Discutere della liquefazione del sangue che si trova all’interno delle ampolle conservate nel Duomo di Napoli. non è cosa facile . Troppe sono infatti le variabili del fenomeni del genere, e troppi sono le diverse componenti che ruotano intorno a questo fenomeno che la stessa Chiesa ufficiale non considera un vero e proprio miracolo ma un semplice «prodigio» .
Decidere di affrontare un argomento come la trasmutazione del sangue di San Gennaro , significa avventurarsi in diverse tematiche e fattori come quello religioso, sociale, mistico, antropologico, storico, psicologico, fisico, chimico, alchemico , biochimico , genetico , esoterico e tanti altri ancora che, immancabilmente, si incrociano con mille altri già battuti.
San Gennaro con il fenomeno della liquefazione del suo sangue può infatti condurci molto lontano seguendo le colte digressioni di Elèmire Zolla e di Michele Straniero.il quale tramite una pubblicazione di inizio secolo ci scriveva di una ‘”ipotesi psicofisica”. Egli con la sua ipotesi sosteneva che grazie all’intervento della potenza della preghiere dei presenti, veniva potenziata una sorta di ‘simpatismo’ da sempre presente tra il teschi di Gennaro) e il sangue, Una sorta di energia residua assopita nelle reliquie ma sempre presente tra due particelle che possono comunque comunicare fra loro anche a distanza come se fossero collegate da un filo, e capace di essere attivata da una forza vitale esterna come per esempio quella di una intera massa di persone in preghiera.
Un misteriosissimo fenomeno paranormale durante i quali possano manifestarsi effetti fisici collegati a un determinato oggetto che la parapsicologia utilizza per definire quei fenomeni altrimenti detti di “psicocinesi ricorrente sul quale hanno argomentato nel tempo brillanti personaggi come Hans Bender, la psicoanalista Djohar Si Ahmed , lo stesso Freud interessato a fenomeni come la telepatia, e il rivoluzionarie Jung con le sue teorie sulla “sincronicità” -peraltro già anticipate anche se in maniera embtionaria dalle idee di Leibniz, Schopenhauer, Nietzschee Sheldrake.
Prima qindi di ridurre il tutto ad un sol piano della spiegazione scientifica, o chimica, che ha la pretesa di trovare sempre la verità , dobbiamo anche tenere in debito conto che una delle più importanti rivelazioni della fisica modernall sostiene che “le particelle materiali isolate sono astrazioni, poiché le loro proprietà sono definibili ed osservabili solo mediante la loro interazione con altri sistemi”.
Questa importante rivelazione venuta alla nostra conoscenza grazie al fisico danese Niels Bohrn ” ben si sposano con quelle teorie del premio Nobel Werner Heisenberg , considerato uno dei padri della meccanica quantistica e dunque del celebre “principio di indeterminazione”. che banalizzato e schematizzato, sostiene che due particelle possono comunicare fra loro anche a distanza come se fossero collegate da un filo,
Ovviamente olttre al mondo ultramoderno dela fisica quantistica che nelle anlisi delle particelle potrebbe comunicarci nuov spiegazioni al fenomeno , qualcosa a tal proposito ci viene suggerito anche da quella antichissimo sapienza orientale che con la sua millenaria saggezza del lontano Tibet ci ricorda : “Il mondo esterno e il mondo interiore sono due facce di uno stesso tessuto in cui i fili di tutte le forze, di tutti gli avvenimenti, di tutte le forme di coscienza e dei loro oggetti sono intrecciati in una inestricabile rete di relazioni infinite e reciprocamente condizionate”
Come vedete è quindi estremamente difficile parlare o scrivere del “miracolo “della liquefazione del sangue di San Gennaro , se non immediatamente rifugiarsi in quela superficiale , banale spiegazione che riflette solo un’immagine caricaturale legata alla nostra città .
” Ciò che sfugge, alla nostra mente , ciò che chiede di essere interrogato è sempre una sollecitazione a pensare, .. esso rappresenta una sfida per lla nostra intelligenza”
Lasciando dunque la polemica sui detrattori dello sciogliamnete ai cultori del genere e alle trasmissioni televisive specializzate nello sbeffeffiare la nsotra città , torniamo a quello che dopo tutto resta un mistero.
Nella cappella dedicata a San Gennaro sono custodite due ampolle ermeticamente chiuse che, secondo la tradizione, contengono il sangue del Santo. Esso si presenta raggrumato, ma, in determinate ricorrenze, tende a liquefarsi. Nello specifico si aspetta questa liquefazione il sabato precedente la prima domenica di maggio; il 19 settembre (giorno di S. Gennaro) e il 16 dicembre.
N.B. Ci sono stati anche alcuni casi in cui il sangue di San Gennaro non si è sciolto, nonostante le preghiere e le lunghe attese, per esempio durante le visite di Giovanni Paolo II nel 1990 (9-13 novembre) e di Benedetto XVI il 21 ottobre 2007.
Ora cerchiamo di analizzare il fenomeno in maniera quanto più razionale e scientifica pssibile.
Partiamo dunque col dire che le fonti riguardanti l’esistenza del Santo risalgono tutte ad almeno due secoli dopo la sua presunta nascita, pertanto è difficile sostenere con assoluta certezza la reale esistenza del martire.
Convenzionalmente, si ritiene che San Gennaro sia nato verso l’anno 272. Le diverse fonti non indicano il suo luogo di nascita, che la tradizione vuole sia Benevento, essendo stato vescovo di quel luogo. Le fonti riportano che fu decapitato a Pozzuoli nel 386. Il suo corpo venne dapprima portato nelle catacombe di Napoli, quindi a Benevento, poi a Montevergine, infine nuovamente a Napoli nel 1497.
La prima notizia invece documentata dell’ampolla contenente la presunta reliquia del sangue di San Gennaro risale al 17 agosto 1389, come riportato nel Chronicon Siculum, dove si narra che vi fu una grandissima processione per assistere al miracolo, in quanto il liquido conservato nell’ampolla si era liquefatto «come se fosse sgorgato quel giorno stesso dal corpo del Santo».
Quale spiegazione il mondo scientifico ha provato a dare al fenomeno ?
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Pavia nel 1991 annunciò a tutto il mondo in pompa magna di aver riprodotto in laboratorio il “miracolo di San Gennaro”, ovvero la liquefazione del sangue che si trova all’interno delle ampolle conservate nel Duomo di Napoli. La notizia, naturalmente, conquistò le prime pagine dei giornali e persino la prestigiosa rivista inglese Nature che ovviamente non mancò di pubblica re i risultati della ricerca.
In sintesi, secondo gli studiosi all’interno delle ampolle ci sarebbe una gelatina che, come altre gelatine, ha la capacità di sciogliesi se sottoposta a vibrazione e di tornare allo stato “solido” quando termina il movimento, un fenomeno conosciuto come “tissotropia”. Tutta l’operazione, spiegarono i ricercatori, è stata fatta in laboratorio con materiali e tecniche già noti agli alchimisti medievali.
I tre ricercatori avevano preparato una sostanza tissotropica dall’aspetto simile a quello della reliquia, utilizzando materiali e tecniche disponibili nel XIV secolo. Alla base c’èra una soluzione in acqua di cloruro ferrico, ritrovabile in natura sui vulcani attivi e che era disponibile sul Vesuvio. A questa aggiunsero una certa quantità di carbonato di calcio, presente, per esempio, nella polvere di marmo o nei gusci d’uovo macinati e che veniva usato spesso dagli alchimisti medievali. Si andò cosìformando una soluzione colloidale bruno scura di idrossido di ferro che doveva poi essere purificata in una sorta di sacchetto di pergamena (o vescica o budello animale) lasciato immerso in acqua per qualche giorno.
Si aggiunge, infine, un pizzico di comune sale e si ottienne una sostanza tissotropica che, lasciata a riposo per alcune ore, assumeva la consistenza di una gelatina molto densa, e con un aspetto simile a sangue vecchio, che tornava perfettamente liquida se il contenitore in cui si trovava riceve piccoli urti o scosse.
Ora dovete sapere che durante ogni cerimonia che avviene nella cappella di San Gennaro , la reliquia viene rovesciata più volte per controllarne lo stato e questo può fornire l’energia necessaria a innescare la liquefazione.
Secondo questa ipotesi non vi è necessariamente frode conscia da parte di chi esegue il rito. Che alcune volte la liquefazione non sia avvenuta può dipendere dal fatto che la reliquia viene maneggiata con delicatezza e non subisce sollecitazioni meccaniche di energia sufficiente.
Il risultato ottenuto secondo i ricercatori dimostrava che era possibile riprodurre il comportamento del “sangue di S. Gennaro” e sopratutto che una sostanza con tale comportamento poteva essere stata già creata nel Medioevo.
N.B.: Tutti gli ingredienti usati per produrre il composto erano materiali certamente a disposizione di un alchimista napoletano dell’epoca: il carbonato di calcio era inatti ottenibile da pietre calcaree come il marmo, da gusci di uova e da conchiglie; il carbonato di potassio era invce ottenibile dalla cenere di legna, mentre il cloruro ferrico all’epoca in cui è stata datata la reliquia, era un minerale chiamato molisite, che in natura si trova presso i vulcani attivi”. E Napoli, guarda caso, è vicino al Vesuvio.
L ’esperimento insomma aveva riprodotto in laboratorio il «miracolo» grazie a sostanze che erano conosciute anche in secoli passati.e l’dea era praticamente quella di spiegare il miracolo di San Gennaro con formule chimiche ed alchimie varie da sempre presenti in cittò, , una cosa peraltro s cui si era gia cimentato lo scienziato napoletano Albini,che suelle pagine della nota rivista Chemistry in Britain nel 1980 , scriveva aver riprodotto con successo il fluido contenuto nell’ampolla con due diverse misture, una di cacao in polvere e zucchero e una di caseina e sale in siero di latte. Si tratta,va effettivamente, di “dense sospensioni di solidi in liquidi più pesanti, concepite per separarsi formando una crosta superficiale”, che “poteva essere abbastanza solida da funzionare come una sorta di tappo per la parte liquida sottostante, impedendole di fluire liberamente nel recipiente e facendola così sembrare solida. Scuotendo il composto, i due componenti venendo mescolati, simulavano il cambiamento di stato”. Entrambe le sostanze, tuttavia, poichè non somigliavano affatto al liquido contenuto nell’ampolla, vennero da tutti scartate ( inoltre, nel 1389, anno in cui per la prima volta si ha notizia della reliquia, il cacao in polvere non era conosciuto a Napoli).
Oltre all’analisi della sostanza contenuta nelle ampolle, le indagini scientifiche si sono anche sostanzialmente quasi tutte conentrate sulla riproduzione delle procedure con cui queste ampolle vengono manipolate durante la cerimonia.,, ma questo ovviamentela porterebbe a presuporre malafede da parte di chi manipola la reliquia… e trattandosi della chiesa abbiamo difficolta a credere in un imbroglio.
Lo studio dei tre ricercatori di Pavia pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature nel 1990, è stato comunque ultimamente più volte messo a dura prova. .
La gelatina secondo il team di ricerca inevitabilmente si scioglei secondo i loro studi quando la stessa è mossa e al contario si solidifica quando è ferma.
E allora come ci spieghiamo il fenomeno di tutte le volte che il sangue non si è sciolto sebbenele ampolle fossero state ampiamente fosse stata agitate anche per un’intera settimana ?
Perche davanti a papa Ratzinger il sangue non si è sciolto ? Eppure secondo quanto ci riferisce l’abate Vincenzo De Gregorio, che da 12 anni maneggia le ampolle durante le cerimonie, egli, le ampolle le ha mosse a sufficienaza ma il sangue non si è sciolto .Eppure era il papa. . Stessa cosa accadde anche nel novembre del 1990 durante le visite di Giovanni Paolo II nonostante le preghiere e le lunghe attese,
E come giustificare scientificamente qunto accaduto il 30 aprile 2022 quando, all’apertura della cassaforte che custodisce l’ampolla, il sangue era già sciolto ?
Oppure spiegare a tutto il il fatto che l’ampolle anche se agitata portasse allo scioglimento di una sola parte del sangue?
Insomma questo sangue di San Gennaro a volte si liquefa subito all’uscita dalla cassaforte o addirittura dentro. e per capriccio non si liquefa dinanzi alla imponente figura del papa. Possibile che se tutto questo fosse solo una pozione da laboratorio , gli alchimisti del Medioevo, siano stati capaci di far meglio dei moderni scienziati di oggi ?
Insomma, il mistero si infittisce ….
Si tratta di un miracolo, di un fenomeno inspiegabile o di un trucco chimico?
Quella sostanza contenuto nell’ampolla è davvero del sangue ?
Questa è certamente la prima domanda che si è posta, lecitamente, la comunità scientifica, ma purtroppo almeno fino ad oggi la chiesa cattolica per non rovinare la reliquia., ha sempre negato ai ricercatori la possibilità di aprire le ampole e dunque un’analisi diretta della sostanza in essa contenuta.
Per questo motivo la fisica ha quindi dovuto escogitare un metodo indiretto per analizzare il contenuto delle ampolle . Per la prima analisi effettuata nel 1902 ,venne usato uno spettroscopio a prisma ed una candela ed il risultato finaler ivelò che il fluido contenuto nell’ampolla presentava le bande di assorbimento della luce tipiche dell’emoglobina, sostanza effettivamente contenuta nel sangue.
Allo stesso risultato è pervenuto un esperimento molto più recente, condotto nel 1989 , avvenuto stranamente, con lo stesso spettroscopio utilizzato ottant’anni prima usando però questa volta delle lampade elettriche.
Queste analisi da allora , sono portate come prova scientifica della presenza di sangue nell’ampolla da parte della comnita cattolica . Tuttavia questi risultati non sono mai stati inviati a una rivista scientifica e non sono, quindi, stati sottoposti al vaglio di una commissione di esperti; essi si trovano solo in un opuscolo stampato dalla Curia. Inoltre, sembra un po’ bizzarro che anche nella seconda misura sia stato utilizzato uno spettroscopio a prisma ormai antiquato, piuttosto che uno spettroscopio elettronico moderno, sicuramente più preciso. Gli spettri, inoltre, non mostrano alcuna calibrazione delle lunghezze d’onda, sono di qualità scadente, con contrasti di colore anomali e una distribuzione spettrale distorta.
Insomma, il fatto chei i dettagli dell’esperimento non siano mai stati pubblicati su riviste scientifiche rende il tutto fondato su basi molto deboli. Quella sostanza contenuta nell’ampolla puo insomma grazie alla luce che da essa proviene, risultare compatibile con la presenza di emoglobina, (sostanza effettivamente contenuta nel sangue), ma questo , visto l’incompleto numero di elementi a disposizione scientifica, non significa che poi si tratti con certezza di sangue.
Anche se quindi attualmente non c’è alcuna certezza cda un punto di vista scientifico he la sostanza custodita dentro le due ampolle al centro della celebrazione sia effettivamente il sangue di San Gennaro ,viste le forti resistenze da parte della comunità napoletana ad abbandonare il culto del santo e delle sue reliquie, si è deciso in attesa che ci sia una reale verifica condotta sulle reliqie di continure a mantenere la tradizione.
Vale la vale la pena ricordare a questo proposito che che la Chiesa ufficiale non considera la trasmutazione del sangue di San Gennaro un vero e proprio miracolo ma un semplice «prodigio»che la scienza non ha provato ancora come spiegare.
Generalmente infatti per la chiesa cattolica i miracoli sono eventi caratterizzati dall’unicità o imprevedibilità, mentre prodigio della liquefazione del sangue di S. Gennaro, invece, si verifica tuttora e con una certa regolarità, passando ogni volta dallo stato coagulato a quello liquido. Per essere precisi, in questi casi bisognerebbe parlare di fluidificazione in quanto il sangue passa da uno stato di consistenza gelatinosa a uno stato fluido, facilmente evidenziabile capovolgendo le ampolle.
CURIOSITA’ : La reliquia del sangue di San Gennaro che si trova nel Duomo di Napoli , consiste in una teca contenente due ampolle, una riempita della misteriosa sostanza e l’altra semivuota perché Carlo III di Borbone ne sottrasse il contenuto per portarlo in Spagna.
Insomma tra lo scaramantico e il religioso., nonostante la Chiesa ufficiale consideri «inspiegabile» il fenomeno , esso si ripete continuamente da pià di sei secoli tre volte l’anno nella cornice della cattedrale di Santa Maria Assunta.
Un rito che molti cittadini partenopei seguono con il fiato sospeso, dal momento che, secondo la tradizione, al suo esito è legata la buona sorte della città nei mesi a venire . Si ritiene infatti che il mancato scioglimento del sangue di San Gennaro sia di cattivo auspicio.
N.B. Nel 2020, che coincise con lo scoppio della pandemia di Covid 19, il sangue nell’ampolla non si sciolse. La mancata liquefazione avvenne anche nel 1939 e nel 1940, all’inizio della Seconda guerra mondiale, e nel 1973, periodo della diffusione del colera a Napoli, e nel settembre del 1980, quando un violento terremoto colpì l’Irpinia.
Durante il rito, l’arcivescovo della diocesi preleva due ampolle, conservate in una teca dietro l’altare della cappella del Tesoro del santo patrone della cittò , e le espone pubblicamente, attendendo che il fluido contenuto al loro interno, normalmente solido, diventi completamente liquido.
CURIOSITA’: Il rito è celebrato il sabato che precede la prima domenica di maggio, data della traslazione del corpo del santo, il 19 settembre, giorno del suo martirio, e il 16 dicembre, anniversario dell’eruzione del Vesuvio del 1631. quando si dice che san Gennaro fermò l’arrivo della lava alle porte della città.
A proposito della folla di fedeli che segue il rito va segnalata anche un’altra ipotesi avanzata dallo stesso gruppo di ricercatori di Pavia che in a mancanza di dati e documentazione, e soprattutto nell’impossibilità di esaminare il campione hanno elaborato . Secondo questa ipotesi , la sostanza presente nelle ampolle ha un basso punto di fusione, ovvero solida quando conservata in un posto fresco (nella nicchia dove abitualmente si trova) e liquida quando portata vicino all’altare in mezzo alla folla di fedeli e in prossimità di candele accese. Una teoria che come notate richiama quella psicofisica e paranormale dello studioso Michele Straniero di cui gia vi abbiamo parlato ed avanzata molti anni fa.
Come vi avevo inizialmente accennato, come abete notato, è molto difficile parlare della fluidificazione” del sangue di San Gennaro. che ricordiamocelo sempre … egli è il patrono di questa città
San Gennaro è quello che ha visto piu di ognuno di noi quel sangue riversato nelle strade dai vari dominatori che hanno nei secoli cercato di conquistare questa città.
Quanto sangue è stato versato da greci,romani, ducati, normanni, angioini, aragonesi , spagnoli, francesi , borbone e non ultimi i piemontesi per possedere questo luogo?
Non oso neanche immaginare quanto sangue ha dovuto nei secoli vedere versato il nostro San Gennaro ..
Immaginate solo a quanto sangue ha dovuto vedere versato quando Belisario emerso da un pozzo con 400 soldati bizantini ha massacrato poi una intera popolazione .
Pensate solo per un attimo con quanta sofferenza egli ha dovuto assistere alla decapitazione del povero sedicenne Corradini di Svecia sotto lo sguardo di una folla muta e angosciata nella attuale Piazza del Mercato.
Immaginate il suo dolore quando dovette per forza assistere a quel sangue sparso tra i suoi fedeli perchè un popolo costretto alla miseria finì per ribellarsi con incredibile violenza nella famosa rivoluzione guidata da Masaniello o peggio ancora assistere inerme alla fine della Repubblica Partenopea alla triste condanna a morte in Piazza del Mercato di personaggi illustri come l’ammiraglio Caracciolo, il conte Rufo Ettore Carafa, il principe Colonna, il duca di Cassano, Mario e Ferdinando Pignatelli, Domenico Cirillo, i vescovi Natale e Serrao, Gennaro Serra di Cassano, Luigia Sanfelice, il giurista Francesco Conforti, il colonnello Gabriele Manthoné, gli scrittori Vincenzo Russo e Mario Pagano, Ignazio Ciaia, Giuseppe Logoteta.
Probabilmente quel suo sangue rcuperato dalla sua nutrice Eusebia sul luogo dove gli venne decapitato a Pozzuoli insime ai suoi compagni era qualcosa che gia sapeva di doversi un giorno liquefarsi perchè misto di lacrime quando il generale piemontese Cialdini fece su suo ordine completamente distruggere i comuni di Pontelandolfo e Casalduni, saccheggiando e mettendo a ferro e fuoco a tutte le case, Un vero massacro a danno dei locali che avvenne sparando contro vecchi, donne e bambini, sorpresi nel sonno. I paesi divennero un immenso rogo. Uccisioni, stupri, fucilate, grida, urla e saccheggio si susseguirono per un’intera giornata e alla fine i morti che si potevano contare erano a migliaia.
Quanto sangue ha dovuto vedre il povero San Gennaro come patrone deel nostra citta … Siamo sicuri che quel sangue non sia invece solo una sostanza similare alle lacrime ?
Siamo veramente sicuri che parte di quel sangue non siano lacrime versate quando egli tristemente dovette vedere l’eroe dei due mondi affacciarsi al balcone del Palazzo Doria d’Angri in Largo dello Spirito Santo ( ora Piazza 7 settembre a ricordo dell’evento ) sper proclamare l’ unione del regno delle due sicilie a quello dell’ Italia. con al sui fianco da un lato Liborio Romano, Ministro di Polizia e dall’altro lato un certo Salvatore De Crescenzo, capo della camorra dell’epoca, detto “Tore ‘e Criscienzo”, i cui uomini mantennero in quel periodo l’ordine pubblico in cittò.
Egli ha purtroppo dovuto assistere anche a due grandi epidemie di colera ( 1886 e 1837 ) che porteranno 15 mila vittime su 30 mila casi accertati ed un conseguente cosidetto ” Risanamento “, cioè un vasto programmo urbanistico che aveva l’intento di sventrare e finalmente mettere fine al degrado abitativo di certe zone della città ma che alla fine si è solo trasformato in un grosso paravento dietro al quale si nascondono appalti truccati, scandali finanziari. soldi sporchi,speculazioni edlizie e criminalità organizzata .
Quando Eusebia durante il trasporto delle reliquie di s. Gennaro a Napoli, consegnò al vescovo le due ampolline contenenti il sangue del martire., secondo la mia opinione, neanche poteva lontanamente immaginare quanta sofferenz a lui poteva arrecare consegbandogli il triste compito di eterno osservatore di tanti orrori .
Dopo aver assistito emigrare per le Americhe circa novantamila napoletani ,cioè circa un quinto dell’intera città egli ha poi dovuto dopo la seconda guerra mondiale ,vedere la sua città , completante distrutta tra macerie e persone morte. La povertà e la fame venivano ingigantiti dal dolore della morte dei propri cari che avveniva sotto gli assidui bombardamenti che distruggevano case e affetti. Il dolore e la mancanza di tutto ( case ed alimenti ).
La storia successiva alla liberazione vide un triste periodo fatto di mercimonio di prostitute , mercato nero e contrabbando purtroppo fortemente alimentata dalla ingombrante presenza degli “alleati americani ” .
Ma al male segue sempre il peggio e presto la città si ritrova poi con un sindaco di nome Lauro che conosceva una solo filosofia : abbattere e ricostruire , perchè l’edilizia da’ lavoro e poco importava se le colline ( Vomero e Posillipo ) ed il verde venivano saccheggiate da costruttori senza scrupoli . La speculazione edilizia di quegli anni è ancora oggi purtroppo uno dei grandi scempi che deturpano la nostra città nei suoi quartieri e nei suoi paesaggi .
E’ intile aggiungere che il nostro San Gennaro ha dovuto purtroppo anche assistere a tuto quel sangue volutamente versato nella storia nostra città dalla famosa camorra e numerosi politici locali che hanno retto in malo modo negli ultimi decenni le sorti della nostra città.
Dietro l’immagine di questa semplice apparente fluidificazione del sangue del nostro patrone per questo motivo si nasconde qualcosa di molto piu grande . Esso rappresenta lo schermo dove tutto il bene e tutto il male scivolano e si rifletteno, come uno specchio deformante.
Rappresenta quello pazienza che spinge la nostra cittò a rialzarsi dopo ogni caduta.
Rappresenta quella Napoli che cade e si rialza, e comincia da capo, pazientemente. È il suo eterno ritorno, più vichiano che nicciano. Napoli ha sempre preferito l’eterno ritorno all’eterno riposo. Non c’è tempo per fermarsi e non ne vale la pena.
Per questo motivo quel sangue si scioglie poi si solidifica sempre .
In questa città tutto si crea e nulla si distrugge. La città accumula. Accumula il bene e il male, spesso senza distinguerlo. Una specie di eterna dannazione. Bene e male, a scombinare ancor di più in un’anatomia duplice, reale e riflessa. Perché Napoli è bifronte, come Giano e da Giano discende il nome del suo patrono Gennaro. Sotto la pelle di Napoli c’è il sangue che si scioglie e si coagula in un’ampolla e nelle strade, si spande sui bàsoli prima ardenti e poi gelidi, dopo le morti di camorra o di follia che spesso si confondono o comunque si sommano,
Napoli è una città singolare,e a tratti ancora unica che perà da decenni è gia ben oltre le due città contrapposte di Domenico Rea, , Ci troviamo infatti di fronte ad una citta sommata e incastrata che non trova soluzioni. Abbiamo periferie dimenticate e rioni volutamente isolati con le proprie ferite e le proprie bellezze, assediate dalla camorra e da quell’inguaribile patologia delle coscienze e della vita sociale che produce e accumula sporcizia, illegalità, malaffare in ogni angolo, segreto o manifesto, dell’animo e delle strade.
Il sangue ha bagnato spesso Napoli quanto il suo mare e rappresenta quella croce che ogni napoletano deve portare e che solo un santo, martire importato, può trasformare in prodigio, in un miracolo….
C’è una Napoli infatti che si nasconde e c’è una Napoli che vorrebbe mostrarsi e non ce la fa. ma nonostante tutto, resta pura, perché lo sporco l’ha lanciato fuori, dalla sua vita , l’ha buttato per strada, nella casa di tutti e di nessuno. E’ una Napoli che cammina, oggi, nel terzo millennio come in una tela ardente di Caravaggio che però lascia esaltare nella sua bellezza sopratutto quei dettagli improvvisamente braccati dalla luce.
Il sangue che genera tenebra e morsi di dolore. nonostante tutto non riesce a bagnare questa gente di Napoli,..
Questo è quel qualcosa di più grande di cui è capace forse il sangue di San Gennaro….
Quel legame fortissimo tra il sangue del martire e quel sangue frutto del sacrificio dei suoi martiri, noti e meno conosciuti, che per Napoli hanno versato il proprio sangue.
La storia di Napoli, benché gloriosa, sembra essere, infattti più che sanguigna, dissanguata da lotte di liberazione fatte per recuperare la sua libertà . È niente altro che quel sangue che scorre sui marciapiedi di Napoli per tutte le vittime innocenti della malavita e delle forme di criminalità organizzata.
E sangue quello che ccorre ancora per questa nostra terra nella passione dei giusti e scorre purtroppo nell’innocenza tradita da chi, violento, ruba loro la speranza. Ha ragione Enzo Avitabile, poeta ispirato dalle intuizioni teologiche del popolo napoletano a cui ha saputo dare immensa dignità musicale quando, ricordando la devozione al nostro santo patrono Gennaro, dice: “È sangue e non è acqua”.
La nostra speranza è che il sangue scorra sempre nelle vene di chi vive in questa città, non per violenza, ma per amore, per giustizia, per la salvezza di quanti grazie ai giusti si nutriranno di futuro.
Se vi affacciate da un’altura qualsiasi tipo (il belvedere di San Martino e la vetta di Castel Sant’Elmo con il primo colpo d’occhio, ammirate la nostra cittò. In quel bellissimo panorama senza rumore, ci accorgiamo che lei è solo un incredibile labirinto di tetti e terrazzi, di strade che si restringono e si allargano, che scompaiono e riemergono danzando attorno alle cento cupole slanciate verso il cielo,
Quanto è bella la nostra citta vista dall’alto.. Il paradiso quando appare vuoto dai diavoli è ancora più bello!
È la cartolina che vorremmo spedirci ogni giorno a casa nostra o in giro per il mondo.
E’una cittò che seduce . Non per niente, fu fondata dove spiaggiò, la sirena Partenope.
Per il principe Myskin, nell’«Idiota» di Dostoevskij, la bellezza salverà il mondo. La sua bellezza immanente, quella che il mondo porta in sé, ma forse anche la bellezza che gli uomini sanno e sapranno creare. La prima? La seconda? Entrambe? Perché, senza fare i sofisti, sono poi la stessa cosa. Così piace pensare che la bellezza salverà Napoli. Quella che sapremo conservare, ma soprattutto quella che sapremo nel futuro creare.
Non aspettiamo sempre che sia il solo San Gennaro a fare miracoli con il suo sangue . Troppo facile aspettare che scorra il sangue di Gennaro, che lasciar scorrere il proprio per restare fedeli all’impegno civile e al rispetto del bene comune annunciando progetti mai portati a termine o ipotizzati e mai realizzati..
La nostra speranza è che il sangue scorra sempre nelle nostre vene non per violenza, ma per amore, per giustizia, per la salvezza di quanti grazie ai giusti si nutriranno di futuro.
Per finire, ritornando a San Gennaro , vi lascio la parole di un altro studioso, Valerio Petrarca, che ci sembra possano portarci su altri sentieri già noti:
“Si vuol dire che la figura di San Gennaro sembra essersi presentata nell’immaginario di molti devoti non solo come scala salvifica ascendente (tra uomo e Dio, tra chi è in terra e chi è in cielo) ma anche come scala ‘discendente’ (tra uomini vivi e uomini morti, tra chi è in terra e chi è sotto-terra). E il miracolo, da questo punto di vista, viene a materializzare, prima e più che un beneficio, la realtà di un’intenzione comunicativa tra la vita e il mistero, tra i corpi agitati dalla vita e ciò che rimane dentro e fuori i resti di quei corpi che si erano amati e ora si piangono.
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