I chiostri di santa patrizia sono dei chioschi monumentali di Napoli ubicati nelle mura del centro antico in via Luciano Armanni. Adibiti a sede di alcuni istituti della Facoltà di medicina e chirurgia, i chiostri furono fondati nel XIII secolo. Erano inizialmente abitati dai monaci basiliani, mentre successivamente vi si insediarono le monache benedettine che vi rimasero fino al 1648. I chiostri furono conservati con cura fino alla fine del XIX secolo, finchè avvenne il grande scempio.
Una scellerata classe di uomini politici locali decise che l’università napoletana di medicina doveva sorgere al posto di conventi ricchi di affreschi e opere di arte, così durante i lavori di ristrutturazione per la destinazione universitaria ( ma la sovrintendenza dei beni culturali dov’era? ) il chiostro maggiore, a pianta quadrata, venne completamente deturpato.
Infatti gli affreschi raffiguranti la vita di Cristo e della Santa titolare vennero completamente imbiancati; poche tracce sono oggi visibili nella volta del corridoio che conduceva alla cappella delle monache.
Al centro vi era un pozzo che la voce tradizionale del popolo indicava come il passaggio segreto di Belisario, il quale non riuscendo a conquistare Napoli a causa della forte opposizione del popolo, e della alte e inespugnabili mura della città vi entrò proprio attraverso questo pozzo, che era collegato con l’ acquedotto della città. Belisario era quasi sul punto di rinunciare alla conquista della città; egli nonostante gli incessanti attacchi del suo potente esercito proprio non riusciva ad entrare oltre le massicce mura difensive e proprio quando aveva deciso di desistere si presentò a lui un isaurico facente parte dell’esercito bizantino che riferì al suo generale l’esistenza di un acquedotto da cui si poteva aprire un passaggio per entrare in città; la notte dopo, circa 400 soldati bizantini entrarono così nel cuore di Napoli attraverso l’acquedotto e riuscirono nell’impresa di aprire la porta di Santa Sofia ai loro compagni.
I soldati scesero da un pozzo fuori le mura e attraverso un ramo dell’antico acquedotto greco (detto della Bolla) riemersero da un pozzo dentro le antiche mura (che oggi si trovano sepolte sotto la cortina di palazzi tra San Giovanni a Carbonara e Via Cesare Rosarrol).
Sempre lo stesso pozzo si dice fu l’artefice della conquista di Napoli da parte dell’ esercito Aragonese di Alfonso secoli dopo . Anche in questo caso il potente esercito rimaneva inchiodato fuori le mura di Porta Capuana e non riusciva ad andare oltre (questo a confermare la validità delle vecchie mura napoletane).
Alfonso venne a conoscenza dell’esistenza del vecchio acquedotto in disuso attraverso il cui condotto era entrato il bizantino Belisario nove secoli prima e proprio come Belisario anche le truppe spagnole scesero quindi da un pozzo fuori le mura e uscendo dall’acquedotto entrarono in città riemergendo da un pozzo dentro le antiche mura , riuscendo cosi’ nell’impresa di aprire la porta di Santa Sofia ai loro compagni( la vecchia porta della città ). Una volta entrati incominciarono gli scontri con le forze angioine ed i combattimenti avvennero un po’ ovunque in città.
Gli aragonesi ebbero la meglio e saccheggiarono i resti di quello che rimaneva della città sotto gli occhi inerti della popolazione.
Il chiostro minore , visitabile, non presenta elementi artistici di rilievo, ma custodisce un giardino. Oggi è una delle sedi della Facoltà di studi di Napoli ( che con il tempo si è impradonita di tutti i vecchi storici edifici del centro storico sottraendoli ai napoletani e ai turisti ) e ospita il Museo di anatomia umana.
La nostra speranza che prima o poi l’università di Medicina vada via ( come è stato programmato ) e restituisca alla città e ai napoletani parte di quel centro storico considerato Patrimonio mondiale dall’Unesco, realizzando finalmente quell’oramai anche già vecchio piano di riqualificazione urbanistico del luoghi che prevede un vero e proprio museo Archeologico all’aperto mostrante i vecchi scavi greco-romani nascosti sotto il vecchio Policlinico.
Ma purtroppo temo che questo progetto non abbia voglia di partire e temo che grosse forze politiche remino contro manipolate da vecchi baroni di medicina. Dove opererebbero i loro “privati” pazienti i vari professori ? A Caserta? Perchè dovete sapere che la facoltà di medicina dovrebbe essere spostata proprio a Caserta ed infatti oggi si chiama ” Luigi Vanvitelli “.
Temo che questo famoso progetto del Parco Archeologico purtroppo non accadrà mai .Già vedo strani segnali come l’aggiunta del nome “Campania” ( si chiama Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli ma è l’università di Caserta ) e vedo spendere cifri enormi per ristrutturare interi reparti .
Voi spendereste soldi per ristrutturare casa vostra sapendo che poi dovete andare via?