La comunità ebraica nella nostra città era già presente fin dall’epoca romana e rimase ben radicata sino alla loro iniziale espulsione disposta nel 1540 dall’imperatore Carlo V d’Asburgo . Un loro breve rientro fu consentito nel 1740 sotto il regno di Carlo di Borbone, dall’allora ministro Tanucci il quale per risollevare le tristi sorti economiche in cui trovarono il regno , richiamarono in città le esiliate comunità ebraiche concedendogli numerosi privilegi e immunità proprie. La speranza era che gli ebrei , noti per la loro abilità commerciale , facessero in qualche modo ripartire, con le loro iniziativa imprenditoriale e mercantile, l’economia del Regno, e di conseguenza contribuire a risollevare la delicata situazione economica esistente.
Il provvedimento dei privilegi accordati alla comunità ebraica scatenò però un’ondata di antisemitismo tra la popolazione, fomentata specialmente dal clero, che giunse a lanciare l’anatema contro re e regina di non avere un erede maschio, se non si fossero scacciati gli ebrei dalla città.. Re Carlo allora assecondò le richieste popolari e con un nuovo editto, emanato il 30 luglio 1747 , espulse nuovamente la comunità ebraica da Napoli.
Il loro ritorno avvenne quando si traferì nella nostra città il barone Karl Rothschild che acquistò dal baronetto Ferdinando Acton , la bella abitazione di Villa Pignatelli ancora oggi presente alla Riviera di Chiaia .
Karl Rothschild fu uno dei più noti banchieri della citta’ ( ebrei di origine tedesca che furono per circa 40 anni i banchieri dei re di Borbone ) nonchè protagonista di un ingente prestito che i banchieri Rothschild concessero ai Borbone.
CURIOSITA’ : Solo dopo la caduta dei Borbone i Rothschild abbandonarono la citta’ ; il figlio , dopo la morte del padre , vendette la lussuosa villa al duca di Monteleone Aragona Pignatelli Cortes e sua moglie Rosina Fici d’Amalfi ; quest’ultima rimasta poi vedova , dopo la morte del marito , dono’ sia la costruzione che le preziosi collezioni di ceramica allo stato italiano affinche’ fosse allestito un museo dedicato al marito, oggi presente alla Villa Floridiana nel quartiere Vomero .
Nel 1861, Il barone Adolf Carl de Rothschild, e suo figlio di Carl, presi in affitto i locali di vico Santa Maria a Cappella Vecchia., fondarono ufficialmente una nuova Comunità Ebraica in città . Gli stessi locali , grazie alle donazioni di altri iscritti e in particolare del presidente Dario Ascarelli, furono poi acquistati dalla comunità nel 1927. L’edificio più volte ristrutturato ,ospita e rappresenta oggi al primo piano l’unica Sinagoga di Napoli .
Il suo interno con pianta rettangolare, appare diviso a metà da un arco . All’entrata sono poste due lapidi di marmo: una che ricorda Dario Ascarelli , il presidente della comunità che comprò gli edifici per ospitare la sinagoga nel 1910 ed un’altra che commemora la deportazione degli ebrei napoletani durante l’ultima guerra mondiale . La tevah centrale, circondata dai banchi, fronteggia l’ aron, che poggia sulla parete orientale di fronte all’ingresso. Nello stesso appartamento vi sono sale per conferenze e riunioni, la segreteria della comunità e la casa del rabbino.
La presenza ebraica a Napoli, la ritroviamo collocata , nel tempo , in diversi luoghi della città .
Un prima comunità ebraica esisteva a Napoli già nel V secolo come attestato da una serie di epigrafi sepolcrali rinvenuti a Corso Malta (dove attualmente si immette la rampa per la tangenziale) in occasione della costruzione della Caserma Mameli (Le epigrafi sono attualmente esposte nel Museo Archeologico Nazionale).
Un primo vecchio quartiere ebraico in città , invece, di cui però è andata cancellata ogni traccia durante il Risanamento , si trovava fin dal periodo normanno – svevo nel famoso quartiere di Forcella ed era nota con il nome di “Giudecca Vecchia”, per distinguerlo da quello successivo insediatosi ,nel periodo svevo angioino , intorno a piazza Portanova e alla chiesa di S. Maria in Cosmedin.
In questo quartiere , che veniva considerato come una normale estensione della preesistente giudecca di San Marcellino, la comunità ebraica fu particolarmente dedita alla lavorazione dei tessuti, che in quel periodo veniva riconosciuta come monopolio del gruppo ebraico. Il quartiere ,oggi non più identificabile era probabilmente presente fra gli attuali vico della Pace e vico S. Nicola dei Caserti.
Federico II di Svevia mise in atto in quel periodo una serie di disposizioni atte a proteggere gli ebrei dalle pressioni dei signori locali e del clero . Egli da gran sovrano illuminato quale era, si adoperò per estendere un nuovo atteggiamento filosemita a tutto il Regno delle Due Sicilie : gli ebrei posti sotto la diretta protezione del sovrano ottennero il diritto di difesa e la possibilità di procedere in giudizio, al pari di tutte le altre genti non giudaiche ( gentili ) . Pose inoltre un regolamento alla pratica del prestito di denaro, ponendo un saggio di interesse non superiore al 10%. Quest’ultima norma, in particolare, soprattutto nella successiva età della dominazione angioina , aprì la strada alla penetrazione in Napoli di nuovi banchieri e uomini d’affari provenienti da diverse parti.
N.B. Finita l’epoca del grande Federico II , il clima per gli ebrei nel Regno iniziò a cambiare. Su di essi , soprattutto dal 1290 al 1294, si abbatté una vera e propria «tempesta», frutto dall’abile predicazione anti – ebraica dei predicatori domenicani presso i sovrani angioini , che sortirono l’effetto finale nel 1288 , di un decreto repressivo che prevedeva una speciale espulsione per gli ebrei . Essi per non essere espulsi dal Regno erano incentivati a convertirsi in cambio dell’esenzione ad vitam dal pagamento delle tasse.
Si ha notizia certa anche di un’altra sinagoga presente in quel periodo a Napoli che fu poi trasformata nel 1290, in una chiesa su richiesta di un gruppo di ebrei allora convertitisi al cristianesimo .Secondo molti studiosi sembra che questa corrispondi all’attuale chiesa di Santa Caterina della Spina Corona.
Nel periodo Aragonese , trovando protezione presso il re Ferdinando I , si rifugiarono a Napoli molti ebrei che erano stati espulsi dalla Spagna . Alla conquista del regno da parte dei francesi gli ebrei furono nuovamente oppressi.
Quando Napoli fu presa dagli spagnoli nel 1510 , gli ebrei furono sottoposti al pagamento di 300 ducati sotto pena di una nuova espulsione. Nel 1535 il prezzo venne addirittura alzato così molti ebrei furono costretti ad andarsene: entro il 1541 tutti gli ebrei che vivevano a Napoli erano stati cacciati.
Molti ebrei cacciati da Napoli si stanziarono nella zona meno popolata dei Campi Flegrei, all’estremità del golfo di Pozzuoli, facendo rivivere l’antico borgo romano di Bauli, oggi Bacoli , dove tuttora nella popolazione sono relativamente diffusi nomi veterotestamentari (Azaria, Ester, Ezechiele, Gabriele, Geremia, Gioacchino, Giona, Giosafatte, Giuditta, Isaia, Michele, Mosè, Rachele, Raffaele, Samuele, Tobia, ecc.). I due cognomi Guardascione e Salemme hanno sicuramente chiari riferimenti ebraici (“guarda a Sion” e “Shalom”). Quando successivamenti essi furono forzati ad abbracciare il cristianesimo, scelsero fra i santi quello meno cristiano di tutti, Sant’Anna la madre di Maria Vergine
Un ‘altra importante comunità ebraica era presente con molta probabilità anche nel centro storico , lungo il Decumano superiore , nei pressi del vecchio anfiteatro romano (i cui ruderi rimasero in vista sino a tutta l’epoca medievale), lungo l’attuale Vico Limoncello all’epoca denominato vicus Judeorum ,
CURIOSITA’ : Dopo il XII secolo, l’intera area intorno al vicolo veniva denominata “dei Dodici Pozzi” e “Spogliamorti” (per la contiguità con la chiesa in cui venivano rimossi gli indumenti ai defunti nel tragitto per il cimitero).
Gli ebrei sono uno dei popoli più antichi del mondo. La loro storia inizia con Abramo . Egli nei continui incontri con Dio è sopratutto protagonista del simbolico sacrificio di suo figlio Isacco .Della sua numerosa discendenza sappiamo attraverso la Bibbia che discendenti di Isacco erano schiavi in Egitto. Questo periodo di tempo iniziò quando Giuseppe, nipote di Isacco, guidò gli Israeliti in Egitto, dove in seguito vissero come schiavi del Faraone
A liberare dalla schiavitù gli ebrei ma sopratutto a condurli fuori dall’Egitto verso la terra promessa , fu come tutti sappiamo Mosè che al comando di Dio , grazie alle dieci famose piaghe ruiscì a convincere il faraone a lasciar andare gli ebrei ( l’ultima piaga colpì direttamente il faraone che perse il suo unico figlio).
Gli ebrei ,abbandonati la città del faraone , riuscirono a sfuggire all’esercito egizianio (che lo stesso faraone aveva inviato per ripensamento ), grazie alla miracolosa apertura delle acque del mar rosso che diede modo al popolo ebraico di passare a scapito dell’esercito egiziano che invece dovette subire l’ immediata chiusura delle acque .
Da quel momento incominciò il vero esodo del popolo ebraico che s’incamminò nel deserto alla ricerca della terra promessa da Dio.
Mosè come sappiamo ricevette i Dieci Comandamenti, da Dio sul monte Sinai che diverranno il fondamento della parola di Dio per sempre nel mondo e senza non pochi problemi continuò il suo cammino alla ricerca della terra promessa dove però egli non riuscì mai ad entrare . .Prima di morire, egli annunciò agli Israeliti le benedizione e le maledizioni relative alla loro obbedienza a Dio . Sarebbero stati benedetti se avessero obbedito a Dio e maledetti se avessero fatto il contrario. Queste benedizioni e maledizioni seguiranno come vedremo per sempre il popolo ebraico .
Finalmente dopo un lungo cammino , durato 40 anni , il popolo ebreo raggiunse finalmente la valle del Giordano , guidati da Giosuè che su indicazioni dello stesso Mosè prese il suo posto alla sua morte
Mosè designò quindi Giosuè come suo successore e lo incaricò di attraversare il fiume e di condurre il popolo alla conquista del paese di Canaan nella valle del Giordano . Egli per conquistare la terra promessa dovette comunque organizzare un piccolo esercito , servendosi di alcune tribù insediate sul fiume Giordano e ricorrere all’uso delle armi .
Il primo ostacolo fu il fiume Giordano. Giosuè per superare l’ostacolo fece avanzare l’Arca dell’Alleanza che fu portata dai sacerdoti davanti al popolo. Il fiume a quel punto arrestò miracolosamente il suo scorrere per permettere l’attraversamento degli israeliti. Giosuè fece poi erige un monumento di dodici pietre sulla riva ovest a Galgala che sarà nel tempo il punto di partenza per tutte le conquiste successive.
CURIOSITA’: L’arca dell’Alleanza , secondo la Bibbia , era una cassa di legno d’acacia con un coperchio d’oro, utilizzata per custodire le Tavole dei 10 comandamenti date da Dio a Mosè sul monte Sinai . Essa costituiva il segno visibile della presenza divina in mezzo al popolo di Israele.
La prima città che fu conquistata da Giosuè fu quella di Gerico. Il testo della Bibbia racconta che le mura della città caddero dopo che i sacerdoti avevano girato sette volte per sette giorni attorno alla città, suonando lo Shofar . La città viene rasa al suolo e tutti gli abitanti vennero uccisi, ad eccezione della famiglia di Rahab, una prostituta che aveva ospitato le spie ebraiche.
In seguito, Giosuè continuò a conquistare per molti anni sempre più città , e dopo essere giunto a conquistare la quasi totalità del paese di Canaan, decise di dividere il territorio per meglio amministrarlo .Dopo la conquista di Canaan da parte di Giosuè, le tribù d’Israele avevano infine infatti formato una debole confederazione senza un governo centrale e a guidare il popolo ebraico in quel periodo furono una serie di Giudici scelti.
E’ in questa atmosfera come vedremo che si inserisce poi la figura di Davide.
N. B. L’ Arca dell’Alleanza invece dopo un primo passaggio a Guilgal, venne poi depositata a Gerusalemme dal re Davide che costruì per ospitarla un magnifico Tempio .
Giosuè , dopo aver ammonito gli anziani , i capi e gli scribi del popolo a non imparentarsi con la popolazione locale e sopratutto a non servire mai altri Dei se non Dio , tenne per sé la città di Timnath-serah . In cambio il popolo promise di servire e restare fedele sempre e solo a Dio .
Ad abitare in quel periodo la stessa regione di Canaan , vi era in cinque città , anche un popolo aggressivo e guerrafondaio di nome “Filistei” molto noto per il loro uso innovativo del ferro, che era superiore al bronzo usato dagli Israeliti per le armi e gli utensili. Gli Israeliti , per lungo tempo furono costretti a dipendere dai Filistei per affilare o riparare i loro strumenti di ferro . Essi con i loro armamenti più avanzati e la loro politica militare aggressiva, impedivano continuamente lo sviluppo di Israele come nazione.
Per quasi 200 anni, i Filistei aggredirono ed oppressero gli Israeliti, invadendo spesso il loro territorio sapendo bene che I figli di Israele non potevano scontrarsi con il potere militare schiacciante dei Filistei. Tutto ciò ebbe fine solo quando Samuele, e successivamente Davide, furono in grado di sconfiggere i Filistei con la guida di Dio .
Gli Israeliti si riferivano spesso ai Filistei con il nome di “incirconcisi” , che a quel tempo significava “coloro i quali non hanno una relazione con Dio”. Non erano il popolo eletto da Dio, facevano un gran consumo di bevande alcoliche e dovevano essere completamente evitati, come un male contagioso.Essi per decenni hanno rappresentano il nemico per eccellenza degli ebrei .
Oggi, la parola filisteo è usata come epiteto per indicare una persona rozza, stupida. In realtà, i Filistei della storia non erano privi di raffinatezza o cultura. Erano un popolo marinaro avanzato il quale, per diverse generazioni, si trovò anni avanti rispetto ad Israele.
CURIOSITA’: Il nome “filisteo” proviene dalla parola ebraica Philistia, e la versione greca del nome, palaistinei, ci dà il nome moderno di “Palestina”. Essi con il tempo scomparvero dai resoconti biblici e dalla storia, lasciando dietro di sé il solo nome “Palestina” a testimonianza della loro esistenza.
Ovviamente gli Israeliti e i Filistei si mossero guerra ed a guidare il popolo di Israele era stato scelto re Saul che in una famosa battaglia perse come vedremo anche suoi figli che rimasero uccisi .Era quello un momento molto critico per gli Ebrei: l’esercito dei Filistei sembrava avere la meglio grazie alla presenza tra le sue schiere del terribile gigante Golia, alto tre metri, armato di una corazza di quaranta chili e di una lancia con una punta del peso di cinque chili. Ogni giorno, da quaranta giorni, Golia lanciava una sfida: sarà un duello tra lui e un campione dell’esercito nemico a decidere le sorti della guerra. Ma nessuno osava accettare. È a questo punto che entra in scena Davide. Troppo giovane per andare a combattere nell’esercito di Saul, il fanciullo ha l’incarico di pascolare le greggi del padre. Un giorno questi lo manda dai fratelli maggiori che combattono nell’esercito di Saul. Ed ecco che dalla schiera dei Filistei si fa avanti Golia e ripete la sua sfida provocante. Mentre gli altri fuggono terrorizzati, Davide chiede chi sia mai quel filisteo che osa sfidare con disprezzo le schiere del popolo di Dio. Venuto a conoscenza dell’audacia del fanciullo, il re Saul lo manda a chiamare. Davide si offre di andare a combattere contro Golia, e per convincere il sovrano del proprio valore gli narra come, pascolando le greggi del padre, spesso ha dovuto affrontare e uccidere orsi e leoni. Così come Dio l’aveva salvato in quelle occasioni, lo avrebbe protetto anche da Golia. Colpito dall’audacia del giovanetto, Saul gli dà un elmo di bronzo, una corazza e una spada. Ma Davide, impacciato dalle armi alle quali non è abituato, le depone e sceglie da un torrente cinque sassi ben lisci; poi, con la fionda in mano, si fa incontro a Golia e lo incita spavaldo a misurarsi con lui. Anticipando il gigante tira fuori fulmineo un sasso dalla bisaccia e lo scaglia con forza contro la fronte di Golia, che stramazza al suolo. Infine corre accanto al filisteo, gli sfila la spada dal fianco e lo uccide, tagliandogli la testa. Il capo mozzato di Golia sarà portato in trionfo a Gerusalemme. Il più forte, come spiega sant’Agostino commentando l’episodio biblico, si è dimostrato il pastorello, perché è andato incontro a Golia confidando non in sé ma in Dio, armato non di ferro ma dalla propria fede.
Il Re Saul dopo aver visto Davide uccidere Golia., mandatolo a chiamare lo nominò comandante del suo esercito.Il suo esercito , benedetto da Dio vinse molte guerre e alla fine dopo varie peripezie, vinse anche la guerra .
Tra le tante battaglie , i Filistei , in un attacco fatto sul monte Gelboe uccisero tre figli di Saul e ferirono lo stesso re Saul che pur di non cadere nelle mani dei nemici si suicidò con la sua stessa spada . Gli altri israeliti, vedendo che Saul e i suoi figli erano finiti , abbandonarono le loro città e fuggirono. lasciando le loro città ai Filistei che vi si insediarono.
Il giorno dopo i Filistei andarono a spogliare i cadaveri di Saul e dei suoi figli che giacevano sul monte Gelboe . Al corpo di Saul , venne asportata la testa che venne inchiodata nel tempio di Dagon.Le sue armi , dopo essere state messe in mostra per tutto il paese per annunziare la vittoria ai loro idoli e al popolo vennero anch’esse deposte nel tempio del loro dio.
Quando gli abitanti di Iabes vennero a sapere ciò che i Filistei avevano fatto a Saul, tutti i loro guerrieri andarono a prelevare il cadavere di Saul e i cadaveri dei suoi figli e li portarono in Iabes; seppellirono le loro ossa sotto la quercia in Iabes, quindi digiunarono per sette giorni.
Dopo la morte di Saul , la Palestina ebrea venne divisa nelle mani di due re . Il Regno di Israele andò all’altro figlio di re Saul , Is-Baal, che vi regnò per soli due anni , mentre Davide venne nominato inizialmente , solo re di Giuda . Questo aprì ben presto le porte ad una guerra civile, che terminò con la disfatta del figlio di Saul e l’ascesa di Davide a unico re di Giuda e Israele, senza per altro spegnere le rivalità tra i due regni.
Davide alla fine conquistò Gerusalemme e la dichiarò capitale. Diventato re d’Israele , fu un buon re, che amava Dio e obbediva ai Suoi comandamenti. Nell’ascesa al potere egli fece trasportare l’arca dell’alleanza a Gerusalemme, centralizzando quindi il culto in modo da controllare meglio i sacerdoti. Questi infatti nelle guerre tra contendenti non si dimostravano al di sopra delle parti e quelli che avevano dimostrato preferenze per il candidato perdente venivano subito destituiti.
Dopo Davide prese il potere suo figlio Salomone, che fu perciò il primo re per successione dinastica, che la Bibbia ricorda per la sua saggezza e per aver condotto il regno ad un certo periodo di splendore e pace . Salomone diventò l’uomo più saggio della terra. La gente veniva da paesi lontani per porgli delle domande ed egli dava loro sagge risposte. Re e regine venivano a vederlo e gli portavano ricchi doni. Ma, contrariamente al dettato divino egli si permise più di 700 moglie e 300 concubine, e tra le mogli anche donne straniere, contravvenendo alle proibizioni d’imparentarsi con altre popolazioni.
Sotto di lui venne costruito il muro di Gerusalemme e il primo tempio, per il quale fece faticare trentamila lavoratori forzati reclutati tra le popolazioni non ebree a lui sottomesse. Riuscì a terminarlo in sette anni, mentre il suo palazzo personale gli costò tredici anni di lavori. Il giorno in cui fu dedicato il tempio furono immolate 120.000 pecore e 20.000 buoi .
La descrizione delle fastosità del tempio e del palazzo non deve trarre in inganno sopravvalutando la ricchezza del regno: le spese per costruire tanto sfarzo comportarono un grande dissesto finanziario che costrinse Salomone a vendere delle intere città .
La costruzione del Tempio di Gerusalemme iniziò nel decimo secolo avanti cristo , quando il re David dopo aver conquistato la città di Gerusalemme , decise di dar inizio la costruzione di un grande tempio che venne poi completato sotto il regno del figlio re Salomone . Nel 587 a. C., il tempio fu distrutto dal re di Babilonia, Nabucodonosor, nel corso della guerra condotta contro l’Egitto per la conquista della Siria .Di queste vicende rimangono testimonianze nelle iscrizioni su tavolette ritrovate nella zona dove sorgeva Babilonia e in numerosi reperti archeologici trovati a Gerusalemme. Essi raccontano dell’invasione dei persiani che invasero Gerusalemme, uccidendone gli abitanti e distruggendone le chiese.
N.B. Il tempio era stato costruito dal re Salomone intorno al 960 a. C. per essere “la casa di Dio”. Esso sorgeva sulla spianata dove oggi si trovano le moschee di Al Aqsa e di Omar.
Il Tempio fu ricostruito nel 515 a.C., dopo che Ciro il grande, re dei Persiani, conquistata Babilonia, permise agli ebrei di lasciare questa città, dove li aveva deportati Nabucodonosor. Il tempio fu arricchito e abbellito in epoca romana, tra il 20 a. C. e il 66 d.C. Fu distrutto definitivamente dall’imperatore Tito nel luglio del 70 d.C., per soffocare la rivolta degli ebrei contro Roma (evento che è commemorato sull’Arco di Tito che si trova a Roma). Quel che restava dopo la distruzione era solo una parte del Muro Occidentale. Oggi meta di pellegrinaggio da parte di ebrei di tutto il mondo. La distruzione divenne ancora più radicale sessant’anni dopo, quando Adriano rase completamente al suolo Gerusalemme in seguito all’ennesima sommossa .
Nello stesso sito dove sorgeva il Tempio di Gerusalemme, l’imperatore Adriano ha poi costruito il tempio di Giove Capitolino. Due secoli più tardi – nel 324 – l’imperatore Costantino distrugge il tempio pagano voluto da Adriano e al suo posto fa edificare una chiesa bizantina . Durante il periodo bizantino gli ebrei avevano comunque il permesso di visitare il Tempio in occasione dell’anniversario della distruzione del 70 dopo Cristo (il rituale delle visita era il seguente: versavano olio su una pietra, piangevano e si stracciavano le vesti).
Gli storici islamici raccontano che quando i musulmani conquistano la città – nel 638 – il califfo Umar trova il Tempio di Gerusalemme completamente in rovina (per l’ennesima volta). E ne dispone la ricostruzione. Bisogna ricordare, infatti, che anche per i musulmani questo è un luogo sacro (assieme alla Mecca e alla Medina).
La posizione dell’antico Tempio di Gerusalemme non è stata identificata con certezza. Molti studiosi ritengono, tuttavia, che il Tempio si trovasse dove ora sorge la Cupola della Roccia.
Il Monte del Tempio di Gerusalemme è un altopiano che si trova nella Città Vecchia di Gerusalemme. La sua è una storia tormentata, come del resto quella dell’intera città. È una storia di continue distruzioni. Eppure si tratta di un sito importantissimo. Infatti il Monte del Tempio – come succede per molti dei luoghi storici di Gerusalemme – è luogo sacro per ebrei, musulmani e cristiani.
Il Monte , era infatti per la religione ebraica il luogo più sacro in assoluto , era invece per i cristiani il luogo dove Gesù aveva maggiormente lasciato il suo segno , mentre per i musulmani era il luogo dove il Profeta Muhammad ha poi iniziato il suo viaggio verso il cielo.
L’accesso al Monte del Tempio oggi è gratuito. Aperto a tutti. E sono tanti i turisti che vi arrivano da ogni parte del mondo . Per accedere all’area che circonda il Monte del Tempio di Gerusalemme – gestita dai musulmani – bisogna varcare un cancello vicino al Muro del Pianto. Le regole per la visita al sito sono molto restrittive. Tra queste regole vi è senz’altro il vestire con misura e il non praticare alcuna attività religiosa.
Gli ebrei devoti difficilmente visitano il Monte del Tempio di Gerusalemme, per loro vige la disposizione del Rabbino Capo di Gerusalemme: “Secondo la Torah è vietato a chiunque di entrare nella zona del Monte del Tempio di Gerusalemme, a causa della sua sacralità”.Essi quindi , non mettono mai piede sul Monte del Tempio di Gerusalemme, concentrando le loro preghiere davanti al famoso Muro Occidentale (il cosiddetto Muro del Pianto).
I discendenti del re Davide continuarono a governare per circa 400 anni . Questo era un tempo glorioso d’Israele poiché caratterizzato dalle benedizioni promesse. Gli ebrei erano una nazione potente, avevano una società e una cultura avanzata ed un loro Tempio. Ma l’Antico Testamento racconta che durante questo periodo la loro corruzione cresceva, così come l’adorazione che rivolgevano agli idoli. Molti profeti li avvisarono che le maledizioni di Mosè si sarebbero abbattute su di loro, se non si fossero pentiti, tornando a Dio; questi avvertimenti però furono ignorati.
Le maledizioni si avverarono intorno al 600 a.C. , quando Nebucodonosor , un potente re babilonese venne contro Israele , proprio come aveva predetto Mosè 900 anni prima . Nabucodonosor conquistò Gerusalemme, la bruciò e distrusse il Tempio che Salomone aveva costruito. Poi fece esiliare gli Israeliti in Babilonia.
Successivamente, l’imperatore persiano Ciro conquistò Babilonia e divenne la persona più potente sulla terra, permettendo agli Israeliti di tornare nella loro terra, ma essi , una volta tornati, non erano comunque più un paese indipendente, ma una provincia all’interno dell’Impero Persiano. Questa situazione si protrasse per 200 anni . Durante questo periodo furono comunque ricostruiti il Tempio Ebraico e la città di Gerusalemme.
Quando poi Alessandro Magno , conquistò l’Impero Persiano , gli israeliti divennero invece una provincia all’interno degli Imperi Greci per altri 200 anni .
Ed Infine quando i Romani sconfissero i greci e divennero la più grande potenza mondiale. essi divennero una provincia sotto l’ impero romano . E’ questo il tempo in cui visse Gesù. Questo spiega il perché della presenza dei soldati romani nei vangeli: i Romani governavano gli ebrei nella Terra d’Israele e stavolta essi non erano neanche più indipendenti . Mostratisi molto insoddisfatti ed infastiditi da questa situazione , tentarono più volte di ribellarsi contro il dominio romano , ma questi ultimi placarono rapidamente le loro proteste incendiando il Tempio e disperdendoli in tutto l’impero . Molti furono deportati come schiavi
E così che visse il popolo ebreo , da quel momento e per quasi 2000 anni: disperso e mai accettato nelle terre straniere. Sono stati regolarmente oggetto di grandi oppressioni da tutte le nazioni. La persecuzione degli ebrei era una realtà nell’Europa che si professava cristiana. Era la maledizione di Mosè nel 1500 A.C. . Era la descrizione esatta di come avrebbe vissuto chiunque non avesse obbedito al Signore.
Fra quelle nazioni non avrai riposo e non vi sarà luogo dove i tuoi piedi possano fermarsi; là il Signore ti darà un cuore tremante, degli occhi che si spengono e un’anima languente.
La loro persecuzioni raggiunsero purtroppo il loro picco quando Hitler, capo della Germania nazista, cercò di sterminare tutti coloro che vivevano in Europa. Egli dopo atroci delitti fu grazie a Dio sconfitto ed il suo malvagio piano cancellato .
La storia di questo paese è comunque la vediate un fatto eccezionale, perché questo stato è stato costruito nonostante grande opposizione nei suoi confronti. La maggior parte delle nazioni confinanti ha mosso guerra contro Israele svariate volte: nel 1948… nel 1956… nel 1967 e di nuovo nel 1973. Israele, una nazione molto piccola, era spesso in guerra, anche contro cinque nazioni contemporaneamente. Tuttavia Israele non solo è sopravvissuto, ma i suoi territori sono aumentati. Nella guerra del 1967 gli ebrei riconquistarono Gerusalemme, la capitale storica che Davide aveva fondato 3000 anni prima. La creazione dello Stato di Israele e le conseguenze di tutte le guerre che le sono state mosse contro, ha generato uno dei problemi politici più controversi ed ancora oggi in parte irrisolti nel mondo .
La dispersione degli ebrei (denominata diaspora) fuori dalla Palestina iniziò nel 70 dopo Cristo , quando il Tempio di Gerusalemme venne distrutto dai romani e gran parte della popolazione ebraica deportata a Babilonia.
I termini e i simboli della tradizione ebraica
Sèfer Tōrāh
Con il termine Sefer Tōrāh si identificano i rotoli su cui viene trascritta la Tōrāh , la dottrina religiosa che secondo la Bibbia fu impartita da Mosè al popolo d’Israele.
Torah è un termine biblico che designa la dottrina impartita dai genitori ai figli, dai saggi agli ignoranti, dal sacerdote e dal maestro al popolo e da Dio agli uomini mediante i profeti.
Il Sèfer è invece un rotolo di pergamena scritto dal Sofèr utilizzando una penna d’oca e un inchiostro purissimo, la cui ricetta per la preparazione è antichissima.
La lettura pubblica del Sefer Torah avviene in presenza di almeno dieci Ebrei adulti (devono aver compiuto almeno tredici anni). Ogni capitolo viene anticipato nelle mattine del lunedì e del giovedì e poi letto interamente il sabato. Per preparare il Sefer Torah si rispettano rigide regole: l’inchiostro deve essere di colore nero, resistente al tempo ma non indelebile, per potere apportare eventuali correzioni
Sinagoga
Sinagoga (dal greco συναγωγή, “assemblea”) è il termine che definisce il luogo di culto della religione ebraica.
L’ebreo può pregare in qualunque luogo dove non vi siano sculture o immagini che ritraggono persone o animali.
Il punto focale del Bet Hakneset è costituito dall’Aròn Ha-Kodesh (Arca Santa) che è un armadio in cui sono conservati i sefarìm gli oggetti più preziosi della Sinagoga. L’Aron Ha-Kodesh deve essere situata sul lato est del Bet Hakneset, deve cioè essere rivolta verso Gerusalemme.
Una tenda, chiamata paròchet, copre le ante dell’Arca Santa e davanti a questa c’è un lume (Ner Tamìd) che deve essere sempre acceso; davanti all’armadio c’è la tevà (o bimà) del Tempio, cioè l’altare.
Le donne posso accedere al matroneo, lo spazio a loro riservato: questo per non distrarre gli uomini dalla preghiera e per evitare l’eccessiva vicinanza degli oggetti sacri del Tempio con le donne nel periodo del ciclo mestruale (considerate impure nella Torah).
Aron-Ha-Kodesh
L’Aron haQodesh o Aron-Ha-Kodesh oppure solo Aron o semplicemente Armadio Sacro è un arredo sacro della religione ebraica, che si trova sempre in tutte Sinagoghe.
L’Aron ha una grandissima importanza all’interno della sinagoga e per la liturgia ebraica perché è il mobile deputato a contenere il Sefer Torah, i rotoli della legge.
Yad
Lo yad è un puntatore usato per guidare le letture pubbliche del testo del Sefer Torah.
Durante la lettura della Legge in sinagoga il lettore sta sul lato destro, il “chiamato” al centro e il segan (rappresentante della congregazione) sul lato sinistro. Il segan usa lo yad per puntare il testo che il lettore deve leggere.
Menorah
La Menorah è il candelabro a sette braccia che nell’antichità veniva acceso all’interno del Tempio di Gerusalemme attraverso la combustione di olio consacrato.
Il progetto originale, la forma, le misure, i materiali e le altre specifiche tecniche si trovano per la prima volta nella Torah, nel libro dell’Esodo, in corrispondenza delle regole inerenti al Tabernacolo. Le stesse regole adottate poi per il Santuario di Gerusalemme.
Il destino della Menorah originale è oscuro: fatta interamente d’oro, d’un sol blocco, venne con molta probabilità portata a Roma quando Tito conquistò la terra di Israele nel 70, come testimoniato da una raffigurazione sullo stesso Arco di Tito. Secondo alcune testimonianze non confermate, è rimasta a Roma fino al Sacco di Roma del 455 finendo poi, dopo alterne vicissitudini, a Costantinopoli. Da qui in poi se ne perdono le tracce. La tradizione ebraica sostiene invece che la Menorah trafugata da Tito fosse una copia (come provato dalle incongruenze fra il bassorilievo raffigurato sull’arco di Tito e la forma conosciuta della Menorah biblica). Quella vera sarebbe stata nascosta in previsione della distruzione del secondo Tempio di Gerusalemme.
Mezuzzah
Mezuzzah, è un oggetto rituale ebraico, consistente in un contenitore che racchiude una pergamena (claf) su cui sono stilati i passi della Torah corrispondenti alle prime due parti dello Shema, preghiera fondamentale della religione ebraica.
In realtà il termine Mezuzzah indica una scatolina di forma allungata contenente un piccolo rotolo di pergamena che reca scritti alcuni passi biblici. La Mezurah viene affissa in posizione obliqua sullo stipite della porta di ingresso della casa ebraica, alla destra di quello che entra e anche in sinagoga. Il significato di questo oggetto è molto importante perché rende concreta la presenza di Dio.
Shōfār
Strumento a fiato, realizzato con un corno vuoto di ariete o di capro. Era usato fin dai più antichi tempi della storia d’Israele per suonare l’allarme, lanciare le truppe all’assalto, terrorizzare il nemico e convocare le assemblee. Nella Bibbia il significato religioso principale è quello di scuotere i fedeli invitandoli al pentimento e contemporaneamente suscitare la misericordia divina. Per questo viene suonato nella mattina del capodanno e in altre occasioni liturgiche, come nel giorno del kippūr alla fine del solenne servizio religioso.
Tefillin
I tefillin -singolare tefilláh, da non confondere con l’omonimo termine che significa preghiera, occasionalmente detti filatteri secondo una traduzione grecizzante, sono due piccoli astucci quadrati – anche chiamati battim, che significa ‘casa’ – di cuoio nero di un animale kosher, cioè puro, con cinghie fissate su di un lato, che gli Ebrei portano durante la preghiera del mattino chiamata Shachrit.
Una di esse, detta shel yad, viene allacciata al braccio sinistro (sul destro per i mancini) e l’altra è posta sulla testa, chiamata shel rosh. Ogni scatoletta contiene i quattro brani della Torah in cui viene ricordata la Mitzvah dei Tefillin: due di essi sono brani tratti dallo Shemà Israel.
La preparazione delle scatolette è integralmente manuale e dura un anno intero. Gli ebrei compiono in questo modo uno dei 613 precetti comandati dalla Torah.
Kippah
La kippah (plurale kippot; yiddish: יַארמלקע, yarmulke, plurale yarmulkes) è il copricapo usato correntemente dagli Ebrei osservanti maschi all’interno dei luoghi di culto, in segno di rispetto verso Dio.
Talled
Il Tallèd, anche definito scialle di preghiera è un indumento rituale ebraico la cui storia risale ai tempi della compilazione della Torah. Consiste in un telo rettangolare, solitamente di lana, seta, lino o cotone ma anche in fibra sintetica, di varie grandezze, più o meno decorato, e dotato obbligatoriamente di frange (Zizziot) agli angoli, e solitamente anche su due dei lati.
Il termine Zizzit è a volte usato come sinonimo di Talled.
Tra gli ebrei ortodossi il talled viene indossato dagli Ebrei maschi che hanno raggiunto la maggiore età, vale a dire i 13 anni.
Hanukkiah
Hanukkiah, (plurale Hanukkioth), è il candelabro a nove bracci utilizzato per accendere i lumi appositi ogni sera durante la celebrazione della festa di Hanukkah.
La Hanukkiah va posta in mostra sulla strada: per fare ciò è diventato uso metterla sul davanzale della finestra sebbene in antichità si usasse mostrarla fuori dalla porta di casa.
Stella di David
Lo Scudo di David o anche sigillo di Salomone, è la stella a sei punte, comunemente chiamata Stella di David.
Insieme alla Menorah rappresenta la civiltà e la religiosità ebraica.
Il simbolo poteva essere un semplice stemma della famiglia formato ribaltando e sovrapponendo le due più importanti lettere del nome del capostipite.