Nacque a Vicenza dalla nobile famiglia dei Thiene nel 1480, e fu battezzato con il nome di Gaetano, in ricordo di un suo celebre zio, il quale si chiamava così perché era nato a Gaeta.
ll padre Gaspare muore quando Gaetano ha due anni. La madre Maria da Porto è buona e generosa e aiuta gli affamati che bussano alla porta della sua splendida casa. Educa il figlio ai valori cristiani che, diligente nello studio, si laurea a Padova in materie giuridiche a soli 24 anni. Potrebbe quidi diventare un brillante avvocato del foroma Gaetano aspira invece alla vita religiosa .Si reca pertanto a Roma dove nel tempo diventa il segretario di papa Giulio II.
San Gaetano ordinato sacerdote nel 1516, viene spesso raffigurato nell’arte e nelle immagini devozionali con Gesù Bambino tra le braccia. e questo perchè durante la celebrazione della sua prima Messa, come egli stesso scisse in una sua lettera a suor Laura Mignani a cui era legato da filiale devozione.gli apparve in quell’occasione la Madonna che gli depose tra le braccia il Bambino Gesù.
Di origine nobile, dopo una brillante carriera come segretario di Papa Giulio II ,egli non si lasciò abbagliare dallo splendore della corte pontificia, né si scoraggiò per la miseria morale che vedeva e invece di fuggire e ritirarsi in un eremo, da uomo intelligente e concreto, passò all’azione riformatrice, incominciando ad assistere nelle rare pause del suo lavori in Curia, gli ammalati dell’ospedale di San Giacomo.
Ritornato nel Veneto, nel 1520 fondò alla Giudecca in Venezia l’Ospedale degli Incurabili per poi far ritorno a Roma nel 1523 insieme ad altri tre compagni: Bonifacio Colli, Paolo Consiglieri, Giampiero Carafa (vescovo di Chieti, diventerà poi papa con il nome di Paolo IV).
Nel 1523 deluso dal comportamento di alcuni rappresentanti della Chiesa, che con la loro vita agiata sono indifferenti ai bisogni dei diseredati, il prete chiese ed ottenne dal papa Clemente VII, l’autorizzazione a fondare la “Congregazione dei Chierici Regolari” detti poi Teatini, con il compito specifico della vita in comune e al servizio di Dio verso gli altri fratelli.
N.B. Il nome Teatini deriva dall’antico nome di Chieti (Teate), di cui uno dei fondatori il Carafa, ne era vescovo.
Il futuro santo Gaetano,fondò, quindi assieme al vescovo di Chieti Gian Pietro Carafa, futuro papa Paolo IV, una comunità di sacerdoti, i “Teatini” (dal nome degli abitanti di Chieti). I Teatini nelle loro riforma clericale intendano vivere il Vangelo e tornare alle origini del Cristianesimo: come gli apostoli non possedere niente e condividere tutto con i poveri.
L’ispirazione che egli sentiva impellente, era di formare e donare alla Chiesa sacerdoti che vivessero la primitiva norma della vita apostolica, perciò non ebbe fretta a stendere una Regola, perché questa doveva essere il santo Vangelo, letto e meditato ogni mese, per potersi specchiare in esso.
Le costituzioni dell’Ordine furono emanate solo nel 1604. I suoi chierici non devono possedere niente e non possono neanche chiedere l’elemosina, devono accontentarsi di ciò che i fedeli spontaneamente offrono e di quanto la Provvidenza manda ai suoi figli; con le parole di Gesù sempre presenti: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”.
I Teatini quindi si distinguevano per la loro vita comunitaria basata sulla povertà, la preghiera, e la dedizione al prossimo e sopratutto nella scelta di non possedere nulla affidandosi unicamente alla divina provvidenza. La loro fede incondizionata si rifletteva nel modo in cui San Gaetano affrontava le sfide e le difficoltà della vita, sempre sicuro che la provvidenza divina avrebbe provveduto alle sue necessità,
Nel 1527 avvenne il feroce ‘Sacco di Roma’ da parte dei mercenari Lanzichenecchi, il papa Clemente VII della famiglia fiorentina de’ Medici, furono quindi costretti a rifugiarsi in Castel S. Angelo difeso dal Corpo delle Guardie Svizzere, che subì pesanti perdite negli scontri.
Anche s. Gaetano da Thiene, come tanti altri religiosi, fu seviziato dai Lanzichenecchi e imprigionato nella Torre dell’Orologio in Vaticano; riuscito a liberarsi si rifugiò a Venezia con i compagni dell’Istituzione.
Accade poi che divenuto papa, il Carafa fu lui stesso a chiedere a Gaetano e ai Teatini di fondare insieme ad alcuni compagni una casa a Napoli, per risollevare la città. Egli si stabilì inizialmente prima all’Ospedale degli Incurabili, fondato in quel tempo dalla nobile spagnola Maria Lorenza Longo, insieme ad un convento di suore di clausura, dette ‘le Trentatrè’, e poi nella Basilica di S. Paolo Maggiore posta nel cuore del centro storico di Napoli, nella città greco-romana.
L’inizio non fu dei più facili: la gente era perplessa di questo mite agire dei “nuovi religiosi” presenti in città, e questa diffidenza non garantiva entrate sufficienti per mantenersi, ma Gaetano invitò a perseverare. Solo col tempo i napoletani compresero la forza e il dono di Dio alla città: l’intensa vita di preghiera e l’attenzione ai singoli poveri e alle loro necessità, e la continua assistenza che egli dedicava agli ammalati, soprattutto durante le epidemie di colera e le ricorrenti carestie. fece breccia nei loro cuori. Si pensi solo al diffuso problema dell’usura, una vera piaga della città e in particolare dei poveri, strozzati dai debiti. Insieme al Morinoni, egli infatti nel 1539 fondò il “Monte di Pietà”, per dare aiuto ai più poveri (da cui nacque poi il Banco di Napoli,il più grande Istituto bancario del Mezzogiorno.
La sua attività multiforme si esplicherà a Napoli fino alla sua morte; fondò ospizi per anziani, potenziò l’Ospedale degli Incurabili, stette vicino al popolo durante le carestie e le ricorrenti epidemie come il colera, che flagellarono la città in quel periodo, peraltro agitata da sanguinosi tumulti. e suscitò nel popolo la frequenza assidua dei sacramenti,
Nonostante quindi le sue origini vicentine, San Gaetano è diventato nel tempo uno dei santi più amati e venerati da Napoli tanto da rientrare nell’elenco dei compatroni della città partenopea. Questo amore e questa devozione derivano a San Gaetano dal fatto di aver saputo deicare tutta la vita a Dio e al servizio degli altri , diventando un esempio vivente di povertà, preghiera e assistenza ai bisognosi.
Per ironia della sorte, fu proprio il teatino cofondatore Giampiero Carafa, divenuto papa Paolo IV a permettere che nell’Inquisizione, imperante in quei tempi, si usassero metodi diametralmente opposti allo spirito della Congregazione teatina, essenzialmente mite, permissiva, rispettosa delle altre idee.
E quando le autorità civili vollero instaurare nel Viceregno di Napoli, il tribunale dell’Inquisizione, il popolo napoletano (unico a farlo nella storia triste dell’Inquisizione in Europa) si ribellò; la repressione spagnola fu violenta e ben 250 napoletani vennero uccisi, per difendere un principio di libertà.
Gaetano in quel triste momento, fece di tutto per evitare il massacro e quando si accorse che la sua voce non era ascoltata, offrì a Dio la sua vita in cambio della pace; morì a Napoli il 7 agosto 1547 a 66 anni, consumato dagli stenti e preoccupazioni e due mesi dopo la pace ritornò nella città partenopea.
Venne beatificato il 23 novembre 1624 da papa Urbano VIII e canonizzato il 12 aprile 1671 da papa Clemente X.
Il popolo napoletano non ha mai dimenticato questo vicentino di Thiene, venuto a donarsi a loro fino a morirne per la stanchezza e gli strapazzi, in un’assistenza senza risparmio e continua. La piazza antistante la Basilica di S. Paolo Maggiore è a lui intitolata, ma la stessa basilica, per secoli sede dell’Ordine, è ormai da tutti chiamata di S. Gaetano; il suo corpo insieme a quello del beato Marinoni, del beato Paolo Burali e altri venerabili teatini è deposto nella cripta monumentale, che ha un accesso diretto sulla piazza, ed è meta di continua devozione del popolo dello storico e popoloso rione.
Nella piazza, come in altre zone di Napoli, vi è una grande statua opera creata su progetto dell’immancabile Cosimo Fanzago, che lo raffigura.
San Gaetano da secoli è stato nominato compatrono di Napoli. Il suo è uno dei nomi più usati dato ai propri figli dai napoletani .
CURIOSITA’ : San Gaetano è colui che insieme a Padre Rocco ha maggiromante promosso il valore del presepio con le sue stupende statuine.
Egli amava amava molto la famosissima tradizione del presepe napoletano, con le sue stupende statuine. A Napoli infatti nell’Ospedale degli Incurabili, realizzò un presepe con pastori che erano vestiti secondo i dettami della Napoli del 1500.
Si trattava quindi di un presepe all’epoca considerato ” contemporaneo ” in cui nel riprodurre la nascita del Cristo a Betlemme, vennero introdotti personaggi e figure della Napoli a lui contemporanea; nei secoli successivi sarà poi il domenicano Padre Gregorio Rocco ad inserire persone e mestieri della Napoli settecentesca. Questo certo servì ad avvicinare i fedeli al presepe e infatti questo tipo di presepe si diffuse in tutta Napoli.
Grazie a San Gaetano e a Padre Rocco il presepe divenne napoletano, con i personaggi della Napoli contemporanea! Quindi se ancora oggi troviamo a San Gregorio, accanto ai pastori della tradizione,trovate la riproduzione di calciatori, politici e starlette televisive, ricordate che questo lo aveva già pensaio San Gaetano 500 anni fa.
ARTICOLO SCRITTO DA ANTONIO CIVETTA
