Giuseppe Patroni Griffi,detto Peppino, è stato uno degli intellettuali più versatili e spregiudicati della sua epoca, capace di attraversare con eguale talento letteratura, teatro, cinema e televisione.
Egli tra narrazione e rappresentazione, con la sua opera considerata un’inesauribile indagine dell’animo umano, ha messo in scena e raccontato, senza pudori, la fragilità dei sentimenti, l’ambiguità del desiderio, le crepe della borghesia e l’identità come continua metamorfosi.
Nato a Napoli nel 1921, in una famiglia nobile e colta,rimasto orfano di padre in giovane età, cresce immerso nella letteratura francese e russa custodita nella biblioteca del nonno. La sua passione per la scrittura nasce presto e si alimenta nelle aule del liceo Umberto I, dove stringe legami con futuri protagonisti della cultura italiana come Antonio Ghirelli, Raffaele La Capria, Francesco Rosi e Maurizio Barendson.
Insieme formarono un gruppo vivace e curioso, che diverrà noto come “i ragazzi di Chiaia”.
Durante l’università a Napoli, comincia a scrivere per la rivista “IX Maggio” e prende parte alla Compagnia degli Illusi, un gruppo teatrale di giovani intellettuali dal tono critico nei confronti del regime fascista. L’esperienza a Radio Napoli nel 1944 gli permette di sviluppare un forte senso del ritmo narrativo e della parola recitata, qualità che segneranno tutta la sua carriera.
Durante la guerra, comincia lavorare in radio e scrive i suoi primi racconti. Nel dopoguerra partecipò insieme aRaffaele La Capria, Pasquale Prunas, Anna Maria Ortese e Domenico Rea, alla fondazione della rivista culturale “Sud”, un luogo di fermento intellettuale dove pubblicò i suoi primi testi letterari. In uno di questi, Ritratto di giovane, racconta con grande delicatezza una storia d’amore omosessuale, in un’epoca in cui nessuno osava farlo.
N.B. La sede della redazione di questa rivista fu la sua casa romana.
Negli anni Cinquanta si avvicina al teatro. Scrive testi profondi e raffinati, spesso incentrati sulle contraddizioni dei sentimenti e dei legami umani. Il suo primo grande successo fù la commedia D’amore si muore,interpretato dalla Compagnia dei Giovani. Lì cominciò anche una lunga amicizia e collaborazione con Franca Valeri.
Da quel momento la sua carriera prese il volo.
Negli anni Sessanta continuò a scrivere per il teatro e cominciò anche a lavorare nel cinema, come sceneggiatore e regista. Nel 1962 debuttò come regista con il film Il mare, seguito da Addio fratello crudele, La gabbia e altri.
Le sue opere più note di questo periodo sono Anima nera e Metti, una sera a cena, storie intense, eleganti, spesso provocatorie con dialoghi affilati e un’atmosfera decadente, perfetta per raccontare i giochi perversi della borghesia.
Nel suo cinema si respira un’aria sofisticata, malinconica, piena di domande senza risposte.
Parallelamente scrisse sceneggiature per registi importanti: Rosi, Zurlini, Lattuada, Visconti. Il suo cinema, elegante e raffinato, cercava di scavare nell’animo dei personaggi, spesso tormentati, solitari, inquieti.
Ma è sul palcoscenico che Patroni Griffi dà il meglio di sé. Ama la parola, il ritmo, la verità nascosta nei silenzi. Dirige grandi attori, mette in scena i classici con sguardo moderno e profondo. Il suo teatro è colto ma mai pesante, raffinato ma vivo.
Nel 1975 pubblica Scende giù per Toledo, uno dei suoi romanzoi più noti ,ambientato a Napoli, poetico e struggente, che diventerà un cult. Seguiranno, La morte della bellezza, forse il suo libro più amato: una storia delicata e malinconica di giovinezza e identità e infine il romanzo Del metallo e della carne ,un’ opera intensa, scritte con uno stile limpido e sensuale.
Negli anni successivi si dedica anche alla lirica e alla televisione.
Negli anni ’90 curò nuove regie teatrali, lavorò su testi di Eduardo De Filippo,e allestì opere liriche e spettacoli memorabili come la Traviata a Parigi (2000), trasmessa in mondovisione e premiata con un Emmy Award.
Nel 2002 viene chiamato a dirigere il Teatro Eliseo di Roma, un luogo a lui caro. Continua a lavorare fino alla fine. Il suo ultimo spettacolo, Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller, va in scena nel 2003. Due anni dopo, nel dicembre del 2005, si spegne a Roma.
Gli fu intitolato, in suo onore il Piccolo Eliseo, un teatro che aveva segnato molte tappe della sua carrierae a lui molto caro.
Libero intellettuale di costituzione anticonformista e nobile discendenza, il grande Giuseppe Patroni Griffi è stato un artista totale: scrittore,romanziere, drammaturgo, autore teatrale, regista cinematografico e direttore artistico del teatro Eliseo di Roma.
La sua opera è attraversata dalla la ricerca dell’amore, della bellezza, della verità, anche quando fanno male. Nei suoi personaggi c’è sempre una ferita, un’ombra, un desiderio. E nella sua arte, uno sguardo raffinato, provocatorio e mai banale.
Opere principali
📚 Romanzi e narrativa:
-
Ragazzo di Trastevere (1949)
-
Scende giù per Toledo (1975)
-
Gli occhi giovani (1977)
-
La morte della bellezza (1987)
-
Del metallo e della carne (1992)
🎭 Teatro:
-
D’amore si muore (1958)
-
Anima nera (1960)
-
In memoria di una signora amica (1963)
-
Metti, una sera a cena (1967)
-
Persone naturali e strafottenti (1974)
-
Prima del silenzio (1979)
-
Gli amanti dei miei amanti sono i miei amanti (1982)
🎬 Cinema (regie):
-
Il mare (1962)
-
Metti, una sera a cena (1969)
-
Addio, fratello crudele (1971)
-
Identikit (1974)
-
Divina creatura (1975)
-
La gabbia (1985)
📺 Televisione:
-
Tosca (1992)
-
La romana (1988)
-
La Traviata à Paris (2000)