E.A. Mario , figlio di un barbiere , nacque a Napoli il 5 maggio 1884 .
E’ stato uno dei massimi esponenti della canzone napoletana del primo novecento .
Egli fu un autore straordinariamente prolifico scrivendo più di duemila canzoni molte delle quali da lui stesso musicate e scritte in dialetto napoletano con grande successo di pubblico : Maggio si tu!, Io na chitarra, ‘a luna, Funtana all’ombra, Tammurriata nera e tante altre.
E.A.Mario era solo uno stravagante pseudonimo mentre il suo vero nome era Giovanni Ermete Gaeta. Le scarse condizioni economiche della famiglia non gli consentirono di seguire un regolare corso di studi costretto ad aiutare il padre nella sua bottega .
Imparo’ da solo a suonare il mandolino e in maniera autodidatta apprese le più elementari nozioni musicali , mentre affascinato dalle poesie di S. di Giacomo incominciava a scrivere in dialetto napoletano .
Mostro ‘ in poco tempo un vero talento musicale e letterario incominciando a collaborare con il giornale ‘ il Lavoro ‘ di Genova , diretto da Alessandro Sacheri , firmandosi con lo pseudomonimo Hermes da Ermete , suo secondo nome.
A 20 anni vinse un concorso alle Poste e fu destinato a Bergamo dove conobbe una giornalista di origini polacche ( Marie Clinazovitz ), direttrice di una rivista letteraria con cui incomincio’ a collaborare anche in questo caso con uno pseudomonimo ( Mario Clarvy ).
A questa esperienza giornalistica risale la decisione di assumere lo pseudonimo di E. (da Ermete) A. (da , Alessandro Sacheri ) Mario (dallo pseudonimo della direttrice del Ventesimo).
Trasferito a Napoli conobbe il compositore R. Segrè, con cui porto ‘ al successo la canzone “Cara mammà ” (da lui scritta e da Segre’ musicata ) .
Fu uno dei suoi primi successi come autore di testi a cui seguirono A Mergellina , Ammore ‘e femmena , Strofette allegre , Ronda di notte, portate al successo da A. Gill, che insieme a G. Gambardella , per anni fu l’interprete più autorevole delle sue canzoni.
Era poco considerato dai suoi colleghi per la lacunosa preparazione musicale che lo costringeva a dipendere da un compositore musicale a cui doveva dettare le sue canzoni accompagnandosi ad orecchio con la chitarra o con il mandolino.
Da un incontro con l’editore F. Bideri, nasce la sua prima canzone di cui compose anche la musica interpretata da G. Pasquariello, “Comme se canta a Napule “che ebbe inaspettatamente un grande successo.
Seguirono dalla collaborazione con Bideri altre canzoni di successo come Funtana all’ombra, Io ‘na chitarra , ‘a luna e la Canzone ‘e Santa Lucia .
Fondo’ in seguito una sua casa editrice il cui esordio ebbe luogo con la Piedigrotta del 1916.
Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, pur essendo stato esonerato dal servizio militare per motivi di famiglia, volle ugualmente dare il suo contributo e ottenne dalla direzione delle Poste l’autorizzazione a viaggiare nelle unità ambulanti postali addette al trasporto della posta in prima linea. Nacquero allora le canzoni Patria, Marcia ‘e notte e Canzone di trincea , quindi il poemetto ‘A morte ispirato agli orrori della guerra e, nel giugno 1918, la celeberrima Leggenda del Piave, che interpretata dal cantante E. Demma, divenne subito popolarissima. Il generale A. Diaz inviò un telegramma di congratulazioni al G., che presentò poi ufficialmente la canzone al teatro Rossini di Napoli.
Seguirono nuovi successi come ‘ Le rose rosse, ‘A legge, Vipera, Tarantellona e Santa Lucia luntana, Canzone appassiunata , Vide Napule, Zingara nera , L’Italia , Dduje paravise, Pass’a bandiera, Senza nomme , Balocchi e profumi , ‘O pate , Canzone ‘mbriaca , Priggiuniero ‘e guerra .
Nel 1921 per l’inaugurazione del monumento al milite ignoto in Roma fu eseguita la Leggenda del Piave; in quell’occasione fu invitato al Quirinale e gli furono conferite le insegne di commendatore della Corona d’Italia.
Nel 1944 compose forse il suo ultimo successo, Tammurriata nera, ispirata a un episodio di cronaca legato ai rapporti intercorsi tra donne napoletane e soldati di colore.
Nel 1954 gli fu conferita la cittadinanza onoraria di Belluno per la Leggenda del Piave e il 24 maggio dello stesso anno fu scoperta una targa marmorea al Borgo Marinaro di Napoli per Santa Lucia luntana .
Morì a Napoli il 24 giugno 1961.
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