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Sulla collina di Posillipo  spicca la bella  villa Doria D’Angri  di stile  neoclassico che   fu voluta dal principe Marcantonio Doria d’Angri , un grosso esponente di spicco del Regno di Napoli tra il 1831 e il 1833 ,  che la  la fece erigere commisionando l’opera  dall’architetto Bartolomeo Grasso.il quale si avvalse di una folta schiera di architetti e decoratori.

Per costruire questa villa che doveva nelle intenzioni  del Principe celebrare la sua potenza,  vennero spese ingenti somme di danaro. Essa fu costruita in appena tre anni al posto di una antica preesistente masseria e fu sopratutto  progettata in modo che, da ogni stanza si potesse vedere uno stupendo panorama su tutto il golfo senza nessun ostacolo .

La struttura come vedete sembra che fuoriesca dalla roccia; essa, infatti, è stata appositamente concepita su un grande blocco di tufo che usciva dalla roccia , con il quale sembra formare un solo corpo architettonico.

Il progetto primitivo, oggi, lievemente alterato dalle aggiunte e dai rimaneggiamenti successivi, prevedeva un’architettura a due piani su un alto basamento a tre ordini di arcate, decorati a bugne in stucco.

Gli esterni furono realizzati in uno stile neoclassico, l’atrio in stile pompeiano e logge in stile palladiano con colonne ioniche su tutti i lati.

Un’ampia terrazza che  circonda l’intera struttura , aveva nella parte  laterali  dei giardini pensili con giochi d’acqua e fontane, mentre esternamente vi erano dei meravigliosi  giardini di Delizie ricchi di fiori e piante di elevato pregio. Gli spazi interni lavorati da Guglielmo Bechi, erano ricchi di originali decorazioni a motivi pompeiani, ma anche degli specchi, maioliche, stucchi, ecc…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CURIOSITA :A Villa Doria d’Angri fu ospitato nel 1880 per ben per 8 mesi anche il grande musicista Richard Wagner che arrivò a Napoli con il treno reale di Ludovico di Baviera. In questo lungo periodo il compositore completò il PARSIFAL  e scrisse il libro autobiografico “La mia vita”. Sempre nella villa il grande  Joseph Rubinstein  eseguì in anteprima al pianoforte la musica che accompagna la metamorfosi scenica del I atto del Parsifal: da allora la sala dove soggiornò Wagner è stata denominata “sala Wagner”.

 

Un’ampia terrazza che  circonda l’intera struttura , aveva nella parte  laterali  dei giardini pensili con giochi d’acqua e fontane, mentre esternamente vi erano dei meravigliosi  giardini di Delizie ricchi di fiori e piante di elevato pregio. Gli spazi interni lavorati da Guglielmo Bechi, erano ricchi di originali decorazioni a motivi pompeiani, ma anche degli specchi, maioliche, stucchi, ecc…

villa doria d'angri napoli

CURIOSITA’ :  : la cosidetta ” masseria di Posillipo “venne donata per testamento dalla contessa di San Valentino a sua figlia Diana Beatrice della Tolfa e da questa poi, sempre per testamento ereditario passato poi alla figlia Isabella . Quest’ultima si era sposò  due volte, la prima con il banchiere Agostino Grimaldi, principe di Salerno, duca di Eboli e  la seconda con Marcantonio Doria, il quale ottenne nel 1636 il titolo di principe d’Angri da Filippo IV d’Asburgo-Spagna: da quest’ultimo ebbe i due figli ed  estinto il ramo napoletano dei Grimaldi, l’intero patrimonio confluì nell’asse ereditario dei Doria d’Angri, inclusa la masseria di Posillipo.

Alla morte di Isabella avvenuta nel 1649, la masseria venne donata ai suoi figli  Niccolò e Giò Francesco Doria.  La proprietà era molto estesa ed anch’essa, come le proprietà del duca di Salve e dei monaci di San Severino, copriva un’area che andava dal villaggio di Porta Posillipo a Sermoneta, dall’alto delle antiche strade al mare.

La struttura monumentale possiede anche una pregevole pagoda ottagonale, realizzata da Antonio Francesconi, che orna un terrazzo con affaccio sul mare e su Palazzo Donn’Anna.

 

Essa fu commissonata nel 1833 dal principe Marcantonio Doria d’Angri su progetto di Bartolomeo Grasso nei giardini della villa, lungo una delle rampe di accesso da via Posillipo .

Inserita nel contesto della bella villa troviamo anche una chiesetta privata ( detta Cappella Doria d’Angri)  che serviva come spazio di culto privato della famiglia e come luogo di raccoglimento. Essa fu cncepita come parte integrante di quell’iniziale progetto realizzato da Bartolomeo Grasso, su commissione di Marcantonio Doria d’Angri, e venne completata attorno al 1833.
La cappella  a navata unica,  pianta rettangolare,  decorazioni stucco ed un soffitto piano con cassettoni, conferisce alla struttura una certa armonia con l’architettura neoclassica del resto della villa. La piccola chiesa pur essendo infatti una cappella privata, mantiene elementi di pregio: buona luminosità grazie ad ampie lunette, decorazioni curate,  statue in nicchie lungo le pareti laterali, un abside semicircolare e decori che evidenziano un gusto ornamentale coerente con l’architettura neoclassica della villa stessa.
All’ingresso è presente un pronao con colonne a capitelli ionici mentre nell’abside, oltre alla decorazione stuccata, c’è un altare marmoreo, ed è presente una zona per il coro e l’organo sopra l’ingresso.

Insomma un piccolo gioiello d’arte che offre un’occasione rara: contemplare architettura privata sacra nel contesto di una grande villa storica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La villa oggi è sede dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, ma per decenni è stata la sede dell’Istituto S. Dorotea.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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