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Il 10 agosto è il giorno in cui si celebra la giornata dedicata a San Lorenzo, uno dei personaggi più noti della prima cristianità di Roma ed uno dei martiri più venerati dalla chiesa cattolica , tanto che la sua memoria è ancora oggi  ricordata da molte chiese e cappelle costruite in suo onore nel corso dei secoli.

Egli compì gli studi di teologia a Saragozza dove ebbe modo di conoscere il suo maestro e futuro Papa Sisto II, che come sapete ebbe un pontificato che durò solo un anno perchè fu martirizzato e decapitato dai pretoriani sulla via Tiburtina a causa di un editto  dell’imperatore Valeriano che prevedeva la pena capitale tramite decapitazione per i cristiani ( specialmentese questi erano   vescovi, presbiteri e diaconi ), e la confisca dei beni della Chiesa, compresi i cimiteri. I cristiani, infatti, non godendo di riconoscimento pubblico, si erano costituiti in associazioni cimiteriali legalmente riconosciute nel diritto romano: in questo modo potevano amministrare i loro beni e ritrovarsi nelle catacombe per celebrare.

CURIOSITA’:  Valeriano contro i cristani emise due editti : nel  primo che emise  nel 257, imponeva a vescovi, preti e diaconi di compiere sacrificare per gli dèi. La pena era l’esilio. Si proibiva inoltre ai cristiani di radunarsi in assemblee di culto. Il secondo editto del 258 sanciva invece  la pena di morte per chi rifiutava il sacrificio. Si dispone inoltre la confisca dei beni per i senatori ed i cavalieri ed i cesariani. Queste misure erano destinate soprattutto a rimpinguare le casse statali, ma anche ad indebolire le comunità cristiane privandole delle guide spirituali e delle risorse finanziarie.

La conoscenza e la frequentazione che ebbe il  giovane Lorenzo con il futuro Papa Sisto II, si rivelò per lui un  incontro decisivo per il suo futuro. 

Da quel momento si distinse in città per la sua pietà ,la carità verso i poveri e l’integrirità dei suoi costumi . Doti per le quali il suo maestro Papa Sisto II, lo nominò arcidiacono ( capo dei diaconi )della chiesa e sovraintendente all’amministrazione dei beni clericali . Egli doveva inoltre con questa funzione cusodire le offerte accettate dalla chiesa ,con le quali doveva poi  provvedere ai bisognosi , agli orfani e alle vedove.

San Lorenzo è stato uno dei sette diaconi di Roma,e la sua attività caritativa ,fu interrottaa Roma il 10 agosto del 258. quando aveva  soli 33 anni perchè bruciato vivo sulla graticola ( che infatti è il suo emble )  in seguito alla persecuzione dei cristiani voluta dall’imperatore romano Valeriano.

CURIOSITA ‘:Fin dai primi secoli del cristianesimo, Lorenzo viene generalmente raffigurato come un giovane diacono rivestito della dalmatica, con il ricorrente attributo della graticola o, in tempi più recenti, della borsa del tesoro della Chiesa romana da lui distribuito, secondo i testi agiografici, ai poveri.

Gli storici  agiografi sono tutti concordi nel riconoscere in lui il titolare della necropoli della via Tiburtina a Roma. Qui, infatti, il corpo del martire fu deposto in una tomba proprio nel  luogo, in cui oggi sorge adiacente il cimitero capitolino del Verano, Qui  l’imperatore Costantino fece successivamente  erigere l’attuale chiesa San Lorenzo furi le mura , che accoglie e custodisce le spoglie del martire.

A tal proposito dobbiamo per chiarezza anche citarvi che a Roma esiste anche un altro luogo di memoria dedicato a San Lorenzo . Si tratta della chiesa di San Lorenzo in Panisperna., nel Rione Monti che  secondo la tradizione, è il luogo vove  subì il martirio il diacono Lorenzo. Secondo alcune fonti il nome deriverebbe dalla consuetudine, da parte di frati e clarisse, di distribuire ai poveri, il 10 agosto, «panis et perna», cioè pane e prosciutto.

Oggi San Lorenzo è considerato il patrono di bibliotecari, librai, cuochi, pasticcieri, pompieri e lavoratori del vetro. Anche per la storia originale, viene in genere  invocato contro le scottature, le ustioni e le lombaggini.

Ma ovviamente tutti sapete  che il 10 agosto è anche la data della famosa ” NOTTE DI SAN LORENZO “, durante la quale si contempla con il naso all’insù il cielo , nella speranza di vedere una meteora , cioè una stella cadente ed esprimere un desiderio che si crede venga esaudito.

CURIOSITA’:Celebre, a questo proposito, è la poesia di Giovanni Pascoli, che interpreta la pioggia di stelle cadenti come lacrime celesti, intitolata appunto, dal giorno dedicato al santo, X agosto: «San Lorenzo, io lo so perché tanto / di stelle per l’aria tranquilla / arde e cade, perché si gran pianto / nel concavo cielo sfavilla…»

Quindi in questa notte magica , mi raccomando … occhi puntati al cielo, nella speranza di vedere un astro che cade per esprimere un desiderio… un evento che tradizionalmente si tiene in spiaggia con gli amici attraverso l’accensione di un Falò fino a tarda notte tra braci, cibo,e  musica ( per i più romantici consglio  qualche luogo romantico e isolato),

Ma vi siete mai chiesti come si collega, la celebrazione  di San Lorenzo alla famosa notte delle stelle cadenti?

Come mai nello stesso giorno che commemoriamo  il giorno in cui il santo è morto bruciato vivo, si guarda al cielo in attesa di vedere un astro cadere nel firmamento?

Tutto questo è il frutto di un’antica tradizione che trasmessa nei secoli identifca le stelle cadenti con  le lacrime stesse di San Lorenzo.

In realtà, noi sappiamo che ad agosto l’orbita della Terra ci porta ad attraversare lo sciame meteorico delle Perseidi: per questo motivo, il 10 agosto e nei giorni immediatamente precedenti e successivi è più facile osservare nel cielo notturno questo fenomeno. Non sono stelle cadenti quelle che vediamo, ma meteore. La notte del 12 agosto è quella con maggiori probabilità di avvistamenti.

N.B.Il tutto ha  origini Tribali: gli antichi calcolarono che ogni anno in questi giorni, la Terra attraversa lo sciame meteorico delle Perseidi, proveniente dalla Costellazione di Perseo .

Ma questa evidenza scientifica rende purtroppo  il tutto molto freddo e poco romantico.  Saltate quindi questo dettaglio e lasciatevi invece  prendere dal fascino della notte più stellata dell’anno.

Accendiamo  quindi in questa notte  tutti insieme il nostro bel falò e lasciamo che accada  quella magia capace di rendere possibile ogni cosa. Fuoco, astronomia e magia si fondono da millenni in questa notte, attraverso un rituale ben preciso, quello della “Benedizione del Fuoco Sacro”. Quei tizzoni che vediamo e ci ricordano il sacrificio di San Lorenzo, rappentano per tradizione le lacrime stesse di San  Lorenzo e vedendole bisogna esprimere un desiderio, che verrà esaudito.

Ovviamente lo stesso fenomeno delle stelle cadenti possiamo osservarlo nella nostra città recandoci presso l’Osservatorio astronomico di Capodimonte (solitamente in queste occasioni organizzano delle aperture speciali) che  si trova a pochi passi alla reggia di Capodimonte  , sulla collina di Miradois, ( dallo spagnolo “mira a todos “, = guarda tutto ) , un’altura che prendeva il nome dalla  cinquecentesca villa del marchese di Miradois denominata anche Villa della Riccia.

CURIOSITA’: L’Osservatorio Astronomico rappresenta così anch’esso uno tanti importanti primati appartenenti al Regno delle due Sicilie ed ai borboni ,costituendo alla sua nascita nel 700 il primo istituto italiano adibito a tale funzione.

Altri importanti luoghi dove dalla nosta città possiamo scrutare il cielo questa notte alla ricerca di qualche stella cadente , sono il belvedere di San Marino al Vomero, il belvedere dei Camaldoli,  il Parco Virgiliano a Posillipo o la discesa di Coroglio che rappresenta da sempre uno dei posti più al buio della zona per guardare il cielo.

Ovviamente vi basta nella nostra città anche trascorrere qualche ore su via Catullo o su   un semplice scoglio di mergellina, di marechiaro o di Riva fiorita.

Tutti questi luoghi vi permettono di godere di una bellissima visione del mare che bagna la nostra città e quindi osservare di sera in questo giorno qualche stella cadente .

Ma  il luogo migliore per celebrare San Lorenzo nella nostra città resta sempre il famoso Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore.Esso resta uno dei luoghi più incredibili del nostro centro storico e si trova come sapete  all’angolo tra via San Gregorio Armeno e piazza San Gaetano. 

La chiesa con il suo magnifico elegante portale marmoreo originale del 300 con i battenti di legno che il Sanfelice vi lascio’ incastonato, è una delle chiese medievali più importanti di Napoli , fatta erigere da Carlo d ‘ Angiò per assegnarla ai frati francescani.

Essa fu infatti eretta verso la fine del XII secolo sul luogo di una chiesetta paleocristiana del IV secolo d.C. ( come dimostrano due mosaici all’altezza del transetto ), a sua volta collocata sui resti di una  antica basilica pagana situata nell’ area del foro greco- romano .

La bellisima chiesa ha nel corso dei secoli dovuto subire vari rifacimenti  , ma il suo  stile, sopratutto quello interno  è rimasto essenzialmente gotico e semplice eccetto alcuni elementi barocchi come la cappella Cacace .

La sua attuale  facciata del 700 è stata invece realizzata dal celebre architetto napoletano Ferdinando Sanfelice : uno degli esponenti più straordinari e fecondi dell’ architettura barocca.

Appena entrati in chiesa non potete che rimanere rapiti dall’enorme bellezza dell’edificio Sembra di trovarsi in Francia all’interno di una di quelle belle cattedrali dal sapore provenzale . Intorno a voi troverete   un silenzio mistico che fa da contrasto con il vociare della vicina piazza San Gaetano .

La chiesa al suo interno presenta una sola navata con cappelle laterali ed assume la classica forma a croce latina per la presenza del transetto. La zona absidale , dove si trova un pulpito del 300 , per eleganza e luminosità ricorda le cattedrali gotiche francesi dove la luce arriva fino a noi attraverso le chiare vetrate di sette bifore affiancate.

 

 

 

 

 

 

 

 

N.B. Pare infatti che la costruzione della chiesa sia stata iniziata proprio ad opera di architetti francesi , i quali si limitarono alla sola realizzazione dell’ abside . Tutto il resto è invece da attribuire ad architetti locali che preferirono uno stile gotico più sobrio ( aderente a quello del gotico italiano) , di impronta francescana .

Più tardi purtroppo nel XVII e nel XVIII secolo , seguendo lo stesso destino toccato ad altre chiese gotiche napoletane , quasi tutto l’ edificio venne rinnovato in stile barocco , specialmente quando a seguito di un terremoto la navata centrale dovette essere rinforzata perchè pericolante . Essa subì purtrppo ancora altri rimaneggiamenti e a partire dal 1944 , a seguito dei devastanti bombardamenti dell  ultima guerra , fu necessario affrontare importanti e definitivi lavori di restauro .
In quell’ occasione , oltre a conservare l ‘intera facciata del Sanfelice , l’interno fu restituito alle sue originarie forme gotiche , lasciando poche ma significative testimonianze delle sovrastrutture barocche ( cappellone di San Antonio realizzata da Cosimo Fonzago con due  dipinti del Mattia Preti ).

Al suo interno sono conservate numerose opere d’arte e cappelle di illustri personaggi dell’epoca come  Giambattista Della Porta,  e Ludovico Aldomoresco ,( Ammiraglio del Regno e Consigliere del Re Ladislao ) il cui monumento funebro fu scolpito  da Antonio Baboccio.
Tra le cappelle che meritano una citazione, quella del marchese di Villa Giambattista Manso ( decorata da Luigi Rodriguez ) fondatore dell’Accademia degli oziosi dopo essere stato protettore e primo biografo del Tasso ; quella della famiglia Cacace decorata in stile  barocco da Cosimo Fanzago e contenente una Madonna del Rosario, dipinto da Massimo Stanzione  ; del vescovo di Scala Giacomo Pisanelli ; delle illustri famiglie Carmignano e Cacace ed il già citato Cappellone di Sant’Antonio anch’esso decorato da Cosimo Fanzago dove sono conservati due dipinti di Mattia Preti ( Santa Chiara eel  ilbCrocifisso di San Francesco ).
A sinistra, di fronte alla seconda cappella, è conservato il dipinto “Sante Francescane ” opera di Mattia Preti, autore anche della Madonna col Bambino .

 

Il sepolcro più bello si trova vicino all’altare realizzato nel 1323 da Tino di Camaino per accogliere le spoglie di Caterina d’Austria , duchessa di Calabria . Un gioiello gotico a forma quadrangolare con baldacchino a sesto acuto realizzato per la moglie del primogenito di Roberto d’Angiò.

N.B. L’ altare maggiore opera di Giovanni da Nola è considerata una delle più belle opere rinascimentali di Napoli, in cui alle figure di santi  Lorenzo, Francesco e Antoniofa da sfondo una immagine della nostra città nel 500.

Usciti dalla chiesa soffermatevi a guardare il suo bel campanile in piperno risalente al 1487, a pianta quadrata , preso d’ assalto nel 1647 dalle truppe di Masaniello , durante la rivolta anti-spagnola che riescirono  a fare bottino delle armi spagnole conservate nel chiostro del convento. Su di esso a partire dal  1879 ,sono riportati i i nomi di 7 antichi seggi , ognuno con il suo simbolo , in ricordo del Foro.

Questo incredibile bellisimo campanile è attiguo al MONASTERO che può essere considerato la vera anima storica della Napoli passata : in esso infatti risiedettero periodicamente l ‘ università fondata da Federico II di Svevia nel 1224 ( prima in tutta Italia , poi ospitata altrove) ma sopratutto è stato la sede stabile per tanti anni   del tribunale della città ( forum )

Il monastero e l’attiguo campanile campanile sono stati testimoni  nel corso del tempo di varie azioni violenteaccadute nella nostra città.: Essu furono infatti presi  d’assedio nel 1547 durante la rivolta contro don Pedro de Toledo, scoppiata dopo che il viceré aveva promulgato un editto con cui istituiva l’ufficio dell’Inquisizione; anni dopo da quel balcone che vedete al primo piamo  Masaniello nel suo concitato discorso aizzò il popolo alla rivoluzione.e quindi questo luogo ebbe un ruolo di fondamentale importanza in quella famosa  rivoluzione guidata da Masaniello, che da qui arringava la folla . Esso fu infatti  assediata dai seguaci di Masaniello nel 1647 che riescono a fare bottino delle armi spagnole conservate nel chiostro del convento.

Fu nuovamente occupato durante la “Congiura di Macchia”, quando nel 1701 la nobiltà napoletana tentò, senza successo, di rovesciare il governo vicereale dopo la morte di Carlo II di Spagna. Tra gli aristocratici coinvolti vi fu anche Gaetano Gambacorta, principe di Macchia, che diede nome all’avvenimento.
Infine, sempre da qui, nel 1799, il generale Championnet proclamò l’inizio della Repubblica Napoletana.

L’intero complesso sorge inoltre sui resti della vecchia Neapolis, ai quali è possibile accedere attraverso il suo chiostro dove è possibile ammirare nel suo centro un pozzo del 700 realizzato in marmo e piperno da Cosimo Fanzago.

Questi importantissimi resti quasi intatti della neapolis greco- romana, oggi visitabili attraverso un percoso denominato ” Napoli Sotterrata ” ,rappresentano un ‘importante area archeologica della nostra città  , con le sue vie , le botteghe ed addirittura un forno.

CURIOSITA ‘; In questa antica chiesa  di San Lorenzo maggiore, il famoso autore del Decamerone che in quel periodo  frequentava  la corte Angioina, si innamorò perdutamente di Maria d’Aquino , figlia naturale di re Roberto d’Angiò divenuta poi  sua musa letteraria con il celebre  nome di  ” fiammetta ” . L’incontro avvenne un sabato santo del  30 marzo  1336,

Nonostante ella fosse già sposata , Boccaccio  cominciò a frequentarla assiduamente  sfogando tutta la sua passione in un assiduo corteggiamento , fingendo addirittura una falsa amicizia col marito .Sospirava per lei in ogni posto : a corte, nei banchetti sulle spiagge , durante i tornei, nel corso delle danze o cullati sulle barche che conducevano ai lidi della deliziosa Baia. Sperava di conquistarla con la poesia e sotto i colpi dei versi  e pian piano vi riuscì. Il loro amore durò una sola stagione , poichè il poeta fu costretto a tornare in Toscana per poi tornare a Napoli diverso tempo dopo quando però i sentimenti della bella donna erano oramai cambiati.

A San Lorenzo soggiornò anche il famoso poeta e scrittore ,Francesco Petrarca  , considerato il precursore dell’umanesimo e uno dei fondamenti della letteratura italiana, soprattutto grazie alla sua opera più celebre, il Canzoniere.

Egli in quel periodo ( 1343) era ospite proprio nel convento dei frati francescani ,e con sua grande paura ,fu testimone di una spaventosa tempesta ,un terribile maremoto che sconvolse Napoli nel 1343. Fu un fenomeno che oggi potremmo identificare come uno tsumani .
Il poeta si trovava in citta’ per conto di Clemente VI, per perorare la causa di alcuni prigionieri ( tre cardinali cari al cardinale Colonna che erano rinchiusi nelle segrete di Castel Capuano ,condannati all’ergastolo).  L’ autore del Canzoniere quella notte in cui su Napoli  si  abbattè un tremendo uragano accompagnato da un terremoto prese uno spavento terribile pensando di dover morire . Tra urla di terrore fu scaraventato a terra e piangendo e pregando , scansando i crolli , miracolato , riuscì a mettersi in salvo raggiungendo nel buio l’esterno del chiostro dove i frati cercarono riparo  . Fu una notte infernale che il poeta temendo il peggio trascorse ad invocare in preghiera la misericordia di Dio nel chiostro del monastero di San Lorenzo, insieme ai frati.

Il giorno dopo si scoprì che il molo angioino era completamente distrutto , che un’intera ala di Castel Nuovo era franata , che diverse galee in mare erano andate disperse e che il borgo dei pescatori era stato spazzato via. Attonito ed impaurito si mise a cavallo per capire cosa fosse accaduto e scoprì con orrore scene strazianti che lo avrebbero poi tormentato per tutto il resto della sua vita ( persone affogate o che stavano per affogarsi, alcuni con la testa e altri con la braccia rotte o altri addirittura con le visceri che uscivano dal ventre ).  Il poeta descrisse poi  quella notte e quell’esperienza con toni drammatici in una sua lettera al cardinale Colonna

Quando il tempo si stabilizzò il letterato fuggi da Napoli inorridito per la sciagura che aveva avvolto la città, ringraziando Dio che comunque lo aveva salvato.

 

ARTICOLO SCRITTO DA ANTONIO CIVETTA

 

 

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