Il cognome scelto come artista era quello della madre ma il suo vero nome era Carlo Infantino.
Secondogenito con sette fratelli, mostrò sin da piccolo grandi attitudini nel campo della pittura e per tal motivo il padre lo fece conoscere a Loise Croys, uno stimato pittore fiammingo, attivo a Napoli, che lo assunse come apprendista nella propria bottega.
In poco tempo divenne il pittore più apprezzato dall’aristocrazia partenopea grazie alle sue particolari doti pittoriche mostrate nel campo della ritrattistica .
Carlo Sellitto fu il primo seguace della pittura caravaggista e le sue opere si trovano disseminate in diverse chiese della città e al Museo di Capodimonte.
In ambiente napoletano la sua più importante commissione lo impegnerà dal 1608 al 1612 in Sant’Anna dei Lombardi nella cappella Cortone, nell’esecuzione di un ciclo su San Pietro.
In seguito egli esegue, tra il 1610 ed il 1613, il San Carlo per la chiesa di Sant’Antoniello a Caponapoli e la splendida Santa Cecilia all’organo per la chiesa della Solitaria, entrambe oggi a Capodimonte, l’Adorazione dei pastori per la chiesa degli Incurabili e la Visione di Santa Candida per Sant’Angelo al Nilo, percorsa da un brivido di luce calda e avvolgente.
Tra le sue opere piu’ famose a Napoli ricordiamo :
L’ Adorazione dei Pastori nella Chiesa di Santa Maria del Popolo agli Incurabili.
San Carlo Borromeo , Santa Cecilia e Santa Maria Maddalena al Museo di Capodimonte.
La Visione di Santa Candida alla Chiesa di Sant’Angelo a Nilo.
Sant’Antonio da Padova nella Chiesa dell’Incoronata a Capodimonte.
Il ciclo di S. Pietro nella cappella Cortone in S. Anna dei Lombardi a Napoli.
La madonna della Vallicella nel complessi dei Girolamini.
Carlo Sellitto, seguendo l’esempio del Merisi , dipinse attingendo non più al repertorio classico, ma al repertorio della strada, dell’ abitudine del vissuto, non risparmiando gli aspetti crudi e persino volgari dell’esistenza.
Carlo Sellitto morì giovanissimo a soli 33 anni non potendo dipingere l’ultima un’opera commissionatagli nel 1613 dai governatori del Pio Monte della Misericordia (“San Pietro liberato dal carcere”), che fu affidata l’anno successivo al Battistello .