La seicentesca chiesa di San Nicola alla Carità, che si trova in Via Toledo appartenuta ai Padri Pii Operai è un bellissimo edificio di culto affrescato dai maggiori artisti napoletani del settecento, quali Solimena , De Mura e De Matteis..
Un giorno accadde che un povero mendicante, assistito dai padri Pii Operai ,per tanto tempo, morì e donò incredibilmente ai Padri un sacco contenente stracci, dove all’interno era nascosta la somma di seimila ducati, donata per permettere ai Padri di realizzare altre opere di misericordia. Fu cosi che fu acquistato un edificio a Via Toledo, e che con la donazione di altri seimila ducati fatti da parte di un altro loro infermo assistito, un certo Giovan Battista Burgo, come ringraziamento per essere stato da loro assistito si diede luogo alla costruzione della chiesa . Le clausole testamentarie del donatore stabilivano che la cifra doveva essere destinata alla costruzione di una chiesa in onore di San Nicola (In questa chiesa è ancora oggi custodita dal 2 luglio 1682, la falangina di un indice di San Nicola) . iniziarono così i lavori per la costruzione della nuova chiesa nel 1547. I lavori furono interrotti nel 1656 per la peste, e furono conclusi nel 1682 con l’intervento di Cosimo Fanzago. La chiesa fu infine poi consacrata nel 1716 dal cardinale Antonio Pignatelli.
L’ordine dei padri Pii Operai era una congregazione fondata aNapoli da Carlo Carafa dei Duchi d’Andria che alla sua morte sepolto nella chiesa di San Giorgio Maggiore , i suoi resti furono successivamente dapprima traslati nell’ipogeo di questa chiesa e poi definitivamente posti nella prima cappella della navata destra.La sua congregazione si sviluppò molto a Napoli e a Roma e rischiò addirittura di estinguersi quanto tutti i frati Pii Operai nell’assistere gli appestati contrassero la malattia sopravvivendone solo quattro. Ma la congregazione smise completamente di essere solo dopo la soppressione napoleonica prima e garibaldina dopo , in seguito alle quali perse tutte le fonti di sostentamento e dovette chiudere tutte la varie case e opere. Subì nel 1843 una restaurazione operata dall’architetto Guglielmo Turi e nel 1943 la Santa Sede unì ai Pii Operai la Congregazione dei Catechisti Rurali (Missionari Ardorini), fondata da don Gaetano Mauro. Dopo l’espulsione durante il decennio francesce i Padri Pii Operai si trasferirono in San Severo alla Sanità, e la chiese venne occupata dal Corpo del Genio
La facciata iniziata nel 1723 con disegno di Francesco Solimena fu completata dopo la sua morte nel 1776.I due Angeli in marmo della facciata sono di Paolo Persico, mentre il busto in bronzo di San Nicola fu realizzato da Bartolomeo Granucci. L’interno, a croce latina, è a tre navate con cappelle laterali. La navata centrale è decorata con un ciclo di affreschi opera di Francesco Solimena, raffiguranti Storie di San Nicola, Apostoli e Virtù.
Paolo De Matteis , discepolo prediletto di Luca Giordano ed antagonista del Solimena affrescò la volta ed i quadri laterali dell’Abside nonchè la grande tela della morte di San Nicola nell’abside e l’affresco di San Nicola che libera un energumeno sulla porta d’ingresso allontanando i i demoni dall’albero .
Francesco de Mura invece , allievo prediletto del Solimena ha dipinto la Guarigione degli infermi da parte di San Nicola sulla cupola, la Visitazione nel transetto sinistro, la Natività nel transetto destro, il Paradiso sulla cupola, i Dottori della Chiesa tra i finestroni, San Liborio, San Raffaele e San Michele.
Sono numerose lo opere del Solimena , il quale oltre agli affreschi sulla volta che rappresentano Storie della vita di San Nicola nella navata centrale, e nelle laterali Apostoli e Virtù ha manifestato la sua arte anche ai lati del finestrone dove sui lunettoni ai lati dell’ingresso possiamo ammirare la Predicazione di San Giovanni Battista e Predicazione di San Paolo a Reggio. Sul transetto dell’altare destro troviamo San Francesco d’Assisi, San Francesco di Sales e Sant’Antonio da Padova, e sull’altare sinistro la Madonna col Bambino e i Santi Pietro e Paolo.
La chiesa è conosciuta spesso come “quella del presepe” poichè al suo interno è presente un bellissimo presepe che si distingue per la maestosità e per le 6 scene che riproducono la vita di Cristo (quattro) e scene di vita napoletana del ‘700 (due con pastori semoventi).
I tessuti che indossano i pastori: velluto, seta, lino, damasco, arricchiti da cordoncini, galloni etc, i finimenti che specificano il mestiere, sono tutti del ‘700.
E’ stato costruito circa cinquanta anni or sono dall’artigiano presepista Giuseppe Russo con pastori del suo bisnonno.
Per molti napoletani e turisti é diventata una tradizione la visita di questo presepe ogni anno in occasione del Santo Natale.
Nei suoi tre secoli di storia , la chiesa ha avuto bisogno più volte di numerosi restauri , specialmente agli stucchi ed agli affreschi e finalmente oggi la si può ammirare nel suo antico splendore
Nella chiesa è sepolto il pittore Bernardo Cavallino ed Antonio Torres che, operando nell’ordine dei Pii Operai, si impegnò nel soccorso ai malati colpiti dall’epidemia di peste del 1656.
Infine da segnalare la presenza della tomba di Carlo Carafa del 1633, fondatore dell’Ordine dei Padri Pii Operai.