Altra perla della Napoli Antica, risalente al 1590 . Un complesso Monumentale composto dalla chiesa Regina Coeli ed il suo monastero con l’annesso Chiostro. Nella chiesa si trovano opere d’arte di tanti pittori sia italiani che stranieri, con un soffitto a cassonetti lignei dipinti con oro zecchino. Sopra l’ingresso trovasi un antico organo, purtroppo non funzionante .
La Chiesa, prospiciente il Largo Regina Coeli, è stata realizzata nel XVI secolo dall’architetto Giovan Francesco de Palma, detto il Mormando, su richiesta delle Canonichesse Lateranensi, monache della regola di Sant’Agostino.
Le monache dopo aver abbandonato nel 1560 il loro originario monastero di vico Carboni, decisero di trasferirsi nel palazzo, un tempo del duca di Montalto, che si trovava, con il suo vasto giardino, nella piazza anticamente chiamata Capo de Trio.
La chiesa e il convento di Santa Maria Regina Coeli lungo il Decumano Superiore rappresenta uno dei luoghi di culto con più storia a Napoli. Vi si accede tramite una doppia rampa di scale che conduce all’interno della chiesa a navata unica con cappelle laterali .Costituisce tra le chiese del centro storico uno dei maggiori esempi dell’arte rinascimentale e barocca: : nonostante sia stata completata nel 1594, solo la facciata si mostra nella sua originaria e cinquecentesca semplicità. Al suo interno, invece, sono conservate opere che rappresentano tutte le epoche della cultura artistica a Napoli, dagli artisti attivi alla fine del ‘500, fino ad incontrare importanti esempi dell’arte del Seicento napoletano, con le opere di Stanzione e Giordano.
A gestire il complesso monastico sono le suore della ordine della Carità .La fondatrice di quest’ordine è Santa Giovanna Antida Thouret (1765-1826), i cui resti mortali sono custoditi in un’urna di marmo della Chiesa stessa. La Santa originaria della Francia allargò la sua opera a Napoli, dove si dedicò alla formazione cristiana e civile dei giovani e alla carità verso i bambini abbandonati, i poveri e i malati. Presso il Complesso Monumentale è possibile visitare, oltre alla chiesa e al chiostro, la Farmacia da lei fondata.
La storia della chiesa ha inizio nel 1518 quando quattro suore del monastero benedettino di Santa Maria ad Agnone decisero di convertirsi alla regola agostiniana, ottenendo successivamente l’uso di un antica chiesa in cui fondarono il loro monastero. In tal monastero si riunirono molte ragazze di buona famiglia che furono educate alle regole cristiane. Tale monastero crollo del tutto dopo un terremoto nel 1560, e nel 1590 furono avviati i lavori per l’edificazione della chiesa. Il disegno della chiesa fu affidato a Giovan Francesco di Palma, ma nella realizzazione parteciparono numerosi architetti e artisti, quali Luca Giordano e Massimo Stanzione. Subì successivamente numerose variazioni architettoniche, e nel 1682 fu edificato anche un chiostro all’interno su progetto di Francesco Antonio Picchiatti.
Il Monastero di Santa Maria Regina Coeli ospitò suore provienenti dalle famiglie nobili napoletane, ma anche ragazze indecise che meditavano sulle loro scelte terrene o religiose. Nel 1800 fu Maestro di Cappella il famoso musicista Domenico Cimarosa.
L’interno è ad unica navata. senza transetto, con cappelle laterali rispettivamente cinque sul lato destro e quattro su quello sinistro in quanto dal quinto spazio si accede alla sacrestia
All’interno della chiesa troviamo vari dipinti di una certa importanza. : Sul soffitto della navata troviamo le Storie della Vergine di Massimo Stanzione mentre tra i finestroni della navata sono presenti tele di Micco Spadaro e Luca Giordano . Nella seconda e quarta Cappella a sinistra vi sono dipinti Luca Giordano . La terza Cappella è dedicata a Santa Giovanna Antida Thouret, fondatrice dell’ordine delle Suore della Carità che dal 1810 occupano il complesso monastico. Dentro un’urna di marmo sono custoditi i resti mortali della Santa.
Di particolare interesse un’importante tela di Antonio de Dominici raffigurante la Resurrezione di Lazzaro.
Il Complesso Monastico venne realizzato agli inizi del XVII secolo su disegno dell’architetto Antonio Picchiatti. Presenta all’ingresso un interessante parlatorio, dell’antica clausura, affrescato alla fine XVIII secolo, oggi noto come il salottino imperiale .
Il Chiostro, annesso alla Chiesa, è un vero giardino all’inglese, ben curato, con particolare attenzione alla vegetazione esistente: Palme antiche, siepi ben curate e varie piante della macchia mediterranea. Sembra di stare in altro mondo e non nella caotica città di Napoli. E’ proprio un’oasi di tranquillità ove puoi fuggire dalle preoccupazioni quotidiane della vita. Nei tempi andati nel monastero, si sono succedute alle monache di clausura, le suore lateranensi che hanno prestato la loro fattiva opera in tutti gli ospedali cittadini .
Nel complesso vi era anche un educandato per giovani fanciulle e nei tempi più recenti una scuola; ora è rimasto solo l’asilo.

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