Il Complesso sito nel cuore del centro storico di Napoli è tra le strutture più belle del nostro territorio . Un vero scrigno di storia, di arte e di religiosità, dove è possibile respirare la grandezza e la magnificenza del passato.
Il complesso monumentale di Santa Maria La Nova che si trova nella bella omonima piazza è costituito dalla bellissima chiesa, dalla Sagrestia, dall’Antico Refettorio e da due chiostri, ( il Chiostro Maggiore e quello Minore) di cui il più piccolo ospita affreschi legati alla vita di S. Giacomo della Marca e diversi monumenti sepolcrali, tra cui quello ipoteticamente attribuito a Vlad III, alias Conte Dracula.
Tutto il complesso Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova fu costruito per volontà di Carlo D’Angiò nel 1279, come risarcimento per la chiesa ed il convento francescano confiscati e abbattuti per far posto alla costruzione di Castel Nuovo (Maschio Angioino) che divenne la nuova residenza reale.
Carlo d’Angiò subito dopo la conquista del regno di Napoli , trasferì ‘ la capitale del regno da Palermo a Napoli .
Egli inizialmente si stabili’ a Castel Capuano , ma uno dei suoi primi atti , fu quello di edificare una nuova reggia rispondente alle esigenze della famiglia reale e della corte.
Bisognava rafforzare il sistema difensivo della citta’ e dare una degna reggia alla nuova capitale . Infatti il Castel dell’ovo anche se era una rocca inespugnabile, avendo le possibilita’di essere rifornito dal mare , rimaneva isolato dalla terraferma e quindi dalla citta’. Castel Capuano al contrario, pur essendo una formidabile fortezza era troppo distante dal mare .
Il luogo scelto per la costruzione del nuovo castello stava fuori le mura della citta’ , in prossimita’ del mare , prospiciente il largo delle corregge ( attuale via medina ) , dove sorgeva una chiesa intitolata ‘Santa Maria del Palazzo’ : Carlo d’Angio’indennizzo’ i frati francescani e concesse loro un’area nella cinta urbana , dove i frati eressero una nuova chiesa che fu chiamata Santa Maria ” la Nova ” per distinguerla dalla precedente dedicata all’Assunta che, assieme al convento sul mare, furono abbattute per far posto al Castel Nuovo. ( Maschio Angioino ).
Santa Maria la Nova sorse inizialmente in stile gotico con il quale rimase per ben tre secoli fino alla sua quasi totale demolizione .Tra le cause che determinarono la demolizione della chiesa angioina vanno ricordati i vari terremoti del 1456 , 1538 ,1561, 1569, e del 1588 , ma in misura maggiore , lo scoppio della polveriera di Castel S.Elmo , colpita da un fulmine nel dicembre del 1587 , che la danneggiò gravemente.
Il 17 agosto del 1596 nella chiesa avvenne dinanzi agli occhi di tutti ,una guarigione miracolosa a favore di un povero storpio dalla nascita, che fu attribuita alla Madonna delle Grazie il cui ritratto si trova in questa chiesa .Questo miracoloso episodio portò a generose offerte da parte di numerosi fedeli ( tra cui numerose famiglie aristocratiche ) per il rifacimento della chiesa che avvenne nel 1596.
La chiesa con la sua bella facciata rinascimentale , preceduta da una scalinata con balaustra marmorea ,mostra un bel portale affiancato da due colonne di granito sormontato da un’edicola in cui è raffigurata la Vergine ( di autore ignoto ).
Nel suo interno possiede numerose opere di rilievo come l’altare maggiore realizzato da Cosimo Fanzago ed il soffitto a cassettoni in legno dorato impreziosito da importanti opere pittoriche .
Chi volesse conoscere i massimi esempi della pittura napoletana sul far del Seicento dovrebbe, entrando in questa grandiosa chiesa non dovrebbe che alzare gli occhi ed ammirare lo splendido soffitto cassettonato, che da solo costituisce una meravigliosa pinacoteca di quasi cinquanta dipinti, nel quale furono impegnati i più importanti artisti napoletani del periodo, che avevano raggiunto la piena maturità ed avevano già dato prova esauriente della loro capacità nelle altre chiese napoletane.
Questo straordinario soffitto costituisce una esaustiva antologia delle correnti pittoriche che dominavano in città ad inizio secolo, dalla maniera dolce e pastosa del Curia alla cosiddetta riforma toscana importata dal Santafede, in tutte le possibili declinazioni.
Si tratta di 64 tavole di diverse dimensioni incassate in una carpenteria dorata di diversi ed importanti autori come Francesco Curia a Girolamo Imparato, Fabrizio Santafede , Belisario Corenzio , Luigi Rodriguez e Malinconico .
Dinanzi all’altare maggiore sul pavimento si trova la lapide sepolcrale di Giovanna d’Aragona, la seconda moglie di Ferrante d’Aragona .
Nell’abside troviamo dipinti quattrocenteschi che furono restaurati da Belisario Corenzio ed un bel coro ligneo del 1603. Nella cappella a destra dell’altare maggiore possiamo ammirare un crocifisso ligneo , opera di Giovanni Merliani da Nola .
Il suo interno e’ arricchito inoltre da una tavola con un San Michele ( Marco Pina da Siena ), un Ecce Homo in legno ( Giovanni di Nola ) ,ed una natività in bassorilievo ( Girolamo Santacroce ) in una cappella.
La cappella di maggiore suggestione è senz’altro quella di San Giacomo della Marca di Annibale Caccavello dove possiamo notare nella volta dei bellissimi affreschi di Massimo Stanzione , ma in una delle prime cappelle sulla destra possiamo ammirare anche dei dipinti di Luca Giordano che affrescano una originale cupola .
Dalla chiesa si accede a due suggestivi chiostri : il più piccolo ospita affreschi legati alla vita di S. Giacomo della Marca attribuiti a Simone Papa e diversi monumenti sepolcrali, tra cui quello ipoteticamente attribuito a Vlad III, alias Conte Dracula.
Il chiostro con la sua bella torre dell’orologio in maiolica , e’ circondato da un porticato con colonne doriche e mostra al centro un pozzo marmoreo .
Dal lato del chiostro piccolo si accede agli ambienti della Sagrestia riccamente decorata e dell’antico Refettorio , abbellito da un affresco del Bramantino : la salita al Calvario.
Il Chiostro Maggiore e’ detto di San Francesco per il presente ciclo di affreschi dedicati al santo ed è caratterizzato da una pianta quadrata con nove arcate per ciascun lato sorrette da colonne ioniche in marmo bianco
All’interno del complesso è presente il Museo A.R.C.A. dal 2006, Museo d’Arte Religiosa Contemporanea.
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