L’Amerigo Vespucci è oggi considerata la nave più bella del Mondo.

A sancire questo riconoscimento fu un incontro, diventato poi leggenda, che avvenne
nel 1962 al largo del Mediterraneo,quando la portaerei americana USS Independence incrocio’ la nave italiana Amerigo Vespucci.
L’americana spense i motori, suono’ tre volte la sirena e dopo aver emanato un segnale luminoso esclamò la frase : «Chi siete?», la prima risposta fu : «Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana». La risposta successiva è nota ancora oggi: “Siete la nave più bella del Mondo“.

E bella lo è davvero in ogni suo dettaglio: lunga al galleggiamento 82 metri, ( ma tra la poppa estrema e l’estremità del bompresso si raggiungono i 101 metri ) larga nel suo punto massimo di scafo 15,5 metri, ( che arrivano a 21 metri considerando l’ingombro delle imbarcazioni, che sporgono dalla murata e a 28 metri considerando le estremità del pennone più lungo, il trevo di maestra ) essa può’ raggiungere velocità ragguardevoli, con un “record” di 14,6 nodi con immersione massima pari a 7,3 metri
Dotata di quattro alberi con le vele in tessuto tirate su e giù ancora a mano da fasciami di corde spesse, raggiunge una superficie velica totale (24 vele) pari a circa 2635 metri quadri.
Ricoperta in legno su l’intero ponte e cassero e fiancate ricoperte di decori fatti con foglia d’oro zecchino, la nave e’ caratteristica da polene ( decorazioni) fatte di da fregi a prora e arabesco in poppa che conferiscono alla struttura l’aspetto elegante e maestoso che le vale l’ appellativo di “ regina dei mari “

N.B. In questo caso la polena in bronzo dorato che si trova a prora della nave è più di una semplice decorazione ; essa rappresenta lo spirito stesso della nave raffigurando l’esploratore fiorentino da cui prende il nome la nave : essa incarna l’audacia lo spirito d’avventura del veliero .

L’unità è dotata di ben 11 imbarcazioni: due motoscafi, di cui uno riservato al Comandante, due motobarche, due motolance, quattro palischermi a vela e a remi, utilizzati per l’addestramento degli Allievi, e la baleniera, anch’essa a remi e a vela, tradizionalmente riservata al comandante con un armo di soli Ufficiali. Il dislocamento a pieno carico è pari a 4100 tonnellate.

La decisione di costruire l’Amerigo Vespucci venne assunta nel 1925, per sostituire l’omonima nave scuola della classe Flavio Gioia ; un incrociatore a motore e a vela oramai prossimo alla radiazione, che fu posto in disarmo nel 1928 e ormeggiato nel porto di Venezia per essere adibito ad asilo infantile ad asilo infantile riservato agli orfani dei marinai.

Realizzato e poi allestita presso il Regio Cantiere Navale di Castellamare di Stabia, la bellissima nave a vela Amerigo Vespucci venne poi varata il 22 febbraio 1931, e consegnata alla Regia Marina il 26 maggio 1931 insieme alla nave gemella Cristoforo Colombo che, donata dopo la Seconda guerra mondiale ai russi, finì per trasportare carbone e poi fu demolita. Motivo per cui oggi attualmente l’Amerigo Vespucci è la più anziana nave della Marina Militare ancora in servizio.

Essa viene oggi usato principalmente come nave scuola per i cadetti dell’Accademia di Livorno, ma viene comunque utilizzata anche come «un’ambasciata galleggiante», considerato che la nave ha un ruolo di rappresentanza dell’Italia nel mondo, e ad ogni tappa si svolgono incontri ufficiali con le istituzioni dei diversi Paesi.
I suoi meravigliosi arredi interni ed il suo famoso salottino realizzano infatti quella zona di rappresentanza in cui da decenni si ospitano ambasciatori e capi di Stato.

N.B. Nello stesso si trova infatti anche il librone dei visitatori illustri che lasciano traccia del loro passaggio con una foto di rito e un pensiero vergato a mano.

La nave a vela realizzata e allestita presso il Regio Cantiere Navale di Castellamare di Stabia, oltre che rappresentare in giro per il mondo l’immagine gloriosa del cantiere navale di Castellammare, considerato per molti secoli l’industria più importante del Meridione, svolge infatti fin dalla sua entrata in funzione avvenuta il 6 giugno del 1931 l’ importante funzione di attività addestrativa (ad eccezione del 1940, a causa degli eventi bellici, e degli anni 1964, 1973 e 1997, per lavori straordinari), principalmente a favore degli allievi dell’Accademia Navale, ma anche degli allievi del Collegio Navale, ora Scuola Navale Militare “Francesco Morosini”, degli allievi nocchieri, nonché di giovani facenti parte di associazioni veliche, quali la Lega Navale Italiana, la Sail Training Association – Italia ed anche l’ANMI.

Solo osservandola da vicino in mare potrete comunque cogliere la bellezza di questa nave a vela che fu progettato insieme al gemello Colombo (sebbene di dimensioni diverse ) nel 1930 dall’ingegnere foggiano Francesco Rotundi , tenente colonnello del Genio navale e direttore dei Regi cantieri navali di Castellammare di Stabia .

Lo scafo è del tipo a tre ponti principali, continui da prora a poppa (di coperta, di batteria e di corridoio), più vari ponti parziali (copertini); possiede due sovrastrutture principali, il castello a prora e il cassero a poppa, che si elevano sul ponte di coperta ma che idealmente ne sono la continuazione.
Il caratteristico colore bianco e nero sottolinea il richiamo al passato: le fasce bianche in corrispondenza dei ponti di batteria e corridoio ricordano infatti le due linee di cannoni del vascello ottocentesco alla cui tipologia il progettista si era ispirato.
A prora della nave si trova la polena, che rappresenta Amerigo Vespucci, realizzata in bronzo dorato. Caratteristica della nave sono i fregi di prora e l’arabesco di poppa, in legno ricoperti di foglia d’oro zecchino.

Vero punto di forza dell’Amerigo Vespucci resta comunque il suo equipaggio, composto da 264 militari, di cui 15 Ufficiali, 30 Sottufficiali, 34 Sergenti e 185 Sottocapi e Comuni, suddiviso nei Servizi Operazioni, Marinaresco, Dettaglio/Armi, Genio Navale/Elettrico, Amministrativo/Logistico e Sanitario. Durante la Campagna di Istruzione l’equipaggio viene a tutti gli effetti integrato dagli Allievi (circa 100 l’anno) e dal personale di supporto dell’Accademia Navale, raggiungendo quindi circa 400 unità.
L’infermeria è piuttosto un piccolo ospedale: c’è il medico chirurgo, il dentista, una psicologa, infermieri, un laboratorio per i prelievi, una sala operatoria e la macchina per le radiografie». Un angolo davvero singolare è il cosiddetto “giardino” da cui si accede dal salottino del comandante. Si tratta di un balconcino con piante officinali, tra cui rosmarino e limone, eredità di quando non esistevano i farmaci di sintesi e durante la navigazione si curavano le malattie con le erbe officinali.



Il Vespucci insomma portando con sé l’identità della città e del cantiere, nel suo continuo girovagare per i mari di tutto il mondo, ha non solo formato tanti giovani allievi ufficiali che hanno affermato l’immagine nazionale e della Marina Militare all’estero, ma impegnandosi in continue formativa-addestrativa, si è ‘ trasformata nel tempo in una nave scuola simbolo della marineria italiana.

La nave, considerata onore e vanto di Castellammare di Stabia, ha infatti un ruolo di rappresentanza dell’Italia nel mondo, presentandosi in molti dei più importanti porti del mondo in particolari occasioni come ad Auckland nell’ottobre 2002 in occasione della 31 edizione dell’America’ Cup, ad Atene nel 2004 per le Olimpiadi e a Portsmouth nel 2005 per la commemorazione della battaglia di Trafalgor dove ha avuto un ruolo di primo piano.

Il motto della nave, ufficializzato nel 1978, è «Non chi comincia ma quel che persevera» ed esprime la sua vocazione alla formazione e addestramento dei futuri ufficiali della Marina Militare. I precedenti motti sono stati: «Per la Patria e per il Re»; sostituito nel 1946 con «Saldi nella furia dei venti e degli eventi»

 

In queste occasioni ad ogni tappa si svolgono incontri ufficiali con le istituzioni dei diversi Paesi.

N.B. In occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960 l’Amerigo Vespucci ha trasportato via mare la fiamma olimpica dal Pireo a Siracusa .

Per concludere possiamo con certezza dire che ci troviamo di fronte all’ennesima opera di orgoglio napoletano nel Mondo

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