Salvatore Gambardella è unanimemente considerato uno dei padri della canzone napoletana e precursore del gruppo di musicisti e poeti autodidatti.
Egli era un autodidatta dotato di grande orecchio musicale ma ovviamente privo di qualsiasi preparazione musicale .
Pur non avendo avuto una formazione musicale regolare, tanto che la maggior parte delle sue canzoni dovettero essere trascritte da altri compositori, gareggiò ugualmente, e con successo, con i maggiori esponenti della canzone partenopea del suo tempo.
Figlio di un umile guardaporte, SALVATORE GAMBARDELLA nacque nel popolare quartiere di Montecalvario il 17 novembre del 1873.
Era un classico scugnizzo di strada che non volle completare il corso dei regolari studi , e per questo fu mandato dai suoi a lavorare facendogli fare il garzone di una ferramenta per contribuire al modesto bilancio familiare .
Il suo principale , di nome Vincenzo De Chiara era un grande appassionato di musica e autore di numerosi canzoni , motivo per cui Gambardella nella bottega, oltre ad imparare ” il mestiere ” imparò anche a suonare il mandolino, che già da piccolo strimpellava, dimostrando uno straordinario intuito musicale.
Di Chiara, che era allora considerato un’autorità nel mondo della canzone napoletana, intui’ immediatamente le capacita’ del giovane garzone e assecondò il suo amore per la musica introducendolo negli ambienti teatrali della città e facendolo partecipare come comparsa agli spettacoli del teatro S. Carlo.
Un giorno mentre Gambardella era intento nel suo lavoro, in quella bottega di piazza Mercato entrò il poeta Gennaro Ottaviano che cercava il principale per mostrargli alcuni versi da mettere in musica; in assenza di De Chiara, Gambardella chiese di poter leggere il testo della canzone e subito vi adattò una bellissima melodia .
Nacque così ‘’O marenariello’, una celebre canzone napoletana che ebbe subito un gran successo.
L ’editore musicale Bideri acquistò per poche lire la canzone e, intuendo le capacità del giovane, che era pressoché analfabeta, gli mise accanto un musicista ( Achille Longhi , maestro di musica presso il Conservatorio San Pietro a Majella ) con l’incarico di trascrivere ed insegnare al giovane musicista a trascrivere sul pentagramma le melodie da lui elaborate e fino ad allora eseguite solo ad orecchio .
Le straordinarie doti di Gambardella non sfuggirono neanche ai grandi poeti napoletani del tempo che gli affidarono i testi delle loro canzoni. Nacquero così, con Ferdinando Russo ‘Raggio di sole’, e ‘Serenatella nera’ – con Eduardo di Capua ‘Nun me guardate chiù’ e ‘Quanno tramonta ‘o sole’ – con Salvatore Di Giacomo ‘’E trezze ‘e Carulina’ e ‘Campagnola’ e con Libero Bovio ‘Si chiagnere me siente’ .
Dalla sua collaborazione con l’inseparabile amico Aniello Califano nacquero, ‘Madama Chichierchia’ e Serenata a Surriento’, ma il loro maggiore successo fu l’allegra ed immortale ‘Ninì Tirabusciò’, che fu eseguita per la prima volta da Gennaro Pasquariello al Politeama, e poi ripresa da numerosissime interpreti, ispirando anche il film di Marcello Fondato ‘Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa’ con Monica Vitti.
Anche il sodalizio di Gambardella con Giuseppe Capaldo diede luogo a a canzoni meravigliose come ‘L’arte d’’o sole’, ma soprattutto con il notissimo brano ‘Comme facette mammeta’.
Si narra che un giorno, alla Casa Editrice Ricordi, l’insigne Maestro Giacomo Puccini quasi non credette che “Furturella” fosse stata musicata da un non studioso di musica.
Egli a quel punto guardando le sue composizioni resto’ parecchio impressionato dalle canzoni del Gambardella, al punto da regalargli un pianoforte per incoraggiarlo a dedicarsi allo studio dello strumento.
La “Ricordi” lo porto’ allo studio della musica ma paradossalmente, però, lo conoscenza della musica in senso accademico fece perdere spontaneità alle sue canzoni e da allora egli riesci’ a pubblicare a malapena pochissimi altri brani di successo, tra cui ‘ tramonta ‘o sole ‘
. Il musicista muore in povertà a soli quarant’anni, nel 1913.
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