Il borgo era anticamente sede dei famosi fasti luculliani.
In epoca romana infatti qui vi si sarebbe trasferito il generale romano Lucio Licinio Lucullo che avrebbe innalzato la sua imponente e sfarzosa villa , conosciuta come Oppidum lucullianum . Tra le rovine di questa villa , nel 476 Odoacre tenne prigioniero l’ultimo imperatore romano d’ occidente , Romolo Augusto che qui avrebbe poi terminato i suoi ultimi giorni.
Generale e uomo politico romano partecipo’ con Scilla alla guerra sociale , divenne console e conquisto’ vasti territori in Asia. Ottenne grandi ricchezze e successi militari , si ritiro’ poi a vita privata a seguito dell’ammutinamento dei suoi eserciti e dei contrasti con Giulio Cesare e passo’ quindi alla storia per lo sfarzo delle sue dimore e dei suoi giardini e dei ricchi banchetti che imbastiva, definiti ancora oggi ” Luculliani “.
La splendida villa del Patrizio romano , il Castrum Lucullanum secondo antica tradizione si estendeva da Pizzofalcone al mare comprendendo anche il Monte Echia e il taglio della collina oggi scavalcato dal ponte di Chiaia pare fosse stato da lui fatto eseguire per rendere piu’ sicura la dimora .
Alla morte di Lucullo furono nominati curatori dei suoi beni Cicerone e Catone ma nei secoli la ricca dimora fu saccheggiata da vandali e Ostrogoti che la ridussero un rudere ; della celebre dimora purtroppo oggi non rimane che qualche tronco di colonna o disseminati ruderi .

Il pittoresco borgo di Santa Lucia era anticamente una strada di costiera .Il  suo antico aspetto venne radicalmente stravolto da lavori di ampliamento della citta’ verso il mare e caratterizzato da moderni edifici fino ad allora inesistenti .Le strade del nuovo quartiere realizzato con la cosiddetta colmata di cemento furono intitolate a illustri personaggi  e localita’ legate alla citta’( via Cuma , via Palepoli ) nonche’ a grandi protagonisti della civilta’ romana ( Petronio , Lucilio ) .Con i lavori ottocenteschi che tolsero a via Santa Lucia il suo antico assetto di lungomare , resto’ intatto alle sue spalle il solo borgo arroccato di pescatori che porta il nome di Pallonetto di Santa Lucia , ed e’ costituito da un fitto dedalo di vicoli e di supportici che salgono verso la zona di Monte di Dio. La denominazione di ” Pallonetto ” indicava nel  Medio Evo, un luogo dove si praticava il gioco della palla . Erano allora molto diffusi la pallacorda che aveva molto dell’attuale tennis , la pallamaglio che aveva solo un ‘analogia con il gioco delle bocce , in quanto , queste , non si giocavano con le mani ma con mazze di legno chiamate , appunto , magli., la pilotta, il gioco del pallone toscano e piemontese erano invece grosso modo un misto di base-ball e di pelota basca con la palla giocata non contro il muro ma tra due squadre.Dei ” Pallonetti ” rimasti troviamo, percorrendo la citta’ , il vico Pallonetto S. Liborio , alla Pignasecca , il vico Pallonetto S. Chiara ed il Pallonetto appunto di Santa Lucia , composto dalla via , i gradini , il Vicoletto ed il vico storto che unisce via Santa Lucia con la via Solitaria , sulla collina di Pizzofalcone.

Borghese e popolare assieme , questa zona della citta’ divenne famosa per la canzone di E. A. Mario , Santa Lucia luntana del 1919 , mentre il pittore Vincenzo Migliaro ne immortalo’ uno dei piu’noti  personaggi ,( l’acquaiola Nannella Esposito ) in un celebre quadro .La bella Nanninella , venditrice di taralli  e acqua sulfurea e’ esposta nel ritratto di Migliaro al museo di San Martino .L’acquaiola fu  protagonista di un tragico episodio  ,  uccisa una domenica mattina da un pretendente che non potendo averla in sposa le sparo’ un colpo di rivoltella sulla gradinata della chiesa di Santa Maria della Catena .La zona di Santa Lucia dove il popolo convive con nobilta’e borghesia e’ sede di alberghi prestigiosi come il Rojal e l’Albergo dell’Aquila nera.Per tanto tempo e ‘ stato presente il glorioso cinema Santa Lucia , una delle piu’ eleganti sale cittadine , che cosi’ come tanti altri cinema anch’esso ha chiuso nel 2005 per lasciare il posto ad un supermercato .Il borgo di Santa Lucia custodisce due belli edifici ecclesiastici  : vi troviamo infatti la chiesa di Santa Lucia e la chiesa di Santa Maria della Catena , protettrice dei ‘ Luciani ‘. Questa chiesa custodisce la tomba di Francesco Caracciolo. 

CURIOSITA’: Un tempo , all’epoca dei borbone nel mese di agosto , in questo luogo molto amato da re Ferdinando detto ” nasone ” , in cui egli era solito cimentarsi nel ruolo di pescatore che vendeva la sua merce  fresca appena pescata , si teneva una importante festa  popolare in cui partecipava anche la famiglia reale al completo sistemata su una barca ormeggiata al porto . Era la festa della Nzegna, ( incignare, inaugurare ) ed era il giorno in cui gli abitanti del quartere di Santa Lucia ( i luciani ) erano soliti inaugurare il vestito nuovo.

Sul lungomare ,prima della colata,  sul suo lungomare ,al centro del tratto di banchina che accoglieva le bancarelle degli ostricari si trovava la ” fontana di santa Lucia ” che fu costruita in stile barocco nel 1606 dall’architetto Michelangelo Naccherino per volere del vicerè. Essa fu poi spostata nel 1898 nella Villa Comunale.

.Al termine di via Santa Lucia vi e’ la strada che conduce a Piazza Plebiscito che e’ intitolata a Cesare Console ( capo della lega Campana in lotta contro i saraceni  nel 846 d. C. ) . Questa strada , ha avuto diversi nomi non ultimo fu  salita del gigante , datole in quanto vi fu collocata una statua enorme di Giove ritrovata a Cuma nel 1758 e poi trasferita al Museo Nazionale , che diede il nome anche al famoso caffe’chantant del Gigante chiuso negli anni 20 del novecento . 

Numerosi personaggi di spicco hanno abitato questa zona ; tra essi si distinse un architetto incompreso Lamont Young , estroso  eccletticoe inconsueto per l ‘epoca , che scelse la sommita’ del Monte Echia per costruirsi la sua ultima dimora ,  Villa Ebe , oggi disabitata e secondo molti abitanti della zona abitata da oscure presenze , ombre , apparizioni misteriose e oscure presenze (Lamont Young si tolse la vita su una terrazza con un colpo di pistola) .Altri personaggi famosi che hanno abitato e vissuto in questa zona sono il cantante e attore Massimo Ranieri , lo scrittore e filosofo Luciano De Crescenzo e l ‘attore Carlo Pedersoli , piu’ noto come Bud Spencer. 

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CURIOSITA’ .

Un tempo il borgo di Santa Lucia era famoso per le sue importanti sorgenti di acqua sulfurea presenti in una fonte  di via Chiatamone .  Considerata  ricca di particolari proprietà benefiche , essa è stata per secoli venduta , cercata e bevuta non solo dai napoletani ma anche da persone che venivano da città  limitrofe considerato che era famosa in tutta la Campania . I vari acquirenti  , salendo una scalinata che conduceva in una grotta che per l’occasione, veniva occupata dai vari  venditori , si  recavano lì apposta per fare scorta e rifornimento di quella preziosa acqua, in grado, come si diceva, di curare chi soffriva di carenza di ferro ed anemia.

Quest’acqua sulfurea, di Santa Lucia , dal  sapore pungente,  e a dir la verità , dal sapore non  del tutto gradevole  , (  lasciava in compenso un senso di soddisfazione nella gola e nei polmoni ) ,  era venduta in tutta Napoli da venditori e venditrici che la portavano in giro in anfore di terracotta, panciute, dal collo stretto e con due manici, chiamate le mummare, (mummarelle, quelle più piccole).

I napoletani la chiamavano ” acqua surfegna”  e per lungo tempo è stata  una delle bevande preferite dai napoletani, nonchè  la principale fonte di sostentamento per gli abitanti di via Chiatamone, che si attrezzavano con banchetti e recipienti per guadagnarsi la giornata. Le giovani e belle venditrici ambulanti, giravano per la città provando a vendere l’acqua “suffregna” a chi cercava refrigerio e frescura mentre gli “acquaiuoli”, nei loro chioschetti addobbati con grappoli di limoni, arance, blocchi di ghiaccio ed altri attrezzi, riuscivano a preservare intatte le proprietà e la freschezza di quest’acqua sempre frizzante e fresca, che di solito veniva servita con un pizzico di bicarbonato, per renderla ancora più gustosa. Passeggiando per le stradine caratteristiche di Napoli, si potevano dunque di sovente sentire frasi gridate al popolo per incentivare a comprare l’acqua sulfurea di Santa Lucia, come si evince anche dalla nota poesia “E mummarelle” che recitava esattamente così:

”Signooo.. e comm’è fresca…!

Diceva a ze Francesca!”

“Uè uè… ca io songo n a luciana

e ‘a mummera, va do’mmano…”

“Uè ue.. vevite, ca’ ‘o sole coce…!

Strillanno deve ‘a voce.”

“È bella e fresca è comm’ a neve

Pe diece lire.. è chiena!”

Francesca cchiù alluccava

Pe l’acqua spulmunava.

“Uè..- uà è do’ Chiatamone

Mettitece ‘o limone!”

“Signooo… l’acqua v’a vevite

E ‘o suvero… ‘o suvero v’ ‘o stipate…!”

“Acqua suffregna, ovèro fresca e bella. Sempre affullata steve… ‘a bancarella!“

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