A Pietro Angeleri , Celestino V, è dedicata la chiesa di San Pietro a Majella, all’inzio del decumano maggiore.
La personalità di Celestino V ha dato luogo a molti dibattiti.
Dante Alighieri , lo annoverò tra i vili della storia definendolo ” colui che fece per viltade il gran rifiuto ”
Petrarca invece ritenne che, dotato di alta spiritualità, non avrebbe mai potuto attendere ai doveri papali, così lontani all’epoca dai principi morali.
Morto il papa Niccolò IV, la chiesa era rimasta bloccata nell ‘ elezione del nuvo papa per lungo tempo ,non riuscendo il conclave a decidere tra un cardinale Caetani ed un Colonna.
Carlo II d’ Angiò partecipò attivamente alla vicenda recandosi personalmente a Perugia per sollecitare la nomina del nuovo papa. Il cardinale Malafranca per sbloccare la situazione su consiglio del re angioino propose il nome di un frate eremita che viveva sui monti della Majella in Abruzzo . Il re , collocando sul trono papale persona di sua fiducia pensava di poterne poi ricavare vantaggi di ogni genere e incominciò a sbanderiare presso il conclave una profezia del frate di grandi sciagure in caso di ulteriore ritardo nell’ elezione del papa.
Il conclave , allora, considerata la tarda età di Pietro Angeleri , e ritenendo ciascun cardinale di poter facilmente manovrare l ‘ ingenuo frate , lo elesse all’unanimità papa, col nome da lui scelto di CELESTINO V.
Immediatamente ,il re di Napoli si recò a Morrone ad acclamare il nuovo papa che a cavallo di un asinello fu trasportato a l’ AQUILA , Dove fu incoronato nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio.
Pietro da Morrone era una persona semplice con scarsa personalità lontana dai giochi di potere di potenti vescovi e schivo da qualsiasi lusso,, che accettò forzatamente e a malincuore il soglio papale durante il cui breve periodo non fece altro che pregare ininterrottamente .
Celestino V resistette infatti solo 4 mesi sul trono papale.
Il monarca angioino esercitò su di lui un vero e proprio plagio inducendolo a trasferire la sede papale presso la corte napoletana , dove lui scelse una stanza misera e spoglia , mentre le nomine dei nuovi cardinali furono tutte di personaggi francesi o fautori della politica angioina.
Al povero nuovo papa la curia incominciò così ad esercitare forti pressioni invitandolo a ritornare sulle montagne e a rinunciare con le buone o con le cattive al trono papale .
E fu così che ii 13 dicembre 1292 CelestinoV, convocato il concistoro annunciò le dimissioni.
Il cardinale Caetani , in un colloquio riservato subito trovo’ un accordo con il re angioino per futuri reciproci vantaggi e il 24 dicembre successivo fu così eletto papa col nome di BONIFACIO XIII.
A questo punto , temendo per la sua vita , Pietro fuggi tentando di raggiungere la Grecia , ma una tempesta lo fece naufragare sulle coste del Gargano.
Per un pò di tempo, sperando di non essere trovato trascorse eremitaggio campestre , ma fu localizzato , prelevato dal governatore di Vieste , a nome di Bonifacio VIII ed imprigionato nel castello di Fumone, dove morì nel 1296.
Pare che un ‘analisi della salma , attualmente nella basilica di Collemaggio a l ‘ Aquila , effettuata nel 1888 abbia mostrato un chiodo infisso nel cranio.
Ecco la povera fine di un umile frate troppo mite per una chiesa di potere e troppo poco incline al lusso e al potere , un frate a cui non interessava la ricchezza se non quella spirituale .
Fuori moda allora e forse fuori moda …..tutt’oggi per la chiesa cattolica.
Per rivivere questa storia vi invito a recarvii nella chiesa di San Pietro a Majella e ad alzare gli occhi .
le tele del Mattia Preti con arte e maestria raffigurano gli episodi più significativi della vita di Pietro Angeleri , forzatamente divenuto CELESTINO V.

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L'Aquila, basilica di Collemaggio, spoglie di Papa Celestino V
L’Aquila, basilica di Collemaggio, spoglie di Papa Celestino V

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