Pittore paesaggista e vedutista, Gigante Giacinto nacque a Napoli nel 1806.

Allievo del padre, Gaetano, fece la sua prima formazione artistica presso lo studio di Hiibler, un pittore paesaggista specializzato nelle visioni topografiche di vecchia matrice accademica, dove potè gettare le basi della sua pittura paesaggistica.

In seguito incomincia a frequentare lo studio di Pitloo divenendone in poco tempo uno tra i principali esponenti.

I primi anni, Giacinto non esercita la sua attività artistica a tempo pieno perché lavora al Real Ufficio Topografico e i suoi primi esordi sono a livello locale e di modesti risultati. Pensa quindi di spostarsi a Roma per alcuni mesi ed allestirvi qualche mostra personale che riscuote subito un gran successo. Dopo questa esperienza, che lo porta ad un certo livello di celebrità, Giacinto si dedica anche all’incisione collaborando con altri artisti alla realizzazione di una serie illustrazioni litografiche e ad un serie di acqueforti di vedute napoletane.

Alla sola eta’ di 25 anni Giacinto era un pittore già conosciuto e molto apprezzato.

Alla morte di Pitloo, sopraggiunta nel 1837, raccolse l’eredità del maestro, trasferendosi nella stessa casa che Pitloo aveva occupato per molti anni e che era il punto di incontro di molti artisti ( casa-studio di Chiaia).

Divenne con la morte di Pitloo protagonista indiscusso della “Scuola di Posillipo” ottenendo durante questo periodo successo e celebrità travolgenti: la nobiltà italiana e straniera se lo contendendeva tanto da essere chiamato a corte da Francesco II per l’insegnamento della pittura alla figlie e, addirittura, ricercato dall’Imperatrice di Russia.

Gli anni che seguono vedono Giacinto recarsi più volte a Roma e nel 1869, a Parigi.

Morirà il 29 settembre del 1876. Un grandissimo numero di sue opere sono custodite nel Museo di San Martino di Napoli, nel Museo Correale e nella Collezione Astarita di Sorrento e, nella collezione Talamo di Cava dei Tirreni.

 

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