Giuseppe Cesari,detto il Cavalier d’Arpino, è stato  in vita, tra i più importanti pittori italiani decorativi del gusto tardo manieristico  .

Nato ad Arpino, in provincia di Frosinone,  il 14 febbraio del 1568 egli venne introdotto all’esercizio della pittura in seguito al trasferimento nel 1582 a Roma, dove lavorò alla decorazione delle Logge Vaticane  sotto la direzione del Circignani.

Accolto nella prestigiosa Accademia di San Luca,a Roma ottenne numerosi  prestigiosi incarichi  nell’ambito artistico vaticano sopratutto con   l’avvento al pontificato di Clemente VIII Aldobrandini.

N.B.Nella bell villa di Pietro Aldobrandini , gli affreschi del luogo sono stati tutti realizzati  realizzati dal Cavalier d’Arpino .

In questo ambiente egli poté finalmente consacrare la propria affermazione professionale, divenendo uno dei pittori più conosciuti e richiesti a Roma, specialmente per le grandi imprese decorative. Tra il 1591 e il 1593 il Cesari ottenne come incarico  la decorazione del soffitto della Cappella Contarelli, nella  chiesa di San Luigi dei Francesi, ma qualche tempo dopo ,oberato dalle più prestigiose committenze papali, tuttavia, lasciò l’incarico all’apprendista Caravaggio che lavorava nella sua bottega, ormai considerata una delle più celebri di Roma.

N.B. La sua carriera correlata da un susseguirsi di successi fu senza alcun dubbio certamente favorito della casa Aldobrandini. Egl  fu infatti il pittore di fiducia del Papa e del cardinal nipote Pietro.

Tra i suoi tanti lavori a lui commisionati in quegli anni  si citano i soffitti illusionistici della cappella Olgiati, in Santa Prassede ; la decorazione del soffitto della loggia Orsini nel Pio Sodalizio dei Piceni, la decorazione del soffitto della Cappella Contarelli, nella chiesa di San Luigi dei Francesi, la decorazione della sala degli Orazi e Curiazi nel  palazzo dei Conservatori  al Campidoglio e  alcuni suoi piccoli dipinti realizzati come omaggio per le doppie nozze austro-spagnole,

Tra i suoi dipinti più belli  citiamo invece  le tele raffiguranti San Giovanni che beve veleno e San Giovanni condotto al sepolcro, e sicuramente anche  il raffinato San Francesco confortato da un angelo che suona il violino .Ma il Cavalier d’Arpino nell’ultimo suo decennio fu impegnato anche nella realizzazione di un cospicuo numero di piccoli dipinti, assai raffinati e ricercati: in tal senso, si segnalano Perseo e Andromeda,  la Resurrezione di Lazzaro,  la Fuga in Egitto , il San Michele combatte gli angeli ribelli ,  la Cattura di Cristo,  la Cacciata dal paradiso Diana e Atteone e il Riposo nella fuga in Egitto.

Omaggiato dal Papa nel 1600 con il titolo di Cavaliere di Cristo, e trent’anni più tardi dall’autorità politica francese con la con la concessione della Croce e del titolo di San Michele, Giuseppe Cesari fu certamente un protagonista delle vicende artistiche della capitale, e animatore della vita culturale romana,e  la sua fama sconfinò in tutta Italia e addirittura in Francia, dove nel 1629 fu chiamato a decorare la sontuosa galleria del Palais du Luxemburg, opera eseguita poi da Peter Paul Rubes.

N.B. Tra i clienti del Cesari, oltre alla ricca aristocrazia capitolina, vi erano anche l’imperatore Rodolfo II   e i re di Spagna e di Francia.

Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino  è stato comunque un artista molto attivo anche a Napoli dove ebbe l’incarico nel 1598  della decorazione del Sancta Sanctorum della  Certosa di San Martino  (gli affreschi, lasciati inizialmente incompiuti, vennero poi terminati dal fratello Bernardino nel 1592-93  ). La sua carriera fu un susseguirsi di successi.

La sua carriera fu un susseguirsi di successi e ottenuta una  posizione economica  ampiamente consolidata, oltre ad  acquistare un palazzo in Via del Corso diede vita alla costruzione di una propria  residenza nella sua natia Arpino natia, tuttora parzialmente esistente.

CURIOSITA’ : Nonostante il suo successo il nostro artista  alla morte di Clemente VIII,  subì una momentanea eclissi, finendo addirittura in prigione per il possesso illecito di armi (in realtà, possedeva una raffinata collezione di archibugi). Secondo alcuni l’accusa si rivelò un pretesto (forse architettato dal cardinale  Scipione Caffarelli Borghese , nipote prediletto di Paolo V, per entrare in possesso dell’importante collezione di quadri del Cesari). Il processo,  finì infatti nel 1607, con la donazione (ma più che altro fu una confisca) della sua quadreria alla Camera apostolica. Molte di quelle opere finiranno nella Villa del cardinale , e tutt’oggi parte della Galleria Borghese.

Uscito dal carcere, il Cesari sovrintese alla decorazione a mosaico della cupola di  San Pietro  e della cappella Paolina in  Santa Maria Maggiore, dove eseguì i Profeti nei pennacchi della cupola e il San Luca sopra l’altare.

Nella tarda carriera si moltiplicarono per il pittore i riconoscimenti ufficiali: rieletto principe dell’Accademia di San Luca nel 1615 e nel 1629, il 13 luglio 1630 gli vennero concessi la Croce e del titolo di San Michele. Nel frattempo, il Cesari si invaghì di una popolana romana di nome Dorotea a tal punto da farla sua sposa: le nozze, celebrate nel 1618, furono coronate dalla nascita di due figli, Muzio e Bernardino, entrambi pittori.

CURIOSITA’: Secondo alcuni esperto d’arte, egli nel 1607, dopo la confisca della sua collezione d’arte,  lasciò Roma per ritirarsi temporaneamente a Arpino: durante questo viaggio si fermò a Lenola, dove elaborò il progetto del santuario della Madonna del Colle, al quale   inviò successivamente  in dono una “Gloria d’Angeli” su tela per ornarne il tabernacolo

Giuseppe Cesari morì a Roma, dopo quasi sessant’anni di ininterrotta carriera, tra gli onori e le lodi degli intendenti d’arte, dei collezionisti, degli accademici, primo fra tutti di Giovanni Baglione, suo amico e biografo che ricorderà l’artista nelle sue Vite con un racconto ricco di annotazioni curiose sulla vita del pittore e pieno di ammirazione.

Con la sua morte venne meno il protagonista di due secoli, di  tradizione pittorica e quella bottega imponente e attivissima,dove si erano venuti a formare giovani pittori poi divenuti celebri, quali  Guido Reni ,Andrea Sacchi, Pierfrancesco Mola ,e addirittura un certo Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.

CURIOSITA’ : Caravaggio frequento per soli otto mesi come allievo la famosa bottega del Cesari . Gli insegnamenti del Cavalier d’Arpino non appagavano  infatti il giovane pittore che si sentiva poco stimolato da ciò che il maestro gli proponeva. Questa sua insoddisfazione, sommata ad un episodio che vide Caravaggio ricoverato all’ospedale per il calcio di un cavallo, senza che il suo maestro gli facesse visita, fu motivo di litigio tra i due; il pessimo carattere dell’allievo portò alla rottura del rapporto con la bottega del Cesari.

Il Cavalier d’Arpino trascorse gli ultimi anni della sua esistenza nella sua dimora a via dei Serpenti, acquistata nel 1636; morì infine nello stesso luogo il 3 luglio 1640.

 La sua salma venne dapprima deposta provvisoriamente in una semplice tomba nella navata della chiesa di Santa Maria in Aracoeli  per essere poi definitivamente  trasferita in San Giovanni in Laterano in un dignitoso monumento in marmi policromi,  e con un busto di Niccolo Menghini, realizzato post-mortem forse sulla base di precedenti ritratti, e completato dallo scudo araldico richiamante il soprannome dell’artista.

Nella nostra città del grande artista possiamo oggi ammirare alcune sue meravigliose opere al Museo di Capodimonte ( Gesù nell’orto di Getsmani ), San Michele abbatte il demonioCristo DerisoGloria d’angeliSan Benedetto in gloria ) che nella meravigliosa Qudreria dei Girolamini ( Il Martirio di San SebastianoSan Pietro rapito al terzo cielo), oltre ovviamente agli splendidi affreschi sulla  voltadella sacrestia della Certosa di San Martino .

 

 

 

 

 

 

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