” chi non ha visto Amalfi , non ha visto l’Italia”. ( O. Sitwell )
Amalfi è una piccola citta, dalla quale prende il nome la Costiera Amalfitana dichiarata, nel 1997 dall’UNESCO, patrimonio mondiale dell’umanità.
Amalfi è anche però come tutti sanno, anche la più antica delle Repubbliche Marinare e uno dei borghi più antichi della Campania, ma sopratutto uno dei più bei posti naturali della nostra bella costiera grazie alle sue caratteristiche abitazioni arroccate l’una all’altra che appoggiano su un fondale trasparente ricco di chiazze verdi smeraldo inondate dal sole .I suoi spuntoni di roccia fortificati che la caratterizzano e la fanno assomigliare ad un presepe , rappresentavano un tempo lontano , niente altro che la grande muraglia che ai tempi della Repubblica Marinara , la proteggeva dalle incursioni dei turchi , dei Saraceni e dei Normanni .
I suoi giardini ricchi di piante di limoni e aranceti degradanti che disseminati di oliveti , arrivano fino alla strada lambita dal mare , le donano , agli occhi di qualsiasi visitatore , un particolare fascino che li riporta inevitabilmente indietro nel tempo .
Sede, tra il IX e l’XI secolo, di una delle 4 principali repubbliche marinare, Amalfi è insomma un piccolo scrigno ricco di storia tutta da scoprire passeggiando lentamente tra le stradine che partono dal mare e si inerpicano verso le colline, ma è anche un luogo magico fatto di caratteristici vicoli che si immergono quasi tutti nell’ombra fresca dei suoi sottoportici .
N.B.Il glorioso passato di Amalfi si celebra con la regata delle Repubbliche Marinare, un evento che propone una gara tra quattro imbarcazioni e un corteo storico. L’evento viene ospitato a rotazione tra le antiche repubbliche marinare, quindi ogni quattro anni si tiene ad Amalfi.
In questa meravigliosa perla della costiera potrete insomma rilassarvi e lasciarvi prendere dalla magia dei suoi vicoli passeggiando tra le sue tante botteghe ed il suo caratteristico lungomare, dove dalla punta del porto potrete ammirare un panorama mozzafiato.
Le origini della citta’ di Amalfi , che poi divenne territorio del ducato di Napoli , risalgono comunque all’Impero romano . Successivamente , assediata dai Longobardi e poi saccheggiata dal principe di Benevento , Sicardo , che deporto’ i suoi abitanti a Salerno nel 836 , vide in un’epica impresa suoi abitanti ribellarsi a questi , quando qualche anno dopo , in seguito alla tragica morte di Sicardo e la lotta per la successione al Principato di Benevento , gli amalfitani si ribellarono riuscendo a cacciare il presidio longobardo.
Amalfi si libero’ anche dal giogo di Napoli , per divenire la prima repubblica marinara d’Italia , controllando per piu’ di tre secoli i mercati del Mediterraneo .
CURIOSITA’: La mitologia vuole che in questa localita’ fu sepolta Amalfi , donna amata da Ercole e che il grande eroe per immortalarla vi ci costrui’ una citta’ a cui diede il nome della donna amata .
Essa , come tutti certamente sapete da come avete letto sui libri di scuola, fu una grande potenza economica , tale da avere addirittura una propria moneta … fu infatti la piu’ grande e la piu’ temuta repubblica marinara d’Italia che controllo’ per piu’ di tre secoli i mercati del Mediterraneo al punto di promulgare le proprie leggi sulla navigazione ( Tavole Amalfitane ) che vennero poi riprese dalle altre repubbliche marinare e dalla marina del Regno di Napoli .Esse possono quindi a buona ragione essere considerate le prime leggi sul mare .
N.B. ; La Repubblica di Amalfi , poi Ducato di Amalfi , fu un antico stato governato, tra il IX e il XII secolo , da una serie di duchi (in latino : duces,) a volte chiamati dogi in analogia con la rivale Repubblica di Venezia . Insieme a Pisa , Venezia e Ragusa , , era una delle repubbliche marinare più note ed è presente con il proprio stemma nella bandiera della Marina Militare Italiana.
Forte di tutte le vicende storiche di cui e’ stata protagonista Amalfi puo’ vantare un considerevole numero di edifici religiosi costruiti in epoche diverse.
Tra tutte spicca il Duomo di Sant’Andrea con la sua bella scalinata , costruito nell’800 e ampliato nel 990 quando regnava il doge Mansone III .
Esso rappresenta il suo monumento certamente più rappresentativo e come avrete modo di vedere si trova nell’omonima piazza, poco distante da Piazza Municipio, fulcro delle attività turistiche della cittadina dopo il lungomare.
Monumento principe e vanto della città, ll Duomo, è un luogo di culto dedicato a Sant’ Andrea, santo patrono della città,e come avrete modo di osservare ,esso è caratterizzato da una facciata in stile bizantino a righe bianche e nere che rappresentano Gesù Cristo dell’Apocalisse con i 4 evangelisti e gli apostoli. L’opera venne realizzata da una ditta di Venezia sulle tele di Morelli.
N.B. La facciata policroma è stata completamente ricostruita nel 1800 a seguito di un rovinoso crollo, mentre il campanile rivestito di maioliche multicolori fu ultimato nel 1276.
La costruzione del Duomo venne iniziato nel IX sec ma più volte rimaneggiato nel tempo oggi resta ben poco del suo impianto originale se non colonne e capitelli che sono stati recuperati dagli edifici romani e trasportati via mare da paesi lontani.
La basilica antica in principio era stata dedicata alla Vergine Assunta, la patrona della città, ai Santi Cosma e Damiano e ad Andrea Apostolo .
L’edificio nuovo venne costruito più tardi, dopo il 987 quando Mansone I, duca di Amalfi, riuscì ad ottenere da Giovanni XV l’elevazione a sede arcivescovile, e venne consacrato a San Andrea Apostolo, protettore della diocesi da diverso tempo.
N.B. Alla fine dei lavori, il Duomo di Amalfi ricordava più una moschea araba che un edificio cristiano.
La posizione in cui è stato costruito è comunque strategica non solo perché è centrale rispetto al resto della città, consentendo uno sviluppo urbano ordinato, ma ha protetto la stessa dagli attacchi dei nemici. Esso come potete vedere si eleva maestoso sulla piazza a cui è collegato da una ripida caratteristica imponente scalinata .
CURIOSITA’: Se siete scaramantici non salite le scale del Duomo di Amalfi mano nella mano: secondo una leggenda popolare infatti pare che la coppia che sale insieme questi gradini non si sposerà mai.
La Cattedrale di Amalfi è comunque un complesso architettonico che comprende due basiliche comunicanti, una cripta inferiore, la scalea che conduce all’atrio di ingresso, il campanile e il Chiostro del Paradiso.
Il nucleo originario del Duomo di Amalfi è da ricercare nella più antica basilica del “Crocifisso” esposta a nord con l’ingresso ad ovest e l’altare che guarda verso est. L’impianto del Duomo risale come vi abbiamo gia accennato alla fine del IX secolo e si può facilmente individuare quando ci si porta sulla navata più grande, mentre quella laterale a destra funge anche da collegamento con l’altra basilica.
NB. Il suo pianoro rialzato di 20 metri rispetto al mare è fatto di pomice vulcanica molto dura e resistente, in gergo i produttori la chiamano “torece”.
La storia del Duomo di Amalfi è fatta di una serie infinita trasformazioni e opere di ristrutturazione voluti dai vari arcivescovi che hanno voluto ognino dil loro renderesempre piùimponente l’ edificio religioso.
Durante il corso del IX secolo l’impronta paleocristiana della chiesa del Crocifisso lasciò il passo a quella romanica, tuttavia l’opera di modifica non è stata completata, anche l’occhio meno esperto nota l’intenzione dell’architetto di conservare le transenne, le balaustre e gli splendidi portali di marmo bizantini e longobardi con intrecci di funi, figure di animali e motivi floreali a spirale.
Nei primi anni del XIII vennero effettuati dei lavori di ampliamento con la realizzazione del transetto, della cripta della confessione, dell’atrio e delle bifore e monofore poste sulla cupola radiale sulla scala che consente di scendere nella cripta.
La nuova basilica iniziò a sostituire per importanza quella vecchia dedicata all’Assunta.
Nel 1176 in seguito ad altri lavori, si era ridotta ad un’unica navata e nel 1180 l’antico ingresso fece spazio al campanile completato nel 1276 ad opera dell’arcivescovo Filippo Augustariccio che fece aggiungere anche la cella campanaria con archi intrecciati di maioliche.
Lo steso tra il 1266 e il 1268 fece anche edificare il Chiostro del Paradiso che doveva fungere da cimitero per i nobili.
CURIOSITA’: In questo Chiostro sono oggi presenti cinque sarcofaghi importanti che hanno resistito all’inesorabile scorrere del tempo: il primo rappresenta il ratto di Proserpina, il secondo raffigura in rilievo le nozze di Peleo e Teti mentre a lato vi sono Romolo e Remo allattati dalla lupa con la seguente iscrizione “Cesarius de Alaneo de Amalfia – MCCXL”, un altro sarcofago romano ha il nome di Publio Ottavio Rufo, poi vi è quello che riporta lo stemma della famiglia dei Favaro, e infine quello di Pietro Capuano, arcivescovo amalfitano deceduto nel 1359 con immagini del Cristo con i dodici apostoli e della Madonna.
Nel l XIV secolo furono aggiunti al Duomo dei pinnacoli gotici e venne realizzato un mosaico sulla facciata dedicato a S. Andrea Apostolo.
Nel 1931 e per 60 lunghi anni sono stati disposti dei nuovi lavori per recuperare la struttura medievale originaria della Basilica del Crocifisso.
Nel suo interno che rappresenta un trionfo barocco di argenti e tele dipinte , troneggia sull’altare la statua bronzea di Sant’Andrea che protegge l’urna con le reliquie a cui è legato l’evento miracoloso della fuoriuscita della “manna” che tutti gli amalfitani celebrano il 27 di Novembre.
Gli elementi barocchi e rococò che caratterizzano il suo interno sono da attribuire all’arcivescovo Michele Bologna che fece chiudere le colonne in pilastri di marmo e decorò i matronei con fregi; il soffitto della navata centrale e il transetto vennero ricoperti di oro zecchino mentre le cappelle medievali furono tutte distrutte.
Dall’interno del Duomo si accede al primo duomo di Amalfi, oggi chiamato Basilica del Crocifisso, e allo splendido Chiostro del Paradiso, che fu costruito nel 1200 come cimitero per i cittadini illustri. In esso sono presenti degli affreschi di diversa importanza a livello storico-artistico, singolare è quello che raffigura la Crocifissione della scuola giottesca.
Al centro del Chiostro del Paradiso, anch’esso in stile arabo, c’è un giardino con palme che con molta probabilità è stato costruito dopo il restauro del 1908 visto che dagli inizi del XVII secolo era stato abbandonato.
Nella piazza del Duomo , troneggia comunque dal 1926 anche la statua di Flavio Gioia , posta dal comune (dopo averla acquistata ) come omaggio dovuto , ad un suo figlio illustre.
La bella scultura realizzata nel 1900 dal cavese Alfonso Balzico rappresenta un Flavio Gioia , vecchio e scarno , con naso aquilino e lunga barba a punta . Al navigatore , vissuto tra il duecento ed il trecento a cui si dovrebbe l’ invenzione della bussola magnetica in verita’ pare si ritrovi inventore della bussola per il solo errore di …..una virgola.
Ad inventare la bussola , furono infatti per la verità gli stessi marinai della citta’ di Amalfi fra il 1100 e il 1200 che hanno anche poi provveduto a diffonderla in tutto il Mediterraneo nei loro viaggi verso la Siria e l’ Egitto durante le crociate .
A combinare il gran casino fu lo storico Flavio Biondo che verso la meta’ del XV secolo aveva solo parlato della bussola inventata e perfezionata dagli amalfitani ed il filosofo bolognese Giambattista Pio che nel 1511 riporto’ la notizia scrivendo : Ad Amalfi , in Campania , fu inventato l’uso della calamita , da Flavio si dice ‘>. Lo scrittore , ponendo la virgola dopo la parola calamita , intendeva con questa frase dire ” Flavio Biondo lo dice ” .
Invece chi riporto’ successivamente la notizia sposto’ la virgola dopo la parola Flavio , modificando radicalmente il significato della frase : Ad Amalfi , in Campania , fu inventato l’uso della calamita da Flavio, si dice .
Intendendo in tal modo che Flavio avesse inventato la bussola , attribuendo ad esso un merito non dovuto .
Secondo altre fonti invece la storia nasce da una sbagliata interpretazione di un trattato, il De re nautica del 1540, in cui Giglio Gregorio Giraldi parla di un certo Flavio Gioia di Amalfi che avrebbe inventato la bussola.
Giglio Gregorio Giraldi secondo recenti studi , pare però che abbia solo male interpretato una testimonianza dell’umanista Flavio Biondo che, a sua volta, avrebbe parlato degli Amalfitani come perfezionatori della bussola. La confusione sta nella traduzione del latino “inventus a Flavio traditur”, dove l’espressione, ambigua, “a Flavio”, avrebbe fatto tradurre “inventato da Flavio” e non “tramandato da Flavio”. Quel Flavio di cui si parla, dunque, sarebbe l’autore Flavio Biondo e non Flavio Gioia.
Se è vero, quindi, che la bussola venne perfezionata dagli Amalfitani, come ci racconta Flavio Biondo, sembra quasi certo che Flavio Gioia sia solo un personaggio uscito fuori da una confusione di interpretazioni e di testimonianze nei secoli.
Nonostante tutto questo , a Flavio Gioia lo scultore cavese Alfonso Balzico dedicò un monumento che troviamo ad Amalfi e da cui prende il nome la piazza dove si trova. Possiamo dire, allora, che Flavio Gioia rappresenta tutto il popolo amalfitano, al quale si deve in ogni caso il perfezionamento della bussola.
A proposito di bussola ….
Nella bella cittadina è stato inaugurato alla fine del 2010 il museo della bussola e del ducato marinaro di Amalfi che celebra la breve ma intensa stagione in cui la piu’ antica e piu’ piccola repubblica marinara contese alle grandi potenze il dominio del Mediterraneo ., conquistando l’ indipendenza nell’839 e riuscendo a mantenerla fino al 1135.
Oltre la Piazza del Duomo con al centro la settecentesca Fontana del Popolo o di Sant’Andrea, una costruzione marmorea realizzata nel 1760 ,raffigurante il santo con quattro angeli e molti riferimenti al mondo marino, fra cui una sirena e un’antica divinità greca del mare, continuando a percorrere l’affollata strada turistica, disseminata di locali, pasticcerie e varie botteghe artigianali una volta giunti alla Piazzetta Spirito Santo, potrete ammirare la piccola Fontana “Cap’ E Ciuccio”: caratterizzata da due teste marmoree che fungono da fonti Qui, come nelle più grandi fontane, i turisti lanciano monetine per esprimere speranzosi i propri desideri.
A pochi passi c’è la raccolta e pittoresca Piazzetta dei Dogi su cui si affacciano tipiche botteghe del luogo . Nei pressi di quella che era detta la “Vallenula”, cioè l’antica porta occidentale della città si trova la Chiesa di San Biagio risalente al X sec. con un prezioso pavimento di maiolica della fine del ‘700.
Se inoltre siete amanti della lettura e di libri vai non potete non visitare il Museo della Carta situato in un antico mulino ad acqua facente parte di un antico convento benedettino . In questo luogo potrete infatti ammirare le antiche macchine con le quali si avviava lo sfaldamento degli stracci, (la carta veniva ricavata da questa importante materia prima).
Il Museo comprende anche un laboratorio di erbe officinali dove sono conservati invecchiati macchinari ad acqua.
Altro museo che vi conviene visitare è quello dell’Arsenale della Repubblica un ex cantiere navale medievale oggi trasformato in uno spazio espositivo.
In questo luogo nei secoli scorsi quando Amalfi era la più importante e potente delle quattro Repubbliche marinare , si costruivano le potenti navi da guerra che la resero celebre in tutta Europa.
Costruiti nell’XI secolo, gli arsenali sono infatti serviti come base per il commercio marittimo della città con l’Oriente cristiano.
Gli antichi arsenali di Amalfi sono insomma qualcosa da non perdere e visitate assolutamente se meglio volete conoscere Amalfi . Essi rappresentano una testimonianza della ricchezza nautica e commerciale che ha caratterizzato la città medievale.
Per chi ama passeggiare vi consigliamo invece di recarsi al Vallone delle Ferriere, riserva naturale di gran fascino alle spalle di Amalfi. Si costeggiano ruscelli e vecchie fabbriche che un tempo producevano la tipica carta a mano di Amalfi.
La valle dei mulini o valle delle Ferriere è un percorso che si snoda alle spalle della città di Amalfi arrampicandosi lungo il fianco della montagna. Qui si trovano i mulini che servivano alla produzione della carta di Amalfi e resti medievali di ferriere ed ex-cartiere. In questa valle c’è una riserva naturale dove grazie a un particolare microclima cresce la Woodwardia radicans, una felce risalente all‘epoca delle glaciazioni.
Se invece volete rilassarvi al mare ed abbronzarvi in una delle tante splendire gionate che caratterizzano questa piccola perla di paradiso non dovete fare altro che recarvi alla spiaggia comunale di Amalfi,
La cosidetta “Spiaggia Grande” si allarga bellissima davanti al paese ed molto frequentata dalle persone del posto e dai turisti in cerca di un tuffo veloce. Se però volete regalarvi un’intera giornata al mare in un luogo dall’acqua incontaminata potete prendere un traghetto che dal porto di Amalfi in pochi minuti vi porterà alla spiaggia di Santa Croce, raggiungibile solo via mare.