L’antica villa di Nerone sorgeva nel posto più pittoresco del magnifico golfo di Baia , un luogo che secondo Orazio , vinceva di gran lunga la competizione con le più belle spiagge dell’universo e dove l’aria possedeva un profumo così inebriante ed intrigante che, a detta di Properzio , una donna non poteva resistere più di una settimana alle tentazioni della lussuria .

Il suo nome deriva secondo il poeta greco Licofrone da quello del nocchiero di Ulisse , Bajos , che qui morì e fu sepolto dall’eroe greco.
Baia era  il posto più ambito nell’antica Roma e tutta la Nobilitas romana possedeva una casa nello splendido ed intrigante golfo . In questo luogo posto si fecero costruire la casa per la villeggiatura o almeno trascorsero le “vacanze ” diversi imperatori , tra cui ,Caligola, Claudio, Nerone, Domiziano, Adriano, Antonino Pio, Commodo, Alessandro Severo, Pompeo e lo stesso Cesare . Usavano passarvi l’estate in questo luogo anche personaggi  come Licinio Grasso, Gaio Mario, Pompeo, gli Antonii, Varone, Cicerone , Ortensio , Marziale, Pisone ,  Augusto , , Adriano  e la famosa madre  di Nerone Agrippina.che nei campi flegrei possedeva  più ville.

In origine era solo uno degli approdi della potente e ricca colonia greca di Cuma ma presto divenne famosa per la bellezza dei suoi luoghi ricchi di acque sorgive termali e di vapori caldi che sgorgavano numerosi e copiosi dappertutto : ai piedi delle colline, lungo la spiaggia e nel mare stesso . La bellezza del paesaggio, il suo clima mite , il verde delle colline , il suo ampio litorale , la resero la località più amata dalla nobiltà romana. Possedere una villa nel ” luogo più bello del mondo ” divenne al tempo addirittura una esibizione di potere e di ricchezza , un segno di prestigio e di affermazione sociale nonchè un obbligo mondano. A quel tempo tra Pozzuoli e Miseno si concentravano dunque decine di fastose dimore e lussuose ville dell’aristocrazia romana, e tra questa la più bella e ricercata fu quella fatta costruire dall’imperatore Nerone .

La località di  Baia divenne un luogo teso alla ricerca del piacere sia del corpo che dello spirito . I romani attratti  dalla natura lussureggiante e dal clima temperato  la scelsero  come luogo per liberasi dagli stress della vita quotidiana. Essi venivano in questo luogo   per  riposarsi dalle fatiche di Roma . Le sue acque termali ed i loro effetti benefici divennero famose in tutto l’impero ed alcuni suoi particolari effetti collaterali , dovuti probabilmente ai vapori vulcanici ed al calore che agevola la circolazione del sangue venivano accettati di buon grado.

Un certo effetto collaterale erotico chiamato ” effetto Baia ” incominciò a diffondersi tra i suoi illustri visitatori che addossando la colpa al luogo si lasciavano andare alle loro più recondite perversioni.

Marco Lorenzio Varrone scrisse ” … non solo le ragazze diventano pubbliche prostitute, ma persino gli uomini anziani  si comportavano da efebi e i giovanotti si concedevano come le ragazze per danaro … perchè comuni non furono solo le donne nubili …. ”

L’ effetto eros fu descritto da Ennio ( divertimento e giochi ) , da Seneca ( vizio ) , Marziale ( perdizione ), e molti persero il loro onore ed il loro amore . Il poeta Properzio per esempio scrivendo dell’amata e poco fedele Cynthia racconta ” ….siano maledette le corrotte acque di Baia : esse sono un delitto contro l’amore …. ”

L’amante del poeta Catullo,  Clodia che amava trscorrere le vacanze a Baia , giunta in questo luogo si lasciava completamente andare al desiderio e all’appagamento di tutti i suoi sfrenati piaceri …. ( era ovviamente colpa delle corrotte acque ).

Di lei scrisse Cicerone : ” Tutti coloro che parlano di Clodia hanno sulla bocca piaceri, amori, adulteri, Baia, spiagge, orge, canti, concerti, gite in barca …..”

Seneca impaurito invece fuggi da questo luogo  ” …. io sempre che posso , mi accontento di Baia , che , d’altra parte , ho lasciato il giorno dopo che l’avevo raggiunta : è una città che si deve evitare , quantunque abbia alcuni pregi naturali , perchè sembra che la dissolutezza l’ abbia scelta per frequentarla ….”

Le  colline e tutto il  litorale di Baia , divennero quindi lentamente  ricche  di sontuose ville appartenenti al patriziato romano che con il tempo entrarono tutte a far parte del demanio dei Cesari . Tutta l’intera area infatti finì per divenire una vera e propria residenza imperiale . La sua fisionomia architettonica e monumentale assunse un aspetto ancora più grandioso e lussuoso : tutte le pendici dei colli  con moli ed insenature sembravano quasi una sola grande sontuosa villa con numerosi vivai di pesci e coltivazioni di ostriche , piscine sportive e lussuosi edifici termali. Si moltiplicarono i giardini e si crearono numerosi piccoli e grandi moli per l’attracco delle loro imbarcazioni.

Teniamo ben  presente che il litorale di Baia allora era molto più ampio di quello che vediamo oggi perchè buona parte di esso in seguito al fenomeno del bradisismo sprofondò con tutte le sue costruzioni .  La linea costiera si abbassò di circa 10 metri ,portando alla perdita di numerosi edifici e monumenti che vennero sommersi dal mare e solo più tardi rinvenuti nel corso di ricerche archeologiche sottomarine .Oggi sono ancora visibili a  circa quattro metri sotto l’attuale livello della spiaggia  e fino a quattrocento metri dalla costa.

Erano i tempi in cui a Roma regnava l’imperatore Claudio che da poco aveva fatto ammazzare la sua terza moglie Messalina che per puro capriccio aveva voluto sposare pubblicamente , pur essendo moglie dell’imperatore, il proprio amante Silio.

A sostituirla fu Agrippina , sorella di Caligola (  secondo alcuni anche amante incestuoso ) e già madre di Nerone , un figlio avuto da un precedente matrimonio con Gneo Domizio . Donna forte e dominatrice ella fece  adottare suo figlio Nerone da Claudio mentre cominciò ad esercitare pressione sul figlio spingendolo  a sposare Ottavia  per garantirgli il trono.

Claudio invece  aveva una  sola figlia , Ottavia che era  fidanzato con Silano . La bella Agrippina che aveva  programmato un futuro da imperatore per il proprio figlio Nerone decise invece che a sposare  Ottavia fosse suo figlio Nerone . Poco tempo dopo Silano fu accusato di un delitto che non aveva commesso , condannato ed in seguito  invitato a darsi la morte .

Grazie quindi alle indubbie capacità persuasive di Agrippina , Nerone sposò  Ottavia . Altra vittima delle  stesse doti di Agrippina fu la  vedova di suo fratello ,  Lollia Paulina rea di essere troppo bella e troppo ricca ,ma anche Calpurnia colpevole del solo fatto di avere una bellezza notata e decantata da Claudio.

La bella e crudele Agrippina mostrò tutta la sua forza e determinazione anche nei confronti del nobile  Scanio , possessore di una villa che l’imperatrice voleva assolutamente comprare e che lui non voleva vendere . Dopo tre mesi egli morì regalando la villa ad Agrippina.

Poco tempo dopo ,morì avvelenato anche lo stesso … Claudio e Nerone appena quindicenne divenne unico erede dell’impero romano . Il comando dell’impero passò quindi nelle mani del giovane Nerone, il quale, però, essendo piccolo d’età, fu coadiuvato dalla mamma per amministrarlo. Ad Agrippina  le fu, inoltre, attribuito dal Senato il titolo di Augusta che, pur non corrispondendo a quello di imperatrice, era comunque un riconoscimento prestigioso, concesso solo a quelle figure femminili che erano riuscite a distinguersi nel corso della propria vita.

Madre e figlio furono una coppia perfetta e filava tutto liscio finchè non comparve  di  mezzo  una terza donna . Era dopo la morte ” accidentale ” di Lollia Paulina,   la donna più bella ed ammirata di Roma .Aveva un corpo stupendo e due bellissimi e languidi occhii ornati da uno splendido viso. Conosceva tutte le tecniche per conquistare un uomo ed era rinomata in città per la sua mania per i bagni di latte di asine .Si raccontava infatti in giro che quando nel periodo estivo partiva  per Baia portasse con se ben 400 asine che dovevano poi fornirle il latte necessario per i suoi tre bagni giornalieri.

Sabina Poppea era sposata con Ottone , un grande amico di Nerone che l’imperatore provvide subito ad allontanare trasferendolo in Spagna , ma Poppea  che sapeva il fatto suo  per cedere le sue grazie all’imperatore pretendeva di essere sposata ed allora bisognava allontanare anche  Ottavia . Ma Agrippina che non vedeva di buon occhio Poppea che considerava pericolosa per il figlio si  oppose contrariata a questo eventuale matrimonio .La tensione tra madre e figlio divenne altissima e Nerone lentamente incominciò ad accarezzare l’idea di sbarazzarsi delle due donne che ostacolavano il suo sogno di amore.

Doveva escogitare un sistema che non provocasse scandalo e sospetti …. tutto doveva apparire come un incidente .

Il momento propizio , dopo ben tre  tentativi operati dai suoi sicari malauguratamente falliti , venne scelto in occasione della festa celebrativa in onore di Minerva che si teneva a  Baia come ogni anno e duravano cinque giorni consecutivi .

Nerone che precedentemente aveva fatto costruire per sua madre Agrippina una meravigliosa nave addobbata con quanto di meglio esisteva ( ma dotata di un diabolico sistema che all’occorrenza si apriva ) , giunto a Baia nella sua fantastica villa , invitò la madre a raggiungerlo per una rappacificazione . Ricevetta la madre a Capo Miseno accogliendola tra le sue braccia ed insieme si recarono poi a Bacoli dove Agrippina possedeva una magnifica villa . Poi si accommiatò da lei per lasciarla riposare , invitandola ad una cena in suo onore per la sera stessa . Era questo il dono per  festeggiare degnamente la loro riconciliazione .

Agrippina la  sera ad accoglierla nella sua magnifica villa trovò un figlio amoroso ed accondiscendente non manchevole di tenere carezze e languide occhiate . La cena si svolse davanti al maestoso panorama di Baia tra musici e piatti sontuosi dove Nerone seduto alla stessa tavola ,cedette  il posto d’onore alla madre per poi accovacciarsi ai suoi piedi. Non mancò ovviamente di mostrare  ad essa dall’alto dei magnifici terrazzi della sua villa il suo ultimo prezioso dono che intanto era approdata ai piedi dell’enorme scalinata di marmo che dalla terrazza della villa scendeva fino al mare .

Mentre la  messinscena proseguiva perfetta , il comandante della flotta romana di Capo  Miseno , Aniceto impartiva su ordine di Nerone le ultime istruzioni ai suoi uomini sicari sul da farsi appena finito l’ultimo brindisi .

Nerone accompagnò affettuosamente la madre sulla nave che aveva fatto costruire per lei augurandole un dolce e felice ritorno nella sua villa a Bacoli.  . La salutò e stette a guardarla finchè la nave non sparì lungo la linea di orizzonte .

Agrippina era felice , la notte piena di stelle  ed il mare calmo riecheggiava di una splendida luna . La rada era percorsa da barche di ogni tipo illuminate che incrociandosi si salutavano . L’atmosfera tiepida e profumata risuonava dei lontani canti che provenivano da terra interrotti solo di tanto in tanto dal debole rumore della risacca. Tutto rendeva l’atmosfera magica .

Improvvisamente la nave però  incominciò a scricchiolare paurosamente , il ponte crollò , ed i suoi servi rimasero schiacciati . Tutti intorno urlavano e Agrippina miracolosamente scampata all’attentato riuscì a salvarsi solo buttandosi in  mare . Gridando aiuto insieme ad una sua amica presente anch’essa sulla nave ,  riuscì a attrarre l’attenzione di una barca giunta a soccorrerle ma presto dovette capire dopo un colpo di remi alla testa che si trattava solo di uomini pronti ad ucciderla .  La sua  compagna  sperando a qual punto di essere subito salvata disse di essere la madre dell’imperatore  Ma i marinai, essendo dei sicari ,  la uccisero colpendola alla testa con più remi. A qual punto Agrippina ,  che aveva assistito alla scena, nuotò silenziosamente tra le acque buie e mentre gli assassini la cercavano intorno ai resti della nave , riuscì non vista a guadagnare la riva . Fu tratta in salvo da alcuni pescatori che la condussero in una villa nei pressi del lago di Lucrino e da qui a  piedi riuscì poi a raggiungere la propria villa ed a gettarsi esausta ed ancora tremante sul letto ancora incredula di quanto accaduto.

Il volto di Nerone divenne pallido e teso quando seppe che Agrippina si era salvata . Temendo a quel punto un eventuale scandalo ed il conseguente sollevarsi del popolo decise di inviare Aniceto a completare l’ opera . Questi con una scorta di soldati si recò immediatamente nella villa di Bacoli prima che Agrippina imboccasse una porta segreta che l’avrebbe tratta in salvo e senza alcuna pietà affondò mortali colpi  al suo ventre , proprio nel posto che anni prima aveva ospitato il figlio matricida . Lo stesso ventre che lo aveva generato .

Tutti ufficialmente seppero che si era trattato di un semplice incidente durante il quale Agrippina scivolando aveva battuto la testa .

Eliminata Agrippina bisognava ora sbarazzarsi di Ottavia , operazione non semplice perchè molto amata dal popolo e mai sfiorata da un pettegolezzo. Era molto riservata e lontana dal mondo mondano romano.

Un altro incidente non sarebbe stato credibile . Nerone cominciò quindi ad indagare sulla moglie alla ricerca di un amante . Torturò tutti i suoi schiavi e le sue cameriere perchè le confidassero qualcosa della padrona . Fu tutto inutile . Nessuno confessò niente .

Nerone allora si servì ancora una volta del fidato Aniceto che davanti a tutti in plateale atteggiamento , quando ad un banchetto  erano presenti  centinaia di persone si buttò ai suoi piedi ed in preda ad un rimorso confessò di essere l’amante di sua moglie Ottavia.

Nessuno credette a quella storia ma questo fu un ottimo pretesto per inviare Aniceto in  in Sardegna ed Ottavia in esilio a Ventotene dove qualche giorno dopo i soldati di Nerone la costrinsero a suicidarsi.

La testa dellìex moglie dell’imperatore fu portata in visione a Poppea su un vassoio d’argento .

Le nozze finalmente a quel punto vennero celebrate .Ma Poppea non ebbe gioni felici e nonostante la sua bellezza un giorno mentre era incinta , perse la vita ,  uccisa con un calcio nel ventre dallo stesso Nerone.

IL corpo di Agrippina giace  tumulato  tra i prati della bellissima Bacoli in via Privata Falci nei pressi della Marina grande di Bacoli dove si trova la ” Tomba di Agrippina “.


Un’antica leggenda narra che nella stagione estiva, durante le notti di luna piena, il fantasma della donna si materializza proprio sulle acque vicine alla sua antica tomba. Alcuni testimoni pare abbiano visto il suo spettro intento a pettinarsi i capelli, utilizzando l’acqua del mare come specchio, ma se qualcuno prova ad avvicinarsi lei scompare nel nulla lasciando una intensa scia di profumo.

Dopo un periodo di abbandono provocato dalla caduta dell’impero , le terme campane e l’intera area flegrea tornarono in auge  nel solo Medioevo . Nel XIII secolo quando la medicina era ancora poca cosa , il termalismo  conobbe infatti  grazie ai suoi dimostrati effetti benefici sulla salute un suo particolare momento d’oro . La chiesa in particolare , approfittando delle scarse conoscenze in campo medico basate per lo più su fenomeni astrologici e filosofici , approfittò della cura tramite le acque per prodigare una sorta di moralizzazione nei confronti delle persone. 

Varie malattie endemiche affliggevano infatti spesso la popolazione ( peste , vaiolo , sifilide, tubercolosi )  in quei tempi provocando molte vittime . La malattia divenne un terribile incubo per il popolo ed in assenza degli antibiotici e di altre efficaci cure  , la pratica termale finì spesso per essere l’ultima vera chance per molti malati .

Tra le varie indicazioni terapeutiche vi erano : le malattie nervose, l’emicrania , i problemi alle vie respiratorie , le malattie agli occhi e alle orecchie, febbre , artriti e reumatismi , gotta , sciatalgia, ulcere, malattie della pelle, ulcere , tumori ,e patologie urinarie o ginecologiche. Nel periodo medioevale , la chiesa quindi prese ad interessarsi non solo dei malanni  delle anime ma anche di quelli del corpo che invece  inizialmente venivano solo considerati una naturale punizione divina .

La guarigione non poteva giungere dalle sole medicine che ovviamente erano poche e di scarsa efficacia ( si andava avanti solo con salassi e mitriaca ) ma essa invece era spesso possibile attraverso innanzitutto l’ uso della preghiera magari rivolta  a qualche santo specializzato : San Rocco andava bene per la peste , San Biagio per la gola , Santa Lucia per gli occhi, Sant’Agata per le mammelle, Sant’Antonio per la lebbra e le malattie della pelle in genere ( sopratutto l Herpes zoster )Sant’ Aspreno per il mal di testa etc .

Da una medicina teurgica si passò poi ad una medicina monastica che veniva esercitata prevalentemente nei tanti complessi religiosi dove nei loro  chiostri presenti vi era un orto sanitario ( giardino dei semplici ) destinato alle crescita delle varie piante medicinali normalmente affidato ad un monaco-infermiere che svolgeva funzioni di erborista , speziale e terapeuta.

L’acqua calda delle terme flegree di Baia si ritenne ad un certo punto capace di curare una serie infinta di malanni , compresa la sterilità .  Una  particolare zona chiamata ” bagno virgiliano ” divenne particolarmente famosa grazie a Virgilio, che da grande studioso delle acque, pare fosse riuscito ad identificare le virtù terapeutiche di ogni singola fonte. Il poeta dopo numerosi studi ed esperimenti  aveva fatto costruire accanto ad ogni sorgente una serie di statue e di iscrizioni che indicavano la parte del corpo che bisognava immergere e le malattie curate da quel particolare tipo di acqua.  Questa zona divenne talmente famosa che la gente accorreva numerosa per curare i propri mali preferendolo addirittura alla classe medica.

La classe medica, in particolare quella Salernitana  (all’epoca assai famosa), subirono con gran gelosia queste nuove terapie termali  dove i pazienti preferivano affidarsi alla potenza dei bagni piuttosto che alla loro scienza. Visti  diminuire i loro affari , presi da invidia e da gelosia organizzarono l’ignobile gesto di distruggere di nascosto tutte le iscrizione e le statue, presenti nei bagni virgiliani cosi che nessuno dei poveri malati potesse più distinguere le acque secondo i loro poteri.

Ma Dio finì per punire coloro che si erano macchiati di questo vergognoso atto vandalico , poichè nel ritorno verso casa essi furono colti da una furiosa tempesta dove tutti rimasero annegati eccetto uno che raccontò i fatti.

Le terme furono nei secoli successivi regolarmente frequentati dai membri della corte angioina ed aragonese

Con il terremoto del 1538, quasi tutte le antiche terme vennero distrutte e solo nel XVIII secolo riacquistarono di nuovo una certa notorietà divenendo con le sue splendide vestigia romane , una delle  tappe obbligatoria  del Gran Tour .

Ancora oggi molte di queste terme sopravvissute al tempo rappresentano per i napoletani un luogo di relax sia del corpo che della mente con evidenti benefici effetti su alcune piccole patologie e secondo molti recenti studi sembra addirittura che la loro presenza sul territorio ( solfatara ) ci renda più virili grazie alla potente attività afrodisiache di alcuni gas vulcanici .

Una sorte di Viagra naturale e …. subito ripensiamo agli antichi greci … vuoi vedere che avevano ragione loro ad attribuire al luogo la colpa dei loro sfrenati piaceri sessuali che accadevano una volta giunti in questo luogo ? …. e se fossero innocenti ?   Forse la colpa è del diavolo che abitava da queste parti e quei fumi che escono dalle fessure sono forse quelle provenienti dall’inferno ?

La solfatara già in epoca romana era infatti chiamata con il nome ” forum vulcani ” cioè dimora del Dio Vulcano e dunque considerata un luogo in contatto con l’inferno  , e non dimenticate che nel vicino lago d’Averno da sempre  si è ritenuto trovarsi la famigerata  porta di ingresso agli inferi ……

 

 

 

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