Il 15 agosto è il giorno in cui si celebra il Ferragosto , una festa antichissima, che, come molte altre feste divenute in seguito cristiane, ha origini pagane.
Esse conoscevano il ciclo dei pianeti e miracolosi rimedi fito-terapici e pertanto secoli fa, quando non esistevano ospedali o ambulatori medici, era proprio a loro che si rivolgevano le genti locali per essere curate.
Nel suo tempio vi era un appuntamento fisso che avveniva a metà agosto tutti gli anni,che derivava dalle cosiddette “Idus nemorenses”, cioè dei festeggiamenti che nel vicino oriente era dedicati ad un’altra Grande Madre, la siriana Atargatis, conosciuta come dea Siria, considerata protettrice della fertilità e dei lavori dei campi.
Le feriae augustae quindi erano una celebrazione della fertilità e della maternità e, come molte altre feste, erano di derivazione orientale.La grande dea siriana, venne infatti nel tempo identificata con la dea Diana .
Molto probabilmente infatti, l’originaria facciata trecentesca , quella angioina fu distrutta, insieme al campanile, dal terremoto del 1349 ; del rifacimento quattrocentesco rimane oggi solo il portale maggiore, opera di Antonio Baboccio da Piperno con alcuni suoi ornamenti ( i leoni )

L’attuale cappella di Santa Restituta , vecchio luogo di culto di eta’ paleocristiana e’ quindi il luogo piu’antico della cattedrale , mentre la vecchia Basilica Stefania costruita tra il 409 e il 501 per volere del vescovo Stefano (dedicata al Salvatore ) oggi non esiste più’.
All’inizio gli artisti coinvolti erano soprattutto di origine francese, ma ben presto le lavorazioni furono affidate a rappresentanti dell’arte locale o italiana. Finalmente nel 1314 la Cattedrale fu solennemente dedicata all’Assunta dal’Arcivescovo Umberto d’Ormont .
Oggi comunque proprio nel giorno di ferragosto di un lontano 1656, avvenne anche il famoso miracolo di San Gaetano, che liberò Napoli da quella maledetta peste bubbonica che fino a quel momento aveva decimato la popolazione: morirono infatti a seguito di queste terribile epidemia in città 250 mila napoletani su 400 mila residenti.
Dopo lunghe indagni venne finalmente accertato che la terribile peste era giunte a Napoli tramite de topi infetti che si trovavano su delle navi giunte in città dalla Spagna e poi ormeggiate dove si trovava il quartier generale delle truppe del vicerè di Napoli.
Per sconfiggere la peste bisognava ammazzare i topi, ma come era possibile farlo data la grande moltitudine? Fu escogitato un sistema già in uso sui mercantili delle navi che consisteva nel catturare gli esemplari più grossi di topo (i zoccoloni) e di addestrarli, incattivendoli, ad ammazzare gli altri topi.
Uno dei modi per incattivire il topolone era quello di mettere del pepe nel deretano della povera bestia, di cucirlo e poi lasciarlo andare nelle fogne. La speranza era che il topo grosso, incattivito, avrebbe egli stesso ammazzato gli altri topi.
Ovviamente il sistema non funzionò, la peste dilagò a Napoli e decimò la popolazione. Tuttavia rimase nell’immaginario collettivo dei napoletani il fatto che mettere una persona contro un proprio simile equivale esattamente a mettere o pepe n’culo ‘a zoccola!
A debellata la peste a Napoli. ci penso invece uno dei 52 protettori di Napoli ed in particolare ci pensò San Gaetano, protettore dalle epidemie e pestilenze.
Il 15 agosto 1656 il nostro San Gaetano mandò su Napoli un diluvio universale, una bomba d’acqua, che affogò tutti i topi nelle fogne e la peste venne finalmente debellata.
