La Chiesa di Santa Maria della Sapienza, che si trova in Via Costantinopoli fu costruita nella prima metà del Seicento ad opera del cardinale Oliviero Carafa.
In realtà questi aveva solo iniziato a ristrutturare un edificio per utilizzarlo come ricovero per gli studenti poveri a cui venivano insegnate le scienze e la dottrina cristiana che fu appunto denominato “La Sapienza“.
La morte del religioso, però, fermò i lavori di costruzione di questa casa, e la struttura fu ceduta a due fratelli che decisero di costruirvi un monastero di clausura per Clarisse chiamato S. Maria della Sapienza.
Il luogo divenne un monastero frequentato da suore che provenivano da famiglie ricche e nobili, le cui generose donazioni venivano utilizzate per acquistare terreni e abitazioni vicine con lo scopo di espandere la struttura.
I lavori per la costruzione della chiesa vennero affidati all’architetto Giovan Giacomo di Conforto, mentre l’intera facciata fu progettata da Cosimo Fanzago e abbellite da Dionisio Lazzari tramite decorazioni con marmi bianchi.
La chiesa venne poi dotata di un campanile e di una cupola opera di Giacomo Lazzari , il cui lanternino fu affrescata da Belisario Corenzio.
Il suo interno è a navata unica con cappelle laterali.
Il pavimento in marmo bianco è opera di Dionisio Lazzari così come le decorazioni dell’interno fatte con marmi policromi.
Gli affreschi nella volta e nell’abside sono di Cesare Fracanzano.
Nella chiesa vi si trova anche la Cappella della Scala Santa, utilizzata in passato solo per le penitenze dei religiosi. Il nome deriva dalla scala che Gesù, sanguinante dopo la flagellazione, percorse per arrivare fino a Pilato
In origine, alla chiesa era annesso un monastero di notevole estensione con preziosi affreschi, dipinti su tela, fregi e annessi chiostri. Il monastero purtroppo fu poi demolito alla fine dell’Ottocento per costruire il vicino Policlinico universitario.
Nel 1886, l’allora sindaco di Napoli, Luigi Miraglia, in piena follia decise di abbattere il monastero per costruire un Policlinico Universitario. Nonostante la ribellione dell’ambiente intellettuale del tempo, purtroppo il progetto fu attuato e di tutto il complesso rimane solo la chiesa (e pensare che gli hanno anche dedicato la piazzetta antecedente l’ingresso del Policlinico).
Costruire un Policlinico e delle cliniche universitarie in un luogo dove a stento riesci talvolta a circolare e’ una vera follia. Ma il nostro sindaco non si fece intimidire da nessuno e impettito continuò la sua iniziativa a dispetto di tutto e tutti.
Nessuno, ma proprio nessun sindaco di qualsiasi altra parte del mondo avrebbe mai distrutto un patrimonio artistico della propria città per far posto ad un Policlinico.
Egli liberò un’ampia area del centro storico distruggendo ben 2 monasteri, entrambi ricchi di opere d’ arte, pregevoli affreschi e dipinti.
L’abbattimento di queste strutture, provocò la sdegnata opposizione di Benedetto Croce, il quale si scagliò con fermezza contro la distruzione del grande patrimonio costituito dalle strutture monastiche e in particolare nel 1903 si appellò al sindaco Luigi Miraglia dalle pagine della rivista ” Napoli Nobilissima ”
Ma nonostante tutto, i conventi furono abbattuti insieme a 2 palazzi nobiliari ( palazzo d’Aponte e palazzo De Curtis ) per costruire al loro posto parte del policlinico.
La realizzazione delle cliniche universitarie, diede luogo ad un grande sventramento che deturpò l’impianto millenario della città graco- romana e comportò la demolizione di tutto il monastero della Sapienza e di quello attiguo della Croce di Lucca, entrambi ricchi di opere d’ arte.
Rimase soltanto la Chiesa di Lucca ( mutilata dell’abside ) salvata grazie al prodigarsi di Benedetto Croce.
La chiesa della Sapienza doveva essere abbattuta ma alla fine Croce fece il miracolo e fu decisa la conservazione .
Amareggiati poi scopriamo che l’intera area di questo Policlinico è destinata tra qualche anno ad essere abbattuta per essere sostituita (speriamo) da un grande parco archeologico, dal momento che al di sotto di essa sono conservati resti dell’antica Neapolis in particolare dell’acropoli (aggiungi il danno alla beffa).
Questa università infatti oggi non è più quella di Napoli ( negli anni 70 del 1900 fu costruito un secondo policlinico in quella che oggi è la zona ospedaliera ) ma quella della città di Caserta (dove si deve trasferire) anche se inspiegabilmente si continuano a spendere soldi pubblici per ristrutturare alcuni edifici e reparti.
La chiesa della Sapienza è oggi purtroppo chiusa e versa in un cattivo stato di manutenzione a causa di infiltrazioni d’acqua, furti e atti vandalici.