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Il Trianon Viviani è un teatro pubblico del centro antico di Napoli, sito nello storico quartiere   Forcella i cui soci sono la Regione Campania che detiene una partecipazione dell’80,40%;  e  la Città metropolitana di Napoli, con una quota del 19,60%.

Prossimo al “Rettifilo” ,  la grande via, denominata corso Umberto I, che doveva secondo le iniziale intenzioni del cosidetto “Risanamento “riprendere il modello urbanistico francese di successo del boulevard , il vecchio Teatro  Trianon  insiste sull’area magno-greca del quartiere di Forcella, cuore vitale del centro antico della città, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Esso si trova esattamente proprio  di  fronte alla storica piazza Calenda dove sono state rinvenute antiche mura di circa  duemila fa .

N.B . In  piazza Calenda,  si erge il cosiddetto cippo a Forcella ,una struttura circolare di pietra dell’antica Neapolis (molto probabilmente i resti della porta Herculanensis o dell’antica cinta muraria). Il Cippo è  stato ritrovato durante i lavori del Risanamento  e da qui è nato uno dei detti più famosi per i napoletani: “sta’ cosa s’arricorda o’ cipp’ a Furcella”, espressione che serve a indicare che una cosa è molto vecchia.

Inaugurato l’8 novembre  dal 1911 con la fortunata commedia Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta, con il passaggio di testimone dall’autore e primo interprete al figlio Vincenzo, che così debutta nel ruolo del protagonista Felice Sciosciammocca (Eduardo aveva abbandonato le scene, stanco della lunga querelle giudiziaria – peraltro vinta – intentatagli da Gabriele d’Annunzio, per la messa in scena del Figlio di Iorio, parodia irriverente della Figlia di Iorio del Vate) questo antico teatro ha visto calcare la scena del  suo palcoscenico  personaggi come Totò , Eduardo Scarpetta ,  e intere famiglie teatrali come i  De Filippo , i Fumo , i Maggio, ai  Viviani , Roberto De Simone , ed in epoca più recente Peppe Barra ultimo erede di un teatro napoletano comico d’autore.

Inizialmente il teatro  diede vita a spettacoli di varietà, nei quali programmi, figuravano spesso oltre a cantanti di primo piano, addirittura tre, ed anche quattro, vedette per volta. In una sola sera, il pubblico si godeva, oltre ai numeri, che s’affollavano abitualmente nel manifesto, Pasquariello, Elvira Donnarumma, Armando Gill, Fulvia Musette e, a distanza di qualche settimana, Maldacea, Tecla Scarano, Diego Giannini, Gina De Chamery.

Con personaggi di questo calibro ovviamente il Trianon registrò un’attività ricca di avvenimenti artistici e di soddisfazioni finanziarie.

Nella sua ricca storia centenaria, il Trianon ha visto anche debuttare il noto cantante della sceneggiata, napoletana Mario Merola, che in quell’occasione nel 1959, vinse  un concorso di voci nuove .

In epoca fascista il teatro cambia nome in “Trionfale”, in ossequio all’autarchia linguistica imposta dal regime. Nel 1947 venne purtroppo trqsformato in sala cinematografica, e fu rinominato Cinema Splendore. Raggiunto il suo punto piu basso di popolatita quando negli anni ’90 divenne un cinema a luci rosse, la sala venne poi  riportata all’antica funzione  teatrale grazie a  Gustavo Cuccurullo, il quale  ristrutturandolo  recuperò anche alla fruizione collettiva la testimonianza magnogreca ospitata all’interno, ribattezzata emblematicamente la “torre della Sirena” per ricordare il mito fondativo di Parthenope e del fascino del suo canto.

Il nuovo Trianon venne  inaugurato il 7 dicembre 2002 con Eden teatro di Raffaele Viviani, nella «riscrittura melodrammatica» e regia di Roberto De Simone.

Con la consulenza artistica di Peppe Vessicchio, nel 2003 il teatro produce, tra l’altro, un nuovo allestimento de La Cantata dei Pastori diretta e interpretata da Peppe Barra, con lo scenografo Lele Luzzati che firma uno dei suoi ultimi lavori. La produzione si aggiudica il premio Eti – gli Olimpici del teatro come “migliore commedia musicale” (2004).

Nell’aprile del 2006, “‘o Trianon” – come da sempre è chiamato affettuosamente dai napoletani,dopo un travagliato periodo di difficolta economica , che ha vistosull’orlo del fallimento e della vendita all’asta.il fermo produttivo per due anni e mezzo , il teatro     diventa a intera partecipazione pubblica ed è dedicato al commediografo e attore Raffaele Viviani, tra i maggiori artisti che hanno calcato il suo palcoscenico. Alla direzione artistica è chiamato Nino D’Angelo, poi Giorgio Verdelli , successivamente, di nuovo D’Angelo ed infine Marisa Laurito.

La struttura dispone di ben 630 posti ed è dotata di sale adibite a mostre, seminari e conferenze. Ha un valore inestimabile in quanto custodisce al suo interno un importante reperto greco della torre della Sirena.

Ultimamente , grazie a nuove iniziative come La Stanza delle Meraviglie e la Stanza della Memoria,  in questa struttura si cerca di rilanciare il  grande patrimonio artistico e culturale della canzone napoletana che come tutti sappiamo  ha radici lontanissime nella musica sacra, e attraverso i secoli ha conosciuto una profonda e dinamica evoluzione.
La Stanza della Meraviglie e la Stanza della Memoria , rappresentano infatti uno spazio pubblico per accedere a una fruizione completa del patrimonio della canzone napoletana e delle culture musicali della Campania attraverso il portale dell’Archivio Sonoro della Canzone Napoletana della Rai di Napoli e al patrimonio digitale raccolto per volontà della Regione Campania.
In queste  stanze , mediante tavoli aptici e teche olografiche, sarà possibile fruire contenuti digitalizzati dall’âge d’or dell’Ottocento ai giorni nostri: registrazioni audio, spartiti a stampa, manoscritti autografi, locandine, manifesti, programmi di sala, fotografie, caricature e filmati. Un enorme patrimonio d’arte e cultura finalmente fruibile in modo completo e moderno ed a totale disposizione di appassionati, studiosi, ammiratori della canzone napoletana a Napoli, in Italia e all’Estero.

CURIOSITA ‘; Trianon” è il nome del villaggio acquistato e poi distrutto da Louis XIV di Francia per annetterlo al parco della reggia di Versailles. In questo luogo lussureggiante il re Sole incarica Louis Le Vau di costruire «una casa per farvi merenda», dove fuggire con la famiglia, lontano dall’etichetta e dalle fatiche del potere. È solo l’inizio dello sviluppo dell’area come buen retiro regale, dove nel tempo vengono costruiti il Grand e il Petit Trianon, nonché le Hameau de la Reine, il “borgo della Regina”, dove la sovrana gioca a fare la pastorella. Il duca di Croÿ commenta: «Non hanno mai cambiato tanto forma, né costato tanto denaro, due iugeri di terra».

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