Situata nei pressi del Castel Capuano e della chiesa di Santa Caterina a Formiello, l’imponente Porta  Capuana ha sempre rappresentato il punto di ingresso dei vari conquistatori della nostra città .

Progettata e costruita nel 1484 durante il regno di Ferrante d’Aragona dall’architetto fiorentino Giuliano da Maiano .il magnifico arco trionfale rinascimentale . costituito da un elegante marmo bianco  fu realizzato come parte delle nuove fortificazioni volute per proteggere l’est della città. Quelle due poderose torri cilindriche che vedete al  fianco dell’arco marmoreo sono denominate Onore e Virtù.

La zona che si estende intorno  a quella che possiamo considerare una delle testimonianze storiche più affascinanti della città di Napoli è  un mosaico di botteghe, mercati, street art e cultura popolare. Ci troviamo infatti nel cuore del quartiere vicaria tra le voci strillanti del vicino mercato  di Porta Nolana che rappresenta una tappa imperdibile per gli amanti del pesce.  Questo mercato risulta infatti  il più affollato di tutta Napoli nell’ambito dei prodotti ittici sopratutto perchè ogni giorno offre specialità ittiche diverse ma soprattutto primo pescato e paranza di giornata. Qui è possibile trovare tutti i tipi di pesce: dalle orate alle pezzogne, dagli astici alle aragoste, ai frutti di mare ed a quell’mmancabile  specialità del luogo che sono  polpo e le  cozze.

Questo in coerenza con la nobile attività di purparo, cioè di somministrazione del corroborante bror’ ‘e purp’, bollente e carico di pepe,e la famigerata zuppa di cozze con salsa forte alla napoletana. cioè un tipico piatto partenopeo, ed è una delle ricette piú utilizzate per la preparazione delle cozze, dopo l’impepata di cozze.
Questo deve  contenere, oltre alle cozze, le maruzze di terra (lumache), sebbene molti le omettano e aggiungano, invece, frutti di mare assortiti e crostacei, le ranfe (tentacoli) di polpo lesso e soprattutto, il forte (l’olio rosso piccante). Sul fondo della scodella, va riposta la fresella, un biscotto di grano che viene intriso sia con il condimento delle cozze, mescolato a quello della bollitura del polpo, sia con l’olio piccante. La fresella deve essere morbida e l’olio rosso va versato fin’a quanno s’o tira, cioè fino al punto in cui il biscotto riesce ad assorbirlo.

Le origini del brodo di polpo pare risalgono all’antica Grecia, per arrivare a Napoli intorno al XIV secolo: un piatto povero che serviva per ingannare la fame dei meno abbienti, come contraltare alla tavola dei ricchi dove invece si serviva il brodo di carne .

 

Nel tempo “o bror ‘e purp” ha conquistato anche la mensa dei ricchi, per gusto e per tradizione. Del brodo di polpo ne ha parlato persino Giovanni Boccaccio, in una lettera del 1339 indirizzata all’amico Francesco Bardi, dove racconta che in occasione della nascita di un bambino (forse il figlio illegittimo dello stesso Bardi) i parenti avevano comprato un polpo e lo avevano inviato alla puerpera, la quale affinandolo alle compari  si era poi occupata di cuocerlo e di preparare il brodo.

Erano le donne infatti le addette al mestiere, quelle cioè che in strada cucinavano il polipo e lo vendevano al popolo affamato. Lo racconta anche Matilde Serao nel “suo libro “Il ventre del mistero “:  “Con due soldi si compera un pezzo di polipo bollito nell’acqua di mare, condito con peperone fortissimo: questo commercio lo fanno le donne, nella strada, con un focolaretto e una piccola pignatta”,

NB Questo si legge nel celebre libro nato come lettera indirizzata da Matilde Serao a De Pretis, allora capo del governo, per lmettere in evidenza e condizioni igieniche  assolutamente disastrose in cui versava allora la nostra città ed in particolare la plebe.

Molto è cambiato da allora, come i pentoloni giganti che affollavano i vicoli di Napoli, del tutto scomparsi assieme ad altre storiche figure come “il tarallaro” e “lo zeppaiulo”. Un po’ a causa delle rigide norme igieniche imposte dalla Comunità Europea, un altro po’,  perché soppiantati dai vari Pizzettari “e Friggitorie ci cuoppi e panzarotti  o rivenditori di babà e sfogliatelle ricce e lisce, preferiti dalle nuove generazioni. Eppure, in alcuni angoli di Napoli, c’è ancora qualcuno che prepara “o bror e purpo”: alle spalle di Porta Capuana, ocomunque, nella zona della Pignasecca .

CURIOSITA:Nella notte dell’antivigilia, tra il 23 e il 24 dicembre, il mercato di Porta Nolana si anima ulteriormente con un’intera nottata dedicata all’acquisto del capitone e del baccalà da cucinare al cenone di Natale. Si tratta di un vero e proprio rito e tappa irrinunciabile per i napoletani.

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