Tommaso Aniello,  alias Masaniello, nei giorni successivi alla sua famosa rivoluzione contro i vicerè di Spagna che allora governavano il Regno di Napoli ,  incominciò a lasciarsi  andare ogni giorno sempre di più  ad azioni sconsiderate e sconce .

Il potere  giunto   troppo repentinamente  in un personaggio di troppe umili origini esplose nella maniera piu’ scomposta . I suoi comportamenti denotarono una crescente pazzia : tuffi notturni in mare completamente vestito , lancio di coltelli tra la folla , deliranti progetti di costruire un ponte tra Napoli e la Spagna , il progetto di trasformare piazza del Mercato in un porto e infine diverse sommarie esecuzioni dei suoi oppositori, compresa quella di un bandito cui Genoino chiedeva clemenza . Ormai anche costui era consapevole di aver perso l’ influenza su di lui , e la stessa popolazione inizio’ a credere alle voci sulla pazzia di Masaniello .

N.B. Secondo molti la sua presunta pazzia fu causata da qualche allucinogeno somministratogli durante un banchetto nella reggia.

In sua assenza si tenne quindi una riunione tra i maggiorenti della citta’ , compreso Genoino e il cardinale Filomarino , dove , preso atto che Masaniello era diventato pericoloso , si stabili’ che dall’ indomani gli ordini di Masaniello non avrebbero avuto piu’ alcun valore , e tutti i poteri sarebbero stati restituiti al vicere’.

L’ indomani infatti egli fu ammanettato dai capitani del popolo e lasciato sotto custodia nella sua casetta . Dopo un’ animatissima discussione , i capi della rivoluzione decisero di tenere Masaniello in fortezza fino alla guarigione dalla pazzia denunciata , e nominare in sua vece l’ eletto del popolo Arpaia , nipote di Don Giulio, risoluzione approvata dal vicere’ .

Poi la tragedia si compie nella cattedrale , dove lui , riuscito a sfuggire ai custodi , va ad arringare ancora il popolo , ma i maniera sconclusionata, fino all’ epilogo in cui si denuda :

Amice miei, popolo mio, gente: vuie ve credite ca io sò pazzo e forze avite raggione vuie: io sò pazze overamente. Ma nunn’è colpa da mia, so state lloro che m’hanno fatto’ascì afforza n’fantasia! Io ve vulevo sulamente bbene e forze sarrà chesta ‘a pazzaria ca tengo ‘ncapa. Vuie primme eravate munnezza e mò site libbere. Io v’aggio fatto libbere. Ma quanto pò durà sta libbertà? Nu juorno?! Duie juorne?! E già pecché po’ ve vene ‘o suonno e ve jate tutte quante ‘a cuccà. E facite bbuone: nun se pò campà tutta a vita cu na scuppetta ‘mmano. Facite comm’a Masaniello: ascite pazze, redite e vuttateve ‘nterra, ca site pat’ ‘e figlie. Ma si ve vulite tenere ‘a libbertà, nun v’addurmite! Nun pusate ll’arme! ‘O vedite? A me m’hanno avvelenate e mò me vonno pure accidere. E ci ‘hanno raggione lloro quanno diceno ca nu pisciavinnolo nun pò addeventà generalissimo d’a pupulazione a nu mumento a n’ato. Ma io nun vulevo fa niente ‘e male e manco niente voglio. Chi me vo’ bbene overamente dicesse sulo na preghiera pe me: nu requia-materna e basta pé quanno moro. P’ ‘o rriesto v’ ‘o torno a dì: nun voglio niente. Annudo so’ nato e annudo voglio murì. Guardate!

A questo punto alcuni monaci lo indussero a lasciare la chiesa e lo condussero nel chiostro . Trasportato nel dormitorio , viene qui’ raggiunto dai congiurati che lo fucilarono a bruciapelo . Viene poi decapitato e la sua testa mostrata a vicere’ . Quindi col capo mozzato chiuso in una gabbia che fu appesa alle mura . Il corpo mutilato fu trascinato per le strade e poi gettato nella fossa comune tra Porta del Carmine e Porta Nolana .
Tutti trassero un sospiro di sollievo , dal vicere’ al cardinal Filomarino , dal Genoino , al popolo.
Ma lo stesso popolo , il giorno dopo , si trovo’ di fronte al prezzo del pane identico a quello precedente la rivoluzione, e fu per esso la prova che si voleva ritornare alle vecchie precedenti condizioni .
Il popolo allora capi’ subito quanto si perdeva con la fine del giovane capopopolo, ne ricompose il corpo e mostro’ segni di ribellione , chiedendo solenni onoranze funebri .
Le autorita’ spagnole ritennero di assecondare questi sentimenti ed un funerale imponente attraverso’ tutta la citta’ seguito da migliaia di persone . Le spoglie furono tumulate solennemente nella Basilica del Carmine dove restarono fino al 1799, quando Ferdinando IV dopo la rivoluzione ne ordino’ la rimozione e la dispersione .
Una lapide ed una statua nella chiesa del Carmine ed una piazzetta nei pressi di Piazza Mercato ricordano oggi Masaniello. Molto miserevole fu anche la sorte della moglie di Masaniello, Bernardina che rimasta sola dovette prostituirsi per campare. Morì poi di peste, nel 1656.

 

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