Si! Lo ammetto … mi manca .

Questo è il periodo che particolarmente sento la nostalgia legata alla sua assenza,

Federico Salvatore oggi più che prima con la sua satira a sfondo  comico-satirico. era quello che più di chiunque altro poteva essere utile questa città per dipingere gli assursi risvolti quotidiani in cui  si ambienta il  mondo napoletano,

Ve lo immaginate un testo scritto da Federico per raccontare a tutti noi de lPulcinella di Gaetano Pesce stilizzato in maniera fallica costato  al nostro comune una somma di 157.763,04 euro oppure della Venere degli Stracci di Pistoletto costata ai napoletani oltre 290 mila euro ?

Lui si che adesso con la sua satira bonaria e scherzosa si sarebbe divertito.

Quale migliore occasione per un tono di denuncia e critica alle nostre autorita che al nostro bravo Federico non è mai mancata ?

Lui non si è mai tirato indietro nel parlare di  tematiche che raccontano  il  bene e il male di questa città.

 

Leggete questo capolavoro … e capirete … ma sopratutto se potete … ascoltatelo su You Tube .

 

Se io fossi san Gennaro non sarei così leggero

Con i miei napoletani io m’incazzerei davvero

Come l’oste fa i conti dopo tanto fallimento

Senza troppi complimenti sarei cinico e violento

Vorrei dire al costruttore del centro direzionale

Che ci può solo pisciare perché ha fatto un orinale

Grattacieli di dolore un infarto nella storia

Forse è solo un costruttore che ha perduto la memoria

Nei meandri dei quartieri di madonne e di sirene

Paraboliche ed antenne sono aghi nelle vene

E nei vicoli dei chiostri di pastori e vecchi santi

Le finestre anodizzate sono schiaffi ai monumenti

È come sputare in faccia ai D’angiò, agli Aragona

Cancellare via le tracce di una Napoli padrona

È lo sforzo di cagare dell’ignobile pappone

Sulle perle date ai porci da Don Carlo di Borbone

È perciò che mi accaloro coi politici nascosti

Perché solamente loro sono i veri camorristi

A cui Napoli da sempre ha pagato la tangente

E qualcuno l’ha incassata con il sangue della gente

E per certi culi grossi il traguardo è la poltrona

E per noi poveri fessi basta solo un Maradona

E il miracolo richiesto di quel sangue rosso chiaro

Lo sa solo Gesù Cristo che quel sangue è sangue amaro

Lo sa il Cristo ch’è velato di vergogna e di mistero

Da quel nobile alchimista principe di Sansevero

E con lui lo sa Virgilio il sincero Sannazzaro

Giambattista della Porta che il colpevole è il denaro

E nessuno dice basta per il culto della festa

E di Napoli che resta sotto gli occhi del turista

Via i vecchi marciapiedi che hanno raccontato molto

Pietre laviche e lastroni seppelliamoli d’asfalto

L’appalto

Ma non posso piu’ accettare l’etichetta provinciale

E una Napoli che ruba in ogni telegiornale

Di una Napoli che puzza di ragù, di malavita

Di spaghetti cocaina e di pizza margherita

Di una Napoli abusiva paradiso artificiale

Con il sogno ricorrente di fuggire e di emigrare“.

Avete letto ?
Alcune parti di questa canzone, scritta tanti anni fa,, sono più attuali che mai. Purtroppo. Un pezzo così non è stato capito da tutti, non è mai stato un attacco ma un urlo di orgoglio, un urlo di dolore per ciò che a Napoli non va e che vede intelligentemente e con coraggio, andare contro tutto e tutti.
Il buon Federico è stato colui che con le sue canzoni ci faceva ridere e per chi purtroppo come me va in overthinking, riflettere.
Il suo AZZ era culto, presente in molte delle canzoni nelle quali raccontava la differenza tra una Napoli snob ed una delle volte “normale” ed altre volte più terra terra, diciamo così. Alimentava gli stereotipi? Secondo me no, li portava agli estremi con immensa intelligenza, provando a far pensare (ecco, di nuovo) e far capire le varie realtà che a  Napoli, volente o nolente, esistono.
Brani come “Incidente al Vomero” ed “Incidente in Paradisosono due semplici esempi.
Sono,brani umoristici e rapidi che propongono buffi episodi e battibecchi, nei quali l’autore contrappone Federico, personaggio ricco e blasonato ma arrogante e snob, a Salvatore, povero popolano, ignorante e un po’ rozzo, in una serie di divertenti dualismi.
Federico nacque  a Napoli , nelle vicinanze della storica Via Santa Teresa degli Scalzi, una delle strade vicina al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ed è stato uno  dei cantautori e cabrettisti napoletani più bravi e forse più sottovalutato degli ultimi decenni nella nostra città.

Con gran dispiacere dei genitori che volevano per lui una carriera da avvocato , Federico, lasciò solo dopo due anni, gli studi di giurisprudenza, per dedicarsi alla carriera di cantautore.

Fece le sue prime apparizioni in teatro, dove si esibì riadattando testi divertenti su musica di canzoni famose.La notorietà per lui  arrivò nel 1994 con la vittoria al concorso “Bravo Grazie “,  che  gli permise di partecipare come ospite fisso  alla trasmissione televisiva del “Maurizio  Costanzo Show” durante il quale  ottenne momenti di  straordinaria popolarità .

 

N.B. Il  cantante era amato dal grande pubblico anche perché, grazie alla sua verve comica, aveva riadattato in chiave divertente testi di canzoni famose..

L’anno successivo vendette 700mila copie ,conquistando due dischi di platino,con il brano ” Azz ” .

Sempre nel 1995 Federico Salvatore partecipò al Festivalbar   come ospite fisso, mentre  nel 1996 fu in gara al  Festival di Sanremo  dove si classificò tredicesimo con il pezzo Sulla porta, che trattava il difficile rapporto tra un ragazzo omosessuale e la madre.

La canzone sanremese fu inserita nell’album  “Il mago di Azz “che vendette circa 500 mila copie mentre nel 1997 fu il turno di  Coite interrotto , dove si trovava anche un brano dedicato ad uno dei suoi idoli, Totò.

Nel 2002 l’uscita dell’album ” L’osceno del villaggio “segnò un’ulteriore svolta nella sua carriera, e il cantante cabarettista lasciò definitivamente il posto al cantautore di denuncia, ad esempio in brani come Se io fossi San Gennaro, in cui elencava tutto ciò che, secondo lui, ha rovinato la sua Napoli negli ultimi anni, e le cause per così dire “endogene”, ovvero le colpe dei Napoletani stessi.

Del 2004 è invece l’album ” Dove’è l’individuo ” con il quale egli continuò nel solco tracciato dal lavoro precedente.

La decisione di spostarsi verso la musica impegnata lo mise un po’ ai margini di quel mondo dello spettacolo in cui era esploso negli anni precedenti, che non rinnegò ma a cui guardava con distacco e senza rimpianti, come spiegò nel brano Homo Sapiens (sempre dall’album L’osceno del villaggio):

«…se non frequento Roma le notti più mondane e non vado a Cortina per due o tre settimane, se non m’importa di fare la firma sulla foto, se non voglio pagare il prezzo d’esser noto (…) ma io me ne sto fuori da questa strana guerra, fra me e gli spettatori c’è solo una chitarra (…) e cercherò di fare quello che ho fatto sempre, girare per cantare le mie canzoni strambe…»

Dopo il malore che lo aveva colpito nel 2021  Salvatore aveva intrapreso un lungo periodo di riabilitazione e da subito la notizia dell’ emorragia celebrale di cui era stato vittima aveva suscitato allarme. Poco prima del suo ricovero presso l’Ospedale del Mare era stata annunciata l’uscita del suo nuovo disco satirico, “Azz… 25 anni dopo”, ma successivamente era comparsa sui social la notizia del rinvio.

Nel 2007, per la prima volta dopo anni, fece la sua ricomparsa in televisione come ospite in tre puntate del programma del sabato sera di RAI Uno Apocalypse Show  condotto da  Gianfranco Funari .

Nel 2008 partecipò in qualità di voce recitante nei brani Robot d’acciaio e Folata in conclusione contenuti nel disco Frequento il vento del cantautore Zorama.

Nel 2009 uscì, dopo una gestazione di tre anni, il lavoro discografico 2 Fare il napoletano stanca ” , contenente 13 brani tra cui una nuova versione di Se io fossi San Gennaro. Nel 2011 vide la luce il DVD Se io fossi San Gennaro – LIVE, compendio degli ultimi anni di attività dal vivo, con in vendita in allegato, esclusivamente nella versione per librerie, il libro dal titolo Il dramma dell’anagramma.

Federico Salvatore fu purtroppo  colpito da emorragia cerebrale emorragia cerebrale il 13 ottobre 2021  .Poco dopo il malore fu subito ricoverato all’ospedale del Mare a Napoli, per poi  intraprendere  un percorso di riabilitazione,purtroppo  interrotto dalla  sua morte, avvenuta il 19 aprile 2023 all’età di appena 63 anni.

Il funerale venne  celebrato il giorno dopo presso la Basilica di San Ciro a Portici .  Riposa nel locale cimitero.

CURIOSITA’: Poco prima del suo ricovero presso l’Ospedale del Mare era stata annunciata l’uscita del suo nuovo disco satirico, “Azz… 25 anni dopo”, ma successivamente era comparsa sui social la notizia del rinvio.

Mi manche caro Salvatore … Mi manca quella tua capacità di attacare le autorità,  attaccare la camorra, nulla, attaccare  quello che nessuno oggi ha il coraggio di attaccare ..

 

 

Mi manca quel pizzico di follia che nessun uomo di cultura di questa città oggi vuole avere.

Mi mancano quegli intellettuali tutti stanno optando  per la fuga sociale dalla vita quotidianana di questa città lasciando che la narrativa di questa di Napoli sia affidata ad uomini ignoranti .

Mi manca quella cultura e quel pizzico di follia che contraddistingueva  Federico Salvatore. Dare voce, motivandola senza offendere, spiegando le proprie idee che siano popolari o meno. Lui questo lo sapeva fare , 

Dove sono finiti gli uomini intellettuali di questa città ?

Che fine hanno fatto ?

Dove si nascondono ?

Essi feriti dal degrado e dall’impoverimento culturale che regna su piattaforme come Tok Tok si sta rifugiando  in un mondo tutto loro, chiudendosi in sé stessi nel loro mondo .Negano una realtà non sopportabile come la mercificazione della città  vissuta come imposizione e sacrificio e per non soffrire e poi cadere in uno stato di malinconia si mostrano di fronte a tanta ignoranza che imperversa in città ,  completamente indifferente alla verità per poi  vivere passivamente, senza iniziative utili o sbagliate arrivando addirittura ad autoconvincendosi che tutto quello che avviene non li riguarda.

I nostri intellettuali hanno perso la voglia e la forza di parlare di fronte all’attuale“imbarbarimento” della nostra città.

E allora parlerò  io,  e spero con lo stesso coraggio che ha avuto il  grande artista Federico, rivolgendomi direttamente a chi ha il vero potere tra le mani, a chi ha la possibilità di cambiare le cose sperando che non sia come dice la canzone, prendendomi tutte le responsabilità del caso.

Il turismo a Napoli, fa schifo!

E lo dico senza peli sulla lingua.

È qualcosa di mortificante, sia per la città che per gli abitanti.

Il turismo napoletano è ridotto ad un parco giochi dove i turisti amano farsi qualche  pittoresco serfie da dare dinanzi al fallo gigante di Piazza Municipio, oppure  un video  mentre un  tizio che si fa chiamare metroman con una cassa sulle spalle  urla (  non canta ) una canzone dei ricchi e poveri  e tutti come deficienti  ballano .

I turisti che vengono in questa città  per 3- 4 giorni ,  trattano Napoli come un circo dove vogliono andare a a divertirsi e noi pur di piacere offriamo loro lo spettacolo che  hanno pagato (  preferibilmente poco). Offriamo loro la  reale experience napoletana come il Vascitour, dove gli facciamo provare cosa si prova a dormire  come un vero napoletano in un basso come se fossero in un safari.
Come dei clown i napoletani si esibiscono nel “finto scippo” acccompagnandoli nel Camorra Tour organizzato per l’occasione  a Scampia .
I turisti convinti da fiction come Gomorra e Mare Fuori che questa è na citta che vive di criminalita organizzta e grazie al Murales di Mradona o locali dove si balla , si canta e  si mangia rompendo i piatti , sono convinti che la citta è un circo al’aperto dove in 3-4 giorni di vacanza ti puoi divertire prima di ritornare al suo monotono lavoro, e noi compoerandoci come dei pagkiacci offriamo loro lo spettacolo peri quele il quale hanno pagato il biglietto ( preferibilmente poco )
I turisti ci trattano come gente che vive in una riserva indiana e noi napoletani abbracciando   il linguaggio popolare e maccheronico che loro pretendono  si esibiscono  come dei giullari nel far risuonare dittonghi marcati di un dialetto storpiato e volgare , lontano parente di quella lingua napoletana delle  canzoni dei posteggiatori o delle commedie popolari di Viviani. 
I napoletani piacciono solo quando si adeguano all’immagine che il resto d’Italia ha di loro.
O Buffoni o criminali…
E noi così facendo rilasciamo a loro solo quella immagini di noi che a loro piace .
Incominciamo loro a piacere se facciamo fiction criminale come Gomorra o Mare Fuori o rappresentazioni carnevalesche come quelle della vincita di uno scudetto con Murales di Maradona annesso.
I napoletani piacciono solo se rispettano l’immagine che gli altri hanno costruito su di loro.
Dìaltronde questa è una storia vecchia.
Una Napoli esclusivamente volgare e divertente non l’abbiamo inventato certo oggi noi
Tutt’altro, esiste dal XIX secolo in maniera quasi analoga.
L’attrazione dei turisti nei confronti dei luoghi comuni popolari, del caos, dei “vicarielli” e delle scene legate alla miseria culturale di un popolo strumentalizzato e mortificato, in realtà, diventavano un vero e proprio parco giochi per i visitatori stranieri, che chiedevano agli scugnizzi napoletani, per pochi spiccioli, di replicare dei teatrini di miseria. Famoso era ad esempio al Lago di Agnano l’attrazione della grotta “ del cane “ dove i turisti erano accompagnati da guide locali per divertirsi nel vedere svenire (e spesso morire) i cani avvelenati dalle esalazioni di gas.
Ecco poi che i fotografi, dai più ai meno famosi, vendevano migliaia di cartoline con napoletani travestiti da pulcinella che mangiano pasta con le mani: era un mercato talmente florido che il podestà di Napoli nel 1929 fu costretto a vietare la vendita di queste foto spiegando che erano attività lesive per la dignità cittadina.
Anche il turismo della camorra non l’abbiamo inventato con Gomorra e Mare Fuori: nel 1906, dopo il processo Cuocolo nacque in città un florido filone letterario sulla criminalità napoletana che fece le fortune di numerosissime penne locali e alimentò quel binomio fra criminalità e Napoli che rimarrà ben impresso negli stereotipi territoriali locali.
Napoli insomma e’ da secoli sempre la stessa .
Vittima dei suoi stessi abitanti .
Napoli e’ da sempre un paradiso abitato da diavoli come sosteneva il Piovano Arlotto .

Oggi sono pressoché infiniti gli spettacoli chiassosi che intrattengono i turisti, che vanno dai piatti rotti nei locali sia a chiassosi balli. che avvengongo grazie a canzoni  diffuse ad alto volume da vari bar  per disordinate strade.Ogni giorno vedi  per strada aturisti intenti a ballare dietro ad un tizio con una cassa sulla spalle che suona sempre le stesse canzoni ( a Parigi lo hanno deriso ) e nessuno che si lamenti di come Napoli venga continuamente oltreggiata da questo modo di fare … nessuno mai ricorda che la nostra città nel XVIII secolo grazie alla  sua scuola di musica napoletana veniva considerata da tutti come la capitale musicale d’Europa la cui tradizione didattica perdurò ancora fino al primo  Novecento,

A voi piace METROMAN ?

A me NO !

Io purtroppo sono abituato a pensare che la musica di napoli è quella legata a musicisti di un livello qualitativo incredibile come Bellini , Rossini , CILEA , Mozart , Giovanni Battista Pergolesi , Gioacchino Rossini, Giovanni Paisiello ,Tommaso Traetta, Francesco Durante, Niccolò Jommelli, e Domenico Cimarosa, e Domenico Scarlatti  Nicola Antonio Zingarelli, Nicola Porpora, Gaetano Greco, Giuseppe Martucci, Francesco Cilea Roberto De Simone e il grande Riccardo Muti. 

Qundo penso alla musica napoletana penso subito al Conservatorio di musica che si trova nel monastero della chiesa di San Pitro a Majella  la cui direzione fu affidata a Nicola Zingarelli. ed  altri noti personaggi come Gaetano Donizetti – Francesco Saverio Mercadante – Francesco Cilea e tanti altri.

Con queste triste scene di balli  e canzoni  stiamo affidando a certe gente di esportare la cultura e il racconto della storia di Napoli al resto degli italiani nella maniera più triste e becera

Io mi vergogno nel veder affidata la narrativa della vostra città a gente come questa che usa la nostra città ricca di arte e cultura come luogo solo per ballare, cantare e sopratutto mangiare.

Io  amo la mia città  e non mi piace vederla ridotto in questo stato di cose 

Dove e’ finito l’orgoglio napoletano ?

Le nostre strade in 2800 anni di storia hanno vissuto la cultura greca , egiziana , araba , romana , normanna , angioina , aragonese, spagnola , francese .e persino sabauda .

La narrativa della nostra città e’ sempre stata quindi tramandata al resto del mondo da uomini di grande cultura come Benedetto Croce.Bartolomeo Capasso, il De Blasiis, il De la Ville, Francesco De Sanctis, Giustino Fortunato, , Gianbattista Vico  Tommaso d’Aquino o Giordano Bruno , Tommaso Campanella o l’abate Ferdinando Galiani (  e non le ho citato grandi personaggi di musica e teatro ) .Abbiano sempre mostrato grande orgoglio della nostra città e siamo sempre stati pronti a difenderla .

Con orgoglio non abbiamo mai permesso in 600 anni all’inquisizione di accedere un fuoco per bruciare persone e MAI all’inquisizione spagnola fu permesso di insediare un tribunale.

Siamo stati la prima città ad insorgere da soli contro le truppe naziste . 

Abbiamo sempre avuto grande orgoglio della nostra città’ che per risposta ha dato i natali a tanti uomini uomini illustri ed è la città nel mondo che ha il problema di come gestire iil suo grande patrimonio artistico lasciato in eredità dalla storia .

 Che cosa sta accadendo all’orgoglio napoletano ?

Voi credete che basta nascere in questa città per essere dei buoni napoletani ?

Napoletani non si nasce, napoletani lo si diventa .

Oggi tutti i napoletani parlano di Napoli e scrivono a volte strafalcioni enormi sui luoghi della città perche convinti che il solo folklore puo bastare  . Ma  Napoli è  una città con una lunga storia che  per poterla narrare la   devi prima conoscere studiando. on puoi improvvisarti Cicerone di questa città se non ne conosci la storia , l’arte  e la cultura . Non ne avete i messi cati influenzer e tik toker . Qualcuno invece per sapere tutto questo, per parlare di storia e arte della nostra città ha studiato tanto e si è guarda caso, anche laureato.

La città è intrisa di storia e di tante dominazioni, ciascuna delle quali ha lasciato un pezzo del proprio patrimonio culturale  con i suoi palazzi e le sue antiche chiese , i suoi vecchi palazzi nobiliari ed i suoi tanti monumenti .

Cosa pensate di sapere cari tiktoker di tutto questo se non avere studiato mai su unlibro scritto da Gino Doria, Bartolomeo Capasso , Benedetto Croce o l’abate Galiani ? Chi vi da l’arroganza di parlare tra greci, romani, normanni, angioini, durazzo, aragonesi, francesi e  spagnoli se mai avete letto qualcosa della storia di Napoli

Di fronte ai vostri strafalcioni che continuate a postare sui social ed i vostri ridicoli video nonsi può piu    rimanere indifferenti . Talvolta mi viene da piangere nel sentirvi . o vedervi narrare pre ignoranza i  soliti luoghi comuni di questa città .

In un momento come questo  che sta vivendo Napoli, dove  il patrimonio turistico più importante del pianeta, ha bisogno di chi decodifica migliaia di tesori d’arte, straordinari beni culturali e territori unici al mondo , questa città sta affidando millenni di storia riassunti, a gente improvvisata che senza alcuna nozione di storia ed un minimo di cultura dei luoghi racconta in maniera indegna la nostra Napoli.

A gonfiare i numeri dietro l’hashtag Napoli c’èinfatti una  immensa produzione di creators locali, chi esperto e chi improvvisato, che producono migliaia di ore di filmati che raccontano e spesso spettacolarizzano la città, i suoi modi di dire, la sua quotidianità:ed alcuni modo rozzi di fare come la limonata a cosce aperte , i salti in galleria Umberto oppure ” o brod e purp ” nostrando immagini poco igieniche che nemmeno al mercato di wuhan , capiltale del Covid oggi più si vedono.

Abbiamo addirittura affidato sui social la narrativa della città a persone come la De Crescenzo, il boss delle ceriminie,  influenzer o Tiktoker che senza alcuna cultura di arte e storia cavalcano un filone di una Napoli “divertente e sregolata” e per questo amatissima dai turisti in cerca di caos e svago

Ho visto purtroppo Inflenzer titolati con migliaia di follower , che mostrano la certosa di San Martino  dimenticanosi completamente di citare artisti che hanno reso grande quel luogo come Giovanni Lanfranco , Guido Reni, Massimo stanzione, Jusepe de Ribera, Battistello Caracciolo, Luca Giordano, Belisario Corenzio, Giovanni Baglione, Micco Spadaro. Nicola Tagliacozzi Canale, Paolo Finoglio, Francesco Solimena, il Cavalier d’Arpino, Francesco De Mura. Andrea Malinconico e l’intera sezione dell’Ottocento napoletano con dipinti di Netti, Cammarano , Giacinto Gigante, Vincenzo Migliaro, Domenico Morelli, Antonio Mancini, Pitloo, Vervloet, Michetti ,Carelli e Duclere ed il grande  Vincenzo Gemito. 

Potenza dei social e dei  YouTuber che non si rendono conto di essere portatrici di ignoranza divulgata pubblicamente senza alcun freno inibitorio.

Come mi piacerebbe che quando si parla di Napoli in Italia o all’estero si parli di cultura , arte e storia, Come mi piacerebbe che a parlare di Napoli ci fossero solo persone che per titolo ne detengono titolo e competenza. 

Invece qui oggi  tutto si riduce a mangiare una pizza, un babbà , una sfoglitella , una passeggiata tra i pastori di vicolo San  Gregorio Armeno oramai sempre pù ricchi di cinesirenie  .

Ma sopratutto …tutti a Ridere , pazziare , ballare , cantare , mangiare … e chest è !

I napoletani con la scusa che il turismo porta soldi e lavoro , ogni giorno svendono il loro orgoglio comportandosi come clown in un circo senza capire che tutto questo con il tempo potrebbe anche stancare i turisti .

Per quanto tempo ancora pensate che i turisti che oggi affollano napoli.  sopporteranno nel tempo, il caos, il disordine , il degrado di tanti luoghi . la monnezza per le strade , la mancanza dei mezzi di trasporto a tutte le ore , i  tavolini selvaggi messi ovunque e la  puzza di genovese ad ogni angolo e vicolo ?

Basta secondo voi celebrare una nuova funicolare come quella di Chiaia che perà non funziona dopo le 14 ?

Per avere turisti basta secondo voi avere Giullari ovunque e circo sempre aperto 24 ore su 24  ?

Siamo diventati la città più trash e cafone del mondo grazie a quel modo di fare e dire cha accompagna una cultura basata tutti i giorni su mantra del tipo  “vott’ ‘a campà”, “fatt’ ‘e fatt’ tuoi”, “ma che ce ne fott’”, fino a “ma pienz ‘a salut’” e “pur isso adda campa’” …
Questo per secoli è stato il nostro male e la vera causa per cui mai riusciremo a ad essere una città apprezzata nel mondo per la sua storia , la sua cultura , i suoi monumenti e le sue meravigliose pinacoteche.

Ai napoletani  basta fare o soldi .. se poi Napoli la sputtanano … che ce ne fott’”

Tutti ridono di noi per il fallo gigante messo dalla nostra amministrazione comunale dinanzi al ad uno dei castelli più belle del mediterraneo ? Tutti ci pareano addosso?

Ma diciamoci le verità  … A noi che ce fott ?

Basta tutto sommato che i stranieri portano i soldi…

E il turismo indubbiamente porta benessere alla città ma  i napoletani pur di guadagnare qualcosina si accontentano di un turismo povero , veloce , e sopratutto  sterile basato su balli , cibo e risate.  Il turismo devi invece saperlo gestire e non può essere affidato a gente che alla fine del suo mandato lascia tutti i problemi della città rimasti irrisolti e ogni visione di futuro scomparsa dal discorso pubblico. Non puoi affidarti al solo presente facendolo tra l’altro gestire da privati e sempre più spesso da gente di malaffare. 

Il turismo ha bisogno di cultura per essere affidabile e durare nel tempo . 

Se lasciato in mano a gente ignorante che continuerà a pensare di gestirlo con il murales di Maradona o la festa scudetto presto svanirà ‘ e in un contesto come quello napoletano che vede livelli record di disoccupazione e ex percettori di reddito di cittadinanza ( 165mila persone in città (quasi il 17% della popolazione) e 422mila nella più vasta area metropolitana, che conta circa tre milioni di abitanti (dunque il 14%), assisteremo gradualmente ad un ridimensionamento del turismo di massa e a una decrescita infelice, un autentico tracollo, che significa ulteriore aumento della disoccupazione, impoverimento generale, mancanza di servizi essenziali.

Napoli ha sempre avuto l’ambizione di vivere di turismo e, da poco più di dieci anni a questa parte, ha iniziato a veder realizzarsi il suo sogno, che però tale sembra essere destinato a restare se è vero che le uniche professioni in crescita in questi anni sono state quelle dei barman, dei camerieri e dei receptionist improvvisati delle case vacanze, un nuovo sottoproletariato spesso a nero e senza prospettive.

In cambio la a nostra città sta inoltre perdendo la sua unicità : basti pensare che a ll’inizio del 2023 la Prefettura di Napoli ha comunicato l’avvio di 12 mila procedure di sfratto esecutivo in città, di molti napoletani che abitano quei luoghi da intere generazioni  Molti di questi sfratti sono dovuti proprio al cambio di destinazione d’uso degli appartamenti, che passano da uso residenziale a uso turistico sotto il tacito consenso del comune e sopratutto della sovraintendenza dei beni culturali e paesaggistici che con il suo silenzio – assenso favorisce ogni giorno decine di illeciti che avvengono sopratutto nel centro storico . 

E tutto questo senza considerare il sommerso. Sui siti di prenotazioni online, da AirBnb a Booking, da Expedia a Trivago, tanto per citarne alcuni, i B&B, gli affittacamere e le case vacanza registrati sono circa il 40% in più di quelli che risultano al Comune.

Gli stessi napoòetani stanno praticamente  riuscendo nella biblica opera in cui non sono riuscite le tante dominazioni presenti nel corso dei secoli in città .Moltissime persone che da sempre vivevano nel centro storico sono state ultimamente quasi tutte sfrattate dal “padrone di case “ perché lo stesso gli ha comunicato che non affittavano più l’immobile perché la avrebbero adattata a B&B attraverso piattaforme come Airbnb e Booking.

Gli stessi napoletani stanno insomma sottraendo le case ai residenti storici del luogo per darle ai  turisti.

Chi quindi da generazioni viveva sopratutto nel centro storico,e oggi uole continuare a viverci,  fatica a trovare soluzioni abitative, . Ci sono giovani famiglie che cercano casa da più di un anno e purtroppo non la trovano e questo sopratutto per il conseguente aumento vertiginoso del costo degli affitti .
Peggio ancora le cose vanno per chi invece vuole acquistare un immobile nel centro storico .Con la bolla specilativa sulle abitazioni che il turismo ha c omprtato oggi è praticamente impossibile trovare un appartamento in vendita nel centro storico . Ad essere scomparsi sono sopratutto monolocali e bilocali mentre i pochi che eventualmente si trovano sono addirittura lievitati nei suoi costi del 30- 40% % .
Una città che espelle i residenti dal centro e dove il trasporto pubblico non brilla per eccellenza, vede solo peggiorare notevolmente la sua qualità della vita per i suoi cittadini
Vincolare la narrazione di un territorio esclusivamente al turismo può essere un boomerang davvero pericoloso.
La città continuando di questo passo presto diventera’ sempre più un parco giochi per turisti.
Napoli è stupenda e lo sanno tutti. Però, i napoletani ( con il dovuto rispetto di quelli buoni ), stanno rendendo questa gloriosa città, un cesso; soprattutto il centro storico.
il turismo di massa , la gentrificazione della citta’, e la trasformazione delle sue strade in “quartieri friggitoria” sta cambiato il volto di interi quartieri popolari e creato una gigantesca trasformazione nella microeconomia locale.
Negli ultimi quattro anni nei storici decumani hanno chiuso circa una trentina di attività culturali tra librerie, case editrici e piccoli centri culturali.
Al loro posto sopratutto nell’ultimo anno sono invece nate in maniera esponenziale patatinerie, friggitorie, pizzerie, gelaterie , paninoteche , centri scommesse , bar , barretti , negozi di souvenir made in China e arie attività di dubbio gusto come kebabbari o friggitorie di pesce o zeppole e panzarotti .

A Napoli i turisti stanno letteralmente cacciando i napoletani dal centro città  ed anche sottraendo alloggio ai poveri studenti fuori sede nonchè delle abitazioni per chi lavora in questa citta tutti i giorni.

I napoletani di oggi stanno riuscendo nella biblica opera in cui non sono riuscite le tante dominazioni presenti nel corso dei secoli in città .

Loro stanno riuscendo a distruggere la nostra identità a  causa del boom turisticoe  stanno trasformando una moltitudine di abitazioni convertendole in B&B e strutture turistiche.
Stanno sottraendo le case ai residenti storici del luogo per darle ai  turisti..
Voi ve lo ricordate vero che Napoli è prima di tutto una città che appartiene ai napoletani stessi e poi ai turisti ?
Napoli è come il Tesoro di San Gennaro . Esso non della Chiesa né dello Stato ma di tutti i cittadini di Napoli.
Voi svendereste mai il Tesoro di San Gennaro ?
E allora perche vo state svendemdo Napoli ai turisti ?
Chi da generazioni vuole continuare a vivere nel cuore della città  deve coservaene il diritto perchè Napoli appartiene ai cittadini napoletani,
Chi è cittadino di Napoli deve conservare il suo diritto a passeggiare in Via Toledo o nei decumani senza necessariamente essere compresso come una sardina con il rischio di prendersi un raffredore ( e altro ( perchè nessuno usa la mascherina .
Un cittadino deve conservare il suo diritto a far uso dei marciapiedi e delle strade pedonali senze che queste siano invase dai vari dehor sempre più larghi .

Ora non voglio parlarvi dei cibo sempre più scadente e pù costoso che oramai il turisto comporta , ma vi sembra giusto tutto questo ?

Vi sembra giusto che Napoli oggi si stia trasformando in una metropoli difficile da vivere sopratutto per i napoletani stessi ?  Napoli è oggi una città che vede solo peggiorare notevolmente la qualità della vita dei suoi cittadini.

La domanda che dobbiamo tutti noi porci è sempre la stessa : ” Cosa sarà un domani Napoli senza i napoletani ?”

Il turismo comporta senz”altro ricchezza per la nostra città ma se non gestito bene , esso può trasformarsi in un grande boomerang per tutti i napoletani stessi .
Servono regole e restrizioni da porre con urgenza al fenomeno delle locazioni adibite ad uso recettivo turistico .
Il nostro centro storico ha bisogno di una governance che tenga conto anche del patrimonio abitativo privato atrimenti con l’andare del tempo Napoli perderà la sua UNICITA’.

 

Voi lo sapete vero cosa significa quella iscrizione marmorea presente in Piazza del Gesù tra l’altro neanche ben visibile a tutti ?

Se no l’avete mai letta sappiate che l’Unesco nel 1995 ha nominato in nostro centro storico PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITA perchè possiede un impianto urbanistico unico nel suo genere . Esso ha tenacemante conservato nel coso dei secoli la sua struttura originaria greco-romana resistendo a quella omologazione architetturale tanto diffusa nelle altre metropoli ,

Praticamente i nostri antichi vasci,i suoi antichi palazzi nobiliari con le sue effigie sulle colonne, i balconi bombati e le porte inchiodate eranoconsiderate un patrimonio dell’Umanita .

Le sue antiche chiese poste una dietro l’altra in stile gotico , barocco o roccocò, i suoi monumenti , le sue piazze secolari  e le stesse edicole votiva considerate il primo impianto di luci della nostra città, erano conssiderate uniche nel suo genere .

Il nostro centro storico era considerato un museo a cielo aperto .

Certo Unesco non avrebbe mai immaginato che poi i napoletani una volta scoperto il turismo avrebbero  poi in manniera incoscienete trasformate i vari appartamenti  dei vecchi palazzi del seicento in freddi ma funzionali stanze arredate con mobili IKEA .

Affreschi di Giacomo Del Po ?

Tutti zitti arriva la sovraintendenza … cementiamo il tutto.

A noi restava quindi solo il compito di proteggerlo, conservarlo , tutelarlo questo centro storico e invece gli antichi vasci li abbiamo trasformati tutti in bar , barreti e pizzerie e locali dove si frigge o cuopp e pesce fritto o il cuoppo di zeppole e panzarotti.

Risultato finale ?

Oggi il nostro centro storico con i suoi stretti vicoli ricchi di storia , le sue strade , le sue piazze, i suoi palazzi nobiliari,del 600  ,  le sue chiese , i suoi  angoli dimenticati ed i suoi  affascinanti  misteriosi  luoghi che ancora oggi nascondono tanti segreti , di mattina PUZZA DI FRITTO E LA NOTTE DI PISCIO .

Le  strade sono sempre sporche di cibo da  fast food ed i meravigliosi antichi palazzi ssono invece empre più fatiscenti .  I turisti in questo antico luogo chiedono info sopratutto su dove si trova la pizzeria  Sorbillo, qualcuno  la Napoli sotteranea e giusto i più  curiosi il solito Cristo Velato ma solo  per  dire “ci sono stato, l’ho visto” e nulla più. Il degrado del luogo viene invece abilmente venduto per qualcosa di “pittoresco … così si usa dire.

La famosa  Via San Biagio dei Librai , un luogo un tempo famoso perchè ricco  di botteghe che vendevano libri  al  Civico numero 31, nel 1658 , in un piccolo locale di appena sei metri di lunghezza e tre di larghezza e privo di servizi ,prese bottega , con otto figli , in ristrettezze di ogni tipo , dividendo poverta’ e malattie ,  un umile  libraio unitamente ad un angusto vano soprastante, che era adibito a dimora familiare .
In tale casa , in realta’ un basso si  cucinava in strada su un fornello portatile visto che la casa era sprovvista di una cucina
La bottega era quasi tutta ostruita dal bancone di vendita e dagli scaffali , mentre l” unico punto luce era una piccola finestra sulla strada che affacciava di fronte ad un alto edificio e dalla quale pertanto entrava poca aria , luce e sole.
Qui’ nacque in questa casa e ci visse per ventuno anni insieme ad altre nove persone  studiando ininterrottamente sul bancone del padre. Gianbattista Vico, uno dei più grandi  filosofi italiani di sempre , come appunto ricorda 
una lapide deposta segretamente in quel luogo durante la seconda guerra mondiale da Benedetto Croce .
Tale casa , ormai dimenticata da tutti , dovrebbe essere curata , protetta e celebrata come un monumento nazionale, avendo dato i natali al piu’ grande filosofo italiano . In qualsiasi altra parte del mondo questo ” vascio ” veniva protetto e celebrato . Esso rappresenta un grande esempio per i nostri giovani . Un luogo che dimostra a tutti che anche uno versa in condizioni avverse e povere , puo con la sua forza di volontà e determinazione arrivare ad essere il più grande di tutti . 

Un luogo magico della nostra città che dovrebbe da tutti essere ricordato per il vicolo dove è nato e  in parte vissuto Gianbattista, uno  dei più grandi filosofi della storia italiana ma sapete invece perchè è famoso oggi tra i napoletani ed i turisti ?

Per r essere il luogo dove puoi ammirare la famosa limonata a cosce aperte contornata sa sensazionalistici campanilismi inni alla città  ed ai napoletani con la carta FORZA NAPOLI sempre presente. 

Qui tutto si riduce a mangiare una pizza, un babbà , una sfoglitella , una passeggiata tra i pastori di vicolo San  Gregorio Armeno oramai sempre pù ricchi di cinesirenie  .

Io non ci vedo nulla di bello, il bello di Napoli è ben altro.

Ci sono in città 3 note opere del Caravaggio , una meravigliosa Pinacoteca del Pio Monte della Misericordia … il tesoro di San Gennaro … la galleria di Palazzo Zevallos Stigliano, il museo della Certosa di San Martino, quello incredibile di Capodimonte e almeno altri 20 musei presenti in città , ma il luogo più visitato dai turisti è il murales di Maradona che con grande orgoglio dei napoletani è addirittura il secondo luogo più visitato d’Italia superndo di gran lunga in città il MANN  che raccoglie il più  bel tripudio di sculture mai  visto in vita mia.

La “foodificazione” di massa in questa città , ha preso il sopravvento sulla cultura  e la città intera  si è trasformata in un mega ristorante a cielo aperto, dove i tavolini dei diversi esercenti segnano impalpabili linee di confine, un tappeto di piatti di genovese , ragù  e pizze di tutti i gusti .Il ristorante Nennella è tra i luoghi più iconici della città e la fila per entare in questo  locale dove si mangia ma sopratutto si canta , si balle e si ride rompendo i piatti ,ci vuole un tempo medio di 2-3 ore di fila

Per portarsi a casa un selfie di questo luog i turusti sono disposti a fare una coda in fila più lunga di quella dei nostri poli museali. 

Il famoso bar Poppella col suo “fiocco di neve” ha  più coda del Monte di Pietà dal Caravaggio.che ricordiamo a tutti non possiede 7 opere del Caravaggio ma una sola ( i turisti ne chiedono 7 pensate un pò che tipo di turismo morbi e fuggi ha questa città ).

Interi quartieri con il turismo di massa friggiono dalla mattina alla sera ed il nostro lungomare oggi ha sostituito l’odere del mare con quello della  puzza di  cipolla usata per fare ” la genovese .

In questa città l’ossessione per il cibo e le tradizioni culinarie viene ancor prima che  un Caravaggio o delle 40 tele di  Francesco De Mura al Pio Monte della misericordia , dei vari  dipinti  di Francesco Solimena, Belisario Corenzio , Giovanni Lanfranco, Massimo Stanzione, Aniello falcone,Giovan Bernardo Azzolino , Luca Giordano,Fabrizio Santafede, lo Spagnoletto (Jusepe De Ribera), Michelangelo Naccherino , Dioniso Lazzarie la magnifica  cupola affrescata da Paolo De Matteis , nella bellissima chiesa del Gesù Nuovo. 

Meglio una pizza a potafoglio o un cuopp di zeppole e panzarotti più che visitare la chiesa di San Paolo Maggiore  abbellita di opere di artisti come il Vaccaro , Solimena , Stanzione e Dionisio Lazzari.

Meglio una genovese , un piatto di ragù , una piatto di pasta e patate o un classico piatto di spaghetti al mare che ammirare opere del noti architetti del tempo come  Cosimo Fanzago Ferdinando Sanfelice con i suoi  monumentali scaloni aperti.

Meglio un selfie dinanzi ad un babà una sfogliatella o una pizza a portafoglio che una foto di quegli  affreschi alle pareti che furono eseguiti da Domenico Zampieri(  detto il Dominichino)  e di  Giovanni Lanfranco nella cappella di San Gennaro .

Meglio mangiare Ridere , pazziare , ballare , cantare e  mangiare piuttosto che ammirare ,un  Guido Reni,un  Battistello Caracciolo, un Luca Giordano, un Salvator Rosa , un Belisario Corenzio, un  Micco Spadaro. un Nicola Tagliacozzi Canale, un Aniello Falcone o un  Francesco Solimena.

Una città “fritta”, che è culla d’arte,  non dovrebbe abbandonarsi a questo tipo di turismo.

Non si possono dimenticare così facilmente i tanti  uomini uomini illustri che hanno contribuito nel tempo a rendere grande la storia e la cultura di questa  città nel mondo .

Una città definita dalla BBC come la città italiana con troppa storia da gestire, ereditata dalla sua storia non puo gestire il proprio turismo in questo modo.

Io  amo la mia città  e non mi piace vederla ridotto in questo stato di cose ,

Sono stanco di vedere affidata la narrativa della nostra città a persone senza cultura .

Napoli è la città che vanta un patrimonio storico, artistico e culturale dal valore inestimabile. Il suo  patrimonio culturale  possiede castelli ricchi di storia , cultura ed arte come il Maschio Angioino con il suo bel portale rinascimentale , Castel Sant’Elmo e Castel Dell’Ovo , ma anche preziosi edifici come la cappella sansevero con il famoso Cristo Velato del Sammartino , importanti biblioteche come quella dei Girolamini con 160 mila antichi volumi conservati    ed importanti musei famosi in tutto il mondo come quello Archeologico con la sua famosa collezione Farnese , gli affreschi provenienti dagli scavi di Pompei ed una delle più belle collezioni egizie ed il  museo di Capodimonte con esposti nella sua meravigliosa Pinacoteca dipinti di Tiziano , Caravaggio , Botticelli , Goya , Massccio , Brugel , Artemisia Gentileschi , Mantegna ed altri .

In un incredibile dialogo tra due mondi contrapposti , Napoli vanta  in superficie panorami mozzafiato e meravigliosi luoghi come il bellissimo litorale  di Mergellina , un lungomare  come quello di Via Caracciolo celebrato ovunque nel mondo,   le tre isole del golfo Capri , Ischia e Procida e la bellissima costiera sorrentina , mentre nel sottosuolo possiede  luoghi affascinanti come quello appartenente alle catacombe di San Gennaro , San Gaudioso , il Cimitero delle Fontanelle con l’incredibile culto delle anime “pezzentelle” e la Napoli sotteranea usata come rifugio dai bombardamenti dell’ulitma guerra mondiale.

Accanto a Piazze enormi come quella del Plebiscitoi turisti troveranno il palazzo Reale , ma come ogni regnante nuovo entrato nella nostra città nei secoli , non dovra mai dimenticare   di fare una visita di rito nel Duomo di Napoli , dove l” aspetta  San gennaro con la  sua famosa cappella  , considerata un concentrato di capolavori dall’inestimabile valore,

Napoli  ha necessità  di turismo e ne sta beneficiando. Ma è arrivato il momento anche di fermarsi a riflettere, per programmare, gestire e razionalizzare. Perché altri-menti, come nelle più tradizionali bulimie, a un certo ci si ammala.  Andare avanti a fari spenti, con il solo obiettivo di mettere fieno in cascina, di riempire i granai, di fare soldi insom-ma, significa non avere lo sguardo sul futuro. Occorre, invece, partire dal boom di questi mesi di turismpo per organizzare la crescita.

Bisogna che si siano  regole, visione e discplina. Lo stop che è stato dato un anno fa all’apertura di nuovi baretti e punti ristoro nel perimetro di circa un chilometro di centro storico è stato un primo, fondamentale, segnale, ma c’e bisogno  di altri interventi di questo tipo come quello dei controlli alle emissioni (l’odore del mare è stato sostituito dalla puzza di olio fritto), disciplina più stringente su tavolini e dehors (che coprono perfino le facciate di palazzi storici), meno aperture, magari, e una più ordinata distribuzione delle attività.

Bisogna investire parte dei proventi del turismo per restituire Napoli prima di tutto ai stessi napoletani la loro città . Dare loro la possibilita di passeggiare di nuovo nel centro storico limitando l’afflusso dei turisti in città .Permettere loro di spostarsi senza prende l’auto per riduurre l’inqiuinamento che il turismo selvaggio porte in città. Installare quindi Pullman notturni, tram, e fare in modo che le belle metropolitane funzionino  a tutte le ore.

Volete mettere la possibilità di poter andare a bere una birra con gli amici senza l’assillo del parcheggio, senza il dover fare o tuocco per scegliere chi debba rimanere sobrio e portare l’auto? Vuoi bere fino a svenire? Fallo. Quando ti riprendi vai in un mezzo pubblico e via, torni a casa. Qui non si giudica nessuno ma sopratutto non sei costrtto a pagare nessun parcheggiatore abusivo.

Amare Napoli significa amarla nella sua cultura e questo certo non avviene celebrando la limonata a cosce aperte   che nulla ha di artistico o un murales decicato a Maradona che da un punto di vista artistico è la peggiore opera di street art presente in città ( meglio la vicina opera di Basoletti  nella vicina  via Del Deo che raffigura la Pudicizia di Antonio Corradini ,oppure quella Madonna di BanKsy, attualmente lo street artist più famoso al mondo, che  nella degrdata piazzeta dei Girolamini grazie ad  un accostamento di grande impatto con l’ immagine di una Vergine con Bambino,sembra quasi sottolineare un legame profondo tra criminalità e religione in città .

Fino a 10 anni fa quando raccontavo Napoli a tutti i napoletani questi quasi si annoiavano . Nessuno conosceva la propria città ma sopratutto non aveva nessuna voglia di conoscerla .

Oggi che la città ha mostrato a tutti che con la sua bellezza i napoletani possono guadagnare soldi , ecco che tutti improvvisamnete sono diventati esperti ciceroni . Tutti a riempirsi la bocca con la frase che Napoli e’ ricca di storia , cultura e arte e poi nessuno conosce la vera Storia di Napoli , la sua vera arte i suoi magnifici monumenti , i suoi musei e le sue splendide pinacoteche . 

Napoli piace perché è piena di vita …ma così facendo ne state mortificando la dignità .

Non siamo un popolo che balla e ride tutti i giorni come gli altri amano descriverci … 

Non siamo neanche quelli che vi hanno fatto vedere con Gomorra e Mare Fuori …  e non siamo neanche la città più bella di questo mondo come molti napoletani sono soliti sostenere adagiandosi su una stereotipata ed autoreferenziale frase .

Con questa sciocca e banale frase, infatti, il napoletano medio tende a scacciare via in un sol colpo quelli che sono i limiti enormi di una metropoli che arranca, e che al passo coi tempi non ci sta, non ci sa stare, non ci vuol stare.

La città di Napoli nella sostanza soffre di un enorme debito pubblico, una popolazione con un tasso di disoccupazione altissimo (circa un cittadino su quattro), una povertà endemica, un manto stradale pieno di buche che per mancata manutenzione ogni tanto sprofonda , una stazione metropolitana chiusa da due anni , edifici vetusti e lesionati puntellati dai tubi Innocenti , palazzi decadenti che per la loro lunghissima incuria sono diventano pericolosi per le cadute di calcinacci che hanno provocato più di una vittima, .un verde pubblico, talmente abbandonato che negli ultimi dieci anni, complici da un lato epidemie di parassiti infestanti e dall’altro l’aumentata violenza dei fenomeni meteorologici, ha dato luogo a un abbattimento indiscriminato di alberi secolari per evitare che la loro caduta rappresentasse un rischio per la cittadinanza, come più di una volta è purtroppo capitato. Cosicché la città, bisognosa di rimboschimento per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, è andata invece incontro a un processo di desertificazione i cui maggiori effetti sono oggi visibili a Posillipo, il cui caratteristico panorama incorniciato da pini domestici è stato reso irriconoscibile da una devastazione senza precedenti.

A peggiorare il tutto resta l’immensa periferia tagliate fuori da ogni promessa di sviluppo, una conurbazione di tre milioni di abitanti cresciuta in deroga a ogni piano regolatore e priva di collegamenti pubblici efficienti .

Ma Napoli ha sopratutto un problema in “sospeso” proprio come il noto caffè . Oggi nessuno ne parla più ma la terra dei fuochi continua a tenere i suoi fifiuti tossici sotterrati … le sue balle sono ancra li … e nisciuno se fotte , ma il nostro registro dei tumori continua a registrare un aumento dei casi di tumori, di malformazioni, di aborti e di infertilita sopratutto nei maschietti che vedono nel territorio della terra dei fuochi peggiorare i loro spermatozoi.

Possibile che non riusciate a vedere tutto questo ? 

Il turismo porta benessere alla città  ma Il turismo devi invece saperlo gestire  e non può essere affidato a gente ignorante o a uomini non adeguati al compito istituzionale che rivestono.  .

Il turismo ha bisogno di cultura per essere affidabile e durare nel tempo  e cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi abiti in questa città  sia consapevole della dignità e sia orgoglioso  di essere napoletano non solo per avere il mare , la pizza , pulcinella , il panorama ,  la sfogliatellaed un pulcinella fallico. 

Non puoi affidarti al solo presente facendolo tra l’altro gestire da privati e sempre più  spesso da gente di malaffare.  .

Il turismo ha portato sicuramente di vantaggi in alcuni  quartieri come la sanità e sopratutto i quartieri spagnoli , Essi con   il turismo di massa,  hanno  cambiato il loro volto  popolare  e creato una gigantesca trasformazione nella microeconomia locale. Sono  diventati  luoghi sempre più sicuri.

E’ difficile oggi pensare pensare che i quartier spagnoli fino agli anni Novanta erano teatro di faide di camorra,e  luogo in cui la sera c’era un clima da coprifuoco . I quartieri spagnoliin particolare fini a qualche anno fa erano un luogo pericoloso e se ti addentravi dentro con la moto ti costringevano a toglirti il casco . Essi erano un luogo dove difficilmente si avvertiva una condizione di serenità e tranquillità e se di Via Toledo decidevi di addentranti nel suo interno per recarti al corso vittotio emanule come minimo venivi rapinato . 

Oggi invece questi quartieri sono il luogo più sicuro di Napoli e questo certo non per merito certamente dello stato  ma di chi ha capito come riciclare i proventi della loro illecita attività con il turismo .

Secondo voi  di chi sono tutti i vasci trasformati in bar e pizzerie ed i vari appartamenti trasformato in bed and breakfast o case vacanze ?

Perché non ci vuole la zingara per capire che oggi in questa città si è aperta una nuova guerra tra bande per chi meglio deve gestire il nuovo business del turismo .

La criminalità organizza ha finalmente capito anche lei che il turismo è ‘ un ottimo modo per riciclare danaro sporco e tutti vogliono mettere le mani su ristoranti , pizzerie e appartamento da trasformare in bed and breakfast . 

 Io Scrivo di Napoli e delle sue bellezze da quando i turisti sbarcati a Napoli dalle crociere venivano subito dirottati a Pompei , Sorrento o Capri perché i decumani , i quartieri spagnoli e la Sanità erano considerati luoghi pericolosi a rischio di scippo . 

Ho battagliato con guide turistiche affinché portassero i turisti a far conoscere luoghi fuori dai classici tour .  Vada a farsi un giro sul mio sito cose di napoli .com e scoprirà tutto quello che da solo ho scritto su Napoli . 

Ma ho anche capito in tanti anni che purtroppo noi abbiamo un lamé atavico , cronico . Esso si chiam Camorra ed et qualcosa che con i suoi tentacoli mette le mani ovunque … anche sul turismo»

Lei e’ Camaleontica, tentacolare, infestante: 

Tende a confondersi con il mondo della cosiddetta società civile, prova a infiltrarsi ovunque ci sia opportunità di guadagno (e di potere), finisce per compromettere diritti e libertà e per rovinare e danneggiare quel che di buono c’è intorno a lei a Napoli e in Campania.

Chi crede che abbia fatto dei quartieri spagnoli il luogo più sicuro di Napoli ? 

Il nostro assessorato al turismo o lo stato ? 

Chi crede che abbia comprato tutti i vasci per trasformarli in pizzerie , bar e ristoranti ? 

Chi ha dato il diktat che in quel luogo non bisogna più far bordello ? 

Chi crede che gestisca il lungomare con i suoi ormeggi ? 

Chi crede che oggi ha messo  le mani su appartamenti e B&B.nel nostro antichi decumani ? 

Gli emissari del clan si muovono in certi quartieri della città come attenti procacciatori di affari, come efficaci agenti immobiliari, come aspiranti imprenditori attratti dalle possibilità di business del turismo made in Naples.

L’obiettivo è intercettare e sfruttare nuovi canali per ripulire i fiumi di denaro incassati con le tradizionali attività illecite e per ripulirsi attraverso una nuova veste di imprenditori. 

Se fino a qualche anno fa l’obiettivo erano i ristoranti, adesso il nuovo trend camorristico è investire nelle strutture ricettive.

Più che in alberghi nei B&B, sicuramente più facili da gestire e da inserire nel business di “sistema”. Del resto, basta ristrutturare un vecchio appartamento, mettere a posto un locale dove un tempo c’era una storica bottega e per i boss o i loro fedelissimi diventa non più impossibile non solo assicurarsi nuove fonti di reddito (utili anche per ripulire denaro sporco) ma anche contare su piccoli avamposti nei quartieri più turistici e richiesti della città. Avamposti che possono offrire prestigio, possibilità di nuovi contatti, occasioni per infiltrarsi sempre più nelle sfere economiche e sociali della città senza dare troppo nell’occhio e senza necessariamente dover ricorrere alla violenza.

Nella zona di Mergellina, per esempio, la camorra punta a mettere le mani su mare e turismo. Se il racket degli ormeggi è storicamente un settore su cui i clan provano di tanto in tanto ad allungare i propri tentacoli per guadagnare e riciclare soldi, ora che Napoli è diventata capitale del turismo la camorra guarda con losco interesse anche a locali e B&B. Le più recenti indagini della Direzione distrettuale antimafia mirano a intercettare interferenze malavitose nella gestione delle attività ricettive che si stanno moltiplicando nel centro della città, non solo in quello del cuore antico ma anche nella zona a ridosso del Lungomare e delle strade della movida.

Io spero che qualcosa cambi con ilturismo in questa cittù, ma se prima in questa città non cambia il connubio camorra – stato e quella indifferenza che mostrano i cittadini di fronte a tutto questo , nulla realmente cambierà mai .

L’unica speranza che resta a questa citta è quella che gli intelletuali e gli uomi colti di questa città escano finalmnete dal loro torpore che li attanaglia , Essi possono rappresentare la  parte viva della società che lotta, che denuncia, che “non ci sta”, che cerca soluzioni, viene guardata con sospetto e le sue rivendicazioni considerate un pericolo per il “benessere” raggiunto.Se i nostri intellettuali rapidamente non riusciranno a ritrovare loro la forza e l’energia per riprendere le mani di questa società , degrado , caos ed ignoranza prenderanno per sempre il sopravvento .

È oggi arrivato il tempo prima che sia troppo tardi che la classe intellettuale sia capace di reagire e togliendosi  la benda dagli occhi riprendere e rivedere il proprio ruolo nelle dinamiche di una società il cui rapporto con la vita, è oggi troppo legata a degli aspetti edonistici, narcisistici , consumistici e materialistici che hanno addormentato la profondità della mente umana e tranciato la sua meraviglia naturale.
Il mondo degli intellettuali prima che sia troppo tardi deve riprendere quanto prima  le redini di questa Società civile e combattere la sua guerra ideologica contro il suo attuale “imbarbarimento” .
Essi hanno l’obbligo morale di puntare anzitutto all’elevamento del livello culturale ed al conseguente miglioramento del senso critico e razionale delle masse popolari, perché capiscano che sono state prese in giro ,  e quindi reagire di conseguenza  a non lasciarsi ancora irretire da falsi valori morali o squallidi avventurieri senza scrupoli come quelli degli ultimi decenni .
Il mio augurio è il loro presto ritorno in campo … ma fate presto per carità .
Si sta delineando in assenza di una classe intellettuale che reagisca , una società dove l’ignoranza è un vanto , il narcisismo una virtù’ , il sacrificio una cosa ridicola e la ricchezza qualcosa da conquistare con facili mezzi .
Per non lasciarci influenzare da nessuno , per secoli l’umanità ha combattuto .. e la vera libertà è stata per decenni una mente non capace di farsi influenzare da un altra mente .
Oggi i giovani sognano di influenzare i comportamenti e le scelte di un determinato gruppo di persone  e di potenziali consumatori ..
Sognano quindi il potere di far fare qualcosa a qualcuno .. ad un altro essere umano ..
Cari amici intellettuali ..
Vi prego non vi fate attendere  molto ancora …

Ho una paura latente per la mia città, la paura che ci si sia adagiati sugli allori, la paura di ritornare ad essere quello che gli altri ci hanno sempre additati di essere, la paura che gli sforzi fatti per recuperare zone che un tempo erano considerate pericolose e diventate, d’improvviso, luoghi di culto per turisti da tutto il mondo – vedi i Quartieri Spagnoli o la Sanità per fare i due esempi più semplici – vadano gettati al vento.

Ho ancora speranza ma, come dice il detto, “Chi di speranza vive, disperat ‘mor!” ed allora invito i tanti, la maggior parte della popolazione napoletana, a non piegarsi più.

Io sono stufo di slogano come CORE MIJ – VITA MI – AMMOR MI –

E voi?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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