Pochi lo sanno ma quello che oggi viene universalmente ed unanimamente considerato uno dei più grandi fotografi italiani di tutti i tempi è nato nel 1934, nel Rione Sanità, quartiere popolare ricco di storia e tradizioni, di contrasti, di povertà, ma anche di cultura popolare, sacralità e bellezza nascosta.

In un’infanzia segnata dalla povertà e dal dolore per la perdita precoce del padre, Jodice cresce un’infanzia difficile  tra i vicoli, i riti popolari ed  il sacro e il profano che caratterizzano questo rione  Un contesto duro ma fertile, da cui germoglia lentamente  una sensibilità profonda che ha poi plasmato la sua visione artistica.

A soli dieci anni, iniziò a lavorare per sostenere la famiglia, senza però mai mollare  la sua passione per l’arte  frequentando  scuole serali e, di nascosto, i corsi serali dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove ha nel tempo affinato la sua sensibilità artistica.

Da autodidatta la  sua vera musa è stata fin dalla sua giovane età proprio quel cuore popolare e simbolico del suo quartiere natio che attraverso il suo obiettivo, fotografico diventa metafora dell’animo umano: ferita, splendida, eterna.

In tutta la sua carriera, Mimmo Jodice non ha infatti poi mai abbandonato davvero Napoli. Anche quando le sue opere venivano esposte nei grandi musei internazionali, il suo occhio restava rivolto alla città. I vicoli antichi, le statue immobili, i templi abbandonati, i silenziosi volti del popolo napoletano diventano con le sue  immagini in bianco e nero senza tempo  i protagonisti di una narrazione visiva potente e poetica.

Jodice ha sempre creduto che l’arte possa cambiare le cose, e per questo è rimasto legato al suo quartiere, sostenendo progetti culturali e sociali nel Rione Sanità. La sua partecipazione alla rinascita del territorio è la dimostrazione concreta di un artista che non ha mai smesso di essere cittadino.

Ha collaborato con realtà come la Fondazione San Gennaro, dimostrando che bellezza e cultura non devono essere privilegio di pochi, ma strumenti di riscatto per tutti. Un pensiero semplice e rivoluzionario, profondamente partenopeo.

Ma con  discrezione e senza mai abbandonare la sua identità napoletana, ha raccontato una Napoli colta, profonda, spirituale. Ha restituito dignità ai luoghi dimenticati e voce alle anime silenziose trasformandosi in un  ambasciatore di Napoli nel mondo

Le fotografie di Mimmo Jodice sono infatti oggi esposte nei maggiori musei del pianeta: dal MoMA di New York alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi, fino al MART di Rovereto. Eppure, il suo sguardo è rimasto fedele alla città che lo ha formato.

Egli  si è avvicinato alla fotografia negli anni ’50, dopo aver coltivato interessi per il disegno e la pittura. Negli anni ’60 inizia a esporre le sue opere, collaborando con artisti come Andy Warhol, Joseph Beuys, Michelangelo Pistoletto e Jannis Kounellis. Questa rete di collaborazioni arricchisce la sua visione artistica e lo spinge a sperimentare con tecniche fotografiche innovative. Nel 1970, presenta la sua prima mostra personale, nazionale  “Nudi dentro cartelle ermetiche”, alla Galleria Il Diaframma di Milano, con un testo di Cesare Zavattini.

Nel corso della sua carriera,  ha realizzato numerose mostre personali in musei di tutto il mondo, tra cui il Philadelphia Museum of Art, la Maison Européenne de la Photographie, il Museo d’Arte Contemporanea di Torino, la Moscow House of Photography, il Museo di Capodimonte e il Museu de Arte de São Paulo.

Nel 2001, la Galleria d’Arte Moderna di Torino gli dedica una retrospettiva completa, “Mimmo Jodice 1965/2000”. Nel 2003, riceve il Premio Feltrinelli per la fotografia dall’Accademia Nazionale dei Lincei. Nel 2006, l’Università Federico II di Napoli gli conferisce la Laurea Honoris Causa in Architettura.

N.B. Mimmo Jodice è stato  il primo fotografo a ricevere il Premio “Antonio Feltrinelli” dell’Accademia Nazionale dei Lincei nel 2003, diventando il primo fotografo a ricevere tale onorificenza.

Nel 2022, Jodice dona al Museo e Real Bosco di Capodimonte una vasta collezione di 76 fotografie vintage in bianco e nero, provenienti dalle serie “La città invisibile” ed “Eden”, insieme alla sua camera oscura e all’archivio documentale. Questa donazione arricchisce il patrimonio del museo e sancisce il legame indissolubile tra l’artista e la sua città natale.

Nel 2008, Jodice realizza per la Fondazione Zegna la serie fotografica “Oasi”, che ritrae i paesaggi e gli interni del Lanificio Zegna a Trivero. Le immagini, esposte in bianco e nero, trasformano l’ambiente industriale in visioni poetiche e sospese nel tempo. La mostra è stata presentata in anteprima a Casa Zegna e successivamente alla Fondazione Zegna.

Le sue Serie Fotografiche più significative a mio personale sono:

• “Vedute di Napoli” (1980): Una serie che esplora la città partenopea attraverso una lente poetica e metafisica, lontana dalla documentazione tradizionale.
• “La città invisibile” (1990): Un progetto che indaga le trasformazioni urbane e la memoria storica di Napoli, presentato in una mostra a Castel Sant’Elmo.
• “Eden” (1995): Una riflessione sulla natura e sull’ambiente, realizzata con la curatela di Germano Celant.
• “Transiti” (2008): Una serie di polittici fotografici che combinano immagini di opere d’arte classica con ritratti contemporanei, creando un dialogo tra passato e presente.

La sua fotografia si distingue per l’uso del bianco e nero, scelto non solo per ragioni tecniche ma come cifra stilistica, egli  ha infatti sempre stampato personalmente le sue fotografie, rifiutando la manipolazione digitale per mantenere intatta la sua identità espressiva .

Oltre alla sua attività artistica, Jodice ha avuto un ruolo importante nell’insegnamento della fotografia. Dal 1970 al 1994 ha insegnato fotografia  all’Accademia di Belle Arti di Napoli, formando generazioni di fotografi e contribuendo alla crescita e al riconoscimento della fotografia italiana anche a livello internazionale , consolidando in questa maniera la sua posizione nel panorama culturale italiano.

Mimmo Jodice è stato anche protagonista di un’importante retrospettiva al Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli (MADRE) nel 2016, che ha celebrato la sua lunga e significativa carriera .

Nel tempo, Mimmo Jodice ha fotografato monumenti, volti e luoghi di tutto il mondo, ma Napoli resta la sua musa prediletta. Nella sua visione, la città diventa un palcoscenico universale, dove convivono vita e morte, sacro e profano, luce e ombra. Le sue fotografie non documentano: raccontano. Con inquadrature sospese, tempi dilatati e contrasti profondi, Jodice dà voce all’invisibile, fa emergere il silenzio delle statue, il respiro delle pietre, lo spirito dei vicoli.

Mimmo è niente altro che  l’occhio di Napoli che ha incantato il mondo.

Nonostante il successo internazionale e la sua affermata fama di maestro della fotografia contemporanea, Jodice ha comunque scelto di rimanere a Napoli, contribuendo attivamente alla vita culturale della città. Ha collaborato con la Fondazione San Gennaro per sostenere i giovani del Rione Sanità, dimostrando un forte impegno verso il suo quartiere d’origine,ma soprattutto di essere un figlio devoto della sua città.La sua arte non è solo un mezzo espressivo, ma anche uno strumento di riscatto sociale e culturale.Le sue immagini hanno attraversato il mondo, ma il suo sguardo non ha mai lasciato davvero i vicoli, i silenzi e le memorie della sua Napoli.

In ogni sua fotografia si respira Napoli. Non quella da cartolina, né quella stereotipata, ma quella viva, autentica, ferita e bellissima.

Le sue opere immortalano la Napoli della memoria, quella che resiste al tempo, che sopravvive alle mode, che si rigenera nella sua stessa decadenza. La città, con le sue stratificazioni storiche e sociali, è il teatro ideale per l’arte di Jodice: un’arte che riflette sul tempo, sulla spiritualità, sulla condizione umana.

Per Jodice, la fotografia non è solo estetica. È uno strumento di resistenza culturale, un modo per riscattare luoghi e persone, per raccontare le verità taciute. Anche per questo, pur avendo ottenuto riconoscimenti internazionali, ha scelto di restare a vivere a Napoli. È rimasto nel suo mondo, nel suo quartiere, partecipando attivamente alla rinascita culturale del Rione Sanità.

Attraverso collaborazioni con realtà come la Fondazione San Gennaro, Jodice ha sostenuto progetti per i giovani, convinto che la cultura sia la chiave del cambiamento. Ha trasformato la sua arte in un atto di amore civile verso Napoli, confermando che la bellezza può (e deve) essere strumento di crescita sociale.

Oggi, Mimmo Jodice continua a vivere e lavorare a Napoli, mantenendo un legame profondo con il Rione Sanità. La sua vita e la sua arte rimangono un omaggio vibrante alla città che lo ha visto crescere e che continua a ispirarlo.

Oggi quest’uomo è un simbolo della Napoli colta, quella che riflette, che si interroga, che crea. È l’erede di una tradizione antica fatta di arte, visione e sentimento. In lui rivivono lo spirito di Caravaggio, la poesia di Totò, il rigore di Vico, la luce di Bellini.

Egli ha  saputo coniugare la fotografia con la filosofia, la cronaca con il mito, restituendo all’osservatore non solo immagini, ma emozioni e pensieri e come un narratore silenzioso ma incisivo ha saputo raccontare Napoli nel mondo .Grazie a lui, Napoli ha trovato un altro modo per raccontarsi: senza parole, ma con la potenza eterna di uno sguardo.

Jodice è un artista che ha saputo ascoltare la voce segreta della sua città e trasformarla in arte. Egli è molto di  più di un fotografo: è una delle voci più intense e silenziose della cultura napoletana contemporanea. È un moderno cantastorie che non usa le parole, ma la luce e l’ombra. Un interprete visivo che ha saputo cogliere l’anima della città più complessa e affascinante del Mediterraneo. In lui si intrecciano arte, filosofia e memoria. Il suo lavoro è parte integrante del patrimonio culturale di Napoli.

Mimmo Jodice è un simbolo vivente di quella Napoli che crea, che pensa, che resiste. Un uomo che ha saputo trasformare la sua città in poesia visiva, elevandola a linguaggio universale.

 

 

 

 

 

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