La festa di carnevale oggi a Napoli e’ celebrata solo da qualche bambino mascherato pronto a lanciare coriandoli e soffiare un rudimentale strumento fischiante . L’ unica tradizione rimasta e’ quella culinaria , con le castagnole al migliaccio , le famose chiacchiere , la deliziosa lasagna e il sanguinaccio . A tal proposito bisogna ricordare che il sanguinaccio una volta veniva fatto con il sangue di maiale cotto con il cioccolato( ma le nuove norme sanitarie lo hanno vietato ) mentre oggi possiamo considerarlo una semplice crema di cioccolato .
Del carnevale,quindi, oggi e’ rimasto veramente poco , ma un tempo il popolo amava festeggiare questo periodo con grande euforia riversandosi nelle strade facendo baldoria e sopratutto grandi scorpacciate .

Il carnevale è stato infatti , sopratutto nel periodo borbonico un periodo sempre molto atteso dal popolino che attendeva con grande trepidazione quei giorni . Alla base di tutto questo vi era solitamente la fame che la gente comune quotidianamente soffriva la fame e la grande abilità con cui i vari regnanti , sopratutto i borbone sfruttando questa cosa ,  erano soliti concedere  in questi giorni una grande festa con un finale ricco di numerose prelibatezze .

N.B. I Borbone per  conservare  il favore e la simpatia popolare erano soliti concedere  un gran numero di momenti ludici e festivi  che pur avendo spesso un fondamento di natura religiosa , terminavano sempre con grandi abbuffate .

Il Carnevale a questo proposito era  la festa che meglio fotografava questo modo di fare ed era il momento che meglio ci aiuta a capire l’atmosfera di Napoli di quei tempi . Il popolo affamato in quei giorni poteva finalmente mangiare di tutto , senza limiti ed a basso prezzo e con il solo motto  di eccedere  ( meglio murì sazio che diuno ).

L’ingresso del Carnevale avveniva  il giorno di Sant’ Antuono ( 17 gennaio ). Questa data  segnava l’ ingresso del Carnevale e in questa occasione si dava fuoco a cataste di roba vecchia.
Nei tempi dei Borboni la festa veniva annunciata al popolo al suono delle tofe ( grosse conchiglie al cui soffio corrispondeva un suono simile a quello delle sirene delle navi ). Da quel momento il popolo aveva licenza di fare baldoria e baccano . Un fiume di persone , armati di originali strumenti ( o’ scetavaiasse – o’ putipu’- o’ triccaballacche ) e di coriandoli , avanzava tra le strade lanciando coriandoli e uova ripiene di farina , sopratutto se il malcapitato avesse un cappello o fosse ben vestito . I gentiluomini infatti spesso non osavano avventurarsi per strada e partecipavano alla festa affacciati ai loro balconi ornati di festoni lanciando finti fiori , coriandoli e carta colorata.

La cerimonia iniziava nel palazzo reale , dove si consumavano pranzi sfarzosi con ricca ostentazione delle più rinomate ricercatezze gastronomiche e dei più pregiati vini locale e francesi ; gli addobbi erano preparati dai miglioro architetti ed arredatori e gli invitati indossavano maschere lussuosissime

Il teatro San Carlo veniva trasformato in una grande sala da ballo, mentre i palchi fungevano da sale da pranzo dove si consumavano le specialita’ carnevalesche.
Il popolo già ai tempi del viceregno spagnolo si esibiva nelle strade e nelle piazze con rappresentazioni mascherate e canti di carnevale dialogati ed in  tale periodo nacquero i carri cuccagna che oltre a rappresentare scene allegoriche erano anche addobbati con prodotti mangerecci che avevano al seguito anche i ” cartelli delle quadriglie “, cioe’ canzoni dialettali stampate su pezzi di carta che venivano lanciate al pubblico e alla fine consegnate al re .Esse celebravano in tono scherzoso i vari mestieri .
Siccome i carri ripieni di cibo , spesso venivano saccheggiati provocando gravi incidenti , il re Carlo di Borbone stabili’ nel 1746 che i carri cuccagna invece di attraversare le strade cittadine , dovevano essere allestiti nel largo di palazzo ( piazza plebiscito) e che fossero guardati a vista da truppe armate fino all’ inizio dei festeggiamenti.
I carri furono poi sostituiti dall’albero della cuccagna( o palo di sapone) che veniva reso scivoloso grazie al sapone , in modo da rendere piu’difficile l’arrampicata dei concorrenti per arrivarci sopra dove erano raccolte le cibarie.
Da qui trae origine l’espressione ‘ cuccagna’ inteso come il paese delle meraviglie , delle delizie e del piacere. Il gioco era finalizzato all’ “abbuffata ” che a Napoli era l’ usanza da parte del popolo di saziarsi abbondantemente prima di iniziare il lungo digiuno quaresimale.
Tutto questo fu infine sostituito dalle famose costruzioni delle “cuccagne” .
Le cuccagne erano riproduzioni in cartapesta e legno di una collina artificiale , una villa, un castello, un galeone ed altro a seconda delle fantasie del costruttore ripiene di ogni sorta di cibarie,vestiti da uomo e da donna e ornamenti vari.
Partecipavano alla progettazione architetti , artisti e un gran numero di artigiani ed il finanziamento per la costruzione dell’ opera era assicurata in buona parte dal re che in genere dava ordine di aprire i cancelli del palazzo reale nel pomeriggio da dove migliaia di popolani entrando nel cortile potevano ammirare , li sistemato , l’albero della cuccagna con appeso in cima ogni ben di Dio.

La struttura era ricca di generi alimentari : caciocavallo , prosciutti, lardo , formaggi, polli ,capretti , agnelli , interi quarti di bue e non di rado anche animali vivi di grossa mole come buoi e vitelli . Dalle fontane montate sulla struttura zampillava il vino piu’ pregiato .
Tutto questo diventava di chi riusciva a prenderlo e conservarlo ; questa struttura infatti era destinata ad essere demolita nell’ assalto alle ore 22 dopo i 2 colpi di cannone che dal castello indicavano il segnale: il popolo a questo punto dava assalto alla costruzione cercando di arraffare quanta più’ roba possibile ed ogni tipo di leccornia alimentare , cosa che la gente comune poteva fino al prossimo anno poi  solo sognare  .

Migliaia di persone si avventavano sull’albero senza esclusione di colpi creando spesso una rissa incredibile e pericolosissima a cui i reali si mostravano permissivi e tolleranti .
Le cuccagne in tutto erano solo quattro e si tenevano nelle ultime domeniche di carnevale. Venivano allestite in sei giorni , dal lunedì al sabato e si realizzavano nella piazza antistante il palazzo reale , l’ attuale piazza del plebiscito , allora denominata largo dI palazzo.

Spesso erano presenti delegazioni di stati esteri che poi avrebbero riferito ai propri sovrani della maestosità della festa ma talvolta lo spettacolo era talmente cruento e barbaro che finiva per essere oggetto di critica , motivo per cui con il tempo i regnanti cercarono di diminuire gli eccessi di tale manifestazione.

Per tutto il periodi Carnevale in tutte le strade della città erano comunque sempre presenti affollatissime bancarelle che vendevano fritti., soffritti, frutti di mare, sorbetti ,dolciumie leccornie di ogni tipo.

 

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