Se oggi la costiera amalfitana rappresenta una delle mete turistiche più ambite della Campania per i suoi paesaggi di innegabile fascino e suggestione, nel medioevo Amalfi era una delle Repubbliche marinare più potenti, in competizione con le grandi repubbliche di Venezia, Pisa e Genova per acquisire sempre più potere e ricchezza. Il Mediterraneo era dominato dalle navi mercantili di Amalfi che si spingevano fino in Africa, in Cina e Costantinopoli e riportando in Europa nuovi modelli e nuove tecniche di lavorazione come ad esempio la produzione della carta.

Amalfi marittima si trova ai piedi di una valle fluviale chiamata valle dei mulini poiché, proprio nel medioevo, rappresentava la zona industriale della città per la presenza di mulini azionati ad acqua utili alla produzione della prestigiosa carta, conosciuta ancora oggi come la carta Amalfi. La zona è nota anche come valle delle ferriere per la presenza di ruderi di ferriere risalenti al medioevo.

Museo della carta di Amalfi

La storia racconta che la produzione della carta ha origine in Cina nel I secolo d.C. ma solo mille anni dopo questa tecnica si è diffusa in Europa, sostituendo definitivamente le pergamene romane. Il ritardo di tale tramando è dovuto semplicemente alla posizione geografica e culturale della Cina, ben lontana da quella Europea. Ma le prime repubbliche marinare a sviluppare un rapporto con questa cultura così diversa sono state proprio le potenze di Venezia, Pisa, Genova e Amalfi ed è proprio grazie alle potenti navi campane che il segreto della produzione della carta è arrivato a noi. In breve tempo Amalfi divenne la più grande produttrice di carta d’Italia.  Sono almeno 11 le cartiere risalenti al XII e al XIII  secolo ed alcune di queste sono state operative fino al 1700-1800 quando purtroppo, le difficoltà legate al luogo ed i limiti dei mulini ad acqua hanno reso questa attività difficile da sostenere.

Con l’avvento poi di un maremoto che spazzò via gran parte delle cartiere, Amalfi iniziò a perdere il suo potere riducendosi nuovamente ad essere un semplice villaggio di pescatori.

 

La valle dei mulini (o delle ferriere) è, ad oggi,  un sentiero escursionistico che permette di conoscere la storia di Amalfi e contemporaneamente osservarne i paesaggi suggestivi, i torrenti e la folta flora locale.

L’escursione inizia partendo dal Borgo di Pontone, piccola frazione di Scala. Già da questa altezza è possibile godere di splendide vedute paesaggistiche ma, addentrandosi nel sentiero, si viene circondati da un paesaggio montuoso fatto di piccoli ruscelli attraversati da tronchi di legno pedonali, ponti e gradini in pietra.

Per quasi tutto il percorso si è circondati dal suono, dallo scroscio delle cascate le cui acque, defluendo nel fiume Canneto, in passato alimentavano i mulini delle cartiere. In queste acque gelide è possibile immergersi per un bagno; le cascate infatti sono abbastanza basse da permettere una tranquilla pausa rinfrescante.
Man mano che si prosegue il percorso, si arriva alla sommità della valle ed il paesaggio cambia aspetto, si cammina  tra una folta vegetazione, tra felci di ogni specie e muschi… sembra quasi di essere ai tropici ed infatti, poco prima di giungere all’apice del percorso, si trova una riserva naturale di una varietà preistorica di felci: le woodwardia radicans.
Da qui, seguendo il fiume Canneto, inizia il percorso che scende verso Amalfi lungo il quale si possono ammirare le rovine delle cartiere.
Alcune risalgono al XII e al XIII secolo quando questa valle rappresentava un importante centro per la produzione della carta per la Repubblica di Amalfi. Alcune di queste cartiere sono state operative fino al 1700-1800 poi purtroppo, le difficoltà legate al luogo ed i limiti dei mulini ad acqua hanno reso questa attività difficile da sostenere.  Limoneti ed altre coltivazioni accompagnano la parte finale del sentiero il quale si conclude nel paese, a pochi passi dalla spiaggia per godersi ancora per qualche ora il mare, il sole e la bellezza della costiera amalfitana.

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