La bella piazza e’ circondata da storici edifici tra i quali al civico 30 spicca il Palazzo Calabritto fatto realizzare tra fine 600 ed inizio 700 dal duca Tuttavilla di Calabritto . Il palazzo, piacque talmente  tanto al re Carlo di Borbone che lo volle acquistare per se a tutti i costi .
Tra l’800 e il 900 fu sede del prestigioso Circolo Nazionale i cui balconi erano sempre gremiti di gentiluomini della migliore nobilta’napoletana che qui gustavano la famosa cucina del < < monsu’ >> Cunfetiello ; il circolo era cosi’ elitario che per molti anni un nobile napoletano non vi venne ammesso , perche’ a causa della sua corporatura obesa , avrebbe sfigurato, affacciato ai balconi – vetrina della sede.
Nel palazzo vissero anche gli eroici fratelli Florestano e Guglielmo Pepe.
Altro importante edificio e’ il Palazzo Partanna che fu abitato da Lucia Migliaccio , vedova del principe di Partanna Benedetto Grifeo , una nobildonna che  il re  Ferdinando IV sposo’ morganaticamente .
Il palazzo fu reso famoso dai duchi d ‘Ascoli che qui’ erano soliti ricevere la regina Elena .
Nel 1930 il Palazzo divenne sede dell’Unione industriali e sede prestigiosa della redazione del quotidiano < la repubblica >.
Nel centro della Piazza sorge un monumento in memoria dei martiri delle quattro rivoluzioni napoletane . Il monumento fu progettato da Enrico Alvino e prevedeva inizialmente la presenza di quattro leoni con al centro l’antica colonna di granito grigio dedicata a Santa Maria della Pace che era stata qui ‘ fatta innalzare dal re Ferdinando II.
Alvino trasferì poi la statua della Madonna della Pace in San Giovanni Maggiore e fece invece apporre sulla sommita’ della colonna la statua delle virtu’ dei Martiri ,( che rappresenta le ” virtù dei martiri ” ) opera dello scultore sannita Emanuele Caggiano.

Ciascuno dei quattro leoni del monumento ha un significato : quello morente raffigura i caduti repubblicani del 1799 ; quello trafitto dalla spada è in onore dei carbonari caduti nel 1820 ; quelli dall’aspetto più feroce rappresentano rispettivamente i liberali morti nel 1848 ed i garibaldini caduti nel 1860.

E’ da notare che il monumento un tempo era cinto da un’inferriata e da piccoli lampioni di abbellimento oggi non più esistenti , perchè rimossi per il programma autarchico ” ferro alla Patria ” attuato dal governo fascista nel 1941.

Una traversa di Piazza dei Martiri e’ denominata Via Santa Maria a Cappella Vecchia in memoria di un’antichissima cappella che fu dedicata alla Vergine sin dai tempi di affermazione del cristianesimo . Nel XVI secolo , questa cappella divenne abbazia e nel 1635 una nuova chiesa venne edificata accanto ad essa ( Santa Maria a cappella nuova ).
L’abbazia antica cesso’ di esistere nel 1788 e fu in parte adibita a scuola e in parte trasformata in palazzo dal marchese Giuseppe Sessa.
Il palazzo Sessa fu sede dell’Ambasciata d’Inghilterra e dimora di Sir William Hamilton e di sua moglie Emma Lyon , protagonista di primo piano della vita culturale del 700 napoletano dove si distinse in particolare come studioso di scienze naturali e collezionista di antichita’ .
Ricevette nella sua nobile dimora , illustri ospiti , tra i quali ricordiamo Mozart ,Goethe e il generale Orazio Nelson ( che fu amante di lady Emma Lyon).
Nell’800 con la costruzione di Palazzo Nunziante fu abbattuta anche la chiesa di Santa Maria a Cappella Nuova e il titolo Abbazziale passo’ alla chiesa delle Crocelle di Chiatamone.
In questa via e’ stato individuato in una gigantesca cavita( alta fino a 30 metri ) scavata nel tufo che era un Mitreo , cioe’ il luogo di culto dove si venerava il Dio Mitra Mithra , una divinita’ di origine indiana e persiana la cui religione era tra le più ‘ diffuse nell ‘ antichita .
Questa grande cavita’ dopo aver ospitato un tempio di cui e ‘ possibile vedere in un disegno del 1764 di antonio cardon , fu a lungo utilizzata come cava di tufo e poi come luogo di lavorazione per i cordai ( gli spagari ) e perfino sfruttata come abitazione per i più ‘ poveri
Oggi la maestosa cava greca sede dell ‘ antico cultoe’ un garage -parcheggio privato .
Sul lato sinistro di Palazzo Calabritto , ha inizio una via che anticamente era chiamata della Pace , in riferimento alla statua della Madonna della pace che si trovava sulla sommita’ della colonna sita al centro della Piazza .
La via oggi dedicata a Domenico Morelli , fu voluta da Ferdinando II nell’ambito di un maestoso progetto per collegare ( anche tramite un traforo ) la caserma di Cavalleria di largo Ferrandina al Palazzo Reale.
Il piano di realizzazione vide progettata da Antonio Nicolini , la costruzione della Galleria della Vittoria , scavata sotto il Monte Echia , e la progettizzazione da parte di Enrico Alvino di ampie strade per meglio favorire lo spostamento delle truppe accasermate in Via Morelli e nella zona della Cavallerizza , verso il palazzo reale.
Alvino disegno’ anche l’ imponente edificio che gli commissiono ‘ il generale Nunziante ( civico 7-15) duca di Migliano che aveva sposato TeresaTuttavilla di Calabritto e la vicina annessa cappella nella quale si puo’ ancora oggi ammirare la ‘ Madonna Assunta’ di Domenico Morelli , celebre pittore che abitava questa strada al civico 27 , commemorato da una lapide.
Allo stesso civico , commemorato anch’egli da una lapide visse Filippo Palizzi.
Via Morelli e’ una strada che conduce verso la zona del Chiatamone , toponimo derivato dal greco platamon che sta ad indicare una rupe scavata di grotte .
Il toponimo sta ad indicare esattamente come si presentava la zona fino a 1565 , quando queste grotte , teatri di ritrovi e orge scandalose vennero chiuse.
Le grotte , chiamate platamoniche erano ben note agli antichi ( platamoniae priapee ) per le grandi feste orgiastiche dedicate a Priapo e a Venere che vi si svolgevano.
La bella strada del Chiatamone , un tempo vicinissima al mare , nonostante la chiusura delle grotte fu in tempi antichi luogo appartato e boscoso , tanto che in epoca vicereale fu apposta una lapide che vietava alle coppie di rifugiarvisi.
In questa zona , come in tutti i luoghi dove proliferavano e persistevano riti pagani orgiastici , vi fu presto costruito un edificio ecclesiastico per meglio combattere i demoni locali .
Venne quindi edificata la chiesa dei frati Crociferi (ordine religioso nato per l’assistenza gli ammalati ) e da allora in poi la zona fu detta delle” Crocelle ” , toponimo derivato dalla croce portata sulla tonaca dai frati Crociferi e che fini’ col riguardare la stessa chiesa dedicata all’Immacolata Concezione , ma volgarmente detta ‘ delle Crocelle’
Il Chiatamone fu pure sede di Alberghi , dei quali il piu’ famoso fi indubbiamente quello settecentesco delle Crocelle ( di proprieta’ dei frati Crociferi) che fu dimora di Maria Clotilde di Savoia e ospito’ lo scrittore e noto seduttore Giacomo Casanova , il conte Shawronskj ( che lo affitto’ per intero e lo arredo’ a suo gusto) , il musicista Giuseppe Verdi e tanti altri personaggi illustri . Ai primi del 900 ebbe dimora in via Chiatamone anche Alexandre Dumas .
La zona era in passato anche famosa per i bagni termali di acqua bicarbonato alcalino – ferruginosa ma sopratutto per la nota bisca di Sara Goudar , moglie di Ange Goudar , al quale era stata presentata dallo stesso Casanova .
I coniugi Goudar , durante la loro permanenza napoletana , sotto il Regno di Ferdinando IV , furono molto noti in citta’ , perché’ Sara , divenne l’amante del re , mentre Ange Goudard, sperando di poter assumere un’ importante carica pubblica scrisse un approfondito saggio di pianificazione politica ed economica ( pubblicato nel 1769 ) presentato come un vero e proprio programma economico nazionale.
Quando pero’ , Maria Carolina , arciduchessa d’Austria e consorte legittima del re , venne a conoscenza della relazione del marito con Sara Goudar fece si che i due coniugi fossero immediatamente cacciati dal regno , dando ordine di mettere al rogo tutte le copie del libro di Ange Goudar .

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