Oggi vi narriamo la storia della prima coprotettrice della città di Napoli, cioè la prima cristiana napoletana a diventare santa e del primo vescovo della curia napoletana .
Ovviamente parliamo di Santa Candida, una vecchia signora , afflitta da reumatismi che le avevano procurato una grave stato di malattia, che ebbe la fortuna di incontrare San Pietro nella sua sosta a Napoli .
L’ Apostolo Pietro nel 50 d.C. proveniva da Antioca ed era diretto a Roma. Egli era molto stanco e durante il suo passaggio a Napoli decise di fare una sosta nella nostra città dove poi decise di tenere messa nel luogo dove oggi sorge l’ antica e misteriosa chiesa di San Pietro ad Aram.
La vecchia Candida giunta al cospetto del Sant’uomo ,implorò la la grazia per la sua guarigione nonostante ella fosse una pagana e non credente . Pietro commosso da tale richiesta, al fine di operara le miracolosa guarigione, la fece allora immergere nell’acqua di un pozzo. E la nostra Candida guarì dal male.
La nostra amata Candida ,immediatamente convertitasi al Cristianesimo, dopo l’avvenuto miracolo, visto che San Pietro era stato efficacissimo con lei, chiese al santo se poteva fare qualcosa anche per un suo amico, Aspreno da tempo ammalato assicurando al futuro ” guardaporte del Paradiso “che anche lui se fosse guarito certamente si sarebbe convertito alla nuova fede.
Così Pietro salvò anche lui dalla malattia e dopo averlo catechizzato, lo battezzò e prima di ripartire verso Roma, lo pose a capo della nascente chiesa napoletana come vescovo poiché nel frattempo la comunità cristiana era divenuta ampia e necessitava di un pastore.
Aspreno, come primo vescovo di Napoli rimase in carica nella nostra città come capo della chiese per circa 23 anni acquisendo in particolar modo fama di guaritore. Egli fu particolarmente ricolmo d’amore verso i poveri e si dimostrò sempre disponibile verso qualsiasi persona al di là del ceto e della condizione sociale, a tal punto che dopo la sua morte divenne per un paio di millenni il riferimento di tutti coloro che soffrivano di emicrania.
CURIOSITA’: Molti attribuiscono questa sua dote miracolosa di eliminare il mal di testa al fatto che fu decapitato a causa della sua conversione, mentre altri la associano al suo modo di fare penitenza e cioè mettendo una pietra sul capo. La grossa pietra che si dice il santo usasse per le sue penitenze la si trova ancora oggi nella cappella del vano sotterraneo dietro il piccolo altare del VIII secolo dove è posta una grata di ferro. Al di sopra dell’altare maggiore è invece visibile il busto del santo ornato da ex-voto costituiti prevalentemente da immagini di teste.
Le proprieta’ traumatologiche di San Aspreno che con le sue mani curava il mal di testa ,oggi sono state sostituite da miracolosi farmaci antinfiammatori e antidolorofici . Tra questi uno dei più noti è certamente l’aspirina che con il suo pricipio attivo ( acetilsalicilico ) viene spesso usata per curare ” o mal e cap “.
Aspreno … Aspirina … emicrania …
Tutto questo ha dato luogo negli ultimi anni ad una stana leggenda metropolitana sempre più diffusasi sul web .
Ad alimentare la leggenda sono stati sopratututto tre “fattarielli ”
Il primo riguarda proprio la strana assonanaza sia nel nome che nell’effetto terapeutico di San Asprino con l’apirinetta
Il secondo del perpetuarsi ancora in città di un rito legato al culto di San Asprino per curare l’emicrania . Chi ne è fortemente affetto , è solito , ancora oggi recarsi presso un altare in pietra alla cui base ci sta un foro nel quale un tempo era usanza che i fedeli vi introducevano la testa per essere guariti dall’emicrania.. Esso si trova presso l ’ipogeo della Cappella di Sant’Aspreno al Porto, che oggi si trova inglobata nel Palazzo della Borsa.
L’altro è quello legato al fatto che fu. proprio un napoletano, Raffaele Piria, ad isolare l’acido salicilico principio attivo del farmaco . Questo episodio spinse secondo alcuni la casa farmaceutica Roche a chiamare il potente farmaco che aveva creato , proprio con il nome Aspirina.
Questo nome quindi ,era un vero e proprio omaggio fatto a Piria, a Napoli e a Sant’Aspreno .
In verita’, per quanto suggestivo , tutto questo non risponde a verità .
Premesso innanzitutto che si tratta di un farmaco della Bayer, e non di Roche, il nome Aspirina / Aspirin deriva piuttosto dal tedesco Acetyl Spirinsäure – A(cetyl)Spirin(säure) – , ovvero acido acetilsalicilico, sintesi chimica antinfiammatoria di ciò che precedentemente si otteneva per via naturale dalla Spirea (Filipendula ulmaria).
Tutto sta che Sant’ Aspreno in città oggi è ancora considerato il protettore e la meta di coloro che soffrono o male ‘e capa ( emicrania e cefalea ).
Le chiese a lui dedicate, sono addirittura due : La prima è la chiesa di Sant’Aspreno al Porto (VIII d.C.), nota anche come chiesa di Sant’Aspreno ai Tintori, situata nei pressi del porto, in via Sant’Aspreno,ed oggi inglobata nel fianco del Palazzo della Borsa. Questa chiesa così chiamata dal nome degli artigiani che abitavano il luogo, si sviluppa su due livelli , di cui il piano terra si suppone fosse l’abitazione di San Aspreno . Si narra infatti che egli vivesse in una grotta che un tempo si trovava proprio accanto a piazza Borsa ( non lontano quindi dalla vicina chiesa di San Pietro ad Aram).
L’altra è la chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi che si trova nell’omonima piazzetta nel cosiddetto “Borgo dei Vergini e da poco divenuta un laboratorio artistico ed atelier dell’artista Jago, ( quello del bambino di Piazza Plebiscito)per intenderci ).
N.B. A Sant’Aspreno viene quindi collegata la cappella che si trova in piazza Bovio (inglobata nel Palazzo della Borsa), dove è possibile ancora oggi vedere la pietra bucata nella quale infilava la testa chi voleva guarire dall’emicrania.
N.B. L’oratorio della chiesa , costruito su un impianto termale di epoca romana , è stato per lunghi anni considerato un santuario che veniva visitato dai fedeli che chiedevano la grazia di essere guariti dall’emicrrania , infilando la testa completamente rasata a zero in una cavità presente sotto l’altare nel foro delle reliquie, per chiedere intercessione al santo.
CURIOSITA’: Questo è il motivo per cui da ragazzi quando ci tagliavamo i capelli, nonna ci teneva sulle gambe e ci cantava “caruso, melluso, miette ‘a capa ‘int’ o pertuso, e ppo vène o scarrafone e tte roseca ‘o mellone.. una filastrocca nata probabilmente solo per prendere in giro i ragazzi che si rapavano completamente la testa, spesso per motivi igienici (pidocchi )spesso presenti a scuola ) che creava non poche preoccupazione con gli amici . Esisteva infatti a quei tempi a legge d’o scuzzetto… chi tagliava i capelli veniva fatto oggetto di sonori scappellotti sulla nuca appena rapata, ‘o scuzzetto!
Ant’Asprino fu un vescovo molto amato dal popolo. Il suo speciale carisma fece accrescere la comunità cristiana napoletana., mentra la Basilica di San Pietro ad Aram, dove secondo la tradizione, San Pietro celebrò la prima messa e battezzò Santa Candida e Sant’Aspreno, cioè i primi napoletani convertiti al Cristianesimo, divenne meta di pellegrini alla ricerca del pozzo misterioso e della sua acqua che sarebbe miracolosa. Per secoli la leggenda ha infatti sostenuto che questa acqua fosse in grado di mitigare i dolori del parto e che in generale guarisse gli infermi. Ecco perché santa Candida è considerata la protettrice delle malattie corporali.
I due futuri santi , dopo l’evento miracoloso, crearono una cripta che divenne il primo luogo di sviluppo del cristianesimo nella città di Napoli. Aspreno , fu profondamente legato a questo luogo e custodì preziosamente l’altare dove Pietro (Ara Petri) aveva celebrato, pregato e compiuto la prima messa cattolica a Napoli ed suoi prodigi . Egli custodi la preziosa pietra, prima all’interno di una piccola edicola e poi in seguto nella Basilica di San Pietro ad Aram li sopra eretta.
Anche candida non lascio mai piu questo santo posto . La credenza popolare vuole che la santa donna abbia vissuto il resto della sua vita , nella cripta sottostante l’originaria chiesa napoletana ,alla quale si accede mediante una piccola scala dal transetto sinistro, dove sono visibili l’ambulacro e il famoso antico pozzo che aveva poteri taumaturgici . Nella cripta si sono rinvenuti numerosi scheletri di martiri Cristiani, fra di essi quello di Candida posto in una nicchia di fianco all’altare dove numerosi fedeli si recano da tempo immemore in cerca di grazia.
La cripta di Candida divenne poi ovviamente come spesso succedeva in passato per i luoghi doeve rano sepolti dei santi, un luogo di sepoltura. E anche qui, come al cimitero delle fontanelle, come nella chiesa del Purgatorio ad Arco, si diffuse il culto delle “capuzzelle” e delle anime del Purgatorio .
Quando negli anni settanta del 900 il cardinale sospese questo culto che a Napoli era divenuto un vero mercimonio esecrabile (perché addirittura si cominciavano a commerciare crani garantiti), anche qui la cripta venne chiusa.
N.B. Oggi però, dopo un lungo restauro, le ossa sono state sistemate e la cripta è di nuovo aperta al pubblico.
Purtroppo durante il periodo di Risanamento edilizio della città di fine Ottocento, il chiostro di San Pietro ad Aram fu abbattuto e le sue colonne trasferite nella chiesa di Sant’Aspreno.
Dei due chiostri di questo monastero è oggi infatti possibile vedere le colonne nel vestibolo di Sant’Aspreno.
La chiesetta dedicata a Sant’Aspreno fortunatamente invece è sopravvissuta ai lavori del risanamento del 1895, grazie al fatto che venne inglobata all’interno della Borsa di Piazza Borsa. Alla morte di Sant ‘Aspreno i suoi resti secondo molti pare che inizialmente si trovavano conservati nelle Catacombe di San Gennaro e solo successivamente furono poi traslati per decisione del vescovo di Napoli Giovanni IV lo Scriba (842-849) nella basilica Stefania dove tutt’oggi riposano sotto l’altare della cappella che porta il suo nome.
Nella Cappella del Tesoro di San Gennaro vi è attualmente custodito insieme a quello di Gennaro e degli altri 50 Santi Patroni della città di Napoli, il suo busto d’argento insieme al bastone con cui l’apostolo Pietro lo aveva guarito dalla malattia.
Ora, dopo quanto scritto, prima di affidarvi alla solita aspririna , gocce di novalgina o bustine di Aulin vi dovrei consigliare quindi di andare ad infilare la testa in quel “pertugio ” che si trova sotto l’altare della chiesette che si trova nel Palazzo della borsa in Piazza Bovio, ma la mia etica di medico vi invita a rifletterci . Certo se funziona potreste risparmiarvi un brucciore di stomaco ma certamente dovreste rasarvi i capelle a zero .. e visto che non ci sono dati scientifici in merito dovreste solo affidarvi ad un miracolo.
Magari potreste anche provare ad affidarvi, recandovi al Duomo, oltre alle cure di Sant’Aspreno andando solo a pregare nella cappella Tocco, dove alla alla destra dell’altare, sono presenti affreschi stupendi che raccontano la vita di Sant’ Aspreno.
A proposito di miracoli… non vi dimenticate che nei sotterranei della basilica di San Pietro ad Aram secondo molti era presente un pozzo le cui acque avevano il potere di attenuare il dolore delle partorienti e favorire il lavoro delle ostetriche .
