Fabrizio Santafede nacque  a Napoli nel 1560 , vivendo  quindi nel periodo che vigeva in città l’arte  barocca,. Fu allievo dell’artista senese Marco Pino, che operò a Napoli nell’ultima parte della sua vita, tra il 1580 e il 1600. Completata la sua formazione artistica si mostrò  particolarmente attivo nella nostra città.

Gli vennero infatti assegnate importanti commissioni e grazie a queste ancora oggi possiamo ammirare  in molti luoghi di Napoli molte delle sue opere.

Egli  si fece fautore di un nuovo modo di interpretare la storia sacra con un patetismo contenuto ma efficace. La luce nei suoi dipinti, a differenza di quella cavaraggesca, potente nel rilevare impietosamente ogni aspetto della realtà, si posa delicatamente su persone ed oggetti ed anche quando l’ombra è profonda permette una lettura completa della figura nel rispetto del disegno e della composizione.

Egli è stato paragonato a sommi pittori come Murillo o ad abili mestieranti come Santi di Tito, ma a nostro giudizio il paragone che meglio rende la lunga attività dell’artista è quello con Massimo Stanzione. Alla pari del collega seicentesco il Santafede volle cantare la poetica degli affetti, la serenità e la gioia della famiglia, come nel Bagno di Gesù Bambino, conservato nella quadreria dei Gerolamini, che più che un quadro sacro dà l’impressione di una tranquilla scena nell’intimità domestica, una sacra conversazione.

Il delicato problema del luminismo naturalista di quei tempi che affliggeva la pittura , fu affrontato da lui con successo come si può particolarmente notare nel  un suo celebre dipinto la Resurrezione, eseguito nel 1608 per il Monte di Pietà, dove  il Santafede utilizza un effetto di lume notturno accentuato da lampeggiamenti, drammatico ed efficace, dando prova di un’originale interpretazione veneziana del caravaggismo.

Fra tutte le  sue più importanti opere ricordiamo particolarmente  l’Incoronazione della Vergine  per il soffitto di Santa Maria la Nova, la Pietà  per il Monte di Pietà, la Pentecoste  per lo Spirito Santo, la Trinità con la vergine e Santi  della chiesa di Monteverginella ,e la Madonna coi santi Francesco e Domenico nella chiesetta di Ruvo , ma in città ve ne sono  tanti altre .

Personalmente sono particolarmente innamorato di due bellissime tele presenti  nel Pio Monte della Misericordia  due bellissime tele titolate Cristo in casa di Marta e Maria e San Pietro che resuscita Tabitha.

Quella che proprio non potete  dimenticate  di vedere ,è  anche l’Incoronazione della Vergine  nella Chiesa di Santa Maria la Nova,  la Madonna e Santi nella chiesa di   Monteoliveto , un olio su tela presso l’eremo dei Camaldoli e  la Deposizione di Cristo nella cappella del Monte di Pietà .

Di grande rilievo a mio parere anche la tavola della Madonna col bambino tra i Santi Benedetto , Muro e Placido che si trova nella chiesa dei Santi Severino e Sossio ( cappella Medici di Gragnano ) a lui commissionata nel 1593 quando ritornò in città dopo la prestigiosa commissione dell’Annunciazione di Santa Maria de la Vid a Burgos .

 

Tra le altre tele di rilievo vanno menzionate anche altre  opere commissionate da privati come I figli di Zebedeo davanti a Cristo e la Lavanda del Bambino ai Gerolomini .

Fabrizio Santafede lavorò anche in altre città dell’Italia meridionale, ma anche al Nord e in Spagna.

Morì a Napoli nel 1634.

 

 

 

 

 

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