 Lord Hamilton all’eta’ di 83 anni mori’ , Lady Hamilton, tornata Emma Lyon, dovette lasciare i lussuosi appartamenti della Ambasciata di Napoli, ( Palazzo Sessa ) con la figlia di 3 anni, per tornarsene in Inghilterra.
Il vecchio marito per vendicarsi di essere stato umiliato nei sentimenti , negli affetti di marito ma sopratutto nella sua dignita’ di uomo , penso’ bene di non lasciargli nulla ed ella parti’ alla volta dell’Inghilterra solo con degli abiti e dei gioielli che erano nei suoi scrigni.
Hamilton si prese cosi una piccola rivincita non lasciando nulla dei suoi averi alla moglie, a parte una piccola rendita ( 100 lire) assolutamente insufficiente per mantenere la sua posizione in società: un duro colpo per Emma che, come tutte le donne dell’epoca, era finanziariamente interamente dipendente dal marito.
Tutta l’eredita di Lord Hamilton andò al nipote Greville, e al fratello .
Andò a vivere a Merton, una cittadina non lontana da Londra, in un appartamento di proprietà dell’ammiraglio Nelson che come padre della sua bambina doveva provvedere al suo sostentamento.
Ma erano problemi assillanti, per Nelson trovare mensilmente i soldi necessari per il mantenimento di Emma con figlia, oltre che della ex moglie.
Nelson (che aveva intanto divorziato dalla dolcissima Fanny) di li a poco venne richiamato in servizio per combattere nelle guerre napoleoniche .
Colpito da un tiratore scelto francese che gli perforò un polmone durante la vittoriosa battaglia di Trafalgar ottenuta contro la flotta francese e quella spagnola , l’ammiraglio di li a poco mori’. Sopravvisse tre ore, il grande Nelson, giusto il tempo per gioire della sua ultima strepitosa vittoria.
Venne sepolto con tutti gli onori nella cattedrale di San Paolo ed a Emma devastata dal dolore, non le fu neppure permesso partecipare al grandioso funerale del suo amato che ebbe luogo nella capitale.
Nelson negli ultimi tempi della sua vita era molto preoccupato per il futuro di Emma e di sua figlia , al punto che prima di partire per la sua ultima battaglia aveva aggiunto di sua mano un codicillo al suo testamento, raccomandando al Re e alla Nazione per cui stava andando a combattere, di provvedere ad Emma e Horatia, la figlia che lei gli aveva dato.
Per lui era un vero cruccio al punto di fare precedentemente alla sua partenza un appello scritto al governo inglese, e successivamente al re in persona , dal quale non ottenne risposta .
Le sue ultime volontà furono ignorate ed il suo appello al governo inglese, e al al re in persona , non trovarono alcuna risposta .
Nessuno, a Londra, si preoccupò di Emma ed Horatia: Emma Lyon, non essendo sposata con il defunto ammiraglio, non aveva alcun diritto alla pensione e il fratello di Nelson non volle eseguire le postille che includevano nel testamento anche un diritto ad Emma.
Avvilita scrisse anche alla sua vecchia amica e regina Maria Carolina, chiedendo un aiuto personale o un contributo dello Stato sotto forma di pensione. La regina le rispose con poche gelide righe: “Gentile signora, se riesce ad inviare ai competenti uffici del nostro governo qualche documento dal quale si possa dedurre il suo diritto ad una pensione qualsiasi, sarà mia cura far seguire la pratica per una sollecita attribuzione”. Anche la più “intima” delle sue grandi amiche napoletane l’aveva abbandonata. Era davvero la fine, per lei . Senza più la tanto celebrata bellezza che l’aveva resa famosa, e senza la sicurezza del matrimonio o di un uomo che la protegga, Emma fini per essere finanziariamente e socialmente vulnerabile. Esclusa dai salotti “bene” per la sua condizione di adultera, sola e dimenticata, precipita nei debiti e in pochi anni fu costretta a vendere non solo la piccola casa alla periferia dell’odierna Wimbledon ma anche l’unica cosa che le era rimasta di lui: la sua uniforme.
Tornò a fare, per sopravvivere, quello che aveva fatto da ragazza, la cameriera.
Sola e infelice, Emma si diede al gioco d’azzardo dilapidando le poche fortune rimaste . A 40 anni, era completamente irriconoscibile: obesa, disfatta nel volto, spesso ubriaca. Condannata per debiti, fu anche incarcerata. Morì a 50 anni, il 15 gennaio 1815, povera e distrutta dall’alcol. Non in Inghilterra, ma a Calais, nella Francia settentrionale, dove si era rifugiata per sfuggire agli strozzini che le avevano già preso la casa, i pochi gioielli che le erano rimasti, la cassa in cui conservava i favolosi abiti indossati alla corte di Napoli e chiedevano ancora la restituzione di altro denaro. Una fine penosissima, per una donna che dalla vita aveva avuto tutto, amori, prestigio, soldi, passando in pochi anni dalle stalle alle stelle, e tutto aveva dilapidato per troppa ambizione, megalomania, e capricci.( ma sopratutto per non aver dato un figlio a Nelson che l’ avrebbe resa erede di un intero patrimonio ).
Chissà quante volte negli ultimi anni avra’ ricordato di quando l’ambasciatore sognava un figlio e maledetto le sue risposte ” Sono ancora troppo giovane per mettere al mondo dei bambini: ci penseremo tra qualche anno”, rispondeva all’anziano marito.
La prospettiva di diventare mamma, in quegli anni, non allettava per nulla la bella Emma che mai avrebbe immaginato una così brutta fine.
La figlia Horatia aveva 15 anni quando la madre morì. Crescerà in un istituto per orfani di guerra. Per lei si mossero, con generosa solidarietà e tanto affetto, gli ufficiali che erano stati accanto all’eroe di Trafalgar nell’ultima sua vittoriosa battaglia.