L’Anfiteatro Flavio è uno dei due anfiteatri romani esistenti a Pozzuoli e risale alla seconda metà del I secolo d.C..
Fu realizzato in sostituzione del più antico e minore anfiteatro d’età Augustea, e a ben vedere ricorda particolarmente il Colosseo sia per la sua impostazione architettonica che per la scelta dei materiali in quanto fu realizzato ad opera dei medesimi architetti.
E’ per dimensioni il terzo anfiteatro in Italia dopo il Colosseo e l’anfiteatro di Capua .
Fu iniziato sotto Nerone e completato da Vespasiano (69-79 d.C.) .
L’anfiteatro , che poteva contenere circa 20.000 spettatori era finalizzato ad ospitare eventi per la popolazione puteolana attraverso la messa in scena di spettacoli e combattimenti ricchi di scenografie, così come è testimoniato dalla grande fossa centrale e dal complesso sistema di sollevamento delle gabbie con le belve.
Nessuno degli anfiteatri dell’antichità si è conservato così integralmente come quello puteolano, difatti sia l’arena che i sotterranei si presentano in perfette condizioni conferendo a questa imponente costruzione un carattere profondamente suggestivo.
La struttura si articolava su tre ordini architettonici : i primi due a sostegno della cavea mentre il terzo ( ultimo ) , ornato di statue , si presentava con un elegante loggiato .
L’accesso alla struttura era consentito attraverso quattro grandi ingressi principali e l’intero perimetro era percorribile attraverso tre ambulacri concentrici attraverso i quali si accedeva alla cavea divisa in tre settori a seconda del ceto sociale a cui appartenevano gli spettatori .
Ben conservati appaiono i suoi sotterranei dove è stato possibile studiare il complesso sistema di sollevamento delle gabbie con le belve ; a circa 7 metri di profondità, dove erano riposte le gabbie delle fiere , sono tuttora visibili parti degli ingranaggi per sollevare le gabbie che portavano sull’arena belve feroci e probabilmente altri elementi di scenografia degli spettacoli e le attrezzature necessarie allo svolgimento dei giochi .
Una grande fossa lungo l’asse maggiore consentiva spostando il tavolato che la ricopriva , di sollevare al centro dell’arena le grandi macchine scenografiche .
Come il Colosseo e come altri anfiteatri di epoca romana , anche quello puteolano fece da sfondo alle persecuzioni cristiane . Nel 305 d.c. vi furono condotti i martiri Procolo e Gennaro , divenuti poi patrono delle citta’ di Pozzuoli e di Napoli , la cui esecuzione fu in realtà’ eseguita presso la solfatara .
A ricordo della loro permanenza nell’anfiteatro, la cella dove furono rinchiusi prima dell’escuzione della condanna ad bestias, divenne una cappella dedicata al culto dei santi lì imprigionati, soprattutto a quello di San Gennaro, al quale è stata intitolata; ciò è testimoniato da due lapidi poste al suo ingresso. Fu decorata con un altare maiolicato e una statua in ceramica raffigurante i santi Gennaro e Procolo che si abbracciano.
Sotto la persecuzione di Diocleziano, furono esposti nell’arena ben sette martiri cristiani: i beneventani Gennaro, Festo e Desiderio, il misenate Sosso, e i puteolani Procolo, Eutiche e Acuzio.
Secondo scritti dell’epoca , nell’aprile 305 d.C. i martiri: Gennaro, Festo, Desiderio e Sossio vennero condannati ad essere sbranati nell’Anfiteatro. Il giorno dopo, tuttavia, per l’assenza del governatore stesso oppure, secondo altri, perché si era accorto che il popolo dimostrava simpatia verso i condannati e quindi per evitare disordini, il supplizio fu sospeso.
Secondo la tradizione invece, il supplizio fu mutato per l’avvenimento di un miracolo, infatti, le fiere si inginocchiarono al cospetto dei quattro condannati, dopo una benedizione fatta da Gennaro. Furono poi decapitati nei pressi della Solfatara insieme ai puteolani Procolo, Eutiche e Aucuzio.
Nei sotterranei era situato anche un complesso sistema di canalizzazione delle acque con una fogna centrale , mentre l’illuminazione e l’areazione erano garantite da una serie di lucernari posti sulle volte
In epoca medievale l’edificio divenne una cava di pietra subendo considerevoli spoliazioni ; a cio’ si aggiunse l’edificazione di masserie e abitazioni che col tempo ricoprirono i resti dell’antico monumento .
Oggetto di scavi nell’ottocento, solo nel 1947 l’anfiteatro fu definitivamente liberato dalla terra che lo ricopriva .

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