L’Osservatorio Astronomico di Napoli ( OAC ) si trova a pochi passi alla reggia di Capodimonte , sulla collina di Miradois, ( dallo spagnolo “mira a todos “, = guarda tutto ) , un’altura che prendeva il nome dalla cinquecentesca villa del marchese di Miradois denominata anche Villa della Riccia.
NB: La Villa della Riccia sorse nel secolo XVI come casino del marchese di Miradois, reggente della Gran Corte della Vicaria, e comprendeva in origine cortili e giardini ornati di molte statue. Subì nel corso dei secoli varie trasformazioni, cambiando più volte proprietario finendo per ultimo al Principe della Riccia, che agli inizi dell’Ottocento la donò al Demanio Reale, il quale a sua volta la diede in concessione permanente all’Osservatorio.
L’Osservatorio Astronomico, ideato da Federico Zuccari e progettato da Stefano Gasse, fu edificato lungo la Salita del Moiariello in un luogo da cui si può ammirare lo splendido panorama della città e del golfo di Napoli. Il luogo fu scelto fuori le mura cittadine e volutamente isolato dal caos urbano in maniera da consentire ai scienziati di concentrarsi in piena tranquillità su alcuni degli allora più diffusi argomenti di studio: la misurazione dell’ora esatta, e le previsioni metereologiche.
NB: Il Moiariello è un grazioso borgo, un po’ isolato dal resto della città, che si trova vicino al Bosco di Capodimonte in un’area considerata nei suoi vicoli , terrazze e gradinate ,una delle più panoramiche della città . L’intera area si sviluppa in una lunga salita ( salita Moiariello ) dove in cima alla stessa si trova la Torre del Palasciano ( un illustre medico dell’epoca ).
A partire dal 1912, l’istituto iniziò ad orientare poi gli studi verso questioni legate al campo dell’astrofisica, inserendo così l’osservatorio astronomico di Capodimonte in un ambito di ricerca di carattere internazionale
L’Istituto è oggi considerato un importante punto di riferimento per la comunità scientifica napoletana, e per l’intero mezzogiorno , rappresentando un prestigioso punto di riferimento nell’ambito della ricerca internazionale in campo astronomico e della diffusione e divulgazione della cultura scientifica sul territorio. E’ infatti attualmente sede dell’Istituto Nazionale di Astrofisica che promuove, realizza e coordina diverse attività nei campi dell’ Astronomia , dell’ Astrofisica e della Fisica Cosmica in collaborazione con vari enti pubblici e privati sia nazionali che internazionali . La ricerca riguarda lo studio del Sole, dei corpi celesti del sistema solare, delle stelle, delle galassie e di tutte le possibili tecnologie innovative applicabili per l’osservazione dello spazio dalla terra.
L’ Osservatorio possiede inoltre una grande collezione libraria fatta di oltre 36.000 volumi tra libri e periodici, il cui numero è cresciuto negli anni, grazie a frequenti donazioni di inestimabile valore. Un fiore all’occhiello, tra i tanti esemplari custoditi, è la prima edizione del “De revolutionibus orbium coelestium” di Niccolò Copernico.
Il Museo degli strumenti astronomici ( MuSA ) dell’osservatorio , permette invece un viaggio affascinante negli oltre due secoli di vita dell’astronomia a Napoli. Rappresenta con i suoi circa cento oggetti una testimonianza, unica in tutto il Mezzogiorno della strumentazione astronomica in uso nell’ottocento e nei primi decenni del novecento. Assolutamente da vedere in questa collezione sono il cerchio meridiano di Reichenbach , il rifrattore di Merz , il grande cerchio meridiano di Repsold e lo strumento dei passaggi di Bamberg
Il parco dell’osservatorio è sede anche di mostre permanenti di arte contemporanea .
LA STORIA
La sua storia risale al lontano 1753, quando re Carlo di Borbone , allora giovanissimo approvò il piano di riforma dello ” studio napoletano ” (come allora si chiamava l’università) proposta dal Galiani . In questa riforma la scienza Astronomica fu inserita per la prima volta nei programmi delle scuole superiori mentre nell’ università , nella riorganizzazione delle cattedre quella di Astronomia e Nautica sostituì quella di politica e di etica
Nello stesso periodo la sede dell’università fu riportata dal convento di San Domenico Maggiore (sede voluta da Carlo d’Angiò ) nel grande edificio incominciato fuori le mura dal viceré duca di Ossuna nel 1586 per cavallerizza reale.
Non possedendo un proprio Osservatorio ( Specola )l’insegnamento della materia fu inizialmente solo teorico Esistevano infatti all’epoca soltanto alcune Specole private, gestite da religiosi ( Specola del Collegio Reale delle Scuole Pie ) e dai privati, come quello di Lord Acton a San Carlo alle Mortelle e del principe Ferdinando Vincenzo Spinelli di Tarsia
Fu così quindi che re Ferdinando IV ,nel 1791decise di dare luogo all’edificazione di una Specola statale scegliendo come luogo dove costruirla la collina di Capodimonte .Il suo progetto era molto più grande e prevedeva oltre alla costruzione della Specola anche la costituzione del ” Museo Generale ed Accademia delle Arti e delle Scienze ” ma non ebbe il tempo di completarsi per il momentaneo decadere del regno borbonico a scapito di quello francese avente come regnante Giuseppe Bonaparte .
Questi decise che la Specola andava installato nel Monastero di San Gaudioso sulla collina di Sant’Agnello . Quando poi il fratello di Napoleone cedette il trono a Gioacchino Murat ( cognato di Napoleone ) si ritornò a costruire sulla collina di Capodimonte su progetto di Zuccari coordinato dall’architetto Gessi . I lavori andarono per le lunghe e quando dopo circa 10 anni sul trono di Napoli ,ritornò Ferdinando gli stessi non erano ancora terminati .
Ferdinando, approvando lo stanziamento degli ultimi finanziamenti , ultimò finalmente gli ultimi lavori e riuscì ad inaugurare nel 1819 la nascita di quella che divenne il primo Osservatorio Astronomico in Italia . L’Osservatorio nel monastero di San Gaudioso fu soppresso quando venne inaugurato quello di Capodimonte.
L’Osservatorio Astronomico rappresenta così anch’esso uno tanti importanti primati appartenenti al Regno delle due Sicilie ed ai borboni ,costituendo alla sua nascita nel 700 il primo istituto italiano adibito a tale funzione.