“Villa Signorini” si trova al confine tra i comuni di Portici e di Ercolano lungo la Via Roma, già Via Cecere, che anticamente collegave la strada regia ,  il famoso Miglio d’Oro,, con  il mare. Esso è circondato su tre lati da un ampio giardino, che è tra i pochi delle ville vesuviane ad essere giunto fino a noi intatto, sia nell’estensione che nella sua morfologia. Il giardino è formalmente diviso in tre parti: una centrale, propriamente decorativa e sfondo ideale del manufatto, e due laterali, che erano le antiche pertinenze agricole della villa,.

La villa , originariamente di proprietà di  tale Don Andres Alfano , fu fino al 1809 di proprietà  , con il suo rustico ad essa annessa,, di Giovanbattista Cirelli .per poi passare successivamente    a Luigi Gaetani dell’Aquila d’Aragona che, morto nel 1856, lasciò la proprietà ai figli.  Da questi il cespite passò a Carlo Brancia , Principe d’Apricerna.

Alla morte di questi , i suoi beni passarono alla moglie ed ai suoi figli. Nel 1911 Ia vedova del principe d’ Apricerna che nel 1903 era entrata nel pieno possesso del bene, vendette villa e terreno circostante a Paolo Signorini, che trasformando  l’edificio in propria abitazione fu colui che nei suoi lavori di ristrutturazione maggiormente determinò  le  modifiche che noi oggi vediamo,

N.B. Paolo Signorini, fu  proprietario della Cirio , il titolare cioè di quella che diventerà  poi all’epoca , la più importante industria agro alimentare dei mezzogiorno.

Paolo Signorini morì all’inizio degli anni sessanta lasciando ai suoi eredi l’edificio. Questo venne abitato fino al 1980. , quando a causa di un terremoto avvenuto il 23 novembre dello stesso anno ,  l’intero immobile con i vasti giardini circostanti , abbandonati per un decennio venne poi  venduto a privati .

Il terremoto non determinò, fortunatamente, grossi danni statici all’edificio, perlomeno non tanti quanti ne determinò l’abbandono durato, un decennio. durante il quale imponenti infiltrazioni d’acqua provenienti dal tetto danneggiarono,  pesantemente la decorazione dei soffitti del piano nobile.

A fine ‘900 la proprietà  sotto la gestione della nuova società acquirente venne restaurata sotto l’attento controllo e la stretta vigilanza della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici, e di quella per i Beni Artistici e Storici e dell’Ente per le Ville Vesuviane.

Il risultato è quello che tutti noi oggi possiamo ammirare , cioè  un autentico gioiello di architettura settecentesca posto  nel magico scenario tra la mirabile Reggia di Portici, l’arcana Villa dei Papiri ed il mare,

 

 

 

 

 

Essa è una delle poche ville vesuviane del XVIII secolo a conservare pressoché invariate le volumetrie originali, senza alcuna superfetazione ottocentesca.e rappresenta oggi una delle più preziose ed esclusive ville vesuviane in cui è possibile respirare la storia che lo stesso edificio ha vissuto nei secoli.

La villa realizzata nella metà del Settecento e stilisticamente attribuibile all’ architetto Domenico Antonio Vaccaro, (  molto attivo in zona in quell’epoca ) ha miracolosamente conservato le sue prerogative ambientali. Alle sue spalle il suo giardino confina con il bosco di Portici, mentre sul davanti lo sguardo , superando l’area vincolata che ricopre la “Villa dei Papiri”,  può spaziare fino all’orizzonte sugli scavi di Ercolano,.

A  valle lo sguardo abbraccia  l’intero golfo di Napoli, da Punta Campanella a Capo Posillipo , mentre a  monte il panorama è sovrastato dal Vesuvio e dalla reggia.

CURIOSITA’ : Le indagini storiche sull’edificio sono state rese complesse dal fatto che, a causa dell’esenzione fiscale che si estendeva da Napoli fino ai centri prossimi a Portici, non vi era catasto (questo privilegio venne abolito nel 1877 dallo stato unitario).

Il corpo di fabbrica  sulla strada è raccordato al lungo muro di cinta dove due portali minori danno l’accesso al giardino . Qui belle aiuole contornate da vasi in terracotta , copie ed originali prodotti nel settecento dell’antica fabbrica del Granatello , ed essenze di agrumi e fiori fanno da cornice alla composizione architettonica .

Curiosita’ : L’area del  Granatello , il luogo più suggestivo di Portici, è così chiamata per la presenza un tempo di una grande piantagione di melograno  che si estendeva tra Villa Menna ed il convento di San Pasquale,

L’edificio a pianta quadrata , mostra  una facciata che si apre al piano terra  con un portale  bugnato di piperno e finestre contornate con stucchi barocchi. che si raccordano ai balconi del piano nobile con fregi  e cartugli di gusto rococò . 

Al piano nobile si apre una loggia centrale e due angolari, originariamente aperte su due terrazzi quadrati. Il balcone centrale , sormontato dal timpano spezzato sosteneva un tempo lo stemma .

Dal portale si accede all’androne che presenta sul lato l’accesso alla elegante scala ad unico rampante che conduce al piano nobile . Gli ambienti a questo piano sono tutti ornati con ricchi motivi decorativi settecenteschi  e affreschi originali di grande pregio che lasciano trasparire il raffinato gusto dei proprietari che nel tempo hanno abitato la prestigiosa residenza.

Dal piano nobile si accede dlla terrazza  al giardino , grazie a  due scale simmetriche realizzate agli inzi del 900 ,che segnano fortemente la facciata posteriore .  Sì tratta di elementi di gusto floreale che bene si ambientano con il ridente gusto rococò imperante .

Il giardino, confinante con il parco della Reggia, presenta eleganti aiuole all’italiana, numerosi agrumeti, e all’incrocio dei viali , posta in asse con l’ingresso , una bella fontana in piperno con la statua di Leda , copia dell’originale ercolanense conservata al Museo Archeologico Nazionale .

CURIOSITA’:  La statua di Lede  presente al Museo Archeologico Nazionale di Napoli  rappresenta la  mitica regina di Sparta, alla quale Zeus si unì in forma di cigno, portando così alla nascita dei Dioscuri, di Clitemnestra e di Elena. L’opera, può essere inquadrata fra le produzioni del I-II secolo d.C., ispirata a modelli greci più antichi, collocabili verso il 330-300 a.C.

Lungo il muro di confine , sono presenti due padiglioni ad arco con decorazioni esotiche coperti da piccole cupole maiolicate , creati con l’apposito compito di momenti di sosta per le passeggiate nel parco .

Oggi la villa dopo secoli di gelosa chiusura al pubblico dell’edificio , ospita eventi, manifestazioni culturali  e di spettacolo ma anche feste ricevimenti  e cerimonie .

La villa è infatti oggo anche un elegante albergo di lusso Relais a 4 stelle con 18 camere ( 13 classic e 5 Suites ) con un raffinato ristorante “ Le Nuvole “ dove vengono serviti piatti della cucina tradizionale partenopea utilizzando prodotti tipici locali.

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