Luogo leggendario della nostra città  il Castel dell’Ovo è da sempre stato un simbolo della nostra città .
Egli  a baluardo tra la potenza del mare e quella del fuoco del vulcano Vesuvio alle sue spalle svolge il suo compito di guardia  del golfo di Napoli da circa tre  millenni.
Da raffinata villa luculliana,  monastero,  impenetrabile  fortezza , dimora di re e regine, reggia fortificata capace di sostenere  e rispondere al fuoco di tante battaglie,  sede di talismani alchemici ma anche carcere di sovrani ( Corradino di Svevia e la prima regina Giovanna) e di famosi letterati ( Tommaso Campanella , Carlo Poerio ,Luigi Settembrini , Francesco De Sanctis e tanti altri), questo castello ogni volta nel tempo si è  trasformto  in un  emblema di un’epoca
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L’isolotto di Megaride , su cui poggia il castel dell’Ovo, secondo antiche leggende è il luogo dove venne a morire trasportata dalle onde sulla spiaggia  , la sirena Partenope , ( dal greco ” “vergine” )
La sirena affranta per non aver saputo ammaliare con il suo canto l’eroe Ulisse ( che aveva dato ascolto ai consigli di Circe ), si getto’ dall’isola ( i Galli o Capri ) ed il suo cadavere fini’ trasportato dalle onde sull’isolotto di Megaride dando luogo al culto di Partenope che fu vivo per secoli.

La sirena trovò sepoltura nell’isola e i coloni greci provenienti da Cuma  nel  colonizzare il luogo costruirono   proprio in questo luogo , su un territorio che si estendeva tra l’isolotto di Megaride e le alture  del Monte Echia , il primo nucleo di  una piccola colonia che chiamarono PARTHENOPE proprio  in onore al  particolare culto praticato dalla gente del posto legato alla  sirena .

Intorno al presunto luogo dove era spiaggiata la sirena costruirono un sepolcro e innalzata a prima vera protettrice della città, ogni anno  dinanzi alla sua tomba  per onorarla si celebravano giochi ginnici con libagioni e sacrifici di buoi

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Nell’Antichità  comunque il luogo, prima della costruzione del castello ,  era solo una piccola isola di due scogli gemelli che diverrà il basamento del castello.

In  epoca romana  questo distaccato isolotto dalla terraferma,  faceva parte del famoso complesso luculliano, una splendida ed enorme villa del Patrizio romano Lucio Licinio Lucullo.
Egli si trasferì in questo luogo a vita privata dopo aver combattuto come generale in Asia ottenendo grandi successi  e conquistando molti territori ma sopratutto grandi ricchezze.
Costruì in questo luogo una imponente e sfarzosa villa , conosciuta  come Oppidum lucullianum che passo’ alla storia per lo sfarzo delle sue dimore e dei suoi giardini e  dei ricchi banchetti che imbastiva, definiti ancora oggi ” Luculliani “
Purtroppo della enorme villa ,che ospito ‘ in esilio l’ultimo imperatore romano d’ occidente , Romolo Augusto,  oggi non rimane che qualche tronco di colonna o disseminati ruderi visibili nel suo interno  nella cosidetta Sala delle colonne .
Se invece  saliamo sopra la sua terrazza ,oltre che ammirare un magnifico panorama sul golfo e la  città, possiamo vedere alcuni antichi cannoni presenti da secoli , puntati sulla città che srvirono tra l’altro ai spagnoli per bombardare Napoli  durante i moti rivoluzionari guidati da Masaniello.
Sull’isolotto di Megaris , che faceva parte del famoso complesso luculliano, si stabilirono nel VI secolo , i padri Basiliani che vi fondarono una chiesa ed un cenobio .
L’isolotto che dal nome della chiesa fu poi chiamato del Salvatore , era gia’ fortificato durante il Ducato , perche’ e’ stato accertato che accanto al complesso conventuale , nei primi decenni del XIII secolo sorgeva una Rocca.
La struttura rimase  trasformata in un convento , fino a quando , nel XII secolo, fu realizzata dai normanni una reggia fortificata che fu comunque abitata solo per breve tempo . in quanto la residenza reale venne spostata dapprima nel castel Capuano e successivamente nel Maschio Angioino . Essa ha quindi avuto nei secoli sopratutto una funzione  di fortificazione per la difesa della costa .
Dopo la conquista Normanna , questa Rocca fu comunque ampliata e rafforzata da Guglielmo I detto il ‘ Malo ‘, poi nel 1221 , Federico II di Svevia la completo’ con nuovi lavori e altre fortificazioni .
Gli Angioini vi relegarono i figli di re Manfredi di Svevia , mentre nel 1271, qui nacque il primogenito del principe di Salerno , Carlo Martello che vi trascorse la sua infanzia.
Sotto il regno di re Roberto , l’isolotto fu maggiormente fortificato ed alcuni locali vennero adibiti a prigione che ospito’ tra gli altri , la principessa d’Acaja , la quale non volle mai accettare il matrimonio impostole con un figlio del sovrano.
Nel 1300, durante la dinastia angioina , la Rocca prese il nome di Castel dell’Ovo , per l ‘evidente forma ovale dell’isolotto sul quale e’ costruito .
Narra la leggenda che il nome provenga invece da quell’uovo magico alchemico nascosto da Virgilio Mago nelle sue mura.
La leggenda dell’Ovo di Virgilio narra di un uovo magico alchemico ( l’ATHANOR ) che alcuni studiosi mettono in relazione alla sirena , donna , uccello , nata da un uovo ( proprio come Pulcinella ). Il mago avrebbe nascosto questa sorta di talismano tra le mura del maniero dentro una gabbia , simbolo della citta’, e destinato a reggerne le sorti : se si fosse rotto, Napoli sarebbe stata distrutta.
Il Castel dell’Ovo fu dimora di re ; infatti vi abitarono , seppure per necessita’ di cose , Margherita di Durazzo ed il figlioletto Ladislao , ma fu anche grande e impenetrabile fortezza sostenendo e rispondendo al fuoco in tante battaglie .
Re Alfonso I d ‘ Aragona durante il suo regno , volle parzialmente rifare il castello , inaugurandolo nel 1456 con un solenne banchetto e decidendo di trascorrervi l’ultimo periodo della sua vita. Alla morte del sovrano nel 1458 , le sue spoglie furono sepolte qui temporaneamente fino a quando non fu possibile esaudire la sua volonta’ di riposare in Catalogna.
La leggenda popolare inoltre , vuole il castello , teatro , delle avventure della regina Giovanna che qui avrebbe fatto buttare a mare o cadere in oscuri trabocchetti i suoi occasionali amanti.
Durante la congiura dei baroni , Castel dell’Ovo fu completamente saccheggiato e il figlio di Alfonso d’Aragona , Ferrante , per riprenderlo dovette danneggiarlo con le sue bombarde .
Successivamente il forte ospito’ anche Alfonso II d’Aragona che qui prese la decisione di abdicare in favore del figlio Ferrantino , partendo poi alla volta della Sicilia con 5 galee.
Nel tempo ha avuto varie funzioni , comprese quelle di carcere .
Fu infatti carcere per Corradino di Svevia e la prima regina Giovanna ( gia’ scomunicata per avervi ospitato l’antipapa Clemente VII ) qui imprigionata con l’accusa di aver fatto uccidere il marito Andrea d’Ungheria , prima di essere trasferita e poi assassinata a Muro Lucano .
Da allora quelle sotterranee celle presero il nome di ‘ carceri della regina Giovanna ‘.
Nel periodo del vicereame spagnolo il filosofo Tommaso Campanella , vi fu incarcerato e negli anni a seguire vi furono rinchiusi poi , ( in epoca risorgimentale ) , Carlo Poerio ,Luigi Settembrini , Francesco De Sanctis e tanti altri
Tra le varie funzioni che il castello ha avuto nel tempo ci fu anche quello di Tesoreria , sopratutto per gli Svevi e gli Angioini che vi custodirono i loro forzieri .
Ha subito nel corso dei secoli , rifacimenti e restauri , quindi l’aspetto attuale e’quello dell’ultima restaurazione effettuata nel 600 dal vicere’ Francesco Benavides , conte di S. Stefano .
Dal 1800 e’ stato di volta in volta adibito a diversi usi quali : alloggiamento di truppe , carcere militare , deposito di equipaggiamenti, caserma di transito , abitazione civile per ex militari e uffici .
Oggi il castello , dopo vari restauri , viene utilizzato sopratutto come sede di  mostre ed eventi ed ospita il museo Etnopreistorico.

 

 

ARTICOLO SCRITTO DA ANTONIO CIVETTA

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