Prima però di narrarvi della chiesa sono costretto a farvi un piccolo ricordo di storia:
Papa Pio V, allarmato dalla crescente potenza turca, che con la sua flotta la faceva da padrona indisturbata nel Mediterraneo, promosse il 25 maggio 1571 una lega con Venezia e la Spagna, cui parteciparono anche Firenze, Urbino, Genova, Lucca, Mantova ed i Cavalieri dell’Ordine di Malta. Il 7 ottobre, all’imboccatura del golfo di Lepanto, l’armata cristiana si scontrò con quella turca. Il comando della flotta era stato affidato a Don Giovanni d’Austria, figlio di Carlo V. La battaglia fu aspra e cruenta, ma alla fine gli infedeli furono annientati. Nacquero così in tutto il mondo cristiano chiese e cappelle dedicate a Santa Maria della Vittoria, perché la vittoria era stata ottenuta grazie all’intercessione della Madonna
N.B. Fu poi il successore di Papa Pio V, Gregorio XIII a trasformare la ricorrenza nella festa della Madonna del Rosario, la cui memoria liturgica è la prima domenica di ottobre.
Da questa storia nacque nel 1572 ,in memoria della vittoria conseguita dal comandante Giovanni d’Austria a Lepanto, anche la nostra piccola chiesa con l’annesso piccolo convento dei Carmelitani.
La chiesa subì però poi notevoli rimaneggiamenti nel ‘600 : venne infatti prima ristrutturatanel 1628 da parte di Giovanna d’Austria, che poi donò anche la stuttura ai frati teatini e poi nel 1464,riordinata e restaurata in bellezza e magnificenza, da Margherita d’Austria Branciforte, figlia di Giovanna, nonché nipote dello stesso Giovanni d’Austria, che decise dopo i danni subiti dal terremoto, di consolidarla, promuovendo nuove modifiche, che conferirono alla struttura la bizzarra forma di una cupola adagiata su quattro colonne di marmo scuro, così come voluto sul disegno del padre teatino Grimaldi. Essa in questa circostanza venne restaurata dall’architetto Ignazio Attanasio.
CURIOSITA’: Il Savarese confuta a sua dire queste notizie, avendo trovato un documento sul quale vi sarebbe padre Pietro Caracciolo scritto come l’architetto disegnatore del progetto di restauro.
N.B.come riportato in una lapide in controfacciata a questo punto l’interno raggiunse l’attuale aspetto, mentre per l’esterno bisogna aspettare il 1824, quando il convento venne soppresso e trasformato in abitazioni e la chiesa privata della facciata.
La chiesa venne poi soppressa il 2 settembre del 1816 e venduta ai fratelli Nantes, a cui fece però seguito il recupero per grazia del concordato che ne affidarono l’immobile al Genio per Caserma delle Guardie di Sua Maestà.
L’aspetto attuale della chiesa , difficilmente riconoscibile perchè privo di facciata essendo stata inglobata in un normale palazzo, si deve comunque ai rifacimenti messi in opera nel 1824: il complesso venne allora infatti trasformato in abitazioni private, mentre la chiesa fu privata della facciata ed inglobata nella nuova struttura. Fu così che la chiesina venne inglobata all’interno dei palazzi.
Nel suo interno,che si presenta a pianta centrale con sovrastante cupola e tre corte navate, superato un piccolo atrio, si accede alla navata, dove in fondo troneggia al di sopra dell’altare maggiore in marmi intarsiati , in una nicchia , il gruppo scultoreo ligneo della Madonna del Rosario. Sopra l’altare maggiore , sulla parete absidale si apre una lunetta con un affresco di autore ignoto del XVII secolo che ritrae la Vergine che appare a Don Giovanni d’Austria nella battaglia di Lepanto. Essa tiene con la sinistra la palma della vittoria e il Bambino sostiene un piccolo globo, simbolo del dominio del cristianesimo su tutta la terra. In basso ci sono Papa Pio V e Don Giovanni d’Austria in preghiera. L’opera è stata commissionata dalla figlia Giovanna nel 1628 ed è attribuibile a Belisario Corenzio.
Da notare, appoggiate ai pilastri della crociera, quattro colonne rossicce in marmo con capitelli corinzi. Si fanno notare gli altari delle due uniche cappelle laterali, in particolare quello di sinistra : sopra all’altare di destra è la tela dell’Annunciazione, di Massimo Stanzione, ma bella è anche la tela del transetto di sinistra ,marmo policromi che riporta l’Incoronazione della Vergine, di Angelo Mozzillo. Molto in alto in controfacciata è la cantoria con l’organo e sotto si può vedere uno stemma nobiliare e la citata lapide con l’epigrafe dei lavori del 1646.
Il corpo di fabbrica della chiesa nella sua versione attuale mostra il fronte settentrionale a faccia dell’antichissimo giardino della famiglia dei Calabritto, oggi in parte occupata dall’omonimo palazzo, mentre il convento, inclinato d’asse finirà per ospitare, a partire dal 1775 in poi, il quartiere militare borbonico, presidio per il vicino Palazzo Reale ed ha mantenuto più o meno la stessa destinazione d’uso divenendo in parte l’edificio della caserma dei Carabinieri Vittoria, con ingresso indipendente su via Domenico Morelli.
Ora prima di concludere l’articolo dovete sapere che in città è presente una seconda chiesa napoletana sorta in memoria di quest’evento; l’altra è la chiesa dei Predicatori, Sant’Anna di Palazzo , un vero scrigno di arte, fede e bellezza che si trova nei famosi Quartieri Spagnoli.
La chiesa Rosario di Palazzo , vero e proprio capolavoro e centro di grande devozione per la gente dei quartieri spagnoli, nacque infatti nel 1572, sulla scia del fervore per la vittoria della Battaglia di Lepanto che si voleva essere stata favorita proprio dall’intervento della Madonna del Rosario.
N.B. Michele Lauro offri una cospicua donazione ai Domenicani affinché costruissero la Chiesa, che nei secoli ebbe vari rifacimenti, quello più importante fu di Giovan Battista Nauclerio, che la allargò e rese barocca, riempiendola di stucchi.
L’interno è a navata unica, con sei cappelle per lato. Il soffitto è moderno e sostituisce gli affreschi settecenteschi persi durante la guerra grazie ad alcune bombe cadute da queste parti. . Ovunque è un tripudio di marmi colorati, dai quali sbucano ai quattro angoli della navata i busti di santi papi Domenicani, e la mano di Domenico Antonio Vaccaro è più che evidente.
Ci sono lavori di Fabrizio Santafede, Giovan Bernardo Azzolino, Antonio Sarnelli, Giuseppe Bonito, ma in assoluto ciò che attira l’attenzione è la statua di Francesco Verzella, datata 1810, della Sant’Anna con la Madonna Bambina, proveniente dalla vecchia chiesa.
CURIOSITA’. La chiesa ha una storia ricca e significativa che la mette in relazione con un’altra chiesa che le sorgeva vicino, che oggi non esiste più. La chiesa che infatti in realtà originariamente era intitolato alla Madonna del Rosario, era una che sorgeva a pochi metri . Quest’ultima era stata comunque nel tempo abbandonata a se stessa, e preda dell’incuria rischiava di crollare. Così nel 1816 ne fu decretata la demolizione, per essere poi revocata pochi anni dopo, quando fu affidata ad una confraternita con l’obbligo di riaprirla, ma la frittata era orami già fatta poche nel primo passaggio il titolo di chiesa di Sant’Anna era orami passato al Rosario e tutti avevano incominciato a chiamarla in questo modo.
Per risolvere la questione e per distinguerle di decise così di chiamare una come Sant’Anna di Palazzo ex Rosario e Sant’Anna Vecchia la chiesa in rovina, che tra l’altro fu buttata giù negli anni Cinquanta del Novecento, perché le bombe della guerra l’avevano devastata.
