Lasciandoci alle spalle il bel campanile della chiesa di S.Pietro a Majella, giungiamo in piazza Miraglia e immediatamente mi viene in mente il gran sconforto che dovette provare Benedetto Croce quando dovette assistere allo scempio dell’abbattimento dei due grandi monasteri: quello della Croce di Lucca e sopratutto quello della Sapienza.
Si, proprio così ( roba da non credere..) ma il primo policlinico di napoli è sorto a partire dal 1899  proprio in un’ampia area del centro storico occupata da ben 2 monasteri, entrambi ricchi di opere d’ arte, pregevoli affreschi e dipinti ( fate silenzio, vi prego, non lo raccontate in giro per l’Europa altrimenti ci pigliano per pazzi…)
L’abbattimento di queste strutture provocò la sdegnata opposizione di Benedetto Croce il quale si scagliò con fermezza contro la distruzione del grande patrimonio costituito dalle strutture monastiche e in particolare nel 1903 si appellò al sindaco Luigi Miraglia dalle pagine della rivista ” Napoli Nobilissima
Ma nonostante tutto i conventi furono abbattuti insieme a 2 palazzi nobiliari (palazzo d’ Aponte e palazzo De Curtis ) per costruire al loro posto parte del policlinico.
La veduta delle cliniche universitarie inevitabilmente accende un tono polemico difficile da controllare e una domanda mi viene in mente: ma veramente non c’era nessun altro posto a Napoli dove costruire delle cliniche universitarie ??? ……e proprio nel centro storico ??? …. e proprio radendo al suolo un patrimonio storico ????

La rabbia aumenta se poi scopri che negli anni 70 del 1900 fu costruito un secondo policlinico in quella che oggi è la zona ospedaliera ( forse servivano più cattedre da assegnare ) e se scopri che è destinata nel tempo ad essere abbattuta per essere sostituita ( speriamo ) da un grande parco archeologico, dal momento che al di sotto di essa sono conservati resti dell’ antica Neapolis in particolare dell’acropoli ( aggiungi il danno alla beffa ).

La realizzazione del grande Parco Archeologico già approvato per la riqualificazione urbanistica dell’area giace purtroppo in qualche scaffale o sopra qualche scrivania coperta da centimetri di polvere e speriamo che non diventi muffa .

Nonostante l’ università sia destinata a cambiare sede e finalmente giungere nel luogo assegnato ( ricordiamo che si tratta dell’università di Caserta ) si continuano a sperperare soldi in lavori di ristrutturazione di interi reparti (è come se noi ristrutturassimo casa nostra sapendo di dover cambiare abitazione entro pochi mesi ).Nel frattempo la sede universitaria  cambia il nome (Luigi Vanvitelli in sintonia con Caserta) ma resta a Napoli ( (potere dei grandi baroni ) e Caserta aspetta ……….

AH ! Dimenticavo. Hanno pure fatto un nuovo logo spendendo una cifra assurda e inimmaginabile .Che sperpero !!!!!

Il monastero era di notevole estensione con preziosi affreschi, dipinti su tela e fregi ed era stato fondato da Maria Carafa – sorella di Giovanni Pietro Carafa cioè papa Paolo IV noto per la brutale e feroce attività inquisitoria dell’epoca.
La realizzazione delle cliniche universitarie, diede luogo ad un grande sventramento che deturpò l’impianto millenario della città graco- romana e comportò la demolizione di tutto il monastero della Sapienza e di quello attiguo della Croce di Lucca , entrambi ricchi di opere d’ arte .
Rimase soltanto la Chiesa di Lucca ( mutilata dell’abside ) salvata grazie al prodigarsi di Benedetto Croce.
La chiesa della Sapienza doveva essere abbattuta ma alla fine Croce fece il miracolo e fu decisa la conservazione.
La chiesa della Croce di Lucca (XVII secolo ) è dedicata al crocifisso ( volto santo ) del Duomo di Lucca di epoca medievale che raffigura cristo vestito con una tunica.
Un dipinto di questo crocifisso lo troviamo nella vicina chiesa di S. Pietro a Majella.
Nel luogo dov’è situata la chiesa preesisteva in epoca greco-romana un’antica porta detta Porta Puteolana (verso Pozzuoli) e accanto alla porta vi erano 2 torri.
La chiesa di Santa Maria della Sapienza mostra una bella facciata (opera del Fanzago con abbellimenti in marmo bianca del Lazzari).
Alla rivista Napoli Nobilissima dobbiamo la loro presenza mentre la piazza è dedicata a colui che allora sindaco non si è opposto allo scempio monastico .
Esempio di come i politici possano veramente far del male, a memoria la targa che titola la piazza sia per tutti almeno un ricordo del grande scempio storico- artistico .

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