La chiesa in stile barocco, situata in Via Duomo insieme all’annesso monastero, fu edificata nel 1604 a partire da un antico immobile di proprietà dei Ruffo, da alcune nobili donne napoletane ritiratesi a vita monastica ( Caterina e Ippolita dei Ruffo di Bagnara, Cassandra Caracciolo e Caterina Tomacelli). Questa struttura da loro creata era chiamata “Convento di Santa Maria degli Angeli“.

Le monache che vi si insediarono decisero poi, qualche anno dopo, di costruire una nuova chiesa al posto di quella già esistente, commissionando il lavoro a Dioniso Nencioni di Bartolomeo.
Al contempo le stesse suore benedettine decisero di ribattezzare il monastero con il nome di “San Giuseppe dei Ruffi ” (sembra che il motivo della soppressione del vecchio monastero avvenne solo per  mancanze di vocazioni).
Il monastero fu poi affidato alle suore Agostiniane che l’abitarono fino al 1826, anno in cui le ultime monache Agostiniane vennero trasferite alla Croce di Lucca a piazzetta Miraglia.
Due anni più tardi le Suore Perpetue Adoratrici, dette “Le Sacramentine”, vi si insediarono (tutt’oggi vi risiedono) affidando i lavori di rifacimento della struttura al noto architetto dell’epoca Dionisio Lazzari.
La nuova chiesa fu quindi costruita quasi completamente dall’architetto Dionisio Lazzari, tranne la facciata a portico  (il cui atrio coperto è raggiungibile attraverso una doppia rampa di scale) che fu invece realizzata in stile barocco da Arcangelo Guglielmelli  (discepolo del  Lazzari) che alla morte di Dionisio Lazzari, lo sostituì nei lavori.
Successivamente in seguito ai  danni  avvenuti per un terremoto fu chiamato a rinforzare la struttura  Nicola Tagliacozzi Canale che poi provvide anche a decorare l’interno della chiesa con preziosi marmi.
Come già accennato, una doppia rampa di scale conduce al portico che precede la facciata, mentre l’interno è ricco di opere d’arte e sontuose decorazioni di stucchi e ori che contribuiscono a rendere unica questa chiesa e con la sua suggestiva luce.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’interno è a croce latina con un’ unica navata con volta a botte  e cappelle laterali.

L’altare maggiore venne realizzato da Matteo Bottiglieri, su disegno di Dionisio Lazzari  e  con sculture di Matteo Bottiglieri. In esso possiamo ammirare il bellissimo dipinto della “Santissima trinità con Santi “di Luca Giordano.

 

 

 

L’altare del transetto destro fu  disegnato da Matteo Bottiglieri e mostra una bella “Sacra Famiglia” di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio.
Quello sinistro invece mostra un altare dei fratelli Ghetti su disegno del Vinaccia con statue di Giuseppe Sammartino e dei fratelli Ghetti raffigurante i santi Pietro e Paolo ed una tela di Luca Giordano.
La cupola fu invece affrescata da Francesco De Mura con la bella rappresentazione del “Trionfo di San Giuseppe “.
In una delle cappelle di sinistra è conservata la Crocifissione di Giacinto Diano mentre merita di essere ammirata la cappella sacra a Sant’Agostino, iniziata dal Lazzari e terminata dal suo allievo Giandomenico Vinaccia .

Belli anche i due chiostri annessi alla chiesa progettati e ideati da Dioniso Lazzari. Il chiostro maggiore è composto da pilastri e archi a sesto acuto, mentre quello minore ha pianta quadrata ed è circondato da cinque arcate. I chiostri però non sono visitabili, poiché l’ordine monastico “Suore Sacramentine” che ancora vi risiede è di clausura.
Nella realizzazione dell’ultimo tratto di via duomo, nell’ottocento, un lato del chiostro grande venne sacrificato e, quindi, distrutto.
Stessa analoga sorte toccò anche alla chiesa di San Giorgio Maggiore ai Mannesi poche centinaia di metri più a sud.
Questa chiesa è anche divenuta famosa per gli episodi legati ad una lite delle monache di Donnaregina Vecchia venute a contenzioso nel 1674 con le suore Agostiniane di San Giuseppe dei Ruffi .

Sorsero infatti vere dispute legali tra i due conventi e tra le suore in seguito ai lavori di ampliamento e ristrutturazione funzionale del vicino complesso di Donnaregina consistenti in un ipotetico  ampliamento della piazza  per la progettata costruzione di un nuovo campanile in sostituzione del vecchio,  in grave dissesto statico. La costruzione venne iniziata nel 1681, ma le suore di San Giuseppe dei Ruffi fecero ricorso ai tribunali competenti ottenendo ragione e costringendo le Clarisse a rinunciare al progetto.

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