Nel nostro Palazzo Reale  si trova in un famoso salone da ballo, nascosta tra magnifici arazzi , la storia d’amore più antica  e più amata di sempre nel corso della storia. Si tratta di una favola mitologica molto antica e comune a diversi popoli e culture ,  la cui origine pare risalga ad un’arcaica storia siriana, che fu ben rivisitata e raccontata dall’autore latino  Apuleio nella sua opera  Le Metamorfosi, risalente al II d.C

 

Il racconto narra il destino di due innamorati, la cui felicità è vincolata a prove da affrontare e superare e  quella raccontataci da Apuleio è senza dubbio la versione  più conosciuta e tramandatala in ogni tempo .Quella che cioe possiamo sicuramente definire la versione per eccellenza più apprezzata da sempre.

 

 

Il salone in questione è quello da tempo definito ” il Salone d’Ercole ” perchè nel corso dell’Ottocento vennero qui esposte alcune  sculture in gesso, copie di quelle marmoree appartenenti alla collezione Farnese e conservate nel museo archeologico di Napoli, tra cui la Flora Farnese ed appunto il famoso Ercole .

La magnifica ex  sala da ballo seicentesca in principio  era detta “dei viceré” poiché alle sue pareti come potrete vedere sono affissi i ritratti dei viceré e dei capitani generali del Regno. Solo in seguito, con il regno borbonico tale ambiente venne trasformato in una grande sala da ballo  adornata da una  serie di arazzi restaurati di recente, tra cui maggiormente spicca  quello che raffigura appunto la “Storia di Amore e Psiche”,  tratti dall’opera di Apuleio, in cui sono raffigurati l’amore contrastato tra Psiche ed il figlio di Venere, Cupido.

 

N.B. La serie di arazzi che ricopre le pareti del salone d’Ercole , sono tutti stati realizzati dalla manifattura di S. Leucio e sono solo una parte  del  grande patrimonio di arazzi settecenteschi che caratterizza il nostro Palazzo Reale .

Ai lati della sala a colpire la nostra attenzione ci sono console ottocentesche, su cui vengono esposte interessanti suppellettili, tra cui spiccano l’orologio francese con l’Atlante che regge il globo terrestre sulle sue spalle e il grande vaso verde a cratere di porcellana, con la scena di Omero nella bottega dei vasai.

Ma oggi quello di cui vogliamo parlarvi è sopratutto il contenuto di una serie di dieci arazzi di gran formato  realizzati tra il  1783 ed il 1787 da Pietro Duranti su cartoni eseguiti da Fedele Fischetti , destinati inizialmente alla reggia di Caserta ma poi spostati al Palazzo Reale di Napoli, che narrano la tormentata storia di Amore, figlio di Venere, e Psiche, cioè una  bella favola a lieto fine pervenuta a noi da tempi antichi.

CURIOSITA’: Amore e Psiche , uno dei più famosi e celebrati racconti di amore di tutti i tempi che  narra di una  storia d’amore tra  due innamorati, osteggiata da vari divieti e vincoli, è la più nota delle fiabe contenute nell’opera ” Le metamorfosi “di Apuleio note anche come L’asino d’oro , un romanzo che racconta le ridicole avventure di un certo Lucio, che sperimenta con la magia e viene accidentalmente trasformato in un asino; essa  si estende per tre degli undici libri di cui è costituito il romanzo. La favola , come il resto de Le metamorfosi, ha nel libro un significato allegorico  : Cupido,  identificato con il corrispondente greco Eros , signore dell’ amore  e del desiderio , unendosi a Psiche , ossia l’anima ,  le dona l’immortalità. Tuttavia questa, per giungervi,come vederemo  dovrà affrontare quattro durissime prove, tra cui quella di scendere agli inferi per purificarsi.

La favola ha rappresentato nei secoli l’amore e la forza che devi avere per  ottenerlo : per esso e la felicità che ne deriva  devi combattere e talvolta affrontare  e superare dure  prove . Gli ingredienti della favola ci sono tutti: un re e una regina , una figlia bellissima, Psiche, la gelosia di Venere, l’invaghimento di suo figlio Eros, un incantesimo, la disobbedienza alla quale seguirà una dura punizione, la fuga e poi le peripezie necessarie all’agognato ricongiungimento.

Per incominciare dovete sapere che un tempo vi erano in una città un re e una regina. Questi avevano tre bellissime figliole. Le due più grandi, quantunque di aspetto leggiadrissimo, pure era possibile celebrarle degnamente con parole umane; mentre la splendida bellezza della minore non si poteva descrivere, e non esistevano parole per lodarla adeguatamente.

La bellissima ragazza si chiamava Psiche,  che significa “anima”. ed era talmente  bella che ben presto divenne  l’attrazione di tutti i regnanti vicini che  la chiedevano  in sposa  offrendo grandi doni e  sacrifici . Per la sua bellezza finirono addirittura per paragonarla a Venere (o Afrodite ) e addirittura con il tempo chiamarla  con il nome della stessa dea che  ovviamente indispettendosi decise di punirla . 

Afrodite infatti , saputa l’esistenza di Psiche,  e le contine voci sulla sua bellezza pari a Venere, decise di verificare personalmente se quanto si diceva  in giro fosse vero . Quando la vide dovette ammettere con se stessa che la giovane era veramente tanto bella e a tal punto da riuscire  addirittura a destare la sua invidia .

Questo era qualcosa di inconcepibile e a quel punto Venere , gelosa per il nome usurpatole , per punirla , decise di inviare suo figlio amore , meglio conosciuto come Cupido perché la facesse  innamorare dell’uomo più brutto e avaro della Terra in modo da coprirla dalla vergogna e mortificarla .

Ma le cose non andarono come voleva Afrodite perchè  Cupido , abbagliato dalla  sua bellezza sbagliò mira e la freccia d’amore  invece di colpire Psiche , finì per colpire invece il proprio piede facendolo perdutamente  innamorare  della  mortale fanciulla.

Follemente innamorato ,una  notte egli decise quindi di   portarla con se in un suo  magnifico palazzo incantato che aveva fatto sorgere in mezzo ad un bosco dove entrambi trascinati da un incredibile passione vissero il loro amore .Quella notte   si amarono e si innamorarono perdutamente l’un dell’altro .

Cupido però conosceva bene la madre Venere ed era perfettamente  consapevole che questa storia  avrebbe solo scatenato la sua vendetta nei confronti di Psiche . Per non incorrere quindi nelle sue ire , decise allora di proteggere questo sentimento imponendo aalla sua amata di vivere gli incontri al buio per proteggere la sua identità .

I due giovani da quel momento, legati da un amore  che gli travolgeva i sensi, vissero la loro storia protetti dall’oscurità . Si incontravano solo di sera e  bruciavano la loro passione in un amore che nessun mortale aveva mai conosciuto solo di notte.  Cupido  andava a farle visita ogni giorno restando con lei l’intera notte ma andava sempre via  prima che il sole sorgesse.

Psiche era perdutamente innamorata del suo giovane amante di cui però non aveva mai visto il viso  e non sapeva neanche chi fosse; ma poiché egli la riempiva di attenzioni ed era molto premuroso con lei, la fanciulla capiva che lo sposo l’amava molto e di altro non si curava. Una volta per sola curiosità femminile, chiese al suo sposo di poter vedere il suo viso, ma Eros le disse che ciò non era possibile e che se gli voleva bene e desiderava essere una sposa felice, non doveva più rivolgergli simili domande; doveva rinunciare a vederlo e a sapere chi fosse. Le fece giurare di obbedirgli e se per caso non avesse mantenuto la promessa, sarebbe scomparso e non lo avrebbe più rivisto. Le due sorelle di Psiche, invidiose della fortuna capitata alla sorella, le misero in testa che se il giovane non voleva mostrarsi doveva essere sicuramente orribile; Psiche rimase ossessionata da quel dubbio che le sorelle le avevano messo in testa e istigata dalle stesse ,decise di voler vedere il volto del suo amato . Una notte munita di un lampada ad olio,  ansiosa eal contempo  spaventata perchè impaurita dal fatto   che il suo amante potesse temere la luce per la sua natura malvagia e bestiale , mentre lui dormiva, si avvicinò al letto e fece luce con la lampada; con grande stupore vide che, anzi, il suo sposo era bellissimo. Incantata da tale meraviglia, Psiche fece cadere dalla lampada una goccia di olio caldo sul corpo di Eros che subito si svegliò. Il dio vide che la giovane non aveva mantenuto la promessa e adirato e dispiaciuto, fu costretto , per difenderla dalla madre a  lasciarla  sola per sempre.

 

Psiche iniziò a disperarsi per la perdita del suo amore, versò lacrime amare e iniziò un lungo cammino in diverse città  in cerca del suo perduto amore.   Nel suo girovagare cercò di procurarsi la benevolenza degli dei, dedicando le sue cure a qualunque tempio incontrava sul suo cammino. Venne cosi a sapere che Venere era  molto adirata  con lei ed aveva scagliato contro di lei la sua punizione, impedendole di ritrovare Amore. Intenzionata ad ogni costo a fare qualsiasi cosa pur di ritrovare il suo amore , Psiche decise allora  di recarsi  al tempio di Venere e consegnarsi alla dea sperando di placarne l’ira per aver disonorato il nome del figlio. La dea  adirata per il dolore che la giovane aveva dato a suo figlio, la prese con sé come schiava e al solo unico scopo di mortificarla, imponendole i  lavori più umili e faticosi. Stanca e maltrattata senza pietà, Psiche accettava il tutto nella sola speranza   di un aiuto per poter ritrovare il suo amore .

Venere, non contenta ,  in un finto tentativo di aiuto a ritrovare il suo amato Cupido , la invitò infine a sottoporsi  a quattro prove impossibili da superare, ma che lei affrontò con successo grazie all’aiuto di essere divini  : nella prima, doveva suddividere un mucchio di granaglie con diverse dimensioni in tanti mucchietti uguali; disperata, non provò nemmeno ad assolvere il compito che le fu stato assegnato, ma ricevette un aiuto inaspettato da un gruppo di formiche, che provarono pena per l’amata di Cupido. La seconda prova consisteva nel raccogliere la lana d’oro di un gruppo di pecore.  L’ingenua Psiche incominciò quindi ad  avvicinarsi alle pecore, ma fortunatamente una verde canna avvertendola la mise  in guardia: le pecore diventavano  molto aggressive con il sole e lei dovette aspettare la sera per raccogliere la lana rimasta tra i cespugli. La terza prova consisteva nel raccogliere acqua da una sorgente che si trova nel mezzo di una cima tutta liscia e a strapiombo. Qui viene però aiutata dall’aquila di Giove.

Dopo aver superato tutte le tre prove, Psiche era  esausta e sciupata, la sua bellezza non era più la stessa ma ad attenderla c’era l’ultima e più difficile prova che consisteva nel discendere negli inferi e chiedere alla dea Proserpina (o Persefone) un po’ della sua bellezza .Psiche resasi conto dell’impossibilità della missione medita  a questo punto nella favola addirittura il suicidio tentando di gettarsi dalla cima di una torre; improvvisamente però la torre si anima e le indica come assolvere la sua missione. Giunta così nell’Ade , incontra Proserpina che le consegna un vasetto contenente un po’ di bellezza che non avrebbe mai dovuto aprire. La curiosità però spinge la fanciulla  , durante il ritorno ad aprire il vaso contenente il dono di Proserpina, che in realtà altro non era che il sonno più profondo.

Psiche  sprigionò così in un sonno profondo. Era oramai stremata, lacerata nel corpo e nella mente,e sentiva che oramai era giunta alla fine ma questa volta a venire in suo soccorso fu Eros, che amandola ancora  e preso dalla nostalgia aveva iniziato  a cercarla dappertutto, finché non la scorse adagiata a terra, da dove la sollevò e la svegliò pungendola con una delle sue frecce o secondo alcuni  ( Canova ) con un semplice appassionato bacio .

 

A quel punto decise di portarla sull‘Olimpo per chiedere a suo padre Zeus ,  non solo di placare la collera della madre ma anche  il riconoscimento del matrimonio con la sua amata Psiche.

Il padre degli dei, mosso da compassione decise di dare aiuto al figlio e per  fare in modo che gli amanti si riunissero concesse a Psiche la divina immortalità  facendole bere  un bicchiere di ambrosia. Raggiunta l’immortalità Psiche divenne la moglie di Amore, e la dea protettrice delle fanciulle e dell’anima .  Al  grande banchetto nunziale  parteciparono tutti gli dei, alcuni anche in funzioni inusuali: per esempio, Bacco fece da coppiere, le tre Grazie suonarono  e il dio Vulcano si occupò di cucinare il ricco pranzo.

Più tardi nacque una figlia, concepita da Psiche durante una delle tante notti d’amore dei due amanti prima della fuga dal castello. Questa viene chiamata Voluttà, ovvero Piacere.

La fabula di Amore e Psiche   è senza dubbio una delle poche (appartenenti alla tradizione greca classica) ad essere coronata dal più lieto fine. I due protagonisti incarnano l’impulsività tipica dell’eros e la razionalità racchiusa in noi. Secondo il padre della psicoanalisi Sigmund Freud, Amore e Psiche simboleggiano l’unione di queste due forze irruenti e travolgenti presenti all’interno della mente umana. Istinto e ragione. Un dualismo acceso e continuamente messo alla prova ma che, come il finale della favola ci insegna, può portare alla felicità.

 Psiche, una fanciulla così bella da rendere gelosa persino Venere , è curiosa a tal punto da infrangere le regole e alle quali può porre rimedio solo superando delle pesanti prove. La condanna è certamente inevitabile, ma il cammino di purificazione (che prevede quattro prove tra cui anche la discesa agli Inferi) restituisce purezza alla ragazza. La salvezza, l’amore, sono possibili a patto che ci sia un sentimento vero ed originale capace di trionfare e vincere su tutto e tutti.

Cupido rappresenta nella storia  l’amore e il desiderio, Psiche, invece è la personificazione dell’anima umana.  Il frutto del loro matrimonio sarà la figlia Voluttà (il piacere).

La bella favola di Apuleio è un  vero inno all’amore e alla passione e rappresenta ancora oggi , a distanza di tanti anni , un vero esempio per tutti noi di come affrontare le varie fasi di una vera storia d’amore . Sopratutto di come gestire quella fase della vita di una coppia che dalla fase di innamoramento passa a quella dell’Amore, quando cioè due individui  danno origine nel tempo, partendo dall’entusiasmo dello stato nascente di innamoramento, ad una nuova comunità: la coppia che si proietta verso un amore maturo e consapevole. Un amore che lieviterà nelle prove quotidiane e che creerà giorno dopo giorno una profonda coscienza di coppia. Quell’amore consapevole, che seppur tanto dà alla coppia, la conduce anche ad una disciplina interiore non sempre facile da vivere ed interpretare, ma che, come nella favola scritta amabilmente da Apuleio, porta a rinascere ed arricchirsi vivendo assieme, passo dopo passo, anche ogni difficoltà da attraversare sempre tenendosi per mano.

Psiche ed Eros si ritrovano riuniti solo dopo sofferenze e continue prove ed in un momento in cui  entrambe le entità dei due amanti appaiono trasformate e rinnovate, perché questa loro sofferenza non è stata solo cieca e tragica, ma è stato il loro percorso d’amore, un intenso e positivo patimento, nella misura in cui la sofferenza ha avuto a che fare con una nuova iniziazione, ovvero con una sorta di trasformazione profonda della struttura della loro coscienza sentimentale che da singola diviene di coppia .

Amore e Psiche , ci mostrano  la vera strada da seguire oggi in una società portata subito a separarsi di fronte alla minima difficoltà .Essi nonostante le tante difficoltà combattono contro tutto e tutti per difendere il loro amore in una crescita personale e parallela di coppia che come abbiamo visto appartiene ad entrambi i protagonisti.

Il  percorso che affrontano Amore e Psiche può essere inteso come il percorso che ognuno di noi è portato a sostenere nel comprendere meglio la propria natura, il suo ruolo e la trasformazione che comporta nel diventare una coppia con i suoi momenti belli e quelli più difficili , la  passione dei bei  momenti e  le difficoltà che  talvolta sono vere e proprie sfide da superare.

Le prove da superare nella coppia sono a volte difficili e  la vita ci mette quotidianamente di fronte a nuove sfide. Ci sono coppie che decidono di affrontare assieme una situazione difficile ed altre che più facilmente e comodamente invece decidono di non affrontare portando la relazione  al termine senza per nulla combattere.

In entrambi i casi il modo migliore per superare il susseguirsi degli eventi è quello di essere consapevoli di ciò che si desidera. Solo così si matura e si capisce quale sia la scelta che assicuri un futuro più sereno  accordato con le nostre emozioni ed in armonia   con chi ci sta al fianco.

Nel caso di Amore e Psiche  e mi piace sottolinearlo , la relazione continua, perché la crescita personale è parallela ed appartiene ad entrambi i protagonisti. Psiche si impegnerà per riabbracciare l’amante, ma anche Amore svilupperà un forte senso di responsabilità che lo incoraggerà a salvare la ragazza. Ogni protagonista intraprende una via, ma coordinati e simmetrici insieme verso la risoluzione. Così, le strade si intrecciano e si uniscono. Allora, si comincia a camminare nuovamente assieme . La bella favola si traduce quindi nella sola  bellezza di un “noi” condiviso.

La coppia deve creare armonia per essere tale. Eros, come abbiamo visto ,pur amando Psiche ad un certo punto è costretto  ad andare via da lei, fino a che Psiche, soltanto grazie ad una serie di prove superate, è perdonata ed accolta non solo da Eros ma addirittura fra tutti gli dei.

Psiche come abbiamo visto si è impegnato molto per riabbracciare l’amante, ma anche Cupido nel tempo ha sviluppato  un forte senso di responsabilità che lo ha  incoraggiato  a salvare la ragazza. Ogni protagonista quindi  intraprende una via, ma coordinati e simmetrici verso la risoluzione. Così, le strade si intrecciano e si uniscono. Allora, si comincia a camminare nuovamente assieme e tutto  questo perchè  un vero amore continua imperterrito a continuare nel tempo a dispetto di tutto e tutti.

 Questo vuol dire amarsi come Eros e Psiche . Niente altro che  la serenità e l’equilibrio tra identità e fusione, tra crescita e proporzione, impegno e libertà . Pe amarsi veramente  ci deve essere una logica complicità tra chi si Ama: l’Amore non è sola ragione o passione. Il vero Amore è un percorso. Il vero Amore è Eros e Psiche. E per concludere la favola di Apuleio…

La bella storia d’amore  di Amore e Psiche, ispirando pittori e scultori non poteva ovviamente   non rivivere anche nell’arte. Celebre a tal proposito è la scultura ” Amore e Psiche ”  del maestro  Antonio Canova, conservata al Museo Louvre di Parigi

I due innamorati sono rappresentati dallo scultore veneto nel momento che precede il bacio uniti in un abbraccio caldo ed eterno. Il momento è quello del risveglio di Psiche dal sonno infernale . Egli in questa magnifica scultura si prende tuttavia una ” licenza poetica “, decidendo di rappresentare AMORE , intento a risvegliare  la giovane non con la sua freccia , ma con un bacio.

Curiosita’ :Già il nome Psiche (in greco significa “anima”) allude al significato mistico della storia, e riconduce alle prove che la donna dovrà affrontare nel corso della storia, simbolo delle iniziazioni religiose al culto di  Iside.

 

 

 

 

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