Nato a Vico Equense, nel 1535 , fu il terzo figlio di Leonardo Antonio , discendente di una nobile famiglia napoletana ( poi decaduta per aver partecipato insieme ai Sanseverino, principi di Salerno, alla congiura contro il viceré don Pietro di Toledo ) e di una nobildonna della potente e nobile famiglia Spadafora ,il cui antenato Giovanni Spadafora nel 1230 fu segretario dell’Imperatore Federico II di Svevia . La madre era di origini calabresi dove nel 500 i nobili Spadafora erano stati possessori di feudo e vassalli. Suo fratello era addirittura il celebre Adriano Guglielmo Spadafora, studioso di antichità, nominato giovanissimo Prefetto del Regio Archivio di Napoli nel 1536 . Egli lavorò come archeologo negli scavi di Cuma e Pozzuoli, catalogando i numerosi reperti rinvenuti; fu ovviamente un raffinato antiquario, che arricchì la sua casa, nella vicinanze della chiesa San Giovanni Maggiore, di notevoli opere d’arte . Qui la famiglia possedeva una cappella dedicata al Santo martire Adriano che all’epoca , era meta di molti stranieri.
Ma anche l’albero genealogico del padre non era male . I Della Porta avevano un albero di famiglia risalente al periodo di Annibale. Essi erano infatti giunti in Campania al seguito del principe Adalferio dei Longobardi, e mantenuto nella loro discendenza posizioni importanti a Salerno, Vico Equense e Napoli. Il ramo principale della famiglia, stabilito in Salerno, è stato considerato nobile per decisione degli Angioini nel XIII secolo ( le terre e le navi furono le fonti della considerevole ricchezza di Nardo Antonio ) . Da Carlo V ottennero invece nel 1548 l’esenzione da tutti i tribunali.
Come molti piccoli nobili di quel tempo, anche i Della Porta però persero parte delle loro fortune nel 1551 sostenendo l’infruttuosa ribellione anti-Spagnola di Ferrante Sanseverino, principe di Salerno alla congiura contro il viceré don Pietro di Toledo nel 1552 . Anche se a dire il vero , il vicerè spagnolo mai revocò a Nardo Antonio i suoi privilegi e neanche fu privata la famiglia dell’ufficio che Gian Vincenzo ha tenuto per molti anni di scrivano di mandamento. La carica fu prima del padre e poi del fratello maggiore Gian Vincenzo a partire dal 1541.
Il ramo napoletano Della Porta ha avuto tre domicili. Una casa in città in via Toledo, nei pressi di Piazza Carità, (attualmente al civico 368), che all’epoca era la zona più elegante della città; una villa alle Due Porte, un villaggio molto piccolo che portava alle colline dei Camaldoli ( oggi Via Domenico Fontana ) attualmente denominato quartiere Arenella ed un altro, più magnifico, nella villa a Vico Equense una piccola in costiera sorrentina che a partire dai re Angioini fu luogo favorito in estate degli esponenti Aristocratici napoletani .
E proprio nella residenza delle Pradelle , nel casale di Pacognano a Vico Equense che è nato , insieme ai suoi fratelli il nostro celebre scienziato e alchimista Giovan Battista Della Porta . ( la casa natale della famiglia ”Villa delle Pradelle” a Pacognano, è stata da pochi anni completamente ristrutturata ed adibita ad attività turistica ricettiva, con il nome di “ Villa Della Porta” ).
CURIOSITA’ : Anche se si è firmato sempre “napoletano„ sembra che Della Porta abbia esercitato i diritti nelle politiche della chiesa di Vico Equense consentite soltanto ai latifondisti nati in quel luogo.
Suo padre, Nardo Antonio, amava circondarsi di importanti personaggi dell’epoca da cui trovava il piacere ed il gusto di apprendere e lasciare apprendere al figlio , varie nozioni di medicina , chimica , alchimia e filosofia e trasformò lentamente la sua casa in un laboratorio composto da filosofi, matematici, poeti e musicisti , fino a divenire una vera Accademia . Erano infatti tanti gli ospiti della famiglia Della Porta, fra questi Domenico Pizzimenti, classicista ed alchimista, Donato Antonio Altomare , Giovanni Antonio Pisano, e Girolamo Cardano, tutti attivi filosofi e medici a Napoli durante la gioventù di Della Porta.
In questo ambiente intellettuale fatto di grossi uomini illustri , Gian Giambattista potè ottenere i giusti stimoli per elevare elevare la sua mente all’Arte e alle Scienze, favorito anche dalle agiate condizioni economiche della famiglia (il padre era infatti proprietario terriero e armatore di navi ) .
Ricevette le basi della sua prima formazione culturale in casa, dove si era soliti discutere di questioni scientifiche, e dimostrò immediatamente le sue notevoli innate capacità, che poté poi sviluppare attraverso numerosi studi in giro in viaggio in Italia e in Europa, grazie ai quali ebbe modo di entrare in contatto coi maggiori esponenti della cultura del suo tempo allo scopo di allargare il proprio orizzonte culturale . Frequentò in quel periodo le biblioteche più importanti, e frequentò gli studiosi più insigni del tempo, ricercando e acquistando libri rari e preziosi.
I suoi primi maestri furono comunque lo zio materno, il quale possedeva un ricco museo e una grande biblioteca, e il fratello Giovan Vincenzo, studioso di filosofia naturale e di antichità. Egli fin da giovanissimo si dedicò quindi all’indagine della natura,e delle misteriose arti alchemiche ed è molto probabile che a quindici sperimentava con i prodotti chimici, le erbe , circondato di dotti ed esperti artigiani al fianco dei quali egli sperimentava e studiava le res antiche.
Eclettico, e curioso, pubblica a soli ventitre anni, la sua prima opera, Magiae Naturalis, sive de Miraculis rerum naturalium e sempre in questi anni fonda la celeberrima Accademia dei segreti . Grazie a questa sua opera poi ampliata in una successiva versione ( 20 libri ) ottiene fame e successo che si espande rapidamente in tutta Europa .
La sua famosa Accademia Secretorum Naturae (“Accademia dei Segreti”), aveva un criterio di accesso estremamente rigido . Per appartenere infatti a tale Accademia era necessario dimostrare di aver effettuato una nuova scoperta scientifica, sconosciuta al resto dell’umanità, nell’ambito delle Scienze naturali; l’accento veniva tuttavia posto più sul “meraviglioso” che sul metodo scientifico. L’Accademia fu sospettata di occuparsi di argomenti occulti e Della Porta fu indagato dall’Inquisizione nel 1579 e l’Accademia fu chiusa per ordine papale: a Della Porta fu tuttavia concesso di continuare gli studi di scienze naturali ma richiedere il permesso della censura per le sue pubblicazioni a Roma.
La fama da lui raggiunta gli servi fortunatamente per uscire comunque in maniera positiva dal procedimento a suo carico del S. Uffizio e addirittura gli procurò sul finire del 1579, l’invito del cardinale Luigi d’Este a recarsi a Roma per continuare al suo servizio le ricerche scientifiche. La richiesta del cardinale, dovuta anche alla sollecitazione del suo medico personale Teodosio Panizza, grande ammiratore del Della Porta , fu da questo accettata con entusiasmo Tra il 1579 ed il 1581 fu quindi continuamente ospite a Roma , a Venezia e a Ferrara del cardinale Luigi d’Este per soprintendere tra le tante cose anche alla costruzione di uno specchio parabolico e di un modello di occhiaie, ma sopratutto dedicarsi alle ricerche sulla pietra filosofale.
Curiosita’ : il tribunale dell’Inquisizione di Venezia, con l’approvazione del governo veneto, gli proibì di pubblicare la versione volgare della Fisionomia umana, imponendogli di chiedere, anche per il futuro, il permesso di stampa al tribunale del S. Uffizio di Roma. Ciò era dovuto all’inasprimento della politica ecclesiastica che attraverso la censura mirava ad impedire il diffondersi di idee contrarie alla fede e alla morale cattolica; un mese dopo questo provvedimento, Giordano Bruno veniva imprigionato a Venezia.
Della Porta fu costretto ad ubbidire , toccato fortemente dai avvenimenti tragici che coinvolsero nello stesso periodo il Bruno e il Campanella, l’uno condannato a morte e giustiziato a Roma, l’altro imprigionato e torturato.
Curiosita’ : Dopo secoli di oblio , gli ambienti che potrebbero essere stati il luogo di ritrovo degli adepti , sono stati riscoperti nel 1985 , durante una perlustrazione eseguita da alcuni geleologi . Oltrepassando un anfratto presente nel muro di un garage sotterraneo di un palazzo in Via Cattaneo , all’angolo con piazzetta Due Porte , il geologo Fulvio Salvi , scoprì diverse stanze collegate tra loro con nicchie , lapidi , capitelli dorici, colonne intagliate nella roccia , tratti di finto opus reticulatum e affreschi raffiguranti scene dell’antico Egitto che in particolare rappresentavano Iside, , la dea della magia e del sapere , che allatta il figlio Horus al cospetto di Anubi.
Su altre pareti dell’anfratto che gli anziani del luogo chiamano “Teatrino ” , sono inoltre presenti simboli chiaramente esoterici come serpenti, incroci magici e strani numeri a forma di otto allungato . Ma il pezzo forte è rappresentato da una porta a forma di teschio con un’ orrenda bocca in cui pare che entrasse il maestro fondatore dell’Accademia .
Oggi purtroppo il sito , ovvero i resti di una villa rinascimentale di Giambattista della Porta, dove lo scienziato napoletano radunò attorno a sé diverse intelligenze per sperimentare l’alchimia, già due secoli prima del Principe di Sansevero, poichè resta di proprietà privata è interdetto al pubblico e ridotto a deposito di materiale edile .
In questo periodo, quando già la sua fama si era consolidata, pubblicò vari nuovi libri che riguardavano sull’Arte del ricordare, la coltivazione degli alberi da frutta , un’opera di 4 libri sulla Fitognomica , un trattato sulla Taumatologia, ( ora perduto ) ed una sua enciclopedia sull’agricoltura .
Ma scrisse e si occupò anche di ottica , astronomia , idraulica , matematica, arte militare , meteorologia , chimica e astrologia la cui passione gli data da suo fratello maggiore che competente nell’arte dell’astrologia, insegno a Giambattista molte delle conoscenze e particolarmente i metodi classici di ricerca.
Della Porta era quindi una persona multiforme con una formazione meravigliosamente vasta e negli della sua maturità fu tra i protagonisti più significativi sia dell’Accademia dei Lincei, sia dell’Accademia degli Oziosi.
Nel 1610 fu invitato a far parte anche dell’Accademia dei Lincei, appena fondata dal giovane principe Federico Cesi . A causa dell’opposizione del padre l’iniziativa del Cesi poco dopo fallì, ed egli per la delusione decise di partire per Napoli, dove entrò a far parte del circolo culturale che faceva capo al Della Porta , tra i cui componenti vi erano gli amici e colleghi Ferrante Imperato, Bartolomeo Maranta, Donato Altimaro, Fabio Colonna, tutti uniti dalla comune passione per la filosofia e la ricerca naturalistica.
Giovan Battista rimase comunque colpito dalla cultura del Cesi e dal suo amore per le scienze e maturò ben presto per lui una profonda amicizia, dal giovane sinceramente ricambiata.
Della Porta in quegli anni rivendicò senza troppa convinzione una paternità sull’invenzione del telescopio, resa nota in quegli anni da Galileo, anch’egli membro dell’Accademia dal 1611. Fece forse parte anche di un’accademia letteraria dedicata alla letteratura dialettale napoletana (Schirchiate de lo Mandracchio e ‘Mprovesante de lo Cerriglio), che sappiamo attiva nel 1614, e dell’Accademia degli Oziosi, di drammaturghi, iniziata ufficialmente nel 1611, di cui faceva parte anche il viceré spagnolo (Pedro Fernando deo Castro, conte di Lemos)
CURIOSITA’: Il più giovane, dei fratelli , Gian Ferrante, anch’egli interessato alla geologia e alla chimica ,e gran studioso di mineralogia , morto prematuramente gli lasciò una collezione eccellente di cristalli e gli esemplari geologici che fu poi costretto a vendere quando le sue condizioni economiche , nell’ultimo periodo della sua vita , si erano estremamente ridotte . Il fratello Gian Vincenzo invece , seguendo l’esempio del loro zio per la collezione di libri, di statue e di marmi antichi. aveva invece raccolto una importante collezione di libri, marmi e statue.
Le sue case, di Napoli e di Pacognano in Vico Equense, furono frequentate da Tommaso Campanella e l’amico Paolo Serpi .Con il Campanella ebbe comunque una serie di pacate conversazioni e moderate discussioni vertenti principalmente su temi di carattere filosofico-scientifico, che sfociarono poi anche in una pubblica disputa sul significato del concetto di magia.
Conobbe nei suoi viaggi Giordano Bruno prima del suo incarceramento e certamente Galileo Galilei con il quale un diverbio il riconoscimento della paternità dell’invenzione del cannocchiale. Della Porta sosteneva infatti che la realizzazione dello strumento era opera sua e per dimostrarlo ne descriveva le fasi di costruzione e il funzionamento. In seguito, nonostante che egli avesse deciso di ritirarsi dalle polemiche al riguardo, riconoscendo a Galileo il merito di aver perfezionato il cannocchiale, Keplero assunse invece le sue difese e gli attribuì la paternità dell’invenzione. Anche l’Accademia dei Lincei, ricostituitasi nel 1610 ad opera del Cesì, riconobbe ufficialmente al Della Porta l’invenzione del cannocchiale e gli affidò la direzione del futuro Linceo napoletano, che tuttavia non sarebbe mai stato costituito.
Nei suoi tardi anni raccolse esemplari rari del mondo naturale e coltivò piante esotiche. Il suo museo privato era visitato dai viaggiatori e fu uno dei primi esempi di Museo di storia naturale, . Fu anche commediografo e scrisse 14 commedie in prosa, una tragicommedia, una tragedia e un dramma liturgico, che divennero fonte di numerose opere del successivo secolo.
I suoi ultimi anni lo videro angosciato da una profonda crisi finanziaria precipitata per i dispendi in nome dell’imparare. L’accademia era indubbiamente costosa ma grande motivo di orgoglio per lui dato che gli esperimenti uniti dei relativi membri avevano prodotto molte delle osservazioni valide dei fenomeni in fisica, ottica e botanica ancora oggi validi . Nonostante egli fosse stanco e malato, continuò i suoi studi sul cannocchiale e in particolare sul modo di costruire specchi e lenti paraboliche, di cui informò anche Galileo.
Il 4 febbraio del 1615 , Giovan Battista Della Porta dopo una breve malattia, morì a Napoli nella casa della figlia Cinzia .Quando è morto ad ottanta anni, stava preparando un trattato a sostegno di un suo reclamo all’invenzione del telescopio.
Nel testamento indicò come eredi delle sue sostanze e della sua biblioteca la figlia con il marito Alfonso Di Costanzo e i loro figli . Venne sepolto a Napoli nella cappella di famiglia, fatta costruire dal padre Leonardo nella chiesa di S. Lorenzo. Maggiore . Federico Cesi avrebbe dovuto comporre l’elogio accademico, che però rimase incompiuto, forse per le preoccupazioni dell’amico di allontanare dal Della Porta . il sospetto di eresia.
Giovan Battista Della Porta è oggi quasi da tutti dimenticato . Egli fu un uomo di grande fama del seicento occupando , alla pari di altri grandi personaggi dell’epoca a lui contemporanei come Galileo, Keplero, e Gilbert , una posizione di grande rilievo nella storia della scienza del Rinascimento . Egli merita forse più di tanti altri personaggi della nostra città di essere ricordato con una statua , una grande piazza o una grande strada ( magari al posto di una di quelle dedicate ai Savoia ) . I suoi molteplici campi di studio che spaziano tra scienza e magia, ottica e fisica, fisionomia, agricoltura, teatro , alchimia ,matematica , chimica , filosofia , botanica , zoologia e tanti altri argomenti fanno di lui uno delle più eccelsi menti che la nostra città abbia dato al mondo .
I suoi esperimenti per la costruzione di apparecchi ottici , i diversi tipi di specchi e di lenti con cui si possono realizzare strumenti come il microscopio, la camera oscura e il cannocchiale fanno invece di lui lo scienziato a cui tutti noi dobbiamo inchinarci
Egli , prima di Galileo Galilei scrisse un piccolo trattato dal titolo De telescopio, in cui descrisse le fasi di costruzione dello strumento, soffermandosi particolareggiatamente sulle sue caratteristiche tecniche. Egli fu il primo quindi a realizzare il cannocchiale e a servirsene rispetto agli olandesi e allo stesso Galileo. A lui mancò la sola percezione del corretto uso del nuovo apparecchio e delle novità che la sua invenzione implicava, merito che, alla fine, lo stesso Della Porta . riconobbe a Galileo.
Edizione del Magiae Naturalis del 1644.