Napoli è molto probabilmente, non me ne voglia alcuno, l’unica città italiana in grado di sorprendere ancora i propri cittadini e i turisti che si avventurano nel dedalo delle sue viuzze e dei suoi sotterranei. Il capoluogo campano è come un fiore che si lascia spogliare petalo a petalo e quando pensi di averle viste ormai tutte, è in quel preciso istante che ti rendi conto di essere incappato in un banalissimo errore perchè a Napoli i colpi di scena non mancano mai. E’ così che le Sirene ammaliano e seducono con il dolce canto di un passato costretto al silenzio forzato ed eterno.

Di tanto accade quindi che i segreti nascosti tornano a vedere la luce come accaduto  nel ricovero bellico che si cela nel ventre di piazzetta Augusteo, davanti all’ingresso della funicolare

La scoperta è stata frutto del caso, un muro scrostato e, d’improvviso, il passato torna a travolgerti…  nel semibuio del sottosuolo, tra cunicoli e grandi stanze di tufo che servirono da riparo durante la seconda guerra mondiale, la torcia si sofferma su una strana incisione. E una scritta precisa, che lascia perplessi e regala un sorriso:

«La signorina Filomena riceve anche in questo ricovero».

Questa strana incisione che campeggia nel semibuio del ventre di quell’antico rifugio antiaereo che i napoletani adoperavano come riparo durante la seconda guerra mondiale ,  a venti metri sotto la piazzetta Augustea, non lascia alcun dubbio.

Proprio lì, in un’umida alcova scavata nel tufo, giaceva donna Filomena, la  quale, per “invitare” i suoi clienti, aveva tracciato un percorso con tanto di frecce e il suo nome.

Filomena, per quanti non lo avessero ancora capito, era un’allegra donna dei Quartieri Spagnoli che, nonostante il ‘rovescio’ di bombe imperversasse su Napoli durante la Seconda Guerra Mondiale, non aveva rinunciato al suo mestiere, anzi….lei a dispetto di quello che accadeva ai ‘piani superiori’.continuava a professarlo con coraggio ed audacia in un’umida alcova scavata nel tufo.

 Ci troviamo ovviamente  nella Napoli sotterranea,  un vasto e suggestivo intrigo fatto di caverne, cisterne, cunicoli e pozzi e grandi stanze di tufo che vanno a costituire una città sotto la città. Un labirinto sotterraneo che in questo tratto si snoda tra via Toledo ed i Quartieri Spagnoli, dove da quasi ottant’anni si  nasconde il  piccolo grande segreto, di donna Filomena oggi tornato “alla luce”

A scoprire la singolare storia sono stati   Michele Quaranta e Clemente Esposito, padri della speleologia urbana,  I due studiosi, scesi ad una ventina di metri al di sotto di piazzetta Augusteo, hanno seguito una freccia, incisa sui muri accanto al nome “Filomena”, poi un’altra freccia ed un’altra ancora, che li ha condotti direttamente in una piccola grotta, preceduta da un’area più grande, che fungeva da sala d’attesa, delimitata da sedili in pietra addossati alla roccia. Resti di legno marcio fanno supporre la presenza di un letto, utilizzato per gli incontri segreti dove  Filomena esercitava il mestiere più antico del mondo, nonostante le bombe, gli allarmi, le sirene e le fughe nei ricoveri.

E non solo perchè tutto intorno all’alcova, per la precisione in una stanza attigua alla caverna scavata nel tufo, era un fioccare di parole d’amore incise sul muro da chi aveva avuto la fortuna di poter godere delle grazie della signorina Filomena anche per una sola ora. «Il vostro volto resterà per sempre impresso nei miei occhi», «Signorina, il vostro mistero riempirà per sempre il mio cuore» sono solo due delle numerose dediche d’amore che ancora campeggiano nel ventre di Napoli in quella che verosimilmente doveva essere una sala d’aspetto.

Sarà stata la guerra, ma, allora, nel capoluogo campano, ci si innamorava anche dopo aver versato la quota dovuta per i servigi ricevuti.

Ed è così che, ancora una volta, Napoli dimostra di essere la città dalle mille facce, dalle mille sorprese, dalle mille paure e dalle mille storie. Non deve quindi sorprendere la contraddizione partenopea a metà strada tra la vita e la morte. E mentre sei nel cuore di Napoli ed immagini la Seconda Guerra Mondiale, la città che soffre, il dolore del popolo che urla e scappa sottoterra per paura della pioggia di bombe che da lì a poco bagnerà, devastandola, una delle metropoli più belle d’Italia, ecco che un sorriso beffardo sboccia inevitabile sul tuo volto. Tutto merito della signorina Filomena e della sua storia raccontata da un sottosuolo carico di un avvincente passato.

Sarà stata la guerra, ma a quei tempi ci si poteva innamorare anche a pagamento.

L’Alcova della Signorina Filomena  a sorpresa ci racconta la storia di un mondo, che risponde all’odio scatenato da una guerra con il disperato bisogno di sopravvivenza e d’amore di un popolo coraggioso e sfrontato.

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