Se pensate che il diavolo nella nostra citta abbia fatto parlare di se nella storia , solo per la sua presenza nel sottosuolo del campanile della Pietrasanta o nel Palazzo Penne vi sbagliate .
Egli agendo in superficie di giorno non solo si è innamorato del nostro centro storico ma si è lasciato incantare anche dalla bellezza del nostro porticciolo di Mergellina lasciando la sua presenza nella famosa chiesa di Santa Maria del parto .
Ma questa volta il nostro diavolo non ha una immagine cattiva e cornuta . Questa volta ha lo stupendo volto di una donna dei bellissimi capelli biondi ed il corpo di un drago ed incredibilmente sorride anche se giace sotto i piedi di San Michele Arcangelo che sorridente con una lancia gli trafigge il collo . E questo solo perchè quell’angelo ha il volto dell’uomo amato
Questa volta il diavolo è innamorato ma non della bella Mergellina come fareste voi comuni mortali . Egli assumendo le sembianze di una bellissima nobildonna ha addirittura fatto innamorase di se un vescovo .
La storia , riportata sia da Matilde Serao che da Benedetto Croce , risale alla prima metà del cinquecento e come avete capito nasconde nel suo mistero una incredibile storia d’amore (o forse un perfetto incantesimo d’amore ) che coinvolge una bella dama della nobiltà partenopea ( Vittoria d’Avalos ) , un giovane prelato , vescovo di Ariano ( Diomede Carafa ) , una fattucchiera , nota come l’Alamanna , un frate esperto in negromanzia , ma sopratutto un pittore dallo straordinario talento ( Leonardo Grazia ) noto come Leonardo da Pistoia che in quella circostanza diede origine ad una delle sue opere più significative .
Don Diomede Carafa era un uomo di bell’aspetto e dall’affascinante eloquio che a dispetto degli abiti che indossava pare si fosse fortemente invaghito e completamente perso la testa per la bellissima nobile napoletana Vittoria d’Avalos , che da qualche anno era novizia del ” chiacchierato ” convento di Sant’Arcangelo a Baiano a Forcella , noto per” l’allegra condotta ” delle varie consorelle .
In verita ad invaghirsi per prima in questa incredibile storia d’amore fu proprio la bella Vittoria . Ella si innamorò fortemente del giovane vescovo e per vincerne il cuore si rivolse alla nota fattucchiera Alamanna affinchè le procurasse un filtro d’amore.
Una volta ottenuto il filtro, la fanciulla confezionò con esso delle saporite zeppulelle che offrì in dono al prelato. Iniziò così la passione e il desiderio per la bella Vittoria, di cui Diomede non riusciva a capirne la ragione . Non faceva altro che pensare a lei , di notte non dormiva e addrittura non mangiava per la passione che oramai aveva per donna Vittoria .
Tutto questo però non si confaceva al suo ruolo ed ai suoi abiti che indossava . Faceva grandi sforzi a liberarsi di questa passione travolgente . Doveva però liberarsene e facendo appello a tutte le sue forze , sospetando che fosse vittima di un sortilegio , decise di rivolgersi ad un suo vecchio amico monaco esperto di cose occulte per porvi rimedio .
Il frate originario di Procida , tale Mario Buonoconte , era assai devoto di San Michele Arcangelo al quale era intitolato il suo antico cenobio sulla ” TerraMurata ” . Egli godeva fama di essere un bravo negromante nonche esorcista segreto del cardinale di Napoli. Dopo aver ascoltato Don Diomede , meditato , pregato e poi consultate antiche carte sottratte a delle streghe mandate al rogo secoli prima , ravvisò senza indugio che erano presenti gli estremi della fattura , e decise pertanto che l’unico rimedio per porre fine a tutto questo era quello di affidare l’esorcismo contro il filtro magico ad una immagine santa .
Praticamente questo significava che per liberare il vescovo dalle pene d’amore bisognava affidarsi alla realizzazione di un dipinto . Ma non un dipinto qualsiasi .
Esso doveva essere un dipinto che rappresentava San Michele Arcangelo … quello vincitore del demonio in tutta l’antica e moderna iconografia cristiana .
Ma non bastava …
Questa immagine di San Michele , doveva anche essere un valente maestro di pittura . Egli con la sua arte avrebbe dovuti in maniera mirabile dipingere San Michele mentre trafigge il drago- satana che perà doveva avere il volto della bella Vittoria per fare in modo che questa divenisse l’anti-immagine della fattura e annullasse cosi il potere legato ad essa .
Il dipinto doveva poi essere poi esposto in un luogo sacro., perchè solo in questa maniera , protetto da un ambiente sacro , infatti il dipinto poteva poi manifestare tutto il suo potere di contro-sortilegio , ma solo dopo essere stato cosparso di acqua santa e unta con uno speciale balsamo preparato per l’occasione contro l’incantesimo.
Insomma una bella fantasia tipica di quei tempi strani della Napoli del cinquecento in cui la chiesa ne inventava di tutti i colori per difendere e affermare il proprio potere .
Diomede Carafa convinto della bonta risolutiva del contro sortilegio commisionò il dpinto ad un noto artista attivo a Lucca nella prima metà del cinquecento .
Leonardo Grazia da Pistoia nel 1542 realizzocosi una delle sue piu belle opere d’arte : un San Michele Arcangelo guerriero che sconfigge il demonio stavolta presentatosi sotto le spoglie e con il volto di una bellissima donna bionda.
Comunque sia andata la storia resta oggi fortunatamente a noi nella bella chiesa di Santa Maria del parto a Mergellina ,una delle opere più significative di Leonardo da Pistoia.
La famosa tavola nota come “Il Diavolo di Mergellina” o “San Michele che calpesta il Demonio”che ci riportaalla leggenda della vittoria del vescovo di Ariano, Diomede Carafa, e alla tentazione di una nobildonna napoletana identificata in donna Vittoria d’Avalos si trova infatti in questa chiesa nella prima cappella a destra.
Scommetto che adesso volete sapere come andò a finire la storia d’amore e passione tra i due protagonisti ….
Ad oggi non sappiamo con certezza se i due finirono per essere amanti e se la passione rimase , per cosi dire ” inesplorata ” ma ai piedi dell’Arcangelo se osserviamo bene , si può leggere la seguente iscrizione :Fecit victoriam alleluia (vittoria che allude chiaramente al nome della fanciulla).
Sembra quindi che il dipinto abbia ottenuto il suo effetto ….
Ma il dipinto ha dato vita nel corso dei secoli successivi anche al detto popolare “si bella è nfama comme o riavule e Margellina.”
Pare infatti che la bella Vittoria dopo aver circuito il giovane prelato lo avesse poi scaricato tranquillamente in favore di un vecchio amico del Carafa , Giovanni Verrusio .
Tutto sta che il quadro di Leonardo da Pistoia raffigurante San Michele è da sempre è considerato in città come il “diavolo di Mergellina”e piu che rappresentare l’allegoria della vittoria sulla tentazione del vescovo di Ariano Diomede di Carafa,è stata nei secoli associata ed identicata nella sua ‘mmagine a tutte quelle donne che facendo uso della loro bellezza , inducono in tentazione gli uomini sposati al tradimento.
ARTICOLO DI ANTONIO CIVETTA